La musica è ancora ribelle?

La musica è ancora ribelle?

La musica italiana d’autore ha da lungo tempo perso quell’impegno politico che l’aveva contraddistinta durante gli Anni Settanta, quando diventò espressione della controcultura giovanile, figlia di quella forte politicizzazione, avvenuta a seguito delle lotte operaie e studentesche della fine degli Anni ’60. I cantautori nati artisticamente in quegli anni personalizzarono il proprio impegno, ognuno a suo modo: De Andrè cantando di figure umili, emarginate e borderline. De Gregori usando una chiave ermetica ed assai poetica. Guccini proponendo la disillusione di storie di [stra]ordinaria quotidianità. Rino Gaetano giocando sulle corde del sarcasmo e del grottesco. Venditti fondendo denuncia sociale e cuore. Questi autori ed altri ancora furono protagonisti di un periodo di estrema creatività ed irripetuta qualità, in cui la musica diventò il simbolo più pieno di una generazione in fermento, fortemente coinvolta dalla politica.

Oggi, Franco Battiato, in verità non nuovo a pezzi di ferma denuncia, riporta la musica italiana ad una dimensione più sociale, facendosi interprete della disillusione che una larga fetta del Paese vive nei confronti della politica. Inneres auge [l’occhio interiore, in tedesco] è un brano colmo di profonda indignazione e fortissimo disagio, in cui il geniale artista siciliano si esprime in modo furente ed alquanto esplicito: «Come un branco di lupi affamati che scende dagli altipiani ululando, o uno sciame di api accanite divoratrici di petali odoranti, precipitano come massi da altissimi monti in rovina. Uno dice: che male c’è a organizzare feste private con delle belle ragazze per allietare Primari e Servitori dello Stato? Non ci siamo capiti, e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?». Mi auguro sia il primo segnale di un ritrovato coraggio a schierarsi. Anche se è vero che «con le canzoni non si fan le rivoluzioni», come cantava Guccini, forse si può contribuire a svegliare qualche coscienza. Sarebbe già un ottimo risultato.

27 pensieri riguardo “La musica è ancora ribelle?

  1. Sono troppo stata segnata dagli anni 70 per non pensare che la musica deve essere anche ribelle. Poi, c’e’ anche spazio per altro, sempre nei limiti del dignitoso, ma credo ci sia sempre bisogno di una roccaforte di canzoni di sostanza e di spessore, quelle che poi, negli anni 80, venivano bollate come PESANTI…Ma che pesanti, ma magari ce ne fossero !!!!:o)

  2. Penso a ieri sera, quando lo abbiamo riascoltato a "La Formica" (su Radio24) e un ascoltatore ha chiamato sconvolto: un fan di Battiato da sempre ma… berlusconiano!   Gli era infatti parso di capire che il brano fosse dedicato a un certo personaggio…

  3. @LEXDC
    Ciò che dici è vero. Però, a mio avviso, è altrettanto vero che la musica è in grado di smuovere le coscienze, specie presso le generazioni più giovani… così, se accanto alla musica di semplice intrattenimento, qualcuno avesse il coraggio di proporre qualcosa con una dimensione più sociale e politica, male non farebbe! :)

    @MusE0
    Hai ragione. Nella nostra società vivono tanti zombie. Molti anche fra le generazioni più giovani, che contrariamente a quanto succedeva un tempo, non hanno interesse per la politica… ed è un grosso peccato, perchè così sono più facilmente controllabili da chi sta al potere!

    @aleike
    Proprio negli Anni 80 si iniziò a prendere le distanze da una musica e da un cinema più impegnati, finendo con occuparsi sempre più in modo esclusivo del personale e del mero intrattenimento. Erano quelli gli stessi anni in cui berlusconi iniziò a far concorrenza alla RAI con le sue tre televisioni… che ci sia un qualche nesso? ;)

    @Adam’s Rib
    Battiato è stato piuttosto esplicito in quel passaggio che riporto anche io. Ed è per questo motivo che la sua canzone è oltremodo coraggiosa per tempi come questi in cui si ha paura a schierarsi, per evitare di subire critiche ed aggressioni!

