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Categoria: blablabla

Rear Window in due parole

Rear Window in due parole

Wordle è un’applicazione web che genera delle “nuvole di parole“. Non temete, nulla a che fare con i fiumi di parole di jalissiana memoria. Si tratta piuttosto di uno strumento in grado di evidenziare graficamente le parole più utilizzate in qualsiasi testo. E’ sufficiente inserire il testo che si vuole analizzare, o – più semplicemente – l’indirizzo del proprio blog e Wordle restituisce un’immagine in cui le parole più ricorrenti appaiono di dimensioni maggiori rispetto a quelle meno frequenti.

Ho dato in pasto a Wordle tutti i miei post del 2009 e, con buona pace di chi mi critica perchè a suo dire La finestra sul cortile 2.0 si occupa troppo di politica e troppo poco di cazzeggio, il risultato è stato sorprendente. Infatti il termine più ripetuto nel mio blog non è affatto berlusconi, come i maligni potrebbero pensare, bensì anni, seguito poi da molte parole che hanno a che fare con il concetto di tempo: vita, sempre, quando, prima, volta e tempo. Molto frequenti sono anche i termini film [poteva essere altrimenti?] e due [idem come sopra]. Insomma, se si dovesse sintetizzare questo blog in poche parole, si potrebbe dire: “Siccome il tempo passa veloce, è meglio trascorrerlo in due, magari guardando qualche buon film!”

Wordle: La Finestra sul Cortile 2.0
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L’elogio della fuga fra Battiato, Morrissey e De Andrè

L’elogio della fuga fra Battiato, Morrissey e De Andrè

“Mare mare mare, voglio annegare. Portami lontano a naufragare. Via via via da queste sponde, portami lontano sulle onde”. No, quest’estate non me ne andrò al mare, anche perchè io il mare l’ho già a due passi da casa e quindi per me non costituisce un grande richiamo. Invece mi recherò in montagna, dove spero di potermi rilassare, spaparanzandomi sotto l’ombra di un grande albero. Il motivo per cui cito la canzone di Battiato sta nel desiderio di fuga espresso dal ritornello. Una fuga – quella che in futuro mi piacerebbe organizzare – verso un modello di vita più a misura d’uomo, più ritagliato su valori legati all’amore, al rispetto, alla tolleranza. Privo dell’alienazione tipica delle grandi città come Genova e della violenza presente in questa società fondata sull’egoismo. Come direbbe Morrissey, non comprendo più la ragione di dover dare il mio tempo a persone a cui non importa neppure se sono vivo o morto. Una fuga che contiene in sè una strenua difesa del tempo, che è la nostra risorsa più preziosa, e del desiderio, inteso come carburante, come coraggio di proseguire in direzione ostinata e contraria.

Nel frattempo mi limiterò a fuggire per un pò da questo blog. Giusto una piccola evasione alla buona, fra delinquenti di mezza tacca, o – come si dice adesso – uomini, ma non santi. Ritornerò qui fra un mese, ad occhieggiare come al solito dalla mia vecchia finestra sul cortile. Buon ferragosto!

Ottimisti o pessimisti?

Ottimisti o pessimisti?

Qualcuno qui sa dirmi il motivo per cui ci si deve imbattere in bicchieri che sono sempre riempiti per metà? Che, dico io, se fossero vuoti o colmi fino all’orlo uno non farebbe nessuna fatica. Non dovrebbe metterci nulla di suo. Non ci sarebbero tentennamenti o dubbi, nè tantomeno differenti modi di vedere la stessa cosa: il bicchiere sarebbe bello pieno, oppure irrimediabilmente vuoto. Punto. Invece così dobbiamo ingegnarci a decifrare una realtà che si presta a interpretazioni diverse, se non addirittura contrastanti. Farò bene a pensarla così? Farò male? Meglio avere una visione ottimista o pessimista? Io, come mi accade spesso per tanti aspetti della vita, ho in me entrambe le spinte: «Sei abbastanza ottimista e fiducioso da riconoscere e cogliere le opportunità che la vita offre, e, nello stesso tempo, sei sufficientemente logico da considerare le difficoltà cui potresti andare incontro nel perseguirle. Difficilmente ti lasci andare ai facili entusiasmi, mentre sei abile nel muoverti con cautela. Sei una persona che tende a guardare al futuro con realismo, anche se a volte è un realismo un pò preoccupato. Di fronte al futuro, pur consapevole degli aspetti positivi che potrebbe riservarti, sei altrettanto conscio delle difficoltà che potrebbero arrivare».
 
Insomma, a quanto sostiene questo interessante test, sono un pò schizoide, ma almeno non rischio nè di diventare una versione aggiornata di Giacomo Leopardi, nè di soffrire della Sindrome di Pollyanna!

