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Mi dicono che son diventato papà!

Mi dicono che son diventato papà!

Come primissima personale dichiarazione d’intenti nel ruolo oltremodo impegnativo e responsabile di papà, prometto che non darò mai modo a mia figlia di condividire alcune battute di Woody Allen sui propri genitori:
 
«Venivo spesso picchiato dai miei genitori. La mia famiglia abitava sopra a un bowling, ma erano spesso gli avventori del bowling a protestare per il troppo rumore».
 
«Quando ero piccolo i miei genitori mi volevano talmente bene che mi misero nella culla un orsacchiotto… vivo!».
 
«Quand’ero piccolo i miei genitori hanno cambiato casa una decina di volte. Ma io sono sempre riuscito a trovarli».
Il PD non ci capisce niente (anche a Genova)

Il PD non ci capisce niente (anche a Genova)

Quanto accaduto nella mia città alle primarie del centro sinistra per la scelta del candidato sindaco si inserisce in un più ampio quadro nazionale, in cui il Partito Democratico ha più volte dimostrato una totale incapacità di ascoltare gli umori e le istanze di quella fetta di elettorato che dovrebbe rappresentare. Nel Paese esiste un enorme bisogno di recuperare una politica che sappia farsi interprete delle esigenze della gente comune. Invece il PD ormai viene percepito – analogamente al PdL – come un centro di potere autonomo, del tutto slegato dai problemi concreti della società reale.
 
A Genova la gente di sinistra chiedeva un forte segnale di cambiamento, dopo la disastrosa amministrazione di Marta Vincenzi. Il PD non ha avuto il coraggio di toglierle il suo appoggio, affiancandole invece un secondo candidato espressione del partito, la senatrice Roberta Pinotti. Così ha portato avanti una strabiliante strategia suicida, presentando 2 candidati che si son sostanzialmente divisi i voti che avrebbero dato la maggioranza assoluta ad un candidato unico. In questo contesto ha avuto la meglio l’indipendente Marco Doria, docente universitario di Storia economica,  vicino a Don Gallo e sostenuto da Sinistra e Libertà. Persona preparata, seria e per bene, sganciata dalle logiche partitiche di spartizione del potere, che – dopo aver trionfato con ben il 46% delle preferenze – ha dichiarato: «C’è una terza strada, tra l’antipolitica di Beppe Grillo e la voglia di lasciar perdere che emerge in settori della sinistra. E’ la voglia di cambiare da dentro, è la passione, l’entusiasmo della gente». Ed il PD? Come al solito non ci ha capito niente. Così, dopo aver perso le primarie a Milano e a Napoli, a beneficio rispettivamente di Pisapia e De Magistris, ha nuovamente confermato di non avere una classe dirigente all’altezza. Perlomeno però il segretario provinciale e quello regionale hanno avuto il buon senso politico di rassegnare le proprie dimissioni.
 
Ogni fine è un inizio

Ogni fine è un inizio

Considerando anche il mio precedente blog, scrivo su Splinder ormai da 6 anni. Devo moltissimo a questa piattaforma, posso ben dire che mi ha rivoluzionato la vita, e naturalmente le voci di un’imminente chiusura mi dispiacciono non poco. Ma ciò che è davvero inaccettabile è l’assordante silenzio della Redazione, a fronte delle tante richieste di chiarimenti circa il blocco delle registrazioni e dei rinnovi dei servizi a pagamento, in atto – lo si è scoperto solo ora – già dallo scorso giugno. Nei post che sul blog Soluzioni parlano della notizia, si racconta di nessuna replica alle mail e risposte vaghe al telefono. Pare che dall’altra parte ci sia solo un muro di indifferenza e mutismo. Qualcuno ha contattato Le Iene, qualcun altro consiglia a tutti coloro che tuttora stanno pagando un abbonamento un’eventuale class action. Probabilmente l’effetto che la proprietà intende ottenere è proprio quanto sta accadendo in questi giorni, ossia la trasmigrazione degli utenti, già decimati dall’avvento di Facebook, verso altri e più affidabili lidi.

