Je suis Charlie

Je suis Charlie

In queste ore se ne sono sentite tante. C’è persino chi ha sostenuto – e neppure l’ultimo degli scribacchini di Roccasecca, ma  il principale quotidiano economico-finanziario del Regno Unito – che Charlie Hebdo se l’è sostanzialmente cercata perchè da anni eccessivamente provocatorio e irrisorio verso i musulmani. Nel suo editoriale di ieri il Financial Times arriva addirittura a definire “stupidità editoriale” l’atteggiamento del settimanale francese nei confronti dell’Islam, sottolineando che “anche se il magazine si ferma poco prima degli insulti veri e propri, non è comunque il più convincente campione della libertà di espressione”. Come se la satira, che proprio nell’irriverenza e nella sfrontatezza trova le sue armi più efficaci, andasse normalizzata in nome di una non meglio definita sensibilità religiosa. Ma chi ammazza senza pietà delle persone perchè responsabili di aver disegnato delle vignette non lo fa mai per difendere il proprio credo, ma semplicemente perchè è espressione di una barbarie cieca ed infame. All’irriverenza la civiltà può rispondere – semmai – con lo sdegno, o ricorrendo alla Magistratura se lo si ritiene necessario. Ma è l’inciviltà che usa i kalashnikov e le bombe.

E non credo nemmeno che si possa definire stupido chi fa della satira. Charlie Hebdo aveva già subito diversi “avvertimenti”. Nel 2011 la sua sede era stata distrutta da un incendio provocato da una bomba molotov. Eppure non si era lasciato intimidire perchè credeva in ciò che faceva. Credeva cioè che l’ironia ed il diritto a ridere di tutto rappresentano proprio quella libertà di pensiero e di opinione su cui si fondano le democrazie occidentali e che il fanatismo mira a sopprimere, perchè inconciliabile con il regime sanguinario, oppressivo, illiberale ed integralista che vorrebbe imporre ovunque. Un regime che uccide in nome di Dio e che è talmente abbietto ed ottuso da non comprendere che ciò equivale a fare di Dio un assassino. Trucidare dei cittadini inermi gridando “Allah è grande” è sacrilego come nessuna vignetta satirica potrà mai essere.

35 pensieri riguardo “Je suis Charlie

  1. avrei voluto vedere, se fossero stati assassinati dei giornalisti inglesi ,se il Financial Times avrebbe scritto le stesse parole..
    E’ inutile cercare di capire il comportamento di questi assassini, che sfruttano il nome di Allah per la loro guerra,come è incomprensibile l’atteggiamento di personaggi come Salvini , Grillo o la Le Pen che dicono che in fondo ce la siamo andata a cercare, aprendo le porte dell’Europa agli extracomunitari…è una vergogna.
    Purtroppo profetica la frase del direttore “preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio”…

  2. Hara Kiri,il papà di Charlie aveva come sottotitolo esplicativo “Journal bête et méchant” : giornale stupido e cattivo, o giù di lì.Il Financial deve avere equivocato.
    Ma che ne sanno gli inglesi del concetto di bêtise ? E poi a dirla tutta non si ha molta voglia in queste ore di acuti dibbbbattiti sull’Islam o sui confini della satira.
    Le vittime erano persone pacifiche,intelligenti,ironiche, amanti della vita.
    Il loro curriculum cosparso di battaglie legali e difficoltà economiche ci parla di una determinazione a far uscire il giornale come difficilmente capita di vedere.Determinazione e Coraggio.

    Chi può recuperi il film C’est dur d’etre aimè par de cons di Daniel Leconte prodotto dalla Film en Stock e distribuito da Pyramide, un documentario legal – demenzial – pazzesco con interpreti d’eccezione (tutti loro), avvocati arrembanti,Moschee, preti e rabbini,intellettuali di rango e presidenti della repubblica in carica e futuri.Tutti alla sbarra a testimoniare per Laicità e Libertà.
    Tutti stupidi,tutti cattivi ma per dirla con Wolinski,quando si guarda a come gli intelligenti hanno ridotto il mondo…

  3. @Luigi
    Restando alle (ben misere) faccende di casa nostra intendo vedere se ci saranno altre forze, oltre la Lega di Salvini, che strumentalizzeranno la tragedia di ieri a fini propagandistici. Grillo per adesso non ha ancora espresso una posizione chiara, limitandosi ad ospitare sul suo blog un post che paventa la possibilità di un complotto dietro l’attentato terroristico di Parigi. Possibile però che per il M5S dietro quasi ogni cosa si nasconda un complotto? Ma chi vota ‘sta gente non è ancora stufo di sentir parlare di complotti ad ogni stormir di foglia, senza – peraltro – il benchè minimo straccio di una prova che ne confermi l’esistenza? Mah…

