Oltre il fallimento
Quasi un anno fa pubblicavo questo post in cui parlavo esplicitamente di fallimento di Renzi, costretto ad espellere Corradino Mineo dalla Commissione Affari Costituzionali, perchè contrario alla proposta di modifica del Senato avanzata dal Governo. Oggi il premier reitera questa sua “sana e democratica” abitudine, sostituendo – fatto senza precedenti – ben 10 parlamentari dissidenti (fra cui Bersani, Bindi e Cuperlo), colpevoli di non essere d’accordo con la linea governativa sull’Italicum. Stando così le cose, sacrosanto l’Aventino annunciato da SeL e le altre opposizioni. Ora, oltre a ribadire le stesse considerazioni espresse nel giugno del 2014, non posso che aggiungere un senso di incredulità rispetto alla cieca volontà di far approvare con la forza una legge elettorale che andrebbe condivisa dalla più larga maggioranza possibile, ma che tristemente non trova d’accordo neppure il partito di maggioranza. Davvero non si riesce a comprendere il motivo per cui l’Italicum, nato da una «profonda intesa» con berlusconi, non possa oggi – a Patto del Nazareno bello che sepolto – sollecitare un’identità di vedute almeno con la sinistra del PD. Ormai siamo oltre al fallimento, siamo allo spregio della propria storia, alla negazione dei valori fondanti del Partito Democratico.
Trovo al riguardo estremamente lucido l’articolo di Lucia Annunziata: «Non avrei mai immaginato di arrivare a vedere nella mia vita (…) una “cacciata” da parte di un partito di Sinistra di dieci suoi dissidenti. La sostituzione forzosa di un gruppo di eletti dal popolo al fine di ottenere il passaggio di una legge su cui questi eletti sono in dissenso, e’ un gesto che intacca qualcosa di piu’ delle regole democratiche e delle prerogative di chi viene eletto. E’ una decisione che trucca le carte del voto stesso e che alla fine è (…) semplicemente una truffa. Se la politica e’ l’arte di dare forma al mondo attraverso la costruzione di consenso, allora la coercizione , le espulsioni, il voto ottenuto con la forza sono l’esatto contrario. La sostituzione di dieci deputati dissidenti e’ in effetti, una rinuncia alla politica. In verità, un fallimento per Matteo Renzi».