La versione inglese della piattaforma è stata convertita da mesi in un portale e-commerce che vende suonerie, sfondi per telefonini et similia [ma qualcuno compera ancora ‘ste cose?] e la stessa tristissima fine si prospetta per quella italiana. Probabilmente non si chiuderà il prossimo giovedì – data che viene indicata come quella fatidica – ma che l’intenzione sia effettivamente quella di chiudere pare ormai cosa sicura. Scrivere con serenità, sapendo che da un giorno all’altro tutto potrebbe sparire senza alcun avviso ufficiale [complimenti per la correttezza e la professionalità] diventa difficile. Ho già messo in sicurezza quanto scritto in 6 anni di onesta attività, e sto già pensando ad un progetto di rilancio. Sfruttando le funzionalità di WordPress, aprirò un blog su un dominio personale che nessun altro tranne me potrà decidere di stoppare. Ho sempre pensato che in realtà ogni fine sia un nuovo inizio, così fra qualche settimana prenderà vita lafinestrasulcortile.it. A tutte le persone che sono passate di quà un carissimo saluto! Sono certo che ci rileggeremo altrove.

Alluvione!

Alluvione!

Sono morte 6 persone. Due bimbe e 4 donne. Tre di quest’ultime erano uscite per recuperare i figli e i fratellini a scuola. A poche ore dall’alluvione che ha messo in ginocchio la mia città, infuria la polemica nei confronti del Sindaco e dei suoi collaboratori, i quali, nonostante l’allerta fosse stata diramata già da diversi giorni, non hanno provveduto a proteggere la città in modo più opportuno. Non si comprende perchè, ad esempio, non si sia disposta la chiusura delle scuole. Il Primo Cittadino Marta Vincenzi ha rigettato ogni accusa, con dichiarazioni quantomeno discutibili: «La scelta di mandare i bambini a scuola è stata provvidenziale, immaginate cosa sarebbero stati 40mila bambini portati in macchina dai nonni, dai parenti o dagli amici in giro per la citta’ durante l’alluvione. Il preallarme è stato dato agli amministratori di condominio già a luglio 2011: sapevano che nelle zone esondabili, tra cui quella del Fereggiano, non ci si doveva muovere in caso di allerta meteo». Facile comprendere come, dopo affermazioni del genere, il Sindaco sia stato duramente contestato.

Gli esperti sottolineano che, a causa del cambiamento climatico in atto, fenomeni meteo così estremi sono ormai sempre più frequenti. Per questo motivo diventano fondamentali una politica di forte contrasto dell’abusivismo edilizio, e – naturalmente – operazioni più ordinarie di pulizia dell’alveo dei fiumi e di manutenzione dei tombini. Dopo due terribili disastri nell’arco di 10 giorni, la rabbia è tanta ed ora diventa necessario capire – come auspica il Presidente Napolitano – quali siano state le cause.

Ritornare è difficile

Ritornare è difficile

Ritornare è difficile, soprattutto se si è stati in due capitali così rispettose dell’arte del buon vivere, frutto di un’attenzione e di un rispetto verso l’ambiente e le persone, specie quelle più deboli come i bambini e gli anziani. Si pensi, ad esempio, che sia ad Amsterdam che a Stoccolma le barriere architettoniche sono pressochè inesistenti ed il traffico cittadino è ridottissimo, a vantaggio di mezzi come biciclette, metropolitane ed autobus ecologici. In questi ultimi poi, nella città svedese, ci sono pulsanti da premere prima di salire, per avvertire il conducente che si trasporta una carrozzina o un passeggino, in modo da montare in tutta calma. I bagni pubblici hanno, a fianco del water per gli adulti, uno piccolino anche per i bimbi, così come nei numerosi parchi trovano posto insieme alle panchine normali, altre più basse e colorate. Naturalmente poi tutti i grandi negozi hanno un’area ricreativa con babyroom e spazio giochi. Sia gli olandesi che gli svedesi sono aperti, disponibili e gentilissimi nel dare informazioni ai turisti. La televisione, contrariamente che in Italia, non è tenuta in gran conto e la sera, quando il tempo lo consente, persone di tutte le età si riversano per le strade per una passeggiata, una birra o un dolce in un locale. Amsterdam è una città che ha fatto dell’integrazione uno dei suoi punti fermi. Bianchi, neri, mulatti, cristiani, musulmani, indiani. E’ un amalgamarsi di culture diverse che si confondono tra loro. Tante popolazioni hanno portato le loro tradizioni, i loro costumi e le loro religioni imparando a convivere, tollerandosi e adattandosi l’una all’altra. C’è posto per tutti in questa città in cui si respira il profumo impagabile della libertà e dove, per esempio, è facile imbattersi per strada in coppie omosessuali che non fanno mistero della loro condizione.

