Dialogare o eliminare?
I diversi milioni che hanno votato Grillo nel febbraio 2013 lo hanno fatto per la spinta al cambiamento tanto sbandierata durante la campagna elettorale dei 5 stelle. Oggi, dopo un anno di Parlamento, qualche consuntivo è possibile farlo. Con la politica del “noi contro tutti” il Movimento non ha prodotto alcun reale cambiamento. Le consultazioni con Renzi sono emblematiche. Chi ha votato perchè Grillo si recasse a Roma lo ha fatto perchè il leader dei 5 Stelle mettesse in campo la proposta del Movimento, la confrontasse con quella del premier incaricato, con l’obiettivo di metterne in evidenza i limiti o le contraddizioni. Insomma: facesse politica. Invece tutto si è risolto in uno show inutile e banalotto, con la prevedibile appendice del processo ai senatori pentastellati che hanno osato manifestare perplessita’ circa il metodo usato dal proprio “portavoce” nel corso di tale confronto.
Grillo si rifiuta di riformare la democrazia, di concordare una soluzione alla crisi, di partecipare a traghettare l’Italia fuori dall’emergenza, perchè sostiene che la priorità sia abbattere il sistema. «Governeremo sulle macerie» è solito affermare. «A me non interessa dialogare democraticamente con un sistema che voglio eliminare» ha sentenziato due giorni fa. Vale la pena ricordare che in Italia le forme storiche di antiparlamentarismo che intendevano eliminare la democrazia si sono trasformati in governi autoritari? Occorre davvero rimarcare che il cambiamento di cui questo Paese ha necessità deve condursi dentro le istituzioni e tramite la politica, e non attraverso la ricerca dello sfascio?