La Peggiocrazia

La Peggiocrazia

Imprenditore miliardario e di grido utilizza il successo televisivo per buttarsi in tarda età in politica con posizioni estremamente populiste e reazionarie. Abilissimo nel vendere il proprio brand, dotato di un ego smisurato che sfocia nella presunzione e nell’arroganza, sfrutta le stanchezze di un sistema politico ingessato e deludente, per promuoversi come outsider e anti-establishment, e promettere qualsiasi cosa. Usa frasi ad effetto e battute spesso grevi e volgari per distrarre i media. Ha una passione non proprio trasparente per le ragazze belle e giovani, e seri problemi con il fisco. No, non si sta parlando ancora di Berlusconi, ma del nuovo Presidente degli Stati Uniti. La sorprendente vittoria di Donald Trump getta una luce inquietante – non certo la prima purtroppo – sullo stato di degrado della rappresentanza politica nei regimi democratici. Molti politologi e studiosi stanno cercando di dare delle spiegazioni ad un fenomeno che in questi ultimi anni è esploso in modo eclatante un pò ovunque. Ormai le classi dirigenti, ivi compresa quella politica, non eccellono più rispetto alla massa, anzi ne riflettono fedelmente il grave declino culturale e morale. Le leadership di partito sono ampiamente screditate, ed i populismi, gli esasperati personalismi e gli intrecci di interesse con lobby e gruppi di potere dominano la scena in quella che l’economista Luigi Zingales ha definito la peggiocrazia. Trump, Farage, Le Pen, Orban, Salvini, Grillo e Berlusconi, per quanto diversi fra loro, sono le facce di una stessa medaglia culturalmente retrograda e nazionalista, quand’anche non xenofoba, sessista ed omofoba, che si alimenta di promesse irrealizzabili, di bassi espedienti, di seduzione mediatica, di retorica da “Bar dello Sport”, di insulti gratuiti, di violenza verbale.

Un voto, quello per Trump, che rincorre il radicalismo presente nel malessere sociale e nella rabbia contro “la vecchia classe politica travolta dai fatti e superata dai tempi” come disse Berlusconi nel 1994, nel discorso della discesa in campo. Un voto che, anche in questo caso, non segue più una logica razionale, ma è espressione di una becera tifoseria partigiana. Il sostenitore di Trump oggi, come quello di Berlusconi ieri, è tale proprio perchè si rispecchia nelle stesse caratteristiche che rendono questi personaggi inadeguati ed improponibili per i loro avversari: l’ignoranza, l’arroganza, la violenza, la grettezza. Come scrive Luca Sofri, risulta «cieca ed ingenua tutta la parte degli oppositori di Trump convinti di mettere Trump in difficoltà e fargli perdere consenso sottolineando esattamente le cose per cui Trump diventa forte. Rallegrandosi per le sue presunte “gaffe”, indignandosi per le sue volgarità o trogloditismi, scandalizzandosi per le sue posizioni razziste e violente, ridicolizzandone tratti estetici o linguistici, o ignoranze. Tutto questo è stato fatto in Italia nei passati vent’anni da un’opposizione antiberlusconiana stupida abbastanza da pensare che i sostenitori di Berlusconi condividessero con lei i suoi stessi criteri e approcci, incapace di immaginare degli italiani diversi da sé: mentre era chiaro che chi apprezzava Berlusconi lo apprezzava proprio perché era Berlusconi, e il sostegno che ha saputo conservare anche nei momenti più bassi e imbarazzanti della sua carriera lo ha dimostrato».

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16 pensieri riguardo “La Peggiocrazia

  1. Una élite – come la chiamano adesso – politica sempre più globalizzata nel suo modo di pensare e di fare è costretta a confrontarsi con poteri sempre più indipendenti dalla politica e sempre più extraterritoriali.In una parola ha altre preoccupazioni e parla una lingua diversa da quella della gente comune che è chiamata a rappresentare. E’ facile così per i vari Trump,Orbàn,Boris Johnson,Le Pen, Grillo, Salvini – tutti diversi tra loro beninteso, ma tutti accomunati da una medesima intenzione – trovano così facile gioco nell’appellarsi alle emozioni della gente semplicemente assumendone il linguaggio,gli orizzonti mentali,la rabbia.In questo clima la democrazia viene percepita come inadeguata,perdente,indolente : lo spazio per i demagoghi è bello che pronto. Che fare dunque al cospetto di questo plateale divorzio tra potere e politica conseguenza prevedibile ma a quanto sembra non abbastanza da porvi rimedio,almeno fin qui?
    Un sacco di cose credo di cui la prima non può essere che non sottovalutare.
    Nei mesi andati gli amici e i clienti americani – tutti democratici clintoniani…te li immagini no? – erano assai meno convinti di noi che Hillary ce la potesse fare.Ciò nonostante stamane in mailbox mi arriva una circolare dal Sundance – inteso come festival – con un disperato appello di Robert Redford alla resistenza – va bene, a che ora è la rivoluzione? Come dobbiamo venire? – a seguire leggo di pubbliche e sofferenti lettere di Aaron Sorkin,lacrime di Cher e Lady Gaga e cortei nelle università con not in my name già pronto per l’uso.Prevedo una stagione per il cinema che quella di Bush figlio le fa un baffo.Sceneggiatori ! E’ pronto lo splatter?
    Questo per dire che perpetrare nell’errore del presidente volgare e ignorante non significa – una volta tanto abbiamo fatto noi da battistrada – dal punto di vista dell’efficacia politica granchè.
    I poveri votano i miliardari.
    Che altro dobbiamo vedere?

