Il coraggio del dire
Parlo della vicenda dell’arresto dei 3 operatori di Emergency. Trovo scandaloso che le autorità italiane, invece di impegnarsi a sostegno dei tre connazionali fermati in Afghanistan, si siano preoccupate prima di tutto di screditare l’organizzazione di Gino Strada, personaggio sicuramente molto scomodo per quanti insistono ancora a dipingere la violenta guerra in corso in Afghanistan come una missione umanitaria. Parlo naturalmente anche delle dichiarazioni di berlusconi circa la mafia, a suo dire “supportata promozionalmente” da opere letterarie come Gomorra. L’attacco a Roberto Saviano è qualcosa la cui gravità va ancor oltre l’elogio del premier al criminale mafioso pluriomicida Vittorio Mangano. Lucida, appassionata e netta la risposta dello scrittore al presidente del consiglio: «I clan di tutte le mafie vogliono il silenzio. Vogliono che tutto si riduca a un problema tra guardie e ladri. Ma non è così. Solo mostrando come stanno le cose si ha la possibilità di fare resistenza. Diffondendo il valore della responsabilità, del coraggio del dire, del valore della denuncia, della forza dell’accusa, possiamo cambiare le cose».
Rispetto a queste cose, così come ad altre che non cito per brevità, mi viene in mente la battuta pubblicata sul blog di Daniele Luttazzi: «Incidente aereo: decimata la classe dirigente polacca. Si terranno elezioni anticipate. Non faccio neanche la battuta, stiamo pensando tutti la stessa cosa».