Preferisco vivere nel mio appartamento

Preferisco vivere nel mio appartamento

Circa un quarto di secolo fa, terminavo i miei anni teen cercando invano di scollare il mio naso dallo schermo televisivo ogni qualvolta Farrah Fawcett entrava in scena in un episodio delle Charlie’s Angels, oppure provando ad abbozzare, con ancor meno successo, una delle più semplici mosse di danza di Michael Jackson, mentre sul piatto del mio stereo Thriller girava senza soluzione di continuità. Non esistevano i DVD, le serie televisive non si potevano scaricare dalla Rete [a dirla tutta non c’era neppure la Rete] e le canzoni erano ancora qualcosa di “fisico”, inciso in una musicassetta o su un disco di vinile. I cellulari erano soltanto dei furgoni in dotazione alla Polizia Penitenziaria per il trasporto dei detenuti, e se in automobile ci si perdeva, tutto quel che si poteva fare era chiedere informazioni ad un passante o dispiegare una cartina formato lenzuolo. La malattia e la morte erano concetti non così definiti, e si aveva la sensazione che le cose non dovessero mai conoscere una fine reale.
 
Capita poi, per quei bizzarri scherzi del destino, che, lo stesso giorno, 25 anni dopo, due icone di allora perdano la vita. E così [non per la prima volta in verità, per quanto mi riguarda] si comprende che il tempo scorre volgare ed inesorabile, e non fa sconti a nessuno, divi compresi. E’ vero, potremo ascoltare la musica di Michael Jackson per sempre, così come ancora non ci siamo stancati di assaporare i film di Marilyn o le canzoni di Presley, ma non è esattamente la stessa cosa. Perchè penso che tutto sommato abbia ragione Woody Allen quando dice «Non voglio raggiungere l’immortalità attraverso le mie opere, voglio raggiungerla vivendo per sempre. Non mi interessa vivere nel cuore della gente, preferisco vivere nel mio appartamento».
 

19 pensieri riguardo “Preferisco vivere nel mio appartamento

  1. E’ difficile aggiungere un commento, perchè la battuta ironica di Allen, ancora una volta, coglie il segno. Pare che lo stesso Jackson abbia detto durante un’intervista: “a nessuno piace la mortalità”. Quando ero adolescente e sentivo gli adulti che si lamentavano dello scorrere inesorabile del tempo, non li capivo: pensavo che non vedevo l’ora di crescere e che non ci vedevo nulla di male, anzi! Adesso purtroppo comincio a comprendere. Non tornerei indietro per niente al mondo, eppure ricordo una bimbetta ossuta che seguiva sua sorella maggiore ovunque andasse: e questa sorella aveva una passione per Michael Jackson e non la smetteva di ascoltare e riascoltare “Billie Jean”…

    Mi viene in mente – anche se sono storie completamente differenti – che quando scomparve Rigoni Stern una cara amica mi disse: “chissà perchè nel mondo ci sono così poche persone speciali”. Io le risposi che probabilmente era l’unico modo affinché noi fossimo “costretti” a prestar loro attenzione. Ecco, allora penso che la mortalità sia l’unico modo per stare bene attenti a come viviamo.

  2. sembrano passati secoli da quegli anni che tu descrivi. e invece, invece è appena un ventennio o poco più.

    e a me viene tanta nostalgia, perchè la frase di Allen, in questo tempo-vetrina in cui esisti solo se hai un account su facebook, si mostra in tutta il suo, acutissimo, anacronismo.

  3. io invece ad otto anni mi sono fatta un pianto tremendo davanti alla mia torta e a mia madre che non sapeva capacitarsi, dissi tra i singhiozzi “non voglio crescere, come si fa a non crescere ???” avevo già capito tutto e purtroppo la mia vita ha confermato le mie precoci paure. Non è facile tuttora, per chi lo è ? Inutile essere svegli e precoci, ciao, irene

  4. troppo attaccamento alle cose, che in fondo sono solo cose, e alla vita, che invece ha fine certa da sempre, mi da la giusta distanza da tutto, mi godo oggi, se e quando riesco.

