Il limite
A proposito del caso Marrazzo, ho letto ripetute volte in più blog, anche da parte di persone di idee vicine al centrosinistra, che non è giusto giudicare un uomo politico in base ai suoi comportamenti privati. Dimenticando forse il concetto di rappresentatività, in virtù del quale chi legifera e governa ha il diritto di essere lì al nostro posto, ma ha il dovere di farlo nel modo più trasparente, non prestando il fianco a situazioni di dubbia moralità, o peggio, clientelismi, lotizzazioni o corruzioni. In democrazie molto più sane della nostra ci si è dimessi perchè non si è pagato i contributi alla colf. Mi si può dire: eh si, ma quello è un fatto illecito. Bene. Giusto. Allora la questione privata va considerata solo se genera un reato. Però in Italia si è considerati innocenti fino a quando non si è condannati al terzo grado di giudizio. Bene. Giusto. Però uno può sempre disconoscere la sentenza che lo riguarda, sostenendo che i giudici che l’hanno emanata sono della parte politica avversa. Bene. Giusto. Allora uno può promulgare alcune leggi ad personam per evitare di essere giudicato da magistrati di parte, a patto però che tali leggi rispettino la costituzione. Bene. Giusto. Però uno può sempre sostenere che la Consulta che valuta la costituzionalità di una legge non è un organo di garanzia, perchè composta da giudici comunisti. Bene. Giusto.
Ecco perchè Moretti e Pasolini hanno ragione. Perchè berlusconi seguita a spostare sempre un pò più in là il limite di ciò che viene considerato normale o giusto in questo piccolo paese. Non si deve mai abbassare la guardia, specie rispetto a cose che alcuni tendono surrettiziamente a far apparire irrilevanti, perchè in realtà sono molto importanti.