Hereafter

Hereafter

Ci sono film che ci colpiscono in tempo reale, ce ne sono altri che sedimentano e fioriscono dentro. Hereafter appartiene a questa seconda categoria. Clint Eastwood torna ad occuparsi di sentimenti, e lo fa trattando il difficile e spinoso tema dell’aldilà. Un operaio americano con doti da sensitivo, una giornalista francese  morta per qualche istante durante lo Tsunami, ed un ragazzino londinese che ha perso il gemello in un incidente sono protagonisti di tre storie distinte, ognuna delle quali ha che vedere con la solitudine, il dolore, la perdita, e la ricerca di un senso per questa vita. Tre esperienze destinate ad intrecciarsi nel finale ed in quel momento a trovare una soluzione ai sensi di colpa, alle frustrazioni, ai tormenti che le hanno accompagnate sino ad allora. Un epilogo poetico e toccante che ricompone le tessere di un mosaico infine intero ed aperto alla possibilità e alla speranza.

Hereafter è una pellicola al tempo stesso intimista ed universale che tratta con grande misura ma con estrema intensità un argomento che in mani altrui sarebbe diventato uno dei tanti film di genere, sospeso fra il patetismo ed il paranormale. Invece il regista 80enne si in accosta in modo delicato e laico ai temi trattati, guardandosi bene dal fornire delle risposte, ma concentrandosi piuttosto sulle emozioni profonde dei personaggi a cui resta sempre vicino. La sceneggiatura, ricca di risvolti, poggia su un impianto decisamente classico nella scansione del ritmo narrativo. Il cast, su cui svetta un Matt Damon mai così bravo, è efficace. Il risultato è una riflessione – insieme semplice ed altissima – sul rapporto fra vita e morte, ma soprattutto fra passato, presente e futuro [non a caso lo script presenta diversi riferimenti a Charles Dickens] e sull’importanza dell’amore come centro attorno cui ruotare il “qui ed ora” non più condizionato dal passato e finalmente privo di paure per il domani.

23 pensieri riguardo “Hereafter

  1. …difficile buttare una sola delle pellicole prodotte dal Clint: il suo livello qualitativo è elevato. 

    Percorso interessante il suo: scoperto e lanciato da Sergio leone come pistolero e approdato ai film truci in qualità di Ispettore della omicidi con battute geniali come "a me piace sparare dove miro" oppure "siamo in tre: io, Smith e Wesson" :-)

    il tema della morte l'aveva affrontato in parte con il Film "Million dollar baby".

    O.

  2. non credo clint voglia raccontare della morte, anche se è di quella che si parla, quanto della vita, dell'etica, di ciò che "vale la pena".
    come in "gran torino", ma non solo …

    la cosa che ogni volta mi sorprende, dopo essermi emozionata vedendo uno qualsiasi dei suoi film, è come possa considerarsi politicamente un conservatore!
    ad avecceli conservatori con tanta umanità e lungimiranza!

  3. è incredibile come Clint, a 80 anni, continui a stupire, la sua escalation non è ancora finita, purtroppo noi gente come lui ce la sognamo, e quelli che c'erano, ormai sono scomparsi. ottima recensione.
    buon weekend

  4. @camosciobianco
    Eh si… un percorso artistico notevole, che lo ha portato ad un'età in cui molti altri si ritirano a realizzare i suoi lavori più significativi!!!

    @gatta
    Assolutamente. Il film più che dell'aldilà parla infatti dell'aldiquà. Un conservatore anomalo, specie se si considera la sua capacità di fare sempre film diversi uno dall'altro, anche se tutti pregevoli

    @luigi
    Hai ragione…la capacità di Eastwood di rinnovarsi e la passione che mette nel suo lavoro alla veneranda età di 80 anni è assolutamente unica.
    Buon weekend a te.

  5. Anch'io ho apprezzato particolarmente il tocco delicato e il punto di vista squisitamente laico di Eastwood. Persino nel finale, indubbiamente romantico, ha scelto di non indugiare troppo sulla coppia, mettendo un punto alla storia prima che gli spettatori potessero formulare risposte alle domande contenute nel film. 

    … e il buon, vecchio Clint ha azzeccato pure questa!

  6. Stavolta ero un pò diffidente visto che l'argomento (almeno come veniva presentato, quando si aprla di sensitivi e aldilà resto sempre perplesso, anche se, ad esempio "Il sesto senso" mi è piaciuto moltissimo!) non era in testa ai miei interessi.
    Ma già amici mi hanno parlato benissimo di questo film e ora tu mi confermi in toto che ancora una volta il grande Clint (ho amato tantissimo tutti i suoi film!) ha fatto centro ancora una volta.
    Non so se al Cinema o se dovrò aspettare l'uscita dell'homevideo, ma non mancherò certo di vederlo.

