L’arroganza di Renzi

L’arroganza di Renzi

Il PdR (Il Partito di Renzi, che di democratico ormai non ha più moltissimo) ha deciso di espellere Corradino Mineo dalla Commissione Affari Costituzionali, perchè contrario alla proposta di modifica del Senato avanzata dal Governo. ll dissidente stava infatti diventando un’ostacolo sempre più scomodo per chi è disposto a sacrificare anche la Costituzione in nome di ambizioni e vanità personali. «Il problema non sono io – ha affermato Mineo – se ci fosse un mio clone che rispondesse al capo bastone di turno, il problema sarebbe lo stesso: come si può pensare di cambiare la Costituzione con 15 contro 14?». Impossibile per qualsiasi persona dotata di intelligenza e senso civico non essere d’accordo con questa affermazione.
 
Un tema così importante e delicato come quello delle riforme istituzionali non può essere portato avanti a colpi di maggioranza. In questi casi ci si deve obbligatoriamente spendere per la condivisione più ampia possibile, altrimenti si è comunque miseramente fallito, aldilà delle dichiarazioni e degli slogan all’insegna della faciloneria e del populismo. Ancora una volta Renzi dimostra l’arroganza di chi non vuole (o non sa) scendere a patti col dissenso interno e di chi non sa (o non vuole) considerare il pluralismo come un bene da salvaguardare, conducendo i democratici su territori sempre più contigui a quelli dove sono soliti muoversi partiti padronali come FI e M5S. Non a caso uno dei commenti favorevoli alla decisione del PdR è di Luigi Di Maio, che in qualità di deputato pentastellato è ben abituato alle epurazioni di coloro che non concordano col pensiero unico del proprio leader. L’ottusa protervia del premier non si è fermata neppure dinanzi all’autosospensione di ben 14 senatori del suo partito, in solidarietà al collega rimosso. La legittimazione popolare (ricordata ieri da Renzi) non può rappresentare un lasciapassare per derive autoritarie, e a chi fra i fedelissimi del Presidente del Consiglio si fa scudo con la “disciplina di partito” risponde sacrosantemente la senatrice Lucrezia Ricchiuti: «la disciplina di partito è necessaria ma essa è un traguardo da raggiungere con il dibattito democratico interno al partito e al gruppo, con il confronto e l’apporto genuino dei parlamentari da tutti i territori. Intesa militarmente, la disciplina di gruppo è la morte del Parlamento libero».

65 pensieri riguardo “L’arroganza di Renzi

  1. non esageriamo dai…confesso che mi aspettavo un post sull’episodio, è un pò come quando Grillo ne combina una delle sue, tutti (me compreso) a dargli addosso…
    Intanto chiariamo che Mineo non è stato espulso dal partito, ma semplicemente “sostituito” in un ruolo che non lo rappresentava più, e che lui non rappresentava al meglio.
    ti cito un passaggio di Stefano Ceccanti, un costituzionalista, in merito al “caso Mineo”:

    In Commissione ti designa il tuo Gruppo che può sempre sostituirti perché la Commissione è un luogo di confronto tra Gruppi, non tra singoli atomi: per questo la Costituzione vuole che esse siano una fotografia dei rapporti quantitativi tra i Gruppi (art. 72). Se nel tuo Gruppo sei andato democraticamente in minoranza e hai problemi ad allinearti nel voto (non nelle opinioni che restano doverosamente sempre libere) chiedi tu di essere sostituito, prima che la Presidenza del tuo Gruppo sia costretta a farlo per far valere la decisione presa insieme. Non hai quindi neanche un diritto a stare in una specifica Commissione, come ce l’hai invece per l’Aula. In concreto fanno fede gli articoli 21 del Regolamento Senato (nomina delle Commissioni) e 31 (sostituzione nelle Commissioni).

    pertanto, mi verrebbe da dire al buon Mineo, ma di cosa stiamo parlando?
    Lascerei perdere le derive autoritarie…
    la domanda che mi viene spontanea è: capisco che Mineo appartenga ancora lla vecchi nomenklatura, capisco che Mineo sia ovviamente ostile a Renzi, quello che non capisco, è che cosa vuol dimostrare Mineo col suo ostruzionismo …forse che rappresenti una parte del paese che non vuole le riforme? può essere, ma allora è nel partito sbagliato, lui, come i suoi 14 amici di vecchia data..c’è un gruppo misto al Senato, lì spazio ce n’è…si accomodino.

  2. p.s.

    il tutto detto, sia sempre molto chiaro, col sorriso e sempre disposto alla discussione democratica, come accade qui dentro.
    ho espresso una mia opinione, nel pieno rispetto della tua.
    :)

  3. @Luigi
    Tale Stefano Ceccanti ha detto un sacco di baggianate. Sul senatore non grava il vincolo di mandato. Lo si diceva ai tempi di Grillo, lo si ripete oggi tale e quale. Tutti i parlamentari sono sovrani e non sono tenuti a dar conto ad alcun capobastone. Ciò che è successo a Mineo è di una gravità assoluta nella storia del PD. E a quanto a baggianate, perdonami Luigi, ma anche tu non scherzi. Mineo e chiunque altro hanno diritto ad esprimere il proprio dissenso. Ripeto: Mineo e chiunque altro hanno diritto ad esprimere il proprio dissenso. E questo è ancora più vero se si parla di riforme istituzionali, che non si possono imporre in questo modo, ma vanno concordate e condivise ricercando la più ampia maggioranza. Ripeto: le riforme istituzionali non si possono imporre in questo modo, ma vanno concordate e condivise ricercando la più ampia maggioranza. Quando Renzi afferma “Non lascio l’Italia in mano a Mineo” dice una cosa indegna di un segretario del PD. E’ infatti un’affermazione greve, becera e populista che starebbe bene in bocca a un berlusconi o un grillo. E’ una baggianata dire, come fai tu, che Mineo non vuole le riforme. Mineo (ed altri) non è d’accordo con la proposta del Governo e ne ha tutti i diritti. Lui ha in mente un altro tipo di riforma e ne ha tutti i diritti.
    All’indomani della vittoria delle primarie dicevo di Renzi, in un post del 9 dicembre: “Renzi ha vinto nettamente. A lui il difficilissimo compito di rinnovare il partito, nel rispetto però delle diverse identità e culture che lo attraversano. Si collabori, vincitori e vinti, ci si confronti senza imporre le proprie posizioni in modo pregiudizievole”. Il premier preferisce invece le imposizioni muscolari e la militarizzazione del partito. Male, molto molto male, malissimo. Detto, anche questo, naturalmente, col sorriso! :)