  4. Non lo so… credo che fare della musica ribelle, oggi, sia estremamente semplice, data il degrado cultural-politico ormai imperversante. Il rischio è che si finisca con l’essere populisti, esattamente come lo è la nostra "classe politica". Mi piace pensare che già la musica degna di poter essere considerata tale sia, di per se’, una forma di ribellione. Se poi contiene testi che respingono le classiche rime "cuore – amore" e "paura – avventura", allora siamo in piena rivoluzione!

  5. Oltre ad aver seguito, quelli da te qui elencati, seguivo pure Lucio Battisti, grande ed insuperato, anche se di tendenza diversa, politicamente parlando. "Ho contribuito nel mio piccolo al ’68." Oggi, credo che occorra più che altro, rinfocolare un’azione di canoscenza, del tutto inesistente e se c’è è solo dello sballo. Sarà mica responsabilità di chi ha abiurato, caro Paolo? Mi riferisco alla sinistra esistente e non solo. Saluti veri.

  6. Credo che il brano di Battiato ha lasciato tutti un pò sorpresi, anche se temo sia arrivato solo alle coscienze sensibili riguardo certi problemi. Io personalmente lo interpreto come un atto di coraggio, non per l’ardire di puntare il dito contro gli oramai quasi ‘intoccabili’, ma proprio per il tentativo di riportare la musica al servizio del risveglio civico nella direzione del dibattito politico.
    Infatti non credo che la musica abbia perso la sua funzione ‘rivoluzionaria’, come dici. Solo ha cambiato direzione, molto spesso esprimendosi in nicchie isolate. Di qui la sorpresa.
    La direzione che mi sembra aver preso riguarda più uno sguardo rivolto a disagi esclusivamente sociali, a volte ritraendo situazioni all’apparenza solitarie, che però inevitabilmente fanno parte della vita politica.
    E penso a giovani cantautori (lo so, difficile definirli tali..) come Dente, Vasco Brondi e altri. Di questa nuova generazione non apprezzo tutti, sia musicalmente che nei testi. Però io ci leggo un tentativo della musica di esprimere condizioni di vita dell’ultimo decennio che si sono fatte sempre più frammentarie e distanti dal vivere comune.
    Non saprei, ma credo siano messaggi positivi di un tipo di musica che tenta di riappropriarsi di un ruolo, partendo da questa frammentazione, lasciando perdere un riferimento politico (inteso come istituzioni) sordo e quasi inesistente.
    Però quello di Battiato è un sano pugno nello stomaco. Non so se altri del suo calibro siano capaci della stessa ‘onestà’ intellettuale e artistica.
    Questa la mia idea, i segnali che mi pare di cogliere. probabilmente sbaglio, ma come fare a scorgere chiarezza in questo pantano in cui ci troviamo..

    p.s. consiglio decisamente di ascoltare qualcosa di ‘Dente’. sottile e ironico. Non politico, ripeto, ma molto bravo a sintetizzare frammenti di vita..

  7. @vecchiosnaporaz
    Semplice? Non saprei… se fosse realmente semplice – a mio avviso – la farebbero in tanti. Non metto in discussione la vena artistica intrinseca ad un certo tipo di canzone. Esprimo solamente un rammarico nel constatare ciò che a me sembra una mancanza di coraggio nell’affrontare alcuni temi di respiro sociale e politico, che un tempo invece erano spesso oggetto dalla canzone d’autore più popolare.

    @SaR
    Non ho citato Battisti, che anche io amo molto, perchè – come sai – le sue canzoni non hanno mai toccato temi di impegno politico. Quanto alla responsabilità di questo stato di cose, chi legge il mio blog sa come la penso. Speriamo che nel futuro le cose possano davvero cambiare.
    Un caro saluto.

    @NightTripper
    E’ sicuramente una canzone coraggiosa. Ma lo è proprio perchè proviene da un cantante di successo, che ha tutto da perdere da un’operazione del genere.
    Non conosco i giovani cantautori che citi, mi fa piacere però sapere che – in qualche modo – cercano di fotografare la società in cui vivono… andrò senz’altro a sentirmi qualcosa di Dente… grazie della segnalazione! :)

  8. io vorrei che la Musica, quella con la M maiuscola, si ribellasse a questi talent show che fanno musica con la m minuscola…per qanto sia un’opportunità indiscussa per dei talenti che, altrimenti, avrebbero faticato il triplo per venire alla luce, trovo discutibile il modo in cui la musica venga trattata durante questi reality.