    @Sed
    Ci vogliono sicuramente grande determinazione e coraggio per continuare a fare ciò che stava facendo Charlie. Come ho scritto, evidentemente credeva moltissimo in ciò che faceva e sicuramente – come sottolinea Battista oggi – avrebbe meritato un appoggio ben diverso dalla stampa internazionale. Invece, come spesso accade, la solidarietà arriva postuma.

    1. Charlie è una rivista di Satira Totale, il che già di per sé escluderebbe fenomeni di masse plaudenti.Che peraltro non ricercava ,esenti com’erano i suoi redattori da qualunquismi o ruffianerie demagogiche d’accatto.Per di più l’allegra brigata vantava immacolati curricula da sinistra estrema (maggio ’68 e seguenti)
      Quanto ai colleghi ci sono voluti dodici morti per suscitare l’indignazione generale,tant’è che in questi anni, la posizione del Financial non è stata affatto isolata.Non so cosa volesse dire Battista ma a me sembra sia la prima volta che la libertà di satira venga associata incondizionatamente alla libertà di espressione e non solo nella patria della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.Non è un piccolo risultato se si pensa al sacrificio che sottace.

      1. Te pareva …stamane s’è aggiunta anche la nobile testimonianza di una testa d’uovo del New York Times…lui non è Charlie – scrive –
        Embè? Già si sapeva che nessuno è perfetto.
        Osgood Fielding II docet.

  4. Purtroppo sconcerta in queste ore il silenzio dell’Islam moderato, di tanta, tantissima parte di quel mondo musulmano che non condivide i mezzi terroristici e che mai come in questo momento dovrebbe alzare forte e indignata la propria voce.

  5. Noi siamo maestri nel cavalcare la rabbia e l’indignazione, la cosa assurda è che c’è gente che ci crede alle parole di Salvini, e pure alle insinuazioni di Grillo.
    Se da una parte mi fa piacere vedere sui social che “siamo tutti Charlie”, dall’altra provo rabbia per l’indifferenza verso i 2.000 civili massacrati dai terroristi,probabilmente della stessa matrice, in Nigeria..

  6. @Sed
    Nessuno è perfetto… già. Se anche il New York Times ospita un articolo che prende le distanze da Charlie forse mi sorprende un pò meno. Gli americani hanno – credo – una concezione un pò diversa della satira, che solitamente da loro (correggimi se sbaglio) è più prudente rispetto alla sfera che attiene alla religione.

    @Paluca66
    Michele Serra afferma la stessa cosa in un suo recente intervento. Mi pare che in queste ore ci siano state diverse iniziative di condanna di quanto successo anche da parte del mondo musulmano… ma sono, almeno questa è la mia sensazione, iniziative di carattere personale… non c’è cioè qualcosa che riguardi le massime istituzioni religiose… qualcosa di ufficiale che sia netto e soprattutto visibile…

    @Luigi
    Ascoltavo il GR della RAI mentre andavo in ufficio stamattina… hanno aperto con la strage in Nigeria, legandola con quanto successo a Parigi. C’è la sensazione che se non ci fosse stato Charlie Hebdo la notizia – pur terribile per gravità e dimensioni – avrebbe avuto un eco diversa…

    1. Si, è cominciata la sarabanda anglosassone dei distinguo.Non gli badare.So’ bacchettoni nell’intimo.
      Seguiranno altri, non avendo capito che il limite della libertà è dato dalla libertà altrui.Ma che a confronto,in tal senso, vanno solo… grandezze omogenee.
      Tanto per fare un esempio : la mia libertà di sbeffeggiare il Profeta e la tua di sbeffeggiare il Papa.
      Se contrapponessimo la libertà a questioni di sensibilità offese sarebbe la fine : staremmo tutti zitti e ciao. Che un po’ è quello che vorrebbero i seguaci del Profeta (e non solo).

