La post-verità secondo Grillo

La post-verità secondo Grillo

Post-verità è la parola dell’anno secondo l’Oxford dictionary. L’utilizzo di questo termine è cresciuto del duemila per cento nel 2016 rispetto all’anno precedente, in virtù sopratutto della campagna referendaria inglese per l’uscita dall’UE e delle elezioni americane vinte da Trump. In entrambi i casi infatti notizie completamente false, spacciate per autentiche, sono state in grado di influenzare una parte dell’opinione pubblica e spostare di conseguenza il voto. Al di là delle veridicità, cio che conta quando si parla di post-truth è la capacità – come sostiene l’Oxford Dictionary – di catturare l’attuale spirito del tempo e di possedere il potenziale per restare culturalmente significativa nel lungo periodo. Il fenomeno, certo non nuovo, conosce oggi nella Rete il veicolo più capillare ed interessato, visto che chi diffonde bufale sul Web lo fa molto spesso per raccattare milioni di clic e di conseguenza gonfiare il proprio portafoglio.

La proposta di Grillo di istituire una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media, colpevoli – a suo dire – di offrire una visione distorta dell’azione politica del Movimento, sfrutta questo contesto per provare ad uscire da una situazione sempre più sfavorevole e di difficile gestione che lo vede coinvolto a Roma, ma non solo. E’ quindi certamente una strategia controffensiva, ma si tratta anche del riflesso di ciò che Grillo ha in mente debba essere la libera informazione: prona ed acritica verso il potere. Mario Calabresi oggi su La Repubblica risponde in modo molto lucido alla becera provocazione dell’ex comico: «Sarebbe sbagliato orchestrare una difesa d’ufficio del giornalismo italiano, senza dubbio non esente da pecche e peccati, ma nel dibattito sui falsi che circolano in rete non siamo noi i colpevoli. La prima responsabilità ricade infatti su chi da anni predica l’inutilità di esperienza e competenza, per cui chiunque può concionare su vaccini, scie chimiche, chemioterapia o cellule staminali con la pretesa di avere in tasca una verità popolare, da nulla suffragata se non da un sentimento di massa. (…) A noi, però, preoccupa di più il danno che la propaganda grillina arreca al tessuto sociale, alla fiducia nell’informazione e il farsi strada dell’idea che il giornalismo sia establishment a cui contrapporre il popolo. Il nostro popolo è la comunità dei lettori, che è anche il nostro unico giudice. Il suo verdetto lo emette ogni mattina, decidendo se leggerci o no».

14 pensieri riguardo “La post-verità secondo Grillo

  1. A me questa tendenza a riempirsi di Comitati, Direttori, Giurie Popolari pare tutt’altro che democratica. Non è chiaro poi tutti questi commissari e giurati chi li sceglie e sulla scorta di quali criteri. Ora, è vero che Grillo tende a mettere le pezze e a distrarre dai vari insuccessi ma è altrettanto vero che ogni sua iniziativa sottace una visione del mondo inadeguata, gretta, miope e piccolo borghese. Siamo passati dalla grandeur della mitomania berlusconiana all’elogio della povertà. Viene da rimpiangere Silvio. Almeno ci divertivamo.

  2. @Wild Horse
    Oh… clamoroso!!! :-) Mi aspettavo che dicessi che anche l’Oxford Dictionary rappresenta solo una parte dell’informazione che avrei potuto dare e che quindi ho riportato in modo partigiano la notizia, ma così non è stato. Questa volta è andata bene! ;-)

    @Sed
    A proposito del rimando a Berlusconi, anche lui – come sicuramente ricorderai – si scagliava contro i media controllati dal comunisti (sic!). Bisognerebbe piantarla di prendersela con l’informazione e – più in generale – bisognerebbe piantarla di sostenere che chi non la pensa come te è fazioso o è pagato dai tuoi avversari politici. Bisognerebbe che tutti, leader politici in testa, ovviamente, provassero a maneggiare in modo più democratico il dissenso… per il bene di tutti! Grillo non è certo nuovo ad iniziative di dubbio valore democratico. Per lui conta solo l’interesse di bottega, per il quale è disposto a sacrificare tutto, anche la coerenza politica, come dimostra la recentissima vicenda Farage-Alde.

