Nucleare? No grazie!
Ancora una volta si deve segnalare il grande malcostume tutto italiano di fare di questi temi terreno politico, mentre ciò che in un modo o nel’altro ha impatto sulla salute e sull’ambiente dovrebbe essere considerato secondo una prospettiva diversa da quella dettata da cinici giochi di partito. Solo il mese scorso con il Decreto Romani il Governo aveva deciso, fra mille polemiche, la sospensione degli incentivi alle energie rinnovabili, impedendo di fatto la realizzazione di impianti fotovoltaici ed eolici, ed oggi – per evitare di perdere la faccia e per non andar contro gli interessi economici in ballo – preferisce affermare, come ha fatto l’onorevole [sic!!] Cicchitto, che «la posizione del governo italiano sul nucleare rimane quella che è, non è che si può cambiare idea ogni minuto». Tuttavia, in previsione del referendum del 12 giugno, questa posizione intransigente si smorzerà, nel tentativo – sempre strumentale – di non consegnare all’opposizione un motivo in più di presa presso la pubblica opinione, sempre più contraria alla costruzione di centrali nucleari sul territorio nazionale. L’obiettivo finale della maggioranza è quello di salvare almeno gli altri due quesiti referendari [legittimo impedimento e privatizzazione dell’acqua], evitando che si raggiunga il quorum necessario, traguardo che ora – sulla spinta psicologica dell’emergenza nucleare in Giappone – diventa decisamente più vicino.