Gli ultimi saranno i primi

Gli ultimi saranno i primi

Ecco una lista assolutamente incompleta di alcuni recenti studi e ricerche internazionali che hanno collocato l’Italia agli ultimi posti in Europa. La penetrazione di Internet nelle famiglie e nelle aziende, l’alfabetizzazione informatica e la diffusione della banda larga. I salari netti, naturalmente a parità di potere d’acquisto. L’occupazione femminile. La terapia del dolore, paragonata da alcuni ricercatori del settore, «alla tortura per omissione». Lo stato dell’assistenza sanitaria pubblica. La gestione e prevenzione dell’Aids. La diffusione del telelavoro. La crescita economica e il Pil pro-capite. Gli investimenti su università e scuola. La quota di laureati. Gli stipendi dei docenti. Gli studenti relativamente all’interesse nella visita di monumenti e musei. Le vendite di libri e i consumi nel settore culturale in genere. La presenza di donne nella politica. Il potenziamento delle energie rinnovabili. La diffusione e il ricorso alla raccolta differenziata dei rifiuti. La libertà d’informazione.

Potevamo restare passivi di fronte a questa impietosa valanga di dati che fotografa quali siano le drammatiche condizioni sociali, economiche, culturali e politiche in cui versa il nostro paese? Certamente no! Ecco allora che, con uno straordinario rigurgito d’orgoglio e grazie ad un formidabile colpo di reni, siamo riusciti a piazzarci al primissimo posto almeno in una classifica. Quella riguardante il consumo di droga nei paesi del vecchio continente. Tutti abbiamo partecipato con volontà e determinazione al raggiungimento di questo storico traguardo. Studenti, operai, professionisti, politici. Un consumo di massa. Come noi nessuno. Nello Stivale si consuma il maggior quantitativo di “polvere bianca” d’Europa: 100 tonnellate l’anno per un giro d’affari di 30 miliardi d’euro. Solo nelle fogne di Torino, ogni giorno, finisce un chilo e mezzo di cocaina, resti del consumo di circa 13000 dosi. Da sottolineare infine come sia diminuita l’età del primo consumo: i ragazzi iniziano a sniffare a soli dodici anni.

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