Philip Seymour Hoffman

Philip Seymour Hoffman

Philip Seymour Hoffman era uno dei migliori attori americani, forse il più grande della sua generazione. Capace di impreziosire con la sola presenza tutti i film a cui prendeva parte, anche quelli meno riusciti. Non c’è stato genere o ruolo che non sia riuscito a sostenere con straordinaria versatilità, dando prova al tempo stesso di metodo rigoroso e di sorprendente naturalezza. Non una star quindi, che finisce col riproporre se stessa all’infinito, ma un formidabile interprete, in grado di reinventarsi ogni volta e perdersi fra le pieghe del proprio personaggio.

Un talento fuori dal comune che però non lo ha salvato da una debolezza personale che lo ha condotto alla morte all’età di 46 anni. Disse una volta: «Per me recitare è talmente difficile che, a meno che io non abbia la percezione che il lavoro sia di una certa statura, a meno che io non raggiunga le aspettative che ho di me stesso, sono infelice. E allora, è una miserabile esistenza. Io metto un pezzo di me là fuori. Se questo non ha nessun effetto, provo una grande vergogna». Un’affermazione che forse può chiarire perchè con apparentemente così tanto per lui, niente sia stato sufficiente a tenerlo ancorato a questo mondo. Alcuni grandi artisti traggono la loro creatività da un luogo di fragilità e sofferenza che poi è lo stesso da dove provengono i propri demoni e i propri fantasmi. Un male di vivere da cui non ci si può separare.

26 pensieri riguardo “Philip Seymour Hoffman

  1. non lo conoscevo(…ma questa non è una notizia), ma a leggere ciò che scrivono adesso di lui, pare fosse davvero bravo…un vero artista pieno di talento.
    direi che 46 anni è un pò troppo presto per morire.

      1. @redpoz
        mi fa piacere non essere il solo qui dentro a non conoscere vita opere e miracoli del personaggio :)
        grazie della solidarietà…
        ti devo un favore.:)

  2. Eppure l’effetto non è mai venuto meno.Lo confermano i riconoscimenti quindi il fatto di non essere un attore che andavano a vedere in tre, nonostante una filmografia non del tutto masticabile.
    Happiness, La famiglia Savage, Onora il padre…Ma Morte di un commesso viaggiatore con la fine del classico fallito dopo che tutto è fallito, resta il suo capolavoro interpretativo.
    Qualunque metodo “straniante” non può tener fuori l’interprete da personaggi dall’animo così scorticato.Qualcosa resta, sedimenta e uccide.

  3. @Luigi
    E’ davvero molto triste morire a 46 anni…

    @Sed
    L’effetto c’era, eccome… a cominciare da un Oscar meritatissimo per l’interpretazione spettacolare di Capote, che avrebbe dovuto rappresentare per lui un traguardo ed un punto di partenza allo stesso tempo… sei riuscita a vederlo a teatro??

    1. Fine giugno 2012 Ethel Barrymore theatre,nel pacchetto di un breve spostamento di lavoro in compenso molto faticoso. Non di piacere ma.. unico piacere.

        1. Regia di Mike Nichols,mica robetta.E poi uno spettacolo è sempre una buona idea in una vacanza o viaggio, in epoche in cui cibo e shopping non caratterizzano più tanto i luoghi, meglio divagarsi con cose mai viste
          (Jude Law in Enrico V a Londra,chi si trova a passare…)
          OT So per certo che tu Rear sei particolarmente in ansia per Von Trier :quindi mi assento qualche giorno per vedere se dopo le ultime imprese c’è rimasto ancora qualcosa del povero Orso berlinese.Racconterò il raccontabile, se ne vengo fuori.

            1. Si, ha ricominciato con Cannes – ma quanto deve durare questa storia? – e i capricci e gli attori appresso con la sindrome dell’emarginato.
              Poi dice che non trova i distributori per il secondo atto. E ti credo.

              1. Non ti ha ascoltato e l’ha già fatto. Con tanto di benedizione dei Cahiers che questo mese titolano a caratteri di scatola :
                Le mauvais esprit de Lars Von Trier

                1. tut tut…fate i bravi….perchè invece c’è chi attende con trepidazione i prossimi lvt…soprattutto dopo gli ultimi. il solito blablabla sulle chiacchiere pseudonaziste del danese è, oltrechè superato, molto superficiale, anzi, per usare un termine comune ad altri tuoi post, populista!!

  4. Dopo aver letto tante cattiverie, e tanti che si sono assunti il ruolo di padrieterni santi e perfetti a giudicare la sua vita e la sua fragilità, dopo tutto questo, è davvero un sollievo e un piacere leggere queste parole.
    Grazie.

  5. @Krishel
    Devo dire che anche io ho letto cose che mi hanno dato fastidio. Io sono convinto di due cose: 1) bisogna avere sempre un grande ed assoluto rispetto per la fragilità umana 2) aver visto i film di un attore (o ascoltato le canzoni di un cantante, ecc…) o aver letto degli articoli che lo riguardano, non significa nè conoscere lui nè conoscere la sua vita. Di conseguenza si farebbe una figura migliore, evitando di scrivere cose di cui non si sa un bel nulla…

    @Matteo
    Sono completamente d’accordo con te…

  6. Anche io lo apprezzavo molto. Attore preferito della mia compagna. Ultimamente ho visto Synecdoche, New York , degno esempio della capacità e della sensibilità dell’uomo.
    Riposa in pace.

  7. @Khrishel
    Ne sono lieto… :)
    Questa propensione a tranciare giudizi perentori ed impietosi su personaggi di cui non si sa direttamente nulla denota oltre che gratuità, anche massima stupidità ed insipienza. Purtroppo PSH non è neppure il primo a passare attraverso le forche caudine di questi commentatori da strapazzo che banalizzano la complessità di una vita e di un essere umano (che perdipiù – ripeto – non conoscono) in formulette matematiche piatte ed asettiche del tipo “se sei famoso, allora devi provare questo”, “se sei ricco, allora devi sentire quest’altro”, “se hai una famiglia, allora devi vivere in questo modo”, “se sei giovane, allora per te vale questo” che dovrebbero avere significato per tutti e comunque, indipendentemente dalla storia personale di ciascuno, fatta anche di fragilità, debolezze, depressione.

    @Emmeggì
    Ecco un film che devo recuperare…

    1. @MonsieurVerdoux
      Questo non lo sapevo… in effetti ce ne sarebbero molti di film ben più rappresentativi del suo talento… a cominciare proprio da Capote per cui ha vinto meritatamente l’Oscar, passando per Il Dubbio, Onora il Padre e la Madre, Magnolia, giusto per citare i primi che mi vengono in mente…

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