Fumus Persecutionis
«La condanna di Silvio Berlusconi a Napoli per una indimostrata compravendita di senatori ha dell’incredibile, è ingiusta e va a sindacare un principio sancito dalla Costituzione: ogni parlamentare è eletto senza vincolo di mandato. Ora ogni rappresentante del popolo dovrà stare attento a come vota in Parlamento». Quando si leggono dichiarazioni come queste da parte di uomini delle Istituzioni, viene da domandarsi se costoro ritengono di amministrare un popolo composto unicamente da poveri grulli. Si spieghi allora che cosa si intende quando si ricorda l’assenza del vincolo di mandato. Forse che il parlamentare – nella fattispecie l’ex senatore Sergio De Gregorio reo confesso – potesse sentirsi autorizzato ad accettare una mazzetta di 3 milioni di Euro per cambiare la propria casacca politica, e così contribuire a far cadere il Governo Prodi nel 2008? Evidentemente per Maurizio Lupi – Ministro delle Infrastrutture dimissionario per aver ricevuto favori e regali da parte di manager ed imprenditori e tuttora alleato di governo del PD – il rappresentante del popolo non deve rispondere alla legge – brutta, cattiva ed ingiusta – ma soltanto alla propria coscienza. E se poi tale coscienza dovesse somigliare a quella dell’ex ministro, si potrebbe star certi che consentirebbe di chiudere tutte e due gli occhi di fronte a sciocchezzuole come la corruzione e la compravendita di esponenti del Parlamento.
Berlusconi è stato condannato in primo grado a 3 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, in un processo che comunque è destinato alla prescrizione (grazie naturalmente ad una delle tante leggi ad personam). È la prima volta nella storia repubblicana che un leader politico viene riconosciuto colpevole di un reato del genere, che di fatto ha cambiato la nostra storia recente, eppure la notizia non ha trovato nei media un grandissimo risalto. Certo si dirà che il ventennio berlusconiano ha assuefatto la gente alle peggiori nefandezze e che la crescente disaffezione alla politica è dovuta proprio ai troppi episodi di malaffare che hanno funestato la vita pubblica del Paese. Eppure sarebbe uno sbaglio attribuire soltanto a berlusconi e alla classe politica nata e prosperata alla sua ombra tutte le responsabilità. Esiste davvero un fumus persecutionis, ed è quello che molti di noi hanno nei confronti dell’intelligenza, dello spirito critico, del senso civico, di un tessuto sociale all’insegna di principi come la cooperazione, la solidarietà, la tolleranza, l’impegno. Perchè – sia chiaro – la qualità della democrazia dipende direttamente dalla qualità morale dei cittadini.