Una fine, ma anche un inizio
«Come molti, non mi sento rappresentato da questa situazione. Lo ripeto da qualche giorno: non ho più fiducia in questo governo, nelle sue scelte, nei modi che ha scelto, negli obiettivi che si è dato. Non ne ho avuta personalmente fin dall’inizio, quando si scelse di proseguire con le larghe intese: avevamo deciso che durassero solo due anni, che sarebbero scaduti già, mentre abbiamo deciso di andare avanti fino al 2018, cambiando premier – in quel modo sobrio e istituzionale che tutti ricorderete – ma senza cambiare il programma di governo. Senza nemmeno scriverlo, per altro, con i risultati che sappiamo. (…) Non ho più fiducia perché dopo la fiducia della scorsa settimana, non si può chiudere così, come se fosse solo una parentesi, come se questo non costituisse un precedente. Per ragioni di coerenza passo al gruppo misto, nella considerazione che anche il gruppo del Pd lo sia diventato, avendo accolto parlamentari di tutte le provenienze. Ciò comporta, come conseguenza, che io lasci il Pd, cosa che non avrei mai fatto, ma ormai il Pd è un partito nuovo e diverso, fondato sull’Italicum e sulla figura del suo segretario. Chi non è d’accordo, viene solo vissuto con fastidio. C’è stato il Jobs Act, lo Sblocca Italia, un inquietante decreto sul fisco smentito solo un po’, la riforma della scuola che ha unito tutti gli insegnanti che votavano il PD (…). Non lo faccio per aderire a un progetto politico esistente, ma per avviare un percorso nella società italiana, alla ricerca di quel progetto di cui parlai un anno fa, che ho sempre avuto nel cuore».
Per me è sempre un grande piacere leggere Pippo Civati, perchè ogni volta trovo nelle sue opinioni una totale coincidenza con le mie. In un partito in cui quasi tutti sono diventati dei lacchè del segretario, pur partendo da idee e posizioni distanti quand’anche non contrarie, Civati ha sempre condotto una battaglia a viso aperto, mantenendosi fedele al proprio pensiero e dimostrando un coraggio ed una passione politica non comune. Acclarato che il confronto democratico all’interno del PD è ormai del tutto precluso, ha preso l’unica decisione possibile. Checchè se ne dica, c’è a sinistra un grande fermento. Lo spostamento a destra del partito di Renzi ha lasciato spazi che fino a poco tempo fa non esistevano e che diventa ogni giorno più importante iniziare a riempire. Sono convinto che se verrà fatto da persone come Civati, questo non potrà che portare buone cose per il Paese.