  7. @Adam's Rib
    Ebbene si… la forza di Herafter è proprio nella sua visione laica e misurata

    @pavelo
    Arrivarci a 80 anni con questa energia e questa lucidità! Buon weekend a te…

    @paluca
    Come ho scritto nel post, Hereafter si discosta da quei film di genere alla Ghost per intenderci. Siamo – fortunatamente – su un altro piano. Te lo consiglio… :)

  8. Lo dovevo andare a vedere ieri, poi è subentrato un pomeriggio a casa di amici, e insomma, una bella compagnia è preferibile al cinema solitario, per quanto bello… ho l'impressione che gira gira, 'sto film me lo perdo… :-) P.S. Naturalmente ho saltato a piè pari la recensione, non si sa mai… ;-)

  9. @SaR
    :) Salutoni.

    @crimson
    Hai fatto bene a saltarla. Anche se io solitamente evito di spoilerare, qui qualche particolare viene svelato. Comunque ne parlo bene e quindi se una sera non sai cosa fare, te lo consiglio… :)

  10. Sarei dovuta andarlo a vedere la scorsa settimana con mio fratello.
    Non ci andai e lui mi disse che avevo fatto 'di molto bene'.
    Io ho molto fiducia dei giudizi di mio fratello e spessissimo siamo in sintonia.
    Che fare?
    Tu mi tenti .. ma anche Matt Damon pero'.

    sheradessoquestaseramitoccAlbanese(concuriosità)

  11. @sherazade
    E' un film che ha suscitato pareri discordi e su cui la critica – anche quella cosidetta ufficiale – si è spaccata come mai prima per un film di Eastwood. Tendenzialmente è piaciuto più in Europa che in America. Ti riporto due righe di Mereghetti in proposito: «Sono pazzi questi americani! Pazzi per non aver apprezzato la serena saggezza e la delicatezza con cui racconta la storia di tre vite destinate a intrecciarsi. (..) Non sono qualità molto americane e sicuramente non vanno molto di moda, ma sono gli elementi distintivi di un cinema di cui personalmente sento sempre più il bisogno: che rispetta lo spettatore, che ama i propri personaggi, che non ha paura di confrontarsi con strade ardue e sa dire qualche cosa del mondo che ci circonda».

  12. Eastwood è considerato un regista atipico dagli americani, a partire dal modo di girare che è agli antipodi rispetto a quello degli studios – e quindi questo significa per chi guarda  immediatezza non costruita, reale –
    Poi c'è l'approccio con l'argomento …per quanto in America siano  più laici di noi ( lì l'ingerenza diretta della chiesa, come la conosciamo noi, non sanno nemmeno cosa sia) è per loro inconcepibile parlare di aldilà senza sfiorare anche di sguincio il terreno religioso.
    Film europeo infatti, e non solo per le location.Anzi Eastwood lo ha definito…film francese.
    Poi vai a sapere che voleva dire.
    Per me film …Eastwood, non tutti capolavori ma molto cuore nella realizzazione. Il cinema si fa soprattutto con quello.

  13. @sedlex
    Sono d'accordo. Per me Eastwood ha realizzato un paio di capolavori, ed alcuni grandi film (fra i quali anche questo – a mio avviso – trova un suo spazio) che riescono in qualche misura ad essere asciutti e rigorosi, ma al tempo stesso pieni di cuore e passione…

    @Ale55andra
    Mah… ti dirò: a me Damon prima di questo film non era mai particolarmente piaciuto… in nessun ruolo dei suoi precedenti mi aveva davvero convinto. Invece in Hereafter, un pò imbolsito, ingrigito, tormentato mi pare che sia riuscito ad incarnare l'estrema solitudine e sofferenza del suo personaggio.

  14. Alla fine l'ho visto anche io: bel film, una riflessione personale sui rapporti con la morte e con chi se n'è andato… probabilmente non verrà ricordato trai suoi capolavori, ma lascia comunque un segno specie per il finale, sereno. Peccato che secondo me Damon e la De France non siano stati un granché…

  15. L'ho visto anch'io l'altra sera. Onestamente non mi è dispiaciuto, ma non sono nemmeno entusiasta. Ho preferito di gran lunga Gran Torino. Comunque lo stile dell'Eastwood regista è sempre molto particolare, e la scelta dei temi coraggiosa.

  16. @crimson
    Lieto che ti sia piaciuto… :)

    @PattyBruce
    Hai perfettamente ragione: quel che non difetta ad Eastwood regista è il coraggio nello scegliere le storie..

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