  2. @sed
    Sinceramente quando è venuta fuori quella registrazione di Trump in cui faceva dichiarazioni così volgari nei confronti delle donne, a cui sono seguite diverse accuse di molestia, pensavo che per lui fosse finita, visto che l’America è (o forse oggi è meglio dire era) un Paese molto bigotto e bacchettone, e solitamente queste cose te le fa pagare. Invece, come è successo già da noi, sono considerazioni che non hanno inciso un granchè nell’idea che l’opinione pubblica si era fatta di Trump… anzi, come dice Sofri, alcuni lo hanno votato nonostante questo, ma molti altri lo hanno votato anche per questo. Qualche settimana fa, Trump ha dichiarato: «Ho l’elettorato più fedele. Potrei sparare a qualcuno in mezzo alla Fifth Avenue e comunque non perderei voti. È incredibile», che mi ha ricordato un’affermazione dello stesso tenore del Berlusconi dei tempi d’oro. La vittoria di Trump sta tutta qui, credo…

    1. per parte mia avevo fatto un pensiero ancora più elementare e cioè che lasciando i democratici un paese migliore di come l’avevano trovato ciò fosse sufficiente ad affidare il mandato alla Clinton che ….avercene, altro che antipatica.
      Però a quanto sembra queste sono cose che non contano più. Mi “consola” il fatto che arrivati al punto, tutti questi rappresentanti del popolo non sappiano cavarsi d’impaccio e finiscano col fare esattamente quello che fanno gli altri se non peggio. Quindi è fatale che tutte queste esperienze abbiano il tempo contato. Contrastare l’immigrazione,riportare a casa le fabbriche, combattere la disoccupazione abbassare le tasse, non sono problemucci che possono essere risolti con l’improvvisazione.
      A scadenza spero che le forze di progresso non si facciano cogliere impreparate

  3. @sed
    La tua posizione è simile a quella che Montanelli ebbe a dire nei confronti di Berlusconi: il modo migliore per liberarci di Berlusconi è lasciarlo governare. I fatti però – purtroppo – non sono andati esattamente così, perchè ci sono voluti ben 20 anni per lasciarci alle spalle questa esperienza. Temo che la questione sia molto più complessa… comunque speriamo che in questi 4 anni Trump non faccia molti danni e che i democratici sappiano, come dici tu, ritrovare il bandolo della matassa e presentarsi al prossimo giro pronti e determinati.

    1. No io non ho affatto detto lasciamoli governare il fatto è che questi governeranno nonostante noi.
      Infatti come puoi ben vedere le nostre analisi, i nostri metri di giudizio non sono più in grado di comprendere la portata dei fenomeni . Tu hai pensato ad un’etica o ad un costume io al valore della continuità in democrazia. E quello intanto vince.
      Ed è ovvio che combineranno guai. Cosa ti vuoi aspettare da governi di destra nazionalista?Certo non alzerà i muri,non sparerà alle spalle degli immigrati ..però i rischi involutivi sono enormi e quattro anni perduti non si recuperano facilmente.
      Dobbiamo cambiare registro,soprattutto smetterla di pensare con la testa loro.Una visione del mondo gretta non può portare cambiamenti positivi né rivoluzioni .Berlusconi,Grillo o Trump,smettiamo di pensare che nel loro pensiero ci sia qualcosa di buono.Perché non c’è.

  4. Io credo che si sia sottovalutato e si continui a sottovalutare che la Clinton fosse percepita come una candidata ancora più impresentabile di Trump; se si fosse presentato uno di noi tre contro Trump, probabilmente avrebbe vinto facilmente, possibile che il Grande Partito Democratico Americano non fosse in grado di mettere in campo un candidato decente?
    Proprio qualche giorno prima dell’elezione un cliente ben inserito nella realtà americana mi diceva che molti americani avrebbero votato per Trump non perché convinti, ma perché percepito come il minore dei mali tra i due! E questo la dice lunga…
    Purtroppo però, un Trump Presidente degli Stati Uniti non è un male solo per gli Stati Uniti ma per tutto il mondo e questo è veramente molto preoccupante!