    1. (beati voi che sorridete)

      Ceccanti non dice baggianate,Rear.Senatore e Commissario sono ruoli diversi e questo va ammesso anche se non porta l’acqua al mulino dei nostri cari.
      Andrebbe invece sottolineato il fatto che assumere un’ iniziativa nel perimetro dei regolamenti non significa in automatico aver fatto la cosa giusta.
      Altrimenti la politica che ci sta a fare?Tanto varrebbe convocare un bel notaio.
      Nel merito della proposta – di cui nessuno parla – sono d’accordo con Tocci e Mineo ma la stortura non sta nelle intemperanze dell’ Arrogante Renzi bensì nell’avere il medesimo elaborato la riforma attraverso un’operazione verticistica e non, come si conviene, all’interno del gruppo parlamentare o del Partito o di quel che è.
      E questo senza nulla togliere al fatto che le regole si scrivono insieme agli altri etcetc
      Aveva scelta Renzi? La mia risposta è (sinceramente) boh.
      Questa è secondo me la madre di tutte le disgrazie.Si ha un bel dire che al di là dell’aritmetica le componenti devono convivere mettendo in campo ogni strumento dialettico possibile ma se a monte gli accordi si sono realizzati con altri soggetti in che luogo dovrebbe essere esercitata l’arte del dialogo? E quanto può contare?
      L’attuale vicenda non può essere stimata se non alla luce di queste considerazioni.
      Altrimenti Renzi diventa un Arrogante (di professione) e Mineo Un Dissidente (idem) e nella sclerotizzazzione dei ruoli si perdono i pezzi per strada.A che serve?

      1. @Sed
        Le tue considerazioni sono ragionevoli. Tuttavia non si può continuare a gestire il dissenso come qualcosa che vada schiacciato e offeso. “Non consegnerò l’Italia a Mineo” è una frase che non può stare in bocca ad un segretario del PD. Purtroppo non è la prima volta che succede e temo non sarà neppure l’ultima. E non si può neppure tirare in ballo il largo successo elettorale per giustificare qualsiasi cosa. Io credo che l’arroganza non sia una professione per Renzi, ma un’abitudine.

        1. Ma questo è il segretario che il partito si è democraticamente scelto sulla base di un progetto chiaro e definito, ben conoscendone gli aspetti del carattere, soprattutto quelli decisamente atipici rispetto allo standard degli altri segretari.
          Il consenso che ne è derivato – dentro e fuori il PD – non autorizza ma incoraggia a continuare sulla strada tracciata.Qui non siamo a Berlusconi che usava i voti per giustificare qualsiasi comportamento, pure quelli privati ma, ahinoi, ad un consenso che molto apprezza le maniere spicce perché le ritiene risolutive mentre guarda con sospetto le obiezioni dei Mineo erroneamente percepite come un ostacolo al raggiungimento dello scopo : non vedo intorno a me elettori particolarmente impensieriti dalle smargiassate o dalle parole grosse.
          Qualcosa è cambiato ed è cambiato ovunque : un 4% incoraggia una formazione che più eterogenea non si potrebbe nell’impossibile progetto di unire la sinistra litigiosa – come se fosse semplice,come se non ci si fosse provato miliardi di volte e con leader di ben altro spessore e numeri di consistenza meno risicata – e un 40 e rotti conforta il decisionismo.
          Non sarò io a dire cose dell’altro mondo! ma insomma per un qualunque soggetto nato, formatosi e vissuto a sinistra o nei dintorni,lo sono.
          E dei cambiamenti bisogna prendere atto.
          Alla fine del ragionamento il cuore mi dice che la disinvoltura di Renzi ultima scorsa poggia su numeri, all’interno del parlamento, recuperati tramite accordi.Magari sbaglio,ma tant’è.

          1. @Sed
            Non posso che ripetere ancora che a mio avviso il consenso popolare non esime un leader dalle critiche, se fatte in buona fede. Se alla maggioranza degli elettori piace avere un Presidente del Consiglio arrogante ed intollerante rispetto al dissenso è un problema che non mi riguarda. Io lo criticherò sempre e comunque sia che si chiami berlusconi, sia che si chiami grillo, sia che si chiami Renzi. Ed è certamente vero che quest’ultimo non si sovrappone ai primi in termini di autoritarismo…. però, almeno per ciò che mi riguarda, ciò non significa che ancora non si sia passato il segno, specie se si considera che si sta parlando del leader di un partito che ha sempre fatto del pluralismo e del confronto democratico e civile un tratto caratteristico. Insomma, non vorrei che fra qualche tempo – per vincere le elezioni o per ambizioni e vanità personali (o per entrambe le cose) – il PD si trasformasse in una sorta di M5S solo un pò più raffinato e meno volgare.

            1. Sulla nostra presente e futura raffinatezza ed eleganza stenderei un vel pietoso.
              Ad ogni buon conto c’è differenza – e ci sarà sempre – tra un partito degli iscritti con un leader forte e un partito del proprietario che ogni tanto apre i rubinetti della rete per sentire il tempo che fa ( e di solito piove)
              Renzi ha spianato parte dell’opposizione interna ma non lo ha mica fatto con il machete.E del resto se non avesse dietro il Partito avrebbe ben poco da spadroneggiare, il che gli è vieppiù necessario ad acquisire consensi elettorali.
              Ricordo che questa è una comunità che sgranocchia i Capi con grande disinvoltura.Faccio osservare che la poca opposizione rimasta è la più beneducata di sempre.
              Io stessa ogni tanto mi meraviglio di questa rinnovata signorilità oppositrice.
              Il fatto è che – tanto per rimanere nei temi calcistici – qui non c’è panchina per questo Renzi suscita le nostre più segrete e disperate speranze. E qui anche quelle di chi scrive.
              La critica va sempre bene ma allora non può prescindere o, se vuoi, non si può esimere dalla critica a noi tutti – oppositori e supporter- che Renzi sosteniamo consci di un cambiamento nelle cose che molto caro ci è costato in termini di sconti al nostro abituale modo di pensare.
              Il partito di Renzi è una suggestione.
              Siamo noi che l’abbiamo voluto e lo teniamo in vita. Nostra è la responsabilità
              Le cose cambiano e cambiano al punto che il caro – davvero – Nichi deve giocare di equilibrismo lessicale per far digerire alla fronda interna la necessità del dialogo costante col PD ovvero affilare le armi rispetto alle recenti faccende europee ivi incluse le ambizioni di un cartello elettorale che da grande vuol farsi partito.Manco fosse una passeggiata di salute.Manco i runners fossero all’altezza.
              Segui le disperazioni di Nichi,il suo digerire rospi e avrai la misura di quanto siano cambiate le cose all’interno della comunità più vasta denominata de sinistra.
              A farla facile non conviene mai.Soprattutto quando non è facile.