  9. che dirti…la cultura in generale dovrebbe schiarirsi la voce e iniziare a urlare l’indignazione per tutto ciò che non è come dovrebbe essere! Ci vorrebbe un rivoluzionario come Dante Alighieri che le canta a tutti (politici, ecclesiastici, persone di spettacolo, giornalisti), possibilmente ancora viventi, buttandoli all’inferno, inventandosi torture nuove per le colpe di sempre…sarebbe uno spasso. Oltre che un gesto coraggioso. E quel Dante potrebbe mettere Battiato nell’ultimo gradino del purgatorio, quello più vicino al paradiso, per aver osato criticare i servitori dello stato (eufemismo che sta per politicanti sul nostro libro paga)

  10. @redcats
    Assolutamente vero! Un salutone. Paolo.

    @Lunatik
    Sono d’accordo, anche se – non si può non dire che in TV la musica viene trattata così o niente. Allora, piuttosto che il nulla, tanto vale avere un X Factor che perlomeno, come giustamente dici tu, mette in risalto alcuni giovani voci. Voglio dire che il discorso sarebbe molto più ampio e complesso e prevederebbe un peso maggiore e un’attenzione diversa nei confronti della musica da parte dell’industria in primis e della tv poi…

    @iolosoxchecero
    Già! Speriamo però di non dover attendere la nascita di un nuovo Dante… temo che passerebbero troppi anni :)

    @Tzugumi
    Del resto lo dice Finardi stesso:
    "E’ la musica, è la musica ribelle che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle che ti dice di uscire, che ti urla di cambiare di mollare le menate e di mettersi a lottare…"

  11. Grande Battiato, c’è rimasto solo lui, in pratica… anche Bersani, sotto molti aspetti. Certo De Andrè resta valido, e col tempo anche certi testi di Gaeatano hanno dimostrato una capacità di resistere al passaggio del tempo che forse allora era insospettabile. De Gregori da tempo ha chiuso con denunce e impegno, Venditti ancora fa qualche uscita ‘a parole’, ma poi nelle canzoni parla d’altro.

  12. Un tempo i cantautori… oggi ragazzi arrabbiati contro il sistema che
    provano a dire come la pensano..
    non sempre arrivano… ma ci provano
    3 esempi 3 canzoni:

    Badabum Cha Cha-Marracash

    …il lavoro lo preferivo manuale
    i poveri almeno ti ordinano cosa fare
    i ricchi invece loro usano il plurale
    prendiamo,spostiamo e alziamo ma dopo restano a guardare…

    In Italia-Fabri Fibra

    …sei nato e morto qua
    nato nel paese delle mezze verità…

    Impara-Leo Pari

    … per il lungo viaggio
    attraverso le esperienze,
    conosci le uguaglianze
    per capire le differenze…

  13. @crimson74
    Direi che di quella generazione degli Anni 70, a parte chi è prematuramente scomparso, Battiato è restato il solo a mantenere un’elevata qualità…

    @SaR
    :)

    @smilepie
    Diciamo che c’è una differenza sostanziale data dal fatto che quei cantatutori lì riuscirono ad essere rappresentativi di un’intera generazione… oggi nessuno ha questa capacità di farsi interprete e al tempo stesso indirizzare una generazione…

  14. Credo che la musica d’autore più popolare debba tornare ad interrogarsi e ad impegnarsi su temi sociali e politici. Una funzione in qualche modo didattica e di indirizzo, vista la scarsa attenzione che i giovani hanno oggigiorno rispetto questi argomenti.

    Ciao. Matteo.

  15. Aggiungo Pierangelo Bertoli al tuo elenco. I tempi sono cambiati, i mezzi di comunicazione e gli scenari pure..credo che l’avvento di Mtv e di un certo tipo di omolagazione musicale abbiano contibuito ad ammorbidire il grande fermento culturale che c’è stato in Italia fino ai primi anni ottanta; ecco appunto gli anni ottanta: è da lì che cominciò il disimpegno..Ciao buona domenica

  16. @corradovecchi
    Sarà un caso che proprio agli inizi degli Anni 80 Canale 5, Italia 1 e Rete 4 iniziano a trasmettere i loro programmi su territorio nazionale? ;)

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