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Categoria: marrazzo

Il limite

Il limite

Ricordate quando Moretti ne Il Caimano afferma che «Berlusconi ha già vinto perchè le sue televisioni hanno cambiato la testa degli italiani», rievocando peraltro ciò che nei primi anni 70 aveva detto Pasolini riguardo al neofascismo consumistico: «Il fascismo non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione [specie, appunto, la televisione], non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre».

A proposito del caso Marrazzo, ho letto ripetute volte in più blog, anche da parte di persone di idee vicine al centrosinistra, che non è giusto giudicare un uomo politico in base ai suoi comportamenti privati. Dimenticando forse il concetto di rappresentatività, in virtù del quale chi legifera e governa ha il diritto di essere lì al nostro posto, ma ha il dovere di farlo nel modo più trasparente, non prestando il fianco a situazioni di dubbia moralità, o peggio, clientelismi, lotizzazioni o corruzioni. In democrazie molto più sane della nostra ci si è dimessi perchè non si è pagato i contributi alla colf. Mi si può dire: eh si, ma quello è un fatto illecito. Bene. Giusto. Allora la questione privata va considerata solo se genera un reato. Però in Italia si è considerati innocenti fino a quando non si è condannati al terzo grado di giudizio. Bene. Giusto. Però uno può sempre disconoscere la sentenza che lo riguarda, sostenendo che i giudici che l’hanno emanata sono della parte politica avversa. Bene. Giusto. Allora uno può promulgare alcune leggi ad personam per evitare di essere giudicato da magistrati di parte, a patto però che tali leggi rispettino la costituzione. Bene. Giusto. Però uno può sempre sostenere che la Consulta che valuta la costituzionalità di una legge non è un organo di garanzia, perchè composta da giudici comunisti. Bene. Giusto.

Ecco perchè Moretti e Pasolini hanno ragione. Perchè berlusconi seguita a spostare sempre un pò più in là il limite di ciò che viene considerato normale o giusto in questo piccolo paese. Non si deve mai abbassare la guardia, specie rispetto a cose che alcuni tendono surrettiziamente a far apparire irrilevanti, perchè in realtà sono molto importanti.

Dimettersi? Così non fan tutti!

Dimettersi? Così non fan tutti!

Io sono dell’avviso che nel nostro paese vi sia una grossissima questione morale da affrontatare e risolvere. Forse ci si è dimenticati che esiste un decoro delle istituzioni a cui sono chiamati a rispondere i nostri rappresentanti, che – in quanto tali – hanno il dovere di tenere comportamenti irreprensibili sotto ogni punto di vista. Pertanto per gli uomini di Stato non può e non deve esistere un distinguo fra abitudini private e sfera pubblica. I cittadini hanno il diritto di sapere se chi hanno votato è una persona proba, oppure è coinvolto in situazioni eticamente deplorevoli, quand’anche non perseguibili giuridicamente, che lo mettono, peraltro, nella posizione d’essere ricattabile. Il Governatore del Lazio Piero Marrazzo utilizzava l’auto di servizio per recarsi da alcune prostitute. Un fatto disonorevole e politicamente insostenibile che dopo l’autosospensione, lo porterà verso sempre più probabili dimissioni.

In un “paese normale” ci saremmo fermati qui. Siccome però non bisogna mai scordarsi che ci troviamo in Italia, dove non c’è limite al peggio, sopra questa vicenda si è riusciti ad innestarne un’altra, se possibile ancora più grave e sconvolgente. Grazie al suo mai risolto conflitto di interessi, berlusconi è venuto a conoscenza dell’esistenza di una registrazione video con cui si ricattava Marrazzo, proprio perchè questa è stata proposta al direttore di Chi per 200.000 €. Pronto ad offrire la sua solidarietà ad un altro uomo politico coinvolto come lui in uno scandalo sessuale, ha pensato bene di telefonargli, prima per assicurarlo che i giornali di sua proprietà non avrebbero  diffuso la registrazione compromettente, e dopo per consigliargli di ricomprare il video, facendolo sparire dalla circolazione e mettendo così tutto a tacere. Come scrive Luca Telese nel suo blog: «Ancora una volta c’è da stupirsi di come i giornali riportano con un tono apparentemente bonario e senza nessun commento questa notizia. Così scopriamo che due autorità pubbliche, un presidente di regione e un presidente del Consiglio, di fronte ad un ricatto, non sono nemmeno sfiorati dall’idea di rivolgersi alle autorità giudiziarie, a un magistrato, o a un poliziotto. Non gli passa proprio per la testa». Massimo Gramellini poi rincara la dose, ponendo l’accento sulla gigantesca anomalia del sistema politico italiano: «E’ l’ultima, lampante esplicazione del conflitto di interessi. Ma così lampante che nessuno di noi ci ha fatto caso. Provate a pensarci un attimo. I carabinieri ricattatori filmano Marrazzo e provano a vendere il video a un giornale del Premier. Non importa che il presidente del Consiglio abbia evitato di infierire. Resta il fatto che, grazie al suo ruolo di tycoon mediatico, gli era stata offerta la possibilità di distruggere un avversario politico».