              1. @Sed
                Ma Sed, io queste cose mica le contesto. Prendere il 40,8% dei consensi è un risultato stratosferico. Ed è un risultato con cui tutti devono fare i conti. Vendola sicuramente, ma anche Grillo che ieri, per la prima volta in vita sua, legittima un avversario politico. Ciò non toglie che in nome di questo trionfo tutto sia dovuto a Renzi, o che le sue idee di riforme siano – solo per questo motivo – quelle giuste, oppure che – peggio ancora – il premier possa trattare il dissenso con questa arroganza.

  4. @paolo
    Mineo ha tutto il diritto di manifestare il proprio dissenso, e ci mancherebbe, ha avuto a dispisizione tempo e luoghi per portare avanti le proprie istanze, ma una volta che la maggioranza decide (si chiama democrazia..), beh il dissidente deve accettare il volere del partito…in più, considerando il fatto che lui è in una commissione dove basta un solo voto a rompre gli equilibri, e capisci allora che se non lo fa lui, qualcuno lo deve sollevare da lì..non obbedisce alla disciplina democratica del partito…ha fatto le sue rimostranze? ha contestato tutto ciò che c’era da contestare? benissimo..l’ha fatto, ma una volta decisdo è deciso, punto, altrimenti è anarchia, ognuno vota per sè…
    oggi si atteggia a vittima, Mineo, da sempre ostile a Renzi (e ci sta)…vuoi essere coerente? te ne vai..ma non ostacoli il processo delle riforme da solo, approfittando del potere che il tuo voto ha, dai su…..
    Vediamo oggi cosa succede alla riunione del PD, creco he nessuno lo caccerà via, non ce n’è motivo, si è solo cercato di evitare l’ennesimo stallo sulle riforme…
    11 milioni di italiani, pochi o tanti decidi tu, hanno chiesto a gran voce le riforme..non che i Mineo di turno (per giunta dello stesso partito), sabotassero..siamo stufi, arcistufi di rinvii, non se ne può più…
    Aspettiamo oggi per vedere cosa succede nel PD
    p.s. parlare di dittatura da parte di uno che fino a ieri l’altro era tacciato di essere un democristiano…

    p.p.s. tutto questo naturalmente sempre detto con tono garbato e con il sorriso..:)

  5. tu scrivi:

    «Il problema non sono io – ha affermato Mineo – se ci fosse un mio clone che rispondesse al capo bastone di turno, il problema sarebbe lo stesso: come si può pensare di cambiare la Costituzione con 15 contro 14?». Impossibile per qualsiasi persona dotata di intelligenza e senso civico non essere d’accordo con questa affermazione.

    io rispondo:

    Renzi non rallenta, oggi chiede al Pd di correre sulle riforme«Il tempo della mediazione è finito, bisogna decidere. Non mi rassegno alla palude». Il segretario bacchetta i dissidenti. Oggi l’assemblea dem elegge il nuovo presidente
    «Non ho preso il 40,8 per cento per stare a vivacchiare».
    Impossibile per qualsiasi persona dotata di intelligenza e senso civico non essere d’accordo con questa affermazione.
    :)

    1. Luigi, giustamente Tocci ha ricordato che se ci fosse un confronto interno, la riforma del Senato potrebbe essere approvata, tutti uniti e compatti, entro il 30 giugno.
      Ma quando uno vuole portare avanti le sue idee a spallate, allora diventa difficile costringere tutti alla “disciplina di partito”

      1. @redpoz
        è inutile dettare i tempi, se poi l’opposizione più intransigente viene dalla tua parte politica…
        Mineo ha avuto tempo e modo di manifestare il suo dissenso, se non è d’accordo, esca dalla Commissione e faccia lo sciopero della fame…
        in Senato faccia cosa vuole, ma in Commissione no.
        e vale per tutti.

  6. @Luigi
    Mineo non ostacola le riforme da solo. Le riforme, così come le ha in testa Renzi, si ostacolano da sole. Voglio dire cioè che levando Mineo dalla Commissione, Renzi ha dimostrato solo la sua arroganza ed il suo modo di considerare chi la pensa diversamente da lui. Le riforme, così come sono, non passeranno mai al vaglio del Parlamento perchè non hanno i numeri. Non sarebbe meglio allora prendere atto delle critiche e delle richieste di migliorament ed intavolare un dibattito, il più largo possibile, per ricercare quell’ampia maggioranza che legittimerebbe il lavoro del Premier? Non si può mostrare i muscoli su questioni che riguardano la Costituzione e le Istituzioni. Bisogna mettere da parte l’immagine dell’uomo forte e decisionista (immagine a cui Renzi tiene moltissimo perchè ritiene che sia alla base del suo successo) e vestire quella dello statista (ammesso che lo si sia, ovvio). Fa molto effetto presso l’elettore medio esprimersi con frasi populiste come “non consegnerò l’Italia a Mineo”, tirando in ballo paludi, baratri, vivacchiamenti, rottamazioni e altre stupidaggini del genere. Fa molto effetto ed è anche tanto facile. Più complicato invece è ricercare il bene comune e non solo quello dei più forti, continuando a maltrattare – dalla propria posizione di potere – chi la pensa differentemente. Perchè oggi i senatori che si autosospendono sono 14, domani proseguendo così potrebbero essere (e a ragione) molti di più….

  7. @Paolo
    ricordo quando in Parlamento si discusse per le dimissioni del ministro Cancellieri: Matteo era a favore delle dimissioni, la maggioranza del PD no…e per disciplina di partito, i “renziani” votarono contro le dimissioni, pur avendo un’idea contraria..
    Mineo è liberissimo in Senato di votare “contro” la riforma, ci mancherebbe, ma non è libero in Commissione di votare secondo coscienza..e il pericolo era quello, che Mineo approfittasse dell’importanza del suo voto,per disobbedire alla scelta del PD, cioè di andare avanti con la Riforma.
    si chiama Partito Democratico proprio perchè democraticamente si decide a maggioranza le scelte da prendere..ognuno, Mineo compreso, è libero di manifestare il proprio pensiero, ma poi deve adeguarsi alle scelte.
    così funziona, e lo sa benissimo…
    infine, battute del tipo “Renzi come un bambino autistico”, io le eviterei..
    Ad ogni buon conto, sabato c’è stata la riunione del PD, dove si è eletto all’unanimità Orfini: può piacere o non piacere, ma se vige la regola della maggioranza, va rispettata.
    Così come la conferma della sostituzione di Mineo, decisa dal PD e non solo da Renzi.
    spero che tutto si ricomponga..alla fine molto rumore per nulla.