Preferisco vivere nel mio appartamento

Preferisco vivere nel mio appartamento

Circa un quarto di secolo fa, terminavo i miei anni teen cercando invano di scollare il mio naso dallo schermo televisivo ogni qualvolta Farrah Fawcett entrava in scena in un episodio delle Charlie’s Angels, oppure provando ad abbozzare, con ancor meno successo, una delle più semplici mosse di danza di Michael Jackson, mentre sul piatto del mio stereo Thriller girava senza soluzione di continuità. Non esistevano i DVD, le serie televisive non si potevano scaricare dalla Rete [a dirla tutta non c’era neppure la Rete] e le canzoni erano ancora qualcosa di “fisico”, inciso in una musicassetta o su un disco di vinile. I cellulari erano soltanto dei furgoni in dotazione alla Polizia Penitenziaria per il trasporto dei detenuti, e se in automobile ci si perdeva, tutto quel che si poteva fare era chiedere informazioni ad un passante o dispiegare una cartina formato lenzuolo. La malattia e la morte erano concetti non così definiti, e si aveva la sensazione che le cose non dovessero mai conoscere una fine reale.
 
Capita poi, per quei bizzarri scherzi del destino, che, lo stesso giorno, 25 anni dopo, due icone di allora perdano la vita. E così [non per la prima volta in verità, per quanto mi riguarda] si comprende che il tempo scorre volgare ed inesorabile, e non fa sconti a nessuno, divi compresi. E’ vero, potremo ascoltare la musica di Michael Jackson per sempre, così come ancora non ci siamo stancati di assaporare i film di Marilyn o le canzoni di Presley, ma non è esattamente la stessa cosa. Perchè penso che tutto sommato abbia ragione Woody Allen quando dice «Non voglio raggiungere l’immortalità attraverso le mie opere, voglio raggiungerla vivendo per sempre. Non mi interessa vivere nel cuore della gente, preferisco vivere nel mio appartamento».
 
Un cuore di ricordi

Un cuore di ricordi

Esiste un sottile filo rosso che lega le feste agli affetti, ai ricordi e alle fotografie. Un’associazione di idee piuttosto banale che tuttavia percorre la testa e soprattutto il cuore. Le immagini congelano emozioni e poi le fanno riaffiorare, spezzando lo strato di ghiaccio che le aveva riposte da qualche parte dentro di noi. In definitiva non siamo altro che scrigni che si riaprono quando abbiamo bisogno di concederci alla nostalgia. Echi, memorie, tracce che conservano in sè una piccola sorpresa, come dentro un uovo di Pasqua  che ogni anno si rompe e che – per  questo motivo – insistiamo a volere intatto l’anno successivo. Così mi viene da pensare che siamo pronti a sorprenderci solo se abbiamo rotto qualcosa prima. Proprio come un nuovo inizio che può arrivare soltanto dopo un addio. Auguri!


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Finalmente a casa

Finalmente a casa

Mi piace personalizzare casa. In particolare mi piacciono i quadri alle pareti. Quadri che rappresentino le passioni mie ed anche quelle di Simona, ovviamente. Così la sala e la camera da letto ospitano stampe di dipinti di Van Gogh e Chagall. La cucina fotografie dei vicoli della nostra Genova, ed il corridoio disegni di Emanuele Luzzati. Ma è lo studio la stanza che più mi dà soddisfazione, perchè i muri dello studio – camera ricreativa per eccellenza – parlano di cinema! Ed ecco che Totò e Peppino de Filippo campeggiano sopra la scrivania dalla quale sto scrivendo queste righe, a fare da sponda alla mia voglia di ironia, umorismo e leggerezza. Il mio lato inquieto e tormentato è ben rappresentato da una dolcissima foto di Montgomery Clift insieme a Marilyn Monroe. James Stewart in Harvey invece incarna il mio bisogno di poesia, magia e fuga dalla realtà. Con Simona al mio fianco e con loro che occhieggiano intorno a noi mi sento protetto, finalmente a casa.

La pubblicità è l’anima della blogosfera

La pubblicità è l’anima della blogosfera

Si sa, in una società come la nostra in cui esisti solo se appari, la questione della visibilità diventa fondamentale. Naturalmente questo vale anche per la blogosfera. Certo, dei contenuti sempre interessanti, un’esposizione brillante ed un design accattivante sono aspetti importanti, ma niente incide di più della visibilità. Ed ecco infatti che più si commenta e più si è commentati, più si visitano i blog altrui e più si ricevono visite. Per fare un solo esempio, io ho recentemente pubblicato lo stesso post qui e qui, e su CineBlabbers ho ottenuto un numero di commenti 4 volte inferiore rispetto a quello di RW 2.0. Tutto ciò mi ha fatto riflettere e quindi mi ha spinto a prendere il chihuahua per le orecchie [il che è senz’altro molto più salutare che andare in giro ad afferrare i tori per le corna]. E poco importa se ho estinto il misero gruzzoletto messo via durante lunghi ed assennati anni da formichina. Ciò che davvero conta è che ora il mio blog gode finalmente della giusta visibilità, come si evince dalla seguente immagine.

L’amore, le prigioni e i tetti di Genova

L’amore, le prigioni e i tetti di Genova

Secondo voi, uno cosa può fare di più indicato il giorno di San Valentino, se non andare a visitare delle prigioni? Che – diciamocela tutta – l’associazione di idee talvolta arriva proprio da quelle parti! E così eccoci dentro la Torre Grimaldina, utilizzata come carcere dal Cinquecento sino ai primi decenni del secolo scorso, per detenuti politici o persone colpevoli di crimini particolarmente efferati. 