    1. Tutti i governanti lo fanno è una specie di consegna che ti rilasciano assieme al bastone del comando. E tutti i giornalisti strillano all’attacco alla libertà di stampa.
      Con fatica cerco di mettermi nei panni degli uni e degli altri ma francamente credo che in tutto ciò entri molto il fastidio del conducente e le fisime di quelli che spesso si ritengono depositari di missioni superiori (che nessuno ha conferito loro).
      Non sono epoche queste in cui domina la sobrietà dei comportamenti piuttosto mi sembra tutto molto condizionato da una sorta di suscettibilità dovuta ad un’ iper – interpretazione del proprio ruolo.
      Sull’informazione invece ci sarebbe molto da dire ben al di là della stizza dei conducenti. Ma lì la vera punizione la stanno assegnando i lettori o telespettatori sempre meno interessati a comperare i giornali o a guardare trasmissioni che francamente assomigliano ad un circo con serraglio e in cui alla fine non si capisce chi ha detto cosa. Credo che il tirare l’acqua alla bottega c’entra quel poco, non voglio credere che ci sia qualcuno disposto a fare male il proprio lavoro per comperarsi l’attico.
      Quanto a Grillo e al suo seguito, sa il cielo cosa hanno per la testa costoro. (qui da noi decrescita infelice a tutto spiano) a me ha colpito molto la citazione di Goffredo Parise sul tema che potremmo definire dei consumi responsabili. Dopo quasi quarant’anni , col mondo stravolto e l’indigenza in crescita esponenziale mi vengono a parlare di povertà come ricetta (povertà col culo degli altri, beninteso, tanto per citare il geniale marito della Falchi)

    2. Sei riuscito a criticarmi anche stavolta… Non ci posso credere!!!
      Comunque ti perdono e ti capisco visto che sono un simpatizzante di Renzi o per lo meno non lo critico con tutto me stesso con tutte le mie forze e capacità.
      Si scherza, Rear, perché in certe situazioni credo ancora sia la soluzione migliore senza voler sminuire peraltro l’importanza di ciò su cui discettiamo.

  3. @Sed
    Quando un ricco tesse le lodi della povertà, sento sempre puzza di bruciato. Strano però che un uomo come lui, che ben conosce le dinamiche della Rete, non abbia immaginato che sarebbe stato deriso e canzonato per affermazioni del genere. Specie se, dopo averle scritte, se ne fosse partito per un resort di lusso in Kenia. Mi pare uno stupido autogol…

    1. Ma sai …se ritieni la crescita (semplifico) portatrice di disgrazie non ti rimane che predicare il francescanesimo. Personalmente non ritengo Grillo una mente raffinata, per cui l’ha buttata lì forte di una citazione colta che i Suoi avranno sicuramente apprezzato.
      Poi certo in Kenia la vita,come dice lui, non costa molto e quindi tutto si tiene.
      Intanto i liberali hanno detto no e dunque se non trovano altra collocazione niente contributi per i 5 stelle. Sono parecchi quattrini : possono esercitarsi a fare i poveri da subito.

  4. @wild horse
    Veramente è vero il contrario: sei tu che mi critichi, ma vabbè… anche io ti perdono e porgo pure l’altra guancia :-) Godiamoci questo post che ha messo tutti d’accordo. Non so quante altre volte capiterà in futuro! :-)

    @Sed
    Ok. Però quando predichi il francescanesimo e hai la villa a Sant’Ilario quantomeno sei poco credibiile… quantomeno! Che Grillo non sia una mente raffinata è un dato evidente… e pericoloso. L’inasprirsi del dibattito politico e soprattutto la sua discesa a livelli da pianerottolo costituisce un danno per tutto il tessuto sociale. Se a questo poi ci aggiungi anche l’incompetenza e l’impreparazione, di cui la recente vicenda europea rappresenta l’ennesimo esempio, ne trai un quadro molto poco confortante, visto che comunque si sta parlando di una forza politica che gode di un consenso elevatissimo…

    1. Con loro, oramai s’è capito, bisogna seguire i soldi visto che nel bene e nel male non parlano d’altro. La scelta di Alde – che si stanno rivendendo in queste ore come pre-accordo raggiunto e poi disatteso – non poteva che essere opportunistica. Grillo nel gruppo di Mario Monti? Europeisti e sostenitori dell’austerità? Bah.
      La verità è che i figli delle stelle sono inaffidabili e non li vuole nessuno.Cercare la coerenza in queste banderuole con la pezza a colore sempre pronta è un esercizio inutile. Adesso facciano i francescani con 900.000 euro di meno nel cassetto. Se gli servono contanti per i francobolli o il toner possono sempre bussare a Sant’Ilario.

  5. @Sed
    Beh… qui siamo proprio all’ora del dilettante! Ecco che, con un salto mortale carpiato con doppio avvitamento i Five Stars tornano a capo chino a casa Farage, il quale, li riprende non senza però punire i figli che hanno sbagliato. Ma come si fa, mi domando io??? Prima stai con uno che è uno dei maggiori antieuropeisti, fra i massimi responsabili della Brexit, poi te ne vai per abbracciare degli europeisti convinti ed infine, quando ritorni al punto di partenza, proponi pure un referendum per l’uscita dall’Euro??? No… ma dico… qui siamo oltre l’incoerenza politica… questa si inserisce nella tradizione delle migliori farse napoletane di Scarpetta!!!!

    1. ….referendum la cui attuazione importerebbe una modifica costituzionale : quindi si dovrebbe ricominciare con le doppie letture, i 2/3 del parlamento e il referendum confermativo finale con contorno di campagna umoristica del tipo : hai 100 euro in banca? Se passa il sì vai in rosso. Macchè rosso diventi ricco etc etc etc
      Tanto che importa? Tempo ( e nessun altra priorità ) ce n’è quanto vogliamo.

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