  8. @Luigi
    L’idea per cui un senatore sia sovrano a corrente alterna, in Aula si e in Commissione no, non mi trova d’accordo. La nomina di Orfini non c’entra nulla con questo discorso, il cui nocciolo è il modo arrogante con cui Renzi tratta chi la pensa diversamente. Io credo che questo sia un problema per il partito, perchè – ripeto – oggi i senatori che si autosospendono sono 14, domani potrebbero essere ancor di più…

    1. Che senatore e commissario siano mestieri distinti all’interno di distinte istanze può non trovarti d’accordo, ma così è.
      Tanto che in aula i dissidenti hanno sempre esercitato il proprio diritto secondo coscienza senza che alcuno gridasse allo scandalo.
      Se poi vogliamo mettere in dubbio il fatto che la commissione debba rappresentare gli equilibri dell’aula possiamo pure avventurarci in una modifica che porterebbe direttamente al caos.Ci mancherebbe solo quella per rallentare definitivamente i lavori.
      Pensa al ruolo delle commissioni e poi fai tu.
      Qui ha ragione chi dice che Mineo avrebbe dovuto sottrarsi e farsi sostituire.Se così fosse stato la proposta sarebbe passata all’Aula e sottoposta a tutte le crisi di coscienza e alle obiezioni di questo pianeta.
      Ha fatto male chi lo ha bacchettato con durezza ma anche Mineo è in grave difetto.
      Quanto alla vitalità dell’opposizione interna basti pensare alle miriadi di iniziative pubbliche,ad una campagna europea condotta con i propri candidati e al successo riscosso dai medesimi, per concludere che non di bavaglio si tratta ma di modi eventualmente da rivedere. E i modi sono di tutti.Pure degli autosospesi che devo ancora capire…che vordì ai fini pratici.
      Senza rispolverare il centralismo democratico che tollerava (orrore) vediamo un po’ di fare i conti con la democrazia.Ovvero quel giochino secondo la quale per tre Rear che si lamentano dell’arroganza del segretario ci sono ben 7 Pinco Pallo che chiedono conto al segretario dei programmi in base ai quali lo hanno votato.
      I numeri non sono tutto ma, specialmente in democrazia, devono pur contare qualcosa.

      1. @Sed
        Evidentemente non è così come dici tu, perchè se davvero lo fosse sarebbero tutti d’accordo sul fatto che il parlamentare in aula fa come vuole, ma in commissione segue le indicazioni del partito. Viceversa ho sentito diverse interviste a parlamentari del PD che questa cosa la contestavano. Civati ci ha scritto diversi post sopra. Ciò significa che, visti i pareri contrastanti e contradditori, la materia è regolata in modo da risultare perlomeno ambigua. E poi, a proposito di democrazia, ci fosse solo Rear che critica e si lamenta non ci sarebbe alcun problema. Il punto invece è che ben 14 senatori si sono autosospesi. Mi pare un numero considerevole persino per il PD che di senatori ne ha molti. Evidentemente un problema di democrazia all’interno del partito c’è, eccome.

        1. Forse ho capito male io, ma mi pare che il ddl del Governo non fosse stato assunto come testo del PD. I senatori in commissione si sono sentiti autorizzati a fare i senatori in commissione, cioè discutere del superamento del bicameralismo confrontando idee e sensibilità, approvando emendamenti e odg. L’odg Calderoli è stato votato a maggioranza e solo l’intervento del ministro Boschi ha imposto la centralità del testo originario, creando un corto circuito.
          Il governo ha facoltà di proporre ddl, ma il legislativo resta – si spera – potere del Parlamento che anche il governo deve rispettare. Ancor di più quando si tratta di modifiche costituzionali.

          Insomma, mi pare che non ci fosse un intento dissidente (una parolina-ina-ina sulla volgarità con cui è stato trattato Mineo, no?), ma semplicemente ci si è messi a fare il proprio lavoro.
          Non capisco neanche perché il segretario del PD intervenga sul capogruppo per rimuovere un senatore dalla commissione in modo da far passare il testo presentato dal governo, casualmente presieduto da lui stesso e lui stesso co-autore del testo previo accordo con un ex senatore.
          Ma la sovrapposizione di ruoli non implica che i senatori in commissione devono dedurre e accettare che il testo del governo è immutabile. Perché dovrebbero?
          Peraltro sia in commissione che in aula al senato pare che la proposta Chiti avesse un discreto consenso.
          Vabbè, tanto hanno messo una fiducia anche ieri. Oggi piace così.

        2. @Matteo
          Mi pare che la materia non sia regolata esattamente come sostiene Sed. Tanto è vero che annunciando l’autosospensione dei senatori democratici, il senatore Corsini in Aula ha parlato senza mezzi termini di «palese violazione dell’articolo 67 della Costituzione», l’articolo cioè che stabilisce che ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

          1. In realtà il mio commento trascendeva dal 67 (che voi ffà? Portare il caso alla Consulta?) e anche dalla disciplina di partito.

            A me pare che non ci fosse proprio nessuna dissidenza, né nessuna linea alternativa in seno al PD, ma casomai alternativa a quella del Governo che non c’entra nulla con il Parlamento o il partito.
            La nota che ha convinto gli autosospesi a rientrare lo conferma, ma alla fine Mineo e Chiti restano sostituiti.

            Mi pare piuttosto che cada la favola del dialogo, casomai ce ne fosse bisogno. Qui si è proprio dialogato ed è calata la mannaia. Non solo si inibisce il dialogo parlamentare – tanto ormai va avanti così da anni – ma persino all’interno dello stesso partito, o lo si accetta fintanto che resta innocuo, di nicchia.

            Anche questa trovata del forse-incontro in streaming per discutere di legge elettorale non si capisce dove dovrebbe portare: il ddl dei M5S già sta depositato, basta discuterlo in commissione, volendo, e poi portarlo in Aula. Il tête-à-tête in streaming a che livello istituzionale mi si colloca nel percorso legislativo? Boh!

