Una destra per amico?
Anche se la sua iniziativa di istituire una “corrente interna” in seno al PDL verrà fatta naufragare dai berlusconiani, il progetto di isolare il premier ed i suoi fedelissimi è ormai iniziato. E nonostante l’informazione di regime abbia dipinto le recenti elezioni come un successo della maggioranza, le cose stanno diversamente: rispetto allo scorso anno il Popolo delle Libertà ha perso ben 2 milioni e mezzo di voti e la Lega 200.000. C’è una larga fetta di elettorato che si è astenuto e che non si sente rappresentato dall’attuale scenario politico, dalla quale Fini potrà attingere molti voti. E’ certamente un progetto difficile ma che ha una sua forza dirompente, perchè – come scrive oggi Curzio Maltese – risponde al vuoto programmatico del Governo berlusconi: «Il Pdl è un partito invecchiato, come il suo leader, e privo di progetti. La politica è delegata alla Lega. Le strombazzate riforme sono una panzana. Berlusconi quasi lo ammette e, dopo la vittoria, è tornato come sempre a occuparsi di giustizia e televisioni. Non esiste nel partitone di maggioranza relativa, sempre più relativa, uno straccio d’idea, a parte Silvio for President. Su tasse, immigrazione, temi etici, tutto il Pdl, da Berlusconi in giù, si limita a far l’eco agli slogan di Bossi. Quasi non avesse più una visione della società e del Paese. Fini invece ne ha una ed è assai diversa da quella della Lega». E per fortuna, aggiungo io.