Si capirà quindi quanto sia difficile ritrovarsi in questa retrograda italietta dalle città congestionate dal traffico, dallo smog e dal cemento, in cui le persone sono chiuse ed intolleranti verso il prossimo e dove una classe politica populista, coinvolta in ogni genere di malaffare, tenta in tutti i modi di preservare sè stessa imponendo leggi liberticide. Un paese che dall’estero viene giustamente considerato alla stregua di una Turchia o di una Grecia, soggiogato da un sistema videocratico che sancisce il trionfo del facile, del grossolano, del volgare e del brutale.

Acqua azzurra, acqua chiara

Acqua azzurra, acqua chiara

Se lunedi mattina qualcuno avrà l’occasione di puntare il proprio bel [?!] nasino all’insù, potrà vedermi sfrecciare nei cieli d’Europa insieme ad Adam’s Rib, alla volta della capitale olandese. Dal blu dei cieli ci dirigeremo verso l’azzurro dell’acqua. Si, perchè Amsterdam è prima di tutto un insieme di isole e canali, di case impiantate su una selva di pali dalla punta di ferro. E’ un sistema complesso di chiuse che impediscono all’acqua di rovinare i pali su cui si reggono gli edifici e di far inabissare ancor di piu la città. Da Amsterdam ci trasferiremo poi ad un’altra capitale che lega il suo destino all’acqua, visto che  è costruita su 14 isole collegate da 57 ponti. Stoccolma sorge su un arcipelago situato intorno al punto in cui il grande lago Mälaren sfocia nel Mar Baltico. Un terzo dell’area cittadina è occupata dall’ acqua, un’acqua talmente pulita che si può bere.

11 dicembre 2008. 11 aprile 2010. Dopo essersi sposato con rito civile un anno e 5 mesi fa, Rear Window lo scorso aprile ha bissato anche con una emozionante cerimonia religiosa ed ora si appresta a partire per un meritatissimo viaggio di nozze verso due città talmente all’avanguardia in tanti aspetti dello stato sociale, che tornare nella nostra misera Italistan sarà uno shock anafilattico!

I geni continuano ad avere gli occhi di un bambino

I geni continuano ad avere gli occhi di un bambino

Pochi giorni fa mi sono imbattuto in un articolo che ad un certo punto faceva la seguente affermazione: «Dicono che la genialità stia negli occhi. I geni continuano ad avere gli occhi di un bambino». Una tesi che mi pare contenga una straordinaria verità. C’è del genio [parola purtroppo abusata fin quasi a sottrarle il suo senso più pieno, ma in questo caso necessaria] nel riuscire ad andare avanti negli anni mantenendo uno sguardo da bimbo nei confronti delle cose della vita. Si sa, il tempo corrompe l’originaria innocenza. Fa un pò il mestiere delle onde con le rocce: giorno dopo giorno erode, assottiglia, consuma.  Ecco perchè con l’età talvolta si diventa convessi. Pronti ad ospitare ipocrisie, inganni, tradimenti, egoismi. Eppure c’è qualcuno che riesce a sottrarsi agli effetti di questo stillicidio, per quanto possa non trovarsi a proprio agio nel mondo perchè costretto a scontrarsi con i più, che invece si sono lasciati corrompere. Destinato a volte ad essere oggetto di incomprensioni ed emarginazioni. C’è un toccante ed antico candore in coloro che, irriducibili, sono ancora in grado di essere e di sentire anche ciò che erano e sentivano un tempo. Capaci di trascolorare le brutture di questa società in una dimensione diversa. Più forti e più fragili allo stesso tempo. Persone che sono qui ed insieme altrove.
Di onde, città e funamboli