            Mi pare sia stato ampiamente chiarito a tutti che il pacchetto Italicum-Senato-Titolo V arriva pre-confezionato, si accettano emendamenti minimi previa autorizzazione, poi si vota “sì” e si va a cena a sera.

            Da osservatori, tutt’al più chiediamoci a che serve ‘sto pacchetto di riforme, rispondiamoci come possiamo e regoliamoci.

            1. @Matteo
              Sulla mancanza di dialogo sono d’accordo. Quanto all’incontro, è stato grillo a volerlo, perchè per la prima volta in vita sua ha legittimato un avversario politico. Quanto invece allo streaming, si deve fare solo quando sta bene a grillo?

              1. Sono gruppi parlamentari, si legittimano mutualmente discutendo, lavorando, emendando e votando in Parlamento.
                Con l’incontro legittimi una stortura: le riforme si discutono fuori dal Parlamento e poi i gruppi parlamentari si adeguano. Bisogna fare così? È così per il patto tra Renzi e Berlusconi come si è visto (lo era anche con Letta, i comitati, i saggi, i maghi e tutto l’ambaradan fantasy), ma che senso ha inseguirli su quel terreno da parte di un movimento che esiste proprio perché intende riportare il Parlamento al centro del potere legislativo? Basta lo streaming per la trasparenza? La Costituzione e il percorso disegnato all’epoca è stato fatto così perché ancora non c’era internet? Sennò scrivevano: “si discute tutto con la Boschi durante l’aperitivo in spiaggia e per trasparenza si postano le foto su Instagram”? Boh!

                1. @Matteo
                  Sono d’accordo con te. Ma siccome la maggioranza degli elettori del M5S ritiene che lo streaming sia la più alta testimonianza possibile di trasparenza e che chi ne rifiuta l’utlizzo sia qualcuno da guardare con sospetto, quand’anche non un ladro, corrotto e malfattore, bene ha fatto il PD a pretenderne l’impiego. Del resto, lo streaming dell’incontro grillo Renzi di qualche mese fa, è stato particolarmente significativo per chi, fra gli elettori del M5S, è ancora in grado di pensare con la testa propria. Chissà che non lo sia anche questo…

                  1. Lo streaming è da considerarsi proprio come deterrente contro accordi extra-parlamentari.

                    Se si ritiene che sia necessario un incontro extra-parlamentare per discutere di qualcosa di competenza del parlamento (e.g. la fiducia ad un governo), allora si propone lo streaming per evitare il sospetto di accordi che esulino dall’impegno con gli elettori di cui si è ottenuto il voto.
                    Come si scrisse qui già all’epoca, le consultazioni per la formazione di un governo non sono un passaggio istituzionale. Sono una prassi. Sempre più amata negli ultimi anni, per cui fai passare le elezioni, poi ti chiudi lì, decidi qualcosa in totale libertà di azione e poi la porti avanti e pazienza chi e per cosa ti hanno votato (il che risponde a dubbi ormai sepolti del tipo: perché non si è andati ad elezioni nel 2011 dopo le dimissioni di B.? Perché oggi si vogliono fare queste riforme e le si vogliono fare così e non in alto modo?).

                    Ma qui la richiesta di un incontro viene proprio da M5S, pur con l’impegno che poi l’eventuale testo emendato verrà presentato sul blog e per cui si coinvolgerà comunque la base che ha collaborato all’estensione del testo.
                    Poiché a me non interessa il consenso, tenderei a preferire che non ci si conceda alla mala-prassi ma si tenti di stare idealmente quanto più possibile all’interno dei percorsi istituzionali.
                    Poichè in Italia ci si è abituati al disastro, si è parlato ovviamente di apertura del M5S e di scongelamento dei voti e altri orrori.

                    Forse pensano di migliorare la loro immagine mediatica cedendo a certe pratiche? Considerando il contesto pare in effetti la cosa sia stata bene accolta. Forse proprio perché inutile.

                    1. @Matteo
                      Ma quale deterrente… lo streaming è uno specchietto per le allodole. Vorrebbe dimostrare ai tanti grulli che ci credono che il M5S è trasparente e in linea con quello che dice la propria base. Peccato che si decida di utilizzarlo solo quando vuole Grillo oppure – negli altri casi – dimostri come a grillo della base non importi nulla (si veda ad esempio lo streaming con Renzi) o la pochezza dei parlamentari grillini (lo streaming con Letta). Personalmente lo ritengo una baggianata demagogica…

                    2. Non ti piace lo streaming? Neanche a me.
                      Non mi piacciono neanche gli accordi extra-parlamentari senza impegno con gli elettori.
                      Soluzione rivoluzionaria: si seguano le procedure istituzionali, si rispettino i ruoli e si lavori in Parlamento.

        3. Infatti la materia (quale?) non è regolamentata, nel senso che da nessuna parte c’è scritto quel che dici tu,quel che dice Civati – che non è l’oracolo – e nemmeno quel che dico io.
          Ci mancherebbe altro che al Commissario o al Senatore consegnassero il prontuario con su scritto :
          art.1 non mettetevi le dita nel naso
          art 2 non sporcate la tappezzeria del Transatlantico etc…
          Resta inteso che l’Aula è l’Aula e la Commissione è la Commissione le conseguenze relativamente ai comportamenti si possono trarre semplicemente attraverso la conoscenza precisa dei ruoli e delle funzioni di ciascuno in ciascuna istanza.
          Se si conoscono, bene,se non si conoscono non c’è Civati o Zanda o il Dio di tutti i legulei che possano dirimere la questione.
          Smettiamola con la lana caprina,con i meccanicismi e con gli azzeccagarbugli pro domo propria.
          Mi pare di aver fatto premesse in altro senso.Ma niente …l’importante è rivendicare regole inesistenti o probbbblemi di democrazia che se ci fossero non potrebbero ridursi né all’autosospensione né alla sostituzione di un commissario.
          Questo non è il codice della strada,è ben altro.
          Ma se si vuol fare carta straccia di una posizione dubitativa per continuare ad affermare la propria granitica convinzione basta chiudere i commenti e scrivere le Massime Eterne.
          Massima n 1 Il PD ha sempre torto e Renzi è un puzzone.
          Io non ragiono così, fermo restando che tra gli autosospesi – che ancora non ho capito che vordì – ci sono miei compagni di strada storici, non solo quelli che si leggono al mattino per avvalorare le proprie tesi e conteggiarle nel pallottoliere manicheo dei torti e delle ragioni.
          Siete noiosi eh