  7. @Sed
    Io sono d’accordo… e poi, ripeto quanto ho scritto nel post: in un Paese civile se qualcuno ritiene di essere stato ingiustamente ingiuriato può ricorrere alla legge. In un Paese civile – lo ripeto – le dispute si risolvono in questo modo (come del resto hai documento anche tu in questo tuo bel post del 2008). Sono i barbari e gli incivili che invece prendono in mano le armi per farsi giustizia da soli…

  8. Per tanti, purtroppo, la tua libertà di pensiero si ferma dove arriva il mio limite di sopportazione o di indignazione; e questo concetto, sbagliato, genera persone che si professano portatrici sane di libertà, e son invece bigotti censori delle idee altrui. C’è stata pure gente che ha avuto il coraggio (non saprei come altro definirlo) di dire che “se la son cercata” e poi, ancor più meravigliosa, che “i giornali dovrebbero dir fatti e non opinioni”; credo che a gente che dice queste frasi dopo ciò che è successo nella redazione di Charlie Hebdo meriti semplicemente di essere ignorata.

  9. Come se le parole e le armi potessero essere messe sullo stesso piano. Chi dice che se la sono cercata giustifica in qualche modo l’orrore assoluto. A volte tacere è consigliabile.

  10. Oggi il giornale esce in 3 milioni di copie in tutto il mondo, con stampata in copertina una vignetta su Maometto.
    3 milioni di copie loro le vendevano in un anno..non in una settimana..
    e stiamo parlando di un giornaletto da sempre criticato e mal visto in Francia, proprio per i suoi eccessi…
    ma improvvisamente, si ritrovano tutti a condividere i contenuti..mah…

  11. @pyperita
    Assolutamente d’accordo.

    @luigi
    Quando succedono queste cose l’ipocrisia è sempre dietro l’angolo. Sentire berlusconi, ad esempio, che si erge a paladino della libertà di espressione è da brividi. Poi ci sono quelli – e non so chi è peggio – che esordiscono affermando “io non giustifico il terrorismo, ma…” e poi aggiungono dietro il “ma” le sciocchezze più svariate, perchè comunque ci si vuole distinguere, mettersi in luce anche in occasioni tragiche come questa. Si legga a tal proposito le dichiarazioni di Grillo di ieri, in cui sostanzialmente afferma che i droni occidentali fanno più morti delle stregi francesi e sono la causa di un terrorismo sempre più disperato che non ha nulla da perdere. Forse non sa che ISIS e Al Qaeda sono organizzazioni molto ricche e certo tutt’altro che disperate, che si muovono in ragione di una visione fondamentalista ed integralista che vorrebbero imporre in varie zone del mondo. Sostenere che imbottire una bambina di tritolo e poi farla esplodere in mezzo ad altri innocenti è qualcosa che è frutto di una cattiva politica occidentale, mi pare stupido e miope.

    1. Charlie, al di là della sua struttura fragile editorialmente – non era distribuito in Italia nelle edicole anche se qualche suo disegnatore pubblica da noi con altre riviste – è diventato un simbolo a buon diritto e non ce ne dobbiamo dispiacere.
      Che la politica cerchi di imbrigliare l’ondata emotiva è normale.Ma una cosa sono i politici, un’altra è l’opinione pubblica.
      E che il messaggio di Charlie – la laicità oltre la tripletta francese libertà, uguaglianza, fraternità – abbia fatto il giro del mondo è solo che un bene.
      Quanto alle guerre non ce ne sono di sbagliate o di giuste : sono guerre e da sole non bastano a risolvere i problemi : Saddam,Gheddafi and co erano tiranni abominevoli ma stabilizzavano l’area ovvero tenevano lontani gl’integralismi.
      A quale prezzo però?Chi pagava per la nostra occidentale tranquillità? Ovviamente le popolazioni locali.
      Ed è altrettanto ovvio che alla fine di un regime totalitario subentri il caos .Non sono per esportare la democrazia o le buone maniere e questo sostanzialmente perché,nel caso di specie, la democrazia come la intendiamo noi è un sistema che andrebbe tarato sull’organizzazione tribale di quelle società.
      Adesso siamo ad un nuovo punto di svolta,abbiamo strategie diverse dalle “cattive maniere” per risolvere il problema ?Mi costa dirlo, ma pare proprio di no.
      La prossima puntata vedrà Grillo pacifista per l’autodeterminazione dei popoli. Chi scommette?

