Il marcio della politica secondo Clooney
Durante le Idi di marzo del 44 a.C. Giulio Cesare venne pugnalato in Senato da chi considerava un amico. Da allora il mondo politico non è cambiato molto: corruzione, brama di potere, intrighi, tradimenti sono ancora all’ordine del giorno. Il nuovo film di George Clooney racconta la perdita dell’innocenza di un giovane addetto stampa in forza allo staff di uno dei candidati presidenziali democratici, il quale – coinvolto negli inganni e nelle nefandezze che pervadono l’ambiente – ne esce irrimediabilmente cambiato. Il percorso che lo porta dall’idealismo iniziale al cinismo e alla spregiudicatezza, è descritto dal regista senza moralismi, in modo asciutto ed elegante.
Le Idi di Marzo è un lavoro impeccabile, con un robusto impianto teatrale, dialoghi brillanti ed un cast all star, all’interno del quale George Clooney si ritaglia il ruolo del candidato. Ryan Gosling è un protagonista credibile e Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Evan Rachel Wood e Marisa Tomei, degli splendidi comprimari. E’ un film in cui non ci sono eroi, nè personaggi positivi. Nessuno riesce a salvarsi da una deriva morale in cui lealtà ed integrità sono valori svuotati dal loro significato, e l’egoismo, la manipolazione e la sopraffazione costituiscono il vero motore propulsivo. La politica è una cosa sporca e chiunque voglia praticarla non può che sporcarvisi le mani. Un film che prende le mosse dal miglior cinema di impegno sociale degli Anni 70, pur immergendosi nella contemporaneità della politica americana ed in particolare nel clima di disillusione rispetto alla Presidenza Obama.