Le celle sono stanzette anguste, assai scarne, buie e gelide, dai soffitti molto bassi con travi di legno ad altezza testa. Per questo motivo i visitatori vengono dotati di simpatici elmetti arancioni. Simona ha subito avuto da ridere sul modo in cui ho infilato il suddetto copricapo, rimproverandomi che – cito testualmente – gli elmetti io non li so portare! Ora, non faccio fatica a credere che in tal guisa io possa ricordare un minatore belga, avvezzo più alle bottiglie di cognac che ai trattati filosofici, ma mi pare  curioso sostenere che il mio modo di indossare i caschi protettivi non tenga in considerazione le indicazioni delle ultime sfilate di Armani. Comunque, proseguendo la nostra visita, una volta dentro le celle, Simona non ha saputo resistere alla tentazione di rinchiudermici per sempre e filarsela via. Dopo un attimo di smarrimento, forte della ripetuta visione de La Grande Fuga, Fuga da Alcatraz e Papilllon, sono brillantemente riuscito ad evadere, scavando un cunicolo con un mestolo da cucina. Quindi, salite un paio di ripide rampe di scale in ardesia, ho potuto raggiungere la consorte, alla quale, per consolarsi del fallimento della sua impresa, non è restato nulla di meglio da fare che godersi lo straordinario panorama dei tetti di Genova, visti dalla cima della Torre.

E’ uno stillicidio senza tonfi di motorette

E’ uno stillicidio senza tonfi di motorette

Piove. Da mesi oramai. Gli studiosi dicono che lo scorso novembre e’ stato un mese eccezionale sul fronte delle precipitazioni, piazzandosi al 21esimo posto negli ultimi due secoli. Dicembre e’ addirittura al sesto posto, con un’anomalia del 120% di piovosita’ in piu’ rispetto alla media, mentre il mese appena trascorso si attesta al 17esimo posto.

Piove come se fosse la cosa più naturale che ci sia. Come se fossimo dentro un film ambientato in Cambogia o in Corea, durante la stagione delle piogge. E così l’acqua che scende diventa qualcosa di più che un mero agente atmosferico. Anche l’umore finisce con l’essere bagnaticcio e sgocciolante. Si ha bisogno di sole come di una ventata di allegria, come di una barzelletta stupida che, proprio perchè così stupida, ti fa ridere senza smettere.

E allora si prova a ribaltare la situazione e a considerare gli aspetti più creativi. Così la pioggia diventa ispirazione. Il mio concittadino Montale ha scritto: Piove. È uno stillicidio senza tonfi di motorette o strilli di bambini”. Pablo Neruda ha confessato “Comincerò col dire, dei giorni e degli anni della mia infanzia, che il mio unico personaggio indimenticabile fu la pioggia”. Woody Allen, per far colpo su una ragazza, in Provaci ancora Sam declama “Io amo la pioggia: sciacqua via i ricordi  dal marciapiede della vita.” Sono poi decine le canzoni sul tema che affiorano alla mente: dai Beatles di Rain ai Supertramp di It’s raining again, da Águas de Março di Carlos Jobim a Piove di Domenico Modugno, da Why does it always rain on me dei Travis fino a Raindrops keep fallin’ on my head di Bart Bacharach… e potrei continuare per ore ed ore, fino a quando – chissà – non rispunterà il sole.

Ricomincio da due

Ricomincio da due

Sono trascorsi esattamente 3 anni da quando decisi di aprire il mio primo blog. Una decisione dettata dalla necessità di distrarmi da una grossa delusione, che nel giro di pochi mesi si rivelò la decisione più sorprendente ed importante della mia vita. La Blogosfera è molto cambiata da allora. Si è passati da una eccitante fase di pionerismo, ad una di boom e crescita, ad un improvviso declino a beneficio di strumenti di condivisione più accessibili e quindi più superficiali: Facebook su tutti. Impossibile per chiunque ottenere adesso la stessa visibilità ed attenzione che si aveva solo un anno fa.

Anche la mia vita oggi è ben diversa ed è proprio per celebrare questa meravigliosa diversità che chiudo Rear Window, per aprire Rear Window 2.0. Intorno al 2 infatti si gioca questa nuova condizione. Mi sono sposato lo scorso 11 (1+1=2) dicembre e da allora le mie giornate vengono spese in 2. Una rivoluzione esultante, scoppiata grazie al WEB 2.0 e alla Finestra sul Cortile in particolare. E quando, pochi giorni prima di sposarci, abbiamo casualmente scoperto l’esistenza di un vicino ristorante con lo stesso nome del film di cui il mio blog è un reverente omaggio, abbiamo realizzato che il destino talvolta è un simpatico burlone. Così un pranzo di nozze a “La finestra sul Cortile” ci è parso il migliore inizio possibile per quella cosa che chiamano matrimonio e che altro non è che un’ineffabile modo per affrontare in due lacrime, risate ed agnolotti al brasato!