    1. Guarda…il massimo esperto di populismi demagogie e balle spaziali stavolta ci ha indovinato racchiudendo il fenomeno Trump nel grande vaffa che parte del popolo americano ha inviato a quello che comunemente si chiama establishment.
      Perchè se è vero che Obama lascia un paese meglio di come lo ha trovato è altrettanto vero che la forbice tra ricchezza e povertà da quelle parti è tutt’ora ampia.
      Un ceto medio impoverito e rabbioso – laddove la rabbia non è più il fattore inserito in un sistema che la trasforma in fare politico – che non vede ancora l’uscita dalla crisi agisce in modo scomposto e vota il primo ciarlatano che parla e valorizza gli istinti peggiori.
      Sanders e Clinton erano buoni candidati ma non incarnando quel tipo di politico non avevano grandi possibilità.E’ un problema come tu dici di percezione ma anche d’altro.
      Fortunatamente quando si governa si ha a che fare con la realtà.Fortunatamente il sistema americano è solido ed in grado di contrastare lo sfacelo.
      Perché se è pur vero che il congresso è repubblicano,non tutto il coté repubblicano è d’accordo con Trump.
      E’ già successo con Obama 1 e con il congresso anche lì democratico se ben ricordi.Non fu facile far passare l’Obama Care.
      Vedremo…

      1. Lo spero proprio, una certa inquietudine c’è, indubbiamente. Il fatto che il suo stesso partito l’abbia più volte sconfessato è incoraggiante, speriamo che basti.
        Nelle sue prime dichiarazioni ha sensibilmente abbassato i toni come era inevitabile, ciò non toglie che la sua totale impreparazione politica e a governare non lasci affatto tranquilli.

    2. @wild horse
      Questo tuo intervento mi ricorda le dichiarazioni di chi nel 1994 sosteneva che Berlusconi aveva vinto perchè dall’altra parte c’era Occhetto. Anch’io sono propenso a ritenere che Trump avrebbe vinto anche con Sanders. E non è un caso se questi personaggi “anti-sistema” stanno avendo un grande consenso un pò ovunque… è perchè – come giustamente ricorda sed – in tempo di crisi economica è facile fare leva sulla rabbia di un ceto medio impoverito. L’anno prossimo ci saranno le elezioni in Francia e la preoccupazione per una vittoria di Le Pen non è certo così ingiustificata…

      1. Tra due anni si rinnova il congresso anche in America,il che abitualmente serve a riequilibrare le forze. Ma il timore,come ripeto, risiede nel fatto che queste forze politiche elettoralmente affascinanti tra chiusure,muri,protezionismi e dazi non sono certo favorevoli al progresso : né economico né culturale.
        Quanto alla Francia spero che i nostri amici e compagni non si siano del tutto bevuti il cervello e trovino un candidato diverso da Hollande.
        Come pure l’UMP faciliti il ballottaggio candidando Juppè e non Sarkozy (invotabile persino alle brutte).

      2. @Sed
        Michael Moore, uno dei pochissimi che aveva pronosticato la vittoria di Trump, è pronto a scommettere che non durerà neppure tutto il mandato. E’ personaggio troppo imprevedibile e fuori dagli schemi che – a detta sua – l’idea che possa infrangere qualche legge durante l’incarico non è così remota e quindi neppure la possibilità di un impeachment… che ne dici? Solo fantapolitica?
        Intanto da noi Salvini si candida come futuro premier! Gasp!!! :-)

        1. Per carità… come diceva Mazzalupi in Ferie d’agosto ?
          “La verità è che nun ce state a capì un cazzo…ma da mò”,
          Il che pensando ai sondaggisti, agli analisti, ai retroscenisti, ai politologhi etc etc rappresenta la visione più esatta dell’epoca attuale.
          Magari Moore ci indovina più dei Soloni del New York Times.Certo i cortei di protesta appena chiuse le urne sono un inedito e mi è piaciuto il suo appello a non usare la satira come unico mezzo di contrasto.Anche Barca di là dal Tevere condivide…e se lo dice lui…chi siamo noi etc etc?
          Savini Premier? Massì facciamo anche Clarabella al Quirinale…

  5. @sed
    Eh eh eh… io però Clarabella la voterei subito! La prima femmina al Quirinale, vuoi mettere??? ;-)
    Certo che il Ku Klux Klan che annuncia una parata per festeggiare la vittoria di Trump, o Farage che è il primo politico straniero che va ad omaggiare il nuovo Presidente è qualcosa che rattrista e si fa fatica ad accettare, specie se questo spettacolo arriva da un Paese che tutto sommato, pur con tutte le sue contraddizioni ed i suoi limiti (non pochi), fino ad oggi era rimasto un modello di democrazia…

    1. Nei nuovi programmi della nuova destra c’è in effetti l’elezione diretta del Presidente della Repubblica ( o del Premier, a seconda del gruppo propositore),quindi potremmo votare Clarabella, ma mi dicono che Salvini abbia in mente di trasformare il Quirinale in asilo nido.Ora, da quelle parti, in effetti i nidi sono solo un paio …ma di qui a far giocare le creature nella Sala dei Corazzieri ce ne corre. In effetti Trump ha provocato un’ubriacatura con insorgenza di fascismi repressi che manco nelle migliori celebrazioni di Predappio: fascisti si ,recuperiamo la limpidezza e la precisione del termine. I sottili distinguo li lasciamo a quelli in vena di giustificazioni.

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