Di onde, città e funamboli

Stamane, profittando di una tregua che la pioggia ha concesso, ho deciso di fare due passi sul “mio” lungomare. Il mare in questa stagione ha il sapore delle cose che appartengono al passato, di quelle che come si facevano una volta, non si fanno più. Ma, allo stesso tempo, presenta la medesima forza e la medesima vitalità di chi, col presente, deve fare i conti tutti il giorni e sa che deve lottare con le ore e con i minuti, col prossimo ed anche con se stesso. La sua tenacia nell’aggredire la spiaggia rimanda a quella di chi si sveglia ogni mattino per tenere testa alla vita. Il mare oggi è cattivo ed indomito. Bello da guardare. Poter spaziare con lo sguardo fino all’orizzonte senza che niente si frapponga, consegnando ai tuoi pensieri lo spazio necessario perchè si sciolgano quieti, confusi nella prospettiva più ampia possibile, è un dono del quale non potrò mai smettere di esser grato.
 
Anche questo è Genova. La mia città è come una di quelle ragazze dalla bellezza non appariscente che a mano a mano che frequenti, ti avvicini e conosci, si svela in tutto il suo incanto. Nell’armonia nascosta di chi conquista giorno dopo giorno la sua personale strada fra ciò che è bello e ciò che è brutto, fra salite impegnative e discese vorticose. In equilibrio sul litorale, ad imparare la vita fra la concretezza della terra e l’istintività delle onde. La mia città è come mia moglie che domani compie un nuovo anno. Piccolo e prodigioso funambolosul filo dello stupore di un amore condiviso. Auguri!

A stento

A stento

Stamane sono andato in ufficio sotto una pioggia battente che si riversava giù come da enormi secchi e mi impediva di vedere al di là delle luci dell’auto che mi precedeva. Il resto era avvolto in un unicum indistinto, dentro il quale i contorni delle cose perdevano la loro precisione. La radio della mia Micra suonava questa canzone ed io mi sono sorpreso a pensare che viviamo uno strano mondo, dove ci si affanna alla ricerca di cose di cui ci dovrebbe essere una larga disponibilità, ma che invece sono difficilissime da trovare. Basterebbe un pò d’impegno per stare tutti meglio: amore, amicizia, rispetto, comprensione, empatia, fiducia. Eppure il nostro è diventato un paese egoista, nel quale ci si è chiusi in quel che si crede il proprio interesse più immediato. Fanculo agli altri. Dove gli altri sono chiunque tranne te. E così quei valori paiono come dentro una foschia molto densa. Un unicum indistinto. La visibilità è limitata. Si procede a stento.

Money money money

Money money money

Ieri abbiamo fatto un giro alle Cinque Terre. Il viaggio in treno da Genova è panoramicissimo. Scorrono dal finestrino le più belle località della Riviera di Levante: Nervi, Camogli, Santa Margherita, Portofino, Vernazza. Così ho pensato che non sarebbe male vivere in una villa a strapiombo sul mare in una qualsiasi di queste zone. Certo, resterebbe da sistemare il trascurabilissimo particolare dei soldi: bisognerebbe diventare schifosamente ricchi per permettersi una tale sistemazione. Ohibò, ma come si fa a mettere le mani su così tanto denaro? Io sono uno squattrinato web designer che ha molta più dimestichezza con interfacce grafiche piuttosto che con mercati monetari, planning finanziari e paradisi fiscali.

Ma poi i soldi fanno la felicità??? Ah saperlo! Una cosa però è sicura: è molto meglio essere infelici sui cuscini di una Rolls Royce che sulle panchette di un tram. Zio Paperone sostiene che l’oro non è tutto, ci sono anche i diamanti ed io penso che tutto sommato abbia ragione. Quindi sono graditi consigli su come diventare milionari in poche mosse e ancor meno tempo. Ma non ditemi le solite cose come gioca al superenalotto, rapina una banca oppure iscriviti alla P2 e poi diventa Presidente del Consiglio… quelle le conosco già!