  5. Beh, non so. Insomma è una posizione originale, diversa: dalle piramidi in poi, l’uomo fa qualsiasi cosa per venire ricordato… poi è chiaro, vedere un film, ascoltare un disco, leggere un libro sapendo che l’autore è morto dà comunque l’idea di un qualcosa completamente consegnato al passato…

  6. @Adam’s Rib

    Concludi il tuo intervento con una intuizione straordinaria… sta a noi ricordarcene sempre…

    @Lunatik

    Esattamente!

    Oggi esistiamo solo se appariamo… se ci esponiamo in qualche modo… ma è davvero la vita questa?

    @dalfusoditaiwan

    Temo Irene che il tempo avrà sempre la meglio su chi intende farsi gioco di lui o, più in generale, su chiunque…

    @animanina

    Vivere alla giornata, intendi? E’ il modo più intelligente che conosco per vivere…

    @sorgentediluce

    Grazie a te :)

    @crimson74

    Già… un passato che è arrivato inaspettatamente a chiederti conto del tempo che passa anche per te…

  7. finchè non ho avuto le mie figlie non mi importava di vivere. Adesso spero di vivere per poterle aiutare. Quando non sarò più in grado di farlo vorrei andarmene in fretta. L’immortalità è la vita che si passa ai figli, secondo me.

  8. Non c’è che dire,le parole di Woody Allen sono un pieno di verità…purtroppo la vita è questa,è solo una e dobbiamo cercare di viverla al meglio…retorica?Si forse…ma io trovo che ci sia anche molta verità.

    Complimenti per il blog e per come hai parlato di Michael Jackson,altri ne hanno fatto “scempio”gioendo della sua morte.

  9. @alerina

    Direi che il tuo è un bell’esempio d’immortalità!!!

    @ale08

    Francamente trovo che chi gioisce della morte di un uomo sia un volgare sciacallo…

    ti ringrazio per il tuo passaggio…

    @MonsierVerdoux

    Impagabile!

    @angeliss

    Grazie anche a te del passaggio!

  10. Il tempo che passa troppo in fretta e’ una cosa orrenda, la morte e’ orrenda e volgare, non sono mai riuscita a considerarla, come fanno alcuni, parte della vita. Adoravo le Charlie’angels, e adorerei tornare non per sempre, ma per qualche ora a quell’epoce per godere di chi non c’e’ piu’ e di un’eta’ faticosa ma con tante possibilita’ ancora davanti. Cio’ detto, Woody e’ sempre il piu’ grande e l’unica e stingere i denti, andare avanti e cercare di ridere del male. Nei nostri cari appartamenti!

  11. Come dargli torto (a Woody Allen), eppure, essendo mortali e sapendo di esserlo, cerco di seminare bei ricordi e simpatia in quelli che mi conoscono. :-)

    Per l’età, ricordo le Carlie’s Angels come una bella serie televisiva, anche se preferivo la moretta, e di Michel Jackson, pur avendo visto, spesso da solo in tempi più recenti, ho un ricordo dei “Jackson Five” con lui, piccoletto, tutti con i capelli gonfi, stile afro . . . niente a che vedere con quello che è diventato poi!

    Ciao, R

  12. @aleike

    In effetti tutti dovremmo ricordarci di seguire l’esempio di Woody, cercando di ridere delle brutture di questa vita…

    @beppestarnazza

    Ahimè… eccome se incalzano!!! SGRUNT!!! ;)

    @fiordicactus

    Direi che la simpatia è un’arma straordinaria con cui affrontare le nostre giornate!!!

  13. La bravura è gestire la propria vita personale dopo raggiunta la celebrità : quale persona sei ? quella tua vera prima del successo o quella per la quale sei noto a tutti ? e quale delle due devi essere quando stai con altre persone ? quale tipo di persona si aspettano gli altri di conoscere ?

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