          1. @Sed
            Quanto a codici della strada e granitiche convinzioni, non sono io che ho scritto «Che senatore e commissario siano mestieri distinti all’interno di distinte istanze può non trovarti d’accordo, ma così è». Io invece ho parlato di «pareri contrastanti e contradditori» e di «ambiguità». Mi pare una posizione che fotografi oggettivamente quanto è successo… altro che pro domo mia… ;)

            1. Embè? A seguire non c’era scritto “se non ci piace si cambi”?
              Non vedo granito.
              Invece, già che ci sei, rispondi alla domanda :
              Chi rappresentava Mineo quel giorno all’interno della Commissione?
              Non certo il partito (come richiesto dalla tipologia dell’istanza)
              Se stesso e la sua coscienza?
              BenIssimo. Allora a proposito di correnti alternate se non te la senti di svolgere il ruolo di rappresentanza fai scattare quel tasto della coscienza che ti dice che la pensi diversamente e non sei rappresentativo ti tieni tranquillamente fuori dalla commissione.Ci mandi un altro.
              E invece di fare la minoranza furbetta fai la minoranza pugnace in aula.
              Ah la chiarezza, che bella cosa.
              Poi sono d’accordo con gli autosospesi nel merito delle proposte anche se ancora non ho capito che vordì. st’autosospensione
              Non sono invece d’accordo con le lagne e con la confusione dei ruoli e dei compiti.

              1. @Sed
                Continuo e ricontinuo a non capire perchè un parlamentare dovrebbe rappresentare se stesso solo in Aula e non anche in Commissione. Del resto mi pare che le idee chiare al riguardo non può dire di averle nessuno, se – per esempio – anche Zanda ha cambiato “inaspettatamente” opinione al riguardo ;)

                1. Anche io continuo a non capire perché diamine ti debba sfuggire il concetto di Commissione Parlamentare, organo collegiale composto in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari.
                  (art.72 della Costituzione).
                  Il perché è semplice,le commissioni preparano redigono esprimono pareri deliberano e poi inviano all’aula non essendo l’Aula.
                  Allora dovrebbe succedere che il senatore va lì a rappresentare il proprio partito,se non si sente rappresentativo semplicemente non ci va, tanto l’anima e la coscienza possono essere salvate ed espresse in sede deliberante e dunque decisiva.
                  Anche andare o non andare,se si vuole, solleva un problema di coscienza nei confronti degli elettori che amerebbero vedere istanze funzionanti.
                  Quanto a Zanda, il paragone non calza, essendo,nel caso di specie, Schifani presidente del Senato e non capogruppo.
                  Ancora due mestieri diversi.
                  Se vuoi trovare esempi di scarsa democrazia nel PD devi cercare altrove.
                  Poi va bene tutto,il galateo,i modi,il fair play e tutto quel corredo che tiriamo fuori in queste occasioni e come già scritto, una decisione presa a norma di regolamento può anche non essere quella giusta.
                  Ma stravolgere il regolamento,o negarlo per avere ragione questo non mi sta bene.

                  1. @Sed
                    Perdonami, ma cosa diavolo c’entra nella fattispecie che Schifani fosse Presidente del Senato e non capogruppo??? Zanda ha o no dichiarato «La sostituzione in commissione di Vigilanza Rai del senatore Paolo Amato è del tutto illegittima. Il Regolamento prevede la sostituzione di un commissario solo in caso di sue dimissioni, incarico di governo o di cessazione per mandato elettorale. Il senatore Amato non si è dimesso ed è quindi tuttora legittimo commissario della Vigilanza.» Non mi pare che abbia aggiunto che se il senatore venga cacciato dal capogruppo è tutto a posto.

                    1. Oggesù : le commissioni non sono tutte uguali e hanno regolamenti oltre che funzioni differenti. Di qui le dichiarazioni di Zanda.
                      Ora tu sei padrone di non fidarti di come argomento io,in tal caso sarebbe bene chiarirsi le idee tra compiti e regolamenti della commissione di vigilanza e di quella affari costituzionali prima di controbattere ovvero riflettere sul ruolo del presidente del senato e su quello del capogruppo.
                      Non dico che tu debba darmi ragione ma rimetti a posto la spada e almeno coltiva il germe del dubbio…

  9. @paolo
    i 14 senatori che si autosospendono risponderanno ai propri elettori, è un problema loro…se non sono più in linea con le direttive del PD e preferiscono agire da anarchici, facciano pure, ci mancherebbe, nessuno li caccerà mai dal PD, sono libere scelte loro…
    Quanto a Mineo, non è questione di essere libero di pensare a corrente alternata, lo sai benissimo anche tu che all’interno delle commissioni, si segue la direttiva della maggioranza del partito, valeva per Renzi quando era opposizione, non capisco perchè non debba valere per Mineo.
    Ricordati il caso Cancellieri, dove i “renziani” hanno fatto una pessima figura, ma che in definitiva hanno solo seguito le linea guida della maggioranza del partito.
    Se l’allontanamento di Mineo, fosse solo opera di Renzi, e se il partito fosse stato contrario, secondo te, sarebbe finita così?
    fortunatamente nel PD c’è ancora dialettica interna, non puoi negarlo, ma alla fine tutti devono allinearsi, altrimenti sarebbe l’anarchia totale.
    Ha avuto mesi e mesi di tempo Mineo per far sapere la sua posizione, a tutti i livelli, ma quando si deve decidere, bisogna essere compatti..e votare a maggioranza.
    per me è democrazia, valeva quando Matteo era all’opposizione, vale anche adesso…
    tu la chiami arroganza, io rispetto delle regole…che valgono per tutti, Mineo compreso.

  10. p.s.
    quanto alle aperture clamorose del M5S..aspettiamo a vedere cosa succede, certo un ravvedimento e un tentativo di collaborare per le riforme, va visto in senso positivo.
    Ma di Grillo bisogna fare sempre molta attenzione…oggi dice una cosa, domani cambia idea..nn sarebbe la prima volta.
    aspettiamo.
    a questo punto però mi domando gli epurati 5 stelle, che auspicavano un dialogo con Renzi, verranno reinseriti?