  12. @paolo
    quando vedo e leggo di bambini/e che si fanno saltare per aria (o che le fanno saltare per aria) e che uccidono a sangue freddo dei prigionieri, mi domando il senso delle frasi di Grillo…
    questa è gente organizzatissima (e ben foraggiata…), in grado di mettere in ginocchio chiunque, anche perchè usa armi non convenzionali (tipo i bambini,i kamikaze) che mai verranno usate dagli occidentali.
    Ogni volta che Grillo (o Salvini) apre bocca, perde una buonissima occasione per tacere…

  13. @Sed
    Sono d’accordo. La laicità di uno Stato è principio da preservare. Non a caso questi terroristi la vedono come un male assoluto. Concordo anche sul discorso relativo alle “cattive maniere”. L’occidente ha senz’altro compiuto degli errori in più di un’occasione, ma sostenere in buona sostanza (anche se in modo un pò più edulcorato) quello che ad agosto aveva già affermato la lince Di Battista, ossia che si deve smettere di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione, perchè nell’era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo è la sola arma rimasta a chi si ribella, beh… mi pare semplicemente agghiacciante.

    @Luigi
    Quelli poi che cercano di trarre profitto economico da una tragedia come l’attentato a Charlie, dovrebbero essere perseguiti penalmente… bagarini delle copie della rivista inclusi, ovviamente…

  14. Oggi hanno liberato le due ragazze….
    i primi 5 minuti entusiasmo generale..dopo 10 minuti, qualcuno mugugnava
    poi è arrivato il tweet di Salvini a dire che è uno schifo aver pagato per il rilascio
    ecco..questa è l’Italia

  15. off topic
    se passi da me, ascolterai una canzone che son sicuro che apprezzerai moltissimo…un vero capolavoro di un genio musicale…

  16. @Luigi
    Sono davvero contentissimo per le 2 ragazze. Due giovani di vent’anni animate da un così forte spirito altruistico e di servizio nei confronti di chi è più sfortunato è di straordinario esempio non solo per i loro coetanei ma per tutti noi. Lasciare le comodità di una vita inoccidente e trasferirsi in un luogo di guerra per aiutare i bambini è encomiabile, e quei politici che all’epoca del rapimento sostanzialmente dissero che le 2 se l’erano cercata avrebbero dovuto dimettersi.
    Detto questo, mi piacerebbe sapere (ma magari è colpa mia che non mi sono informato a sufficienza) se esiste un comportamento concordato almeno a livello europeo nel caso di rapimenti. Si deve pagare? Non si deve pagare? Fino a dove ci si può spingere nell’accettare le richieste dei rapitori? ecc…
    Se non ci fosse questo comportamento concordato, mi parrebbe indispensabile metterlo in atto e, qualunque linea si decida di seguire, attenervisi.

  17. @paolo
    per quel poco che ne so io, in linea di principio NON si pagano riscatti per i rapiti, salvo poi aggirare l’ostacolo magari con assicurazioni private costosissime…
    rimane un fatto: le hanno liberate, pagando, e c’è gente che si lamenta..
    non le avessero liberate, e magari fossero state uccise, sta tranquillo che c’era anche in questo caso gente che si sarebbe lamentata…
    ritengo comunque squallida la campagnia denigratori e offensiva verso le due ragazze…

    1. Per la vecchia Europa storicamente esperta di ambascerie e intrighi da foreign office , l’indicazione è di trattare.
      Dirò anche che i nostri negoziatori – quelli italiani,una volta tanto – sono considerati i migliori e molto richiesti anche per trattative di particolare delicatezza.
      Sui riscatti bocche cucite ma in genere non si tratta di valigette con i dobloni bensì di altro tipo di scambio – prigionieri,aiuti umanitari,cure mediche etc –
      Poiché la notizia dell’entità del riscatto è stata diramata da gruppi inaffidabili,diciamo che è stata una spacconata di quei bravi ragazzi.Io quantomeno non credo (mai) che le cose siano andate come loro dicono.

    2. @luigi
      Abitassimo in un Paese normale (si, lo so che questa premessa l’ho fatta centinaia di volte in questo blog… ma tant’è, vale sempre!) un personaggio come Gasparri che ricopre un ruolo istituzionale di un certo livello e prestigio, dopo quel tweet indecente, avrebbe dovuto essere costretto a rassegnare le proprie dimissioni. Mi dispiace che nessuno si sia presa la briga di questa incombenza. Lo ritengo un pessimo segnale sulla salute della nostra democrazia e delle nostre istituzioni.

