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Categoria: cicchitto

Votare secondo incoscienza

Votare secondo incoscienza

Poco fa la Camera si è nuovamente espressa, dopo un anno e mezzo, contro l’arresto del deputato del PdL e coordinatore del partito in Campania, Nicola Cosentino. Il risultato è stato possibile anche grazie ai voti della Lega, che – seppur spaccata al suo interno – si è ancora una volta sottomessa ai diktat di berlusconi. Certo fa piacere che gli uomini vicino a Maroni abbiano assunto una posizione contraria alla linea dettata da Bossi, resta soltanto da domandarsi come può  il Senatur pensare di continuare a tuonare contro la mafia del Sud, e poi opporsi ogni volta alle richieste della Magistratura? Di quale credibilità ritiene possa ancora godere il suo partito? Quando si viene chiamati a decidere su questioni importanti come questa, si dovrebbe farlo indipendentemente dall’opportunità del momento. L’autorizzazione a procedere nei confronti di un politico di spicco, su cui pesano gravissime accuse di collusione con organizzazioni criminali, non può certo essere negata od accordata sulla base di alleanze o convenienze partitiche.

Così, il tentativo dei “maroniani” di smarcarsi da berlusconi sulla questione della legalità non è riuscito. La Lega continua ad andare a traino del PdL, che si configura sempre più come il partito dell’impunità, accampando l’abusato teorema dei complotti bolscevichi ad opera della Magistratura o, in alternativa, la solita panzana del fumus persecutionis. La scorsa settimana si è persino spinto a mettere in dubbio l’opportunità di operazioni di verifica fiscale come quella di Cortina. Evidentemente anche gli evasori fiscali sono perseguitati dalla legge! Fino a quando la maggioranza parlamentere sarà in mano al Partito della Libertà e ad uomini come Cicchitto, che aveva minacciato di compromettere il quadro politico nel caso Cosentino fosse stato arrestato, sarà difficile per questo Paese uscire dalle sacche del berlusconismo.

Nucleare? No grazie!

Nucleare? No grazie!

La decisione italiana di andare avanti col nucleare dà la misura esatta della cieca ottusità di questa maggioranza, laddove invece in Paesi come la Germania, la Svizzera o la Francia – ma non solo – si è saggiamente deciso di frenare, sulla scorta dell’immane tragedia giapponese. Lo scorso lunedì il Ministro per l’Ambiente [sic!] Prestigiacomo si è spinta persino a parlare di  «sciacallaggio politico» e di «macabra speculazione», riferendosi a coloro che in questi giorni nel nostro Paese hanno chiesto al Governo un ripensamento sulla scelta nucleare.

Ancora una volta si deve segnalare il grande malcostume tutto italiano di fare di questi temi terreno politico, mentre ciò che in un modo o nel’altro ha impatto sulla salute e sull’ambiente dovrebbe essere considerato secondo una prospettiva diversa da quella dettata da cinici giochi di partito. Solo il mese scorso con il Decreto Romani il Governo aveva deciso, fra mille polemiche, la sospensione degli incentivi alle energie rinnovabili, impedendo di fatto la realizzazione di impianti fotovoltaici ed eolici, ed oggi – per evitare di perdere la faccia e per non andar contro gli interessi economici in ballo – preferisce affermare, come ha fatto l’onorevole [sic!!] Cicchitto, che «la posizione del governo italiano sul nucleare rimane quella che è, non è che si può cambiare idea ogni minuto». Tuttavia, in previsione del referendum del 12 giugno, questa posizione intransigente si smorzerà, nel tentativo – sempre strumentale – di non consegnare all’opposizione un motivo in più di presa presso la pubblica opinione, sempre più contraria alla costruzione di centrali nucleari sul territorio nazionale. L’obiettivo finale della maggioranza è quello di salvare almeno gli altri due quesiti referendari [legittimo impedimento e privatizzazione dell’acqua], evitando che si raggiunga il quorum necessario, traguardo che ora – sulla spinta psicologica dell’emergenza nucleare in Giappone – diventa decisamente più vicino.

Un post più bello che intelligente

Un post più bello che intelligente

Si fa un gran parlare in queste ore di clima d’odio. Ieri l’ex piduista Fabrizio Cicchitto, in perfetta osservanza al monito del Presidente della Repubblica che ha chiesto a tutti di tornare ad un confronto civile e pacato, ha indicato fra i mandanti morali dell’aggressione al premier: Eugenio Scalfari, Michele Santoro, Marco Travaglio e Antonio Di Pietro. Come ha scritto oggi Ezio Mauro: «Chi scambia la critica per odio e il lavoro giornalistico per violenza è soltanto un irresponsabile antidemocratico». In effetti l’intervento del capogruppo del PdL alla Camera, giudicato “incendario” dallo stesso Gianfranco Fini, è una stupidaggine colossale ed una becera e volgare strumentalizzazione. Anche perchè, se quanto affermato avesse solo una scintilla di verità, bisognerebbe considerare come mandanti pure le centinaia di migliaia di persone che hanno manifestato lo scorso 5 dicembre chiedendo le dimissioni del premier, ed inoltre quella larga fetta del Paese che ritiene che il cavaliere sia inadatto a ricoprire il suo ruolo e che magari lo scrive dalle pagine dei propri blog, in odore di censura.

Purtroppo poi esistono anche tanti italiani che non la pensano esattamente così, considerati i messaggi augurali che berlusconi, in convalescenza all’ospedale di San Raffaele, sta seguitando a ricevere. In questo senso concordo con Curzio Maltese, quando sostiene: «Il nostro paese vive da quindici anni in una bolla politica e mediatica, il berlusconismo. Dal 1994 l’Italia è divisa in due: chi vive felicemente dentro questa bolla di sapone, si sente protetto e si identifica con il carattere, i presunti vizi e le virtù del Capo del Partito delle Libertà e chi invece ostinatamente non si rassegna al fatto che metà paese si sia lasciato irretire, portare fuori strada dal Cavaliere il quale da 15 anni domina la scena politico-mediatica nazionale facendosi per forza di cose notare anche all’estero. Siamo diventati quindi un Paese spaccato, radicalizzato, che di conseguenza non trova sbocchi, che non sa più sperare, guardare in avanti, la cui crisi economica ha dato il colpo di grazia dove il berlusconismo ha svuotato la democrazia, in maniera sistematica e diffusa, nei palazzi delle istituzioni, come nelle teste dei cittadini. Ha snervato il parlamento, la magistratura, la libera informazione, la scuola».