    1. Non credo, vedi vicenda degli espulsi perchè avevano partecipato a talk show poi battuti anche dai proprietari del m5s

    2. @luigi
      Eh no Luigi, se in 14 si autosospendono non è un problema loro, ma è un problema del PD ed in particolare di chi lo guida. E’ un brutto segnale che c’è qualcosa che non va nel modo in cui viene gestito il partito. Se fosse solo un problema di Mineo, come dici tu, questi sarebbe stato lasciato da solo. Invece la polemica è montata… ben in 14 si sono autosospesi e le critiche all’interno del partito non sono mancate…
      D’accordissimo invece su Grillo

  11. @paolo
    ma se 14 dissidenti si autosospendono (ma non nello stipendio…), dovranno rispondere al loro elettorato, e vedremo se avranno il consenso..oggi la situazione è fluida, ci sono in Parlamento e al Senato esponenti che con Renzi nulla hanno a che spartire, a cominciare proprio da Mineo, che son sicuro si votasse domattina, non entrerebbe più…
    gli attuali deputati e senatori sono ancora della vecchia guardia del PD…solo che mentre i più son diventati “renziani” (anche di comodo, diciamolo), c’è una minoranza che rischiano di diventare in futuro dei desaparecidos, e difendono fino alla morte la loro posizione e il privilegio acquisito.
    Mineo non è stato lasciato da solo, ma 14 “sostenitori”, ti sembrano così tanti? in un sistema democratico, i 14 dovrebbero uniformarsi a ciò che decide la maggioranza del PD..se non lo fanno, per carità, nessuno li caccia, tranquillo, ma quando si presenteranno ai loro elettori come coloro che hanno cercato in tutti i modi di sabotare le riforme, allora vedremo come reagirà il popolo del PD.
    Si può e si deve discutere delle riforme, lo si fa con l’opposizione, figurati se non lo si può fare all’interno del PD..ma una volta esposte le proprie idee, e rimanendo in minoranza, si fa come ha fatto Renzi sulla Cancellieri…
    su Grillo credo che ci sia poco da dire, aspettiamo e vediamo..ho letto che gli epurati che tentarono un dialogo col PD, e coloro che furono espulsi per essere andati in televisione, chiedono di essere reintegrati…non han mica tutti i torti eh??

  12. Il caso, che naturalmente si è prestato a varie strumentalizzazioni pone un quesito interessante, ossia quello del dove si può spingere la libertà di comportamento di un parlamentare… fermo restando che nelle votazioni parlamentari secondo me ognuno può fare come crede, infischiandosene della ‘disciplina di partito’, che per me è una colossale minchiata (sarà poi il singolo interessato, a dover fare i conti con le proprie decisioni, perché è chiaro che se ad esempio uno vota sempre in dissenso dal partito si dovrebbe che ci sta ancora a fare), nelle votazioni in Commissione la questione è un po’ diversa: in Commissione non si porta il proprio parere, ma si rappresenta il partito: se il partito ha deciso in un senso, fare il bastiancontrario e votare come si vuole mi sembra un po’ scorretto… poi sono d’accordo che nei modi l’espulsione è stata un atto rozzo e arrogante, tipico del nuovo corso del PD renziano, ma alla fine c’è una regola… forse il problema non è tanto di Renzi, quanto proprio di Mineo, che forse si sarebbe sentito in dovere di dire: “guardate io non sono d’accordo con quello che ha deciso il partito, quindi forse è meglio che faccia un passo indietro”… ma questo chissà perché non è successo… Per inciso tra l’altro il caso ha riproposto l’interrogativo di fondo: ma Corradino Mineo, uomo di sinistra, che c’entra con la neo-DC?

    1. Solo una parola sulla “disciplina di partito”: è inutile illudersi che la disciplina interna funzioni per ordini calati dall’alto, indiscutibili e da recepire in toto. I politici, i cittadini, i parlamentari non sono soldati mandati ad ubbidire, bensì persone (si spera) con una loro intelligenza, mandati a confrontare idee simili ma distinte e fare una sintesi.
      Se non si cerca mai un confronto, se non si fa mai una sintesi, difficilmente si potrà sperare nella “disciplina di partito”.
      Questo era un vecchio male del PD e Renzi, ad oggi, non ha ancora fatto nulla per risolverlo. Anzi: ha pensato che il suo consenso plebiscitario lo legittimasse a procedere dritto per la sua strada evitando ogni dialettica.

      Invece, ed è questo che ricorda Civati, quando di rimpiange (e io lo rimpiango) il centralismo democratico, ci si dimentica di ricordare che a monte stavano dibattiti aspri e serratissimi.

  13. @Luigi
    Continuo a ripetere che nessuno nel PD cerca di sabotare le riforme. Tutti le vogliono. Solo che non tutti sono d’accordo con quelle che porta avanti Renzi. Mi pare che sia una posizione più che legittima. Compito e responsabilità di Renzi è mediare fra le varie posizioni, confrontarsi e promuovere una visione condivisa da tutti. Se non lo fa o preferisce non farlo o non è in grado di farlo è un pessimo segretario di partito. Quando Serra dice «a patto, ovviamente, che nei congressi e nelle sedi interne si ricominci, come ai bei tempi, a scannarsi sulla linea » non afferma cose distanti dalle mie. Occorre un segretario ed una dirigenza che lavorino sulla pluralità dei punti di vista e siano in grado di farne una sintesi che metta d’accordo tutti. Ora invece c’è una maggioranza che si impone su una minoranza e non arretra di un centimetro dalle sue posizioni. Civati ha recentemente affermato che Renzi ha creato un clima di terrore. Così non si guida un partito.

    @marcello
    Come ho già detto, il fatto che il parlamentare sia sovrano a corrente alternata, in parlamento si ed in commissione no, non è una visione che è condivisa da tutti. Diversi parlamentari democratici in questi giorni l’hanno contestata. Sono invece d’accordo sulla chiusura del tuo intervento. Mi pare che Renzi ed i suoi mal sopportino la minoranza di “sinistra” del partito. Spero che questa posizione intransigente ed intollerante non porti ad una scissione. Quanto visto fino ad oggi è senz’altro preoccupante…

    1. @paolo
      mi pare che più che convocare riunioni su riunioni al ritmo di una alla settimana (cose mai viste), non so cos’altro possa fare Matteo…
      Ripeto il concetto: Mineo è liberissimo di dissentire sulle proposte del PD, e lo può manifestare in tutti i modi al Senato, ma nel momento in cui, entra a far parte di una Commissione, allora DEVE seguire le linee guida del partito, preventivamente discusse ..mi pare logico e democratico: se Mineo non è d’accordo, esca dalla Commissione, e faccia tutte le battaglie che vuole, si metta di traverso, decida lui…ma FUORI dalla Commissione.
      mi pare che alla fine si sia sgonfiato il tutto, i 14 sono rientrati (e dove vanno sennò?) e le riforme possono andare avanti.
      se il 41% degli italiani vuole le riforme, non sarà un Mineo di turno a sabotarle…questo deve essere chiaro.
      andiamo avanti.

