Verso la fine degli Anni 60 il progressivo declino dell’industria cinematografica americana giunge alla sua fase finale. Ai vertici degli Studios – ormai tutti controllati da grandi gruppi economici – si installa una squadra di giovani leve. In questo contesto di crisi, alcuni film prodotti con mezzi limitati ed in modo indipendente si trasformano in trionfi inaspettati. Si tratta di pellicole legate al clima della rivolta giovanile di quel periodo, che segnano una netta svolta col passato, ed il cui successo dà l’impulso giusto per inaugurare una nuova fase, nota come New Hollywood. Gli Studios cominciano a dar fiducia ad un gruppo di giovani cineasti che introduce una sensibilità più moderna ed aderente alla realtà. Negli Anni 70 il cinema americano vive così uno straordinario rinnovamento e attraversa un momento di libertà senza precedenti. Alla figura del regista, finalmente “autore” del proprio lavoro, viene concessa una maggior autonomia creativa e questo determina una grande varietà di stili figurativi. Da una parte si filma con uno sguardo lucido, disincantato e quanto mai realistico i mali di una società profondamente traumatizzata e divisa dalla guerra del Vietnam e dallo scandalo Watergate. Dall’altra si rielaborano e si rivitalizzano secondo un linguaggio molto esplicito, distantissimo dalle precedenti convenzioni stilistiche e di contenuto, i generi classici del cinema: il western, il noir, la fantascienza, l’horror. Sono questi gli anni – fra gli altri – di Francis Ford Coppola [Il Padrino, Il Padrino Parte II, La Conversazione e Apocalypse Now], Martin Scorsese [Mean Streets, Taxi Driver e New York New York], Steven Spielberg [Lo Squalo e Incontri Ravvicinati], George Lucas [American Graffiti e Guerre Stellari], Woody Allen [Io e Annie e Manhattan], Hal Ashby [Harold e Maude e Oltre il Giardino], Michael Cimino [Il Cacciatore]. In questo modo, i cosiddetti “ragazzacci” del Cinema Americano, aiutati anche da una nuova generazione di attori-icona [Robert De Niro, Jack Nicholson, Al Pacino, Dustin Hoffman, Gene Hackman, Diane Keaton, Faye Dunaway, Meryl Streep], riescono finalmente ad emanciparsi dallo strapotere televisivo – rivendicandone una superiorità che oltre che estetica è di contenuto – e ad ottenere un formidabile successo commerciale.
Quanto all’Europa, mentre rinasce il Cinema Tedesco, si avviano verso la loro conclusione la Nouvelle Vague, la Commedia all’Italiana e la stagione degli spaghetti-western. In Italia il regista che realizza i progetti più ambiziosi è Bernardo Bertolucci con i suoi Ultimo Tango a Parigi e Novecento.