      1. @paolo
        detto che non viviamo in un paese normale, qui la normalità sono le sparate di Gasparri che passano impunite senza che qualcuno dica qualcosa…
        questo è il vero scandalo di questo paese malridotto..
        c’è molto lavoro da fare, a tutti i livelli…

        1. @Luigi
          Prima di tutto a livello culturale. E’ l’opinione pubblica in primis a dover reagire con la massima fermezza di fronte a certe situazioni e pretendere la testa del politico di turno che sbaglia. Si deve lavorare sulla scuola, sulle università, sulla cultura in genere perchè le prossime generazioni siano migliori…

  18. Condivo la frase del Financial Times che citi, quando scrive che Charlie Hebdo “non è comunque il più convincente campione della libertà di espressione”.
    Il che non vuol dire che non sia libertà d’espressione anche quella e che non sia anche quella da difendere. Solo, secondo me, la libertà d’espressione ha altri baluardi -più importanti- che andrebbero difesi. Insomma, un pò di “distrazione di massa” con Charlie Hebdo c’è stata.

    Il che non vuol in alcun modo (come potrebbe?) difendere o giustificare gli assalitori: quell’attacco è stato un gesto efferato ed ingiustificabile. Punto.
    Il problema è tutto quello che ne è seguito e che ne segue.

  19. @redpoz
    Non ho ben capito quali sarebbero gli altri baluardi più importanti che andrebbero difesi. Comunque secondo me la libertà è una sola, e non può avere modelli più o meno convincenti.

    1. Quelli che portano alla critica, al ragionamento. Per esempio.
      Illusione mia, probabilmente.
      Certo che quello non è il ruolo della satira, me ne rendo conto e non la biasimo. Dico solo che se la nostra bandiera per la libertà d’espressione è Charlie Hebdo, forse dobbiamo porci qualche domanda. Il che, ripeto, non vuol dire zittire Charlie, né non essere solidali con loro.
      In fin dei conti, mi pare, in questo Charlie era abbastanza innocuo: rasentava l’offesa, è vero, ma non avrebbe smosso una coscienza. Mi pare.

      1. Ma non è vero che la Satira non suscita senso critico e ragionamento anzi proprio per il suo carattere semplice ed immediato,arriva a tutti spesso con sintetizzazioni e intuizioni politiche di grande efficacia.
        Penso ad Altan per esempio o a Vauro o a Makkox .
        Ora io credo che se l’Islam mettesse al rogo La critica della ragion pura marcerebbero convintamente solo l’editore e qualche erede del povero Kant i cui diritti sono pure scaduti…(quindi poca roba).
        Ora è vero che Charlie era una piccola cosa ma chi lo faceva non era piccolo affatto,erano persone di coerenza rara che avevano il dono della leggerezza e dell’intelligenza. Credo che di loro si sia voluto colpire questo tratto.

      2. @redpoz
        Sono d’accordo con Sed: non è vero che la satira sia una forma espressiva minore, anzi tutt’altro. E’ capace di arrivare a tutti in modo immediato ed è proprio per questo motivo – credo – che i poveri vignettisti di Charlie ci hanno rimesso la pelle.

  20. @ Rear e Sed, non dico affatto che la satira sia una forma d’espressione “minore”. Né che sia stupida. Anzi.
    Ho solo l’impressione che la comprensione che la stessa offre, spesso si ferma ad un livello più immediato.
    Non mi sembra un’affermazione del tutto campata in aria. Provo ad esemplificarla con questa vignetta proprio di Charlie:
    Ora, chi la vede pensa, ovviamente: “se voto Marine Le Pen sono una merda”, ma difficilmente (a parer mio) arriverà a capire perché
    Tutto qui.
    Dopo, capisco anche io e son d’accordo con voi che se dovessimo marciare per Kant saremo in quattro gatti.

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    1. La vignetta non si vede ma ho forse capito qual’è : quella con una grande cacca e la scritta Lepen la candidate qui vous ressamble? Beh prende in giro un manifesto elettorale e uno slogan forte del FN.
      A parte che ce ne sono molte altre : quella con gli skinheads – abituali frequentatori dei raduni del FN del 1 maggio all’Opéra – che tipo Greci entrano dentro al cavallo di Jeanne D’arc montato da Marine che fa l’ingenua con un sorriso a denti stretti : Skinheads? Connais pas – è meno escatologica ma assai significativa.
      Charlie è molto francese quindi si apprezza di più se si conoscono alcuni fatti che qui possono esserci sfuggiti.
      Senza considerare che la riflessione è anche intuizione rapida, fulminante…mentre gli spiegoni allungano il brodo,annoiano e spesso non raggiungono lo scopo.
      Abbiamo detto per tutti giusto?

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