      1. @Luigi
        Continuo e ricontinuo a non essere d’accordo sul fatto che un parlamentare non possa essere sovrano, solo per il fatto che non si trova in Aula ma in Commissione. Del resto mi pare che le idee al riguardino cambino a seconda della convenienza. Si pensi ad esempio a Zanda che ha mutato “inaspettatamente” opinione al riguardo ;)

        1. @paolo
          lo so che non sei daccordo, ma funziona così, e meno male che funziona così, altrimenti non se ne verrebe mai a capo di nulla.
          Mineo sapeva benissimo com’era il testo base proposto dal PD, approvato a larga maggioranza..mi domando allora, visto che non era d’accordo, che cosa ci è andato a fare in Commissione? poteva starsene tranquillamente in Senato, e boicottare la riforma, come gli è consentito.
          Poi al massimo risposnderà ai suoi elettori per l’ostruzionismo fatto..ma non può in Commissione, dove i voti sono contati, permettersi di fare quello che vuole..lo sapeva benissimo, che sarebbe finita così, i casi sono due:
          o cercava i 5 minuti di gloria
          o non ha capito niente
          propendo per la prima.

          1. @Luigi
            No Luigi. Non funziona così. Tant’è vero che si sono autosospesi in 14, denunciando in aula una «palese violazione dell’articolo 67 della Costituzione», l’articolo cioè che stabilisce che ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

            Non funziona così perchè, se avessi letto l’articolo che ti ho linkato prima, avresti visto che 2 anni fa, quando a cacciare un senatore da una Commissione fu il PdL, i democratici gridarono allo scandalo e Zanda dichiarò: «La sostituzione in commissione di Vigilanza Rai del senatore Paolo Amato è del tutto illegittima. Il Regolamento prevede la sostituzione di un commissario solo in caso di sue dimissioni, incarico di governo o di cessazione per mandato elettorale. Il senatore Amato non si è dimesso ed è quindi tuttora legittimo commissario della Vigilanza».

            Evidentemente in Italia le opinioni politiche cambiano in funzione della convenienza.

            1. In Italia non so, ma nel PD si fa ancora differenza tra Commissione di vigilanza Rai e Commissione Affari Costituzionali.(non sono esattamente la stessa cosa)
              E ancora : tra Presidente del Senato (un ruolo che prevederebbe santa e istituzionale imparzialità) e Capogruppo ( un ruolo che molto ha del tecnico di direzione,raccordo e rappresentanza del Gruppo ).
              Infatti gli autosospesi (attualmente rientrati) avevano una posizione un pochino più seria di quelle espresse dal Tempo e dal Fatto e sventolate in Rete a sproposito.
              Posizione che chiamava in causa la necessità di connettere l’art.67 e il 72 della Costituzione in modo tale che non facessero a pugni tra loro.
              La quadra, mi sembra, si sia trovata.
              Adesso aspettiamo che anche Rear trovi pace e come dice il cantante,andiamo avanti tranquillamente

              1. @Sed
                E certo… le due commissioni sono diverse. E con questo? Vogliamo rimarcare magari che Mineo aveva i calzoni grigi, mentre invece Amato li aveva blu, per dimostrare che si tratta di situazioni diverse??? Modifico allora quanto scritto sopra:
                Zanda ha o no dichiarato «La sostituzione in commissione di Vigilanza Rai del senatore Paolo Amato è del tutto illegittima. Il Regolamento prevede la sostituzione di un commissario solo in caso di sue dimissioni, incarico di governo o di cessazione per mandato elettorale. Il senatore Amato non si è dimesso ed è quindi tuttora legittimo commissario della Vigilanza.» Non mi pare che abbia aggiunto che se il senatore venga cacciato dal capogruppo, oppure se ci si trova in Commissione Affari Costituzionali o Commissione Diritti e Doveri del perfetto golfista, sia tutto a posto.

                1. Diverse con regolamenti e compiti diversi il che non omologa le dichiarazioni di Zanda che perché rese in contesti diferrenti.
                  Poi non è che ogni volta che uno dichiara deve fare una lectio magistralis sulla casistica passata presente e futura.
                  Che insensatezza Rear…

            2. @paolo
              stiamo parlando di due cose diverse..la Commissione RAI e la Commissione per la riforma del Senato.
              paragone improponibile…
              e comunque mi pare che alla fine si sia sistemato tutto, con buona pace di tutti e la riforma procede, grazie a Dio..siamo stufi di aspettare..tu no? :)

  14. In questi giorni leggo cose interessanti

    Nella riforma fiscale:
    -Ticket sanitario in base al reddito
    -730 precompilati a domicilio come forma di semplificazione (e per me sarebbe una prima vera semplificazione)
    E poi la legge sulle unioni civili

    Certo che se ci fosse una legge sul lavoro diversa e l’annullamento di Tav e altre opere intuili a favore di opere piccole e diffuse di utilità per il territorio e la mobilità, sto governo si potrebbe quasi encomiare…

  15. @emmegi
    sto Governo stà facendo miracoli, considerando l’ostruzionismo trasversale…
    qui a parole tutti vogliono cambiare il Paese, a parole però….

  16. @paolo
    sbaglio o lo streaming era uno dei cavalli di battaglia del dopo elezioni 2013 dei 5 stelle??
    personalmente nemmeno io sono favorevole, ma vorrei ricordare che tutte le riunioni del PD sono rigorosamente in streaming…mentre non mi pare che accada la stessa cosa dalle parti di Grillo.
    come cambiano le cose….

  17. @paolo
    sarà pure fuffa..ma lui è entrato in Parlamento sbandierando ai 4 venti che “da oggi si cambia, tutto trasparente!!”
    Peccato che io in un anno e passa abbia assistito a più streaming del PD che dei 5 stelle…

  18. La storia dello streaming risolutore di problemi di trasparenza fa ridere i polli.. e gli argomenti e la dialettica ripresi da matteo qui sopra sono da manuale per il perfetto arrampicatore di specchi

  19. @emmegi
    eppure quando sono entrati in Parlamento, l’hanno preteso per sè e per tutti…espressione di trasparenza
    ha funzionato, per loro, forse la prima settimana…
    oggi non sanno nemmeno più cosa sia..

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