Tra i gatti che non han padrone come me
Chissà se quando se n’è andato, vicino a lui ci fosse qualche gatto vagabondo senza padrone, come quelli cantati nello straordinario inno alla libertà che è Piazza Grande, uno dei suoi primi grandi successi. Come già capitato a proposito di Battisti e di De Andrè, con Lucio Dalla non scompare semplicemente un cantante, o un pezzo importante della Musica Italiana. C’è infatti oggi, come allora, la sensazione di avere a che fare con un patrimonio collettivo, con un segno vivido nell’immaginario nazionale di più di una generazione, con una costellazione di ricordi – ognuno ha i propri – legati a qualcuna delle sue tante canzoni e, perchè no, con la riflessione dolorosa che il tempo non fa sconti a nessuno, mai. Rotola via veloce, lasciandoci improvvisamente – ancora una volta – più vecchi e soli.
Avrei bisogno di pregare Dio.
Ma la mia vita non la cambierò mai mai,
a modo mio quel che sono l’ho voluto io.
E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in Piazza Grande,
tra i gatti che non han padrone come me, attorno a me.