Per cambiare il futuro
La schiacciante maggioranza con cui si sono imposti i SI segna inoltre la vittoria della comunicazione via WEB su quella televisiva, da sempre in mano al tycoon berlusconi. Proprio nei giorni in cui la RAI si libera dei suoi uomini di maggior successo come Santoro e Fazio, colpevoli di essere voci libere all’interno del palinsesto, la televisione cede alla Rete e ai Social Network come Twitter e Facebook la capacità di informare e risvegliare le coscienze. Rispondendo al silenzio di RAI e Mediaset, il WEB è stato in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica e portare la gente a votare. Un altro guaio gigantesco per chi, come berlusconi, ha sempre legato il suo potere politico ad un uso strumentale e spregiudicato del proprio impero mediatico. Dopo anni di immobilità, si affaccia sulla scena un’Italia migliore, più giovane e con nuovi strumenti in mano per cambiare il futuro.
19 pensieri riguardo “Per cambiare il futuro”
Concordo su tutta la linea. Avendo contribuito attivamente, come privati cittadini, a contrastare i tentativi di boicottaggio del nano malefico e dei suoi accoliti politici e mediatici, possiamo rallegrarci del risultato. Ma non dobbiamo rilassarci: già oggi, come ultimi colpi di coda disperati di un dinosauro morente, stanno sferrando il contrattacco con il processo breve e la legge anti-intercettazioni. Non hanno ancora capito che non glielo permetteremo più, a costo di una rivolta popolare. Ignorare il vento che soffia sempre più forte non gli impedirà di venirne travolti.
Pattybruce sloggata.
la cosa bella è che dopo Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli, non è una vittoria di partito, ma di popolo. Un popolo stanco delle solite stronzate di Governo (e a volte di opposizione) che coglie l'occasione di poter dire la propria. Sono contento… forse questo paese si sta svegliando. Con calma, ma si sta svegliando.
PF1 sloggato
incredibile…avete usato il mio voto, legittimo, per dire di avere vinto…e poi dite di Berlusconi….rob de mat….ma ti pare logico??? lo chiedo a te, che mi sembri più in linea con Di Pietro che con quei fanfaroni della sinistra..ma ti pare sensato strumentalizzare un referendum popolare, a cui hanno partecipato tutti i cittadini?? per una volta sto con Di Pietro, forse l'unico che ha capito cosa sono i referendum…tutti a dare, giustamente dell'imbecille a Berlusconi che ha strumentalizzato le amministrative…Bersani e Vendola no eh??? mah…guarda che arrivare al punto di sentirsi tradito per il voto espresso, è un brutto segnale..manipolatori di voti…(non tu ovvio)
Che questi referendum abbiano avuto anche un significato politico non può essere negato, tanto è vero che il PDL ha tentato di boicottarli in tutti i modi, e poi di oscurarli nei TG.
Certamente il segnale è stato fortissimo, anche da parte degli elettori del centro destra che hanno sonoramente bocciato l'unico che sta va a cuore a B. e cioè il legittimo impedimento.
@piperyta
Erano così inutili 'sti referendum, inutile starne a parlare……….. redcats
Miche le Romano incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo tutt'ora in voga…
Ti dirò: prima mi stupivo del fatto che la gente continuasse indefessamente a votarlo, oggi mi stupisco del fatto che il suo strapotere massmediatico non faccia più presa sulla popolazione.
La realtà è che il declino era inevitabile. Forse non sarà celere, ma allo stato attuale è irrimandabile. E' iniziato con la D'Addario e le altre: da allora lo stesso Berlusconi è più stato lo stesso. Ha perso la verve, ha perso il fascino del piazzista. Sul palco, davanti agli italiani, è rimasta l'immagine di un vecchio satiro che tira fuori battutacce morbosamente da bettola,un vecchio milionario triste e solo, più da compatire che non ammirare.
Per anni si è costruito quell'immagine fasulla di invincibilità e ora ha finito per rimanerci intrappolato: ha perso i contatti con la realtà e le sue uscite estemporanee, fuori luogo, unite all'incapacità di ripulire la propria immagine, lo dimostrano.
Carlo
@Patty
Dovremo, come cittadini, essere sempre più vigili e reattivi. Compito dell'opposizione sarà invece quello di organizzarsi per far sì che alle prossime elezioni (che potrebbero esserci anche il prossimo anno) si arrivi compatti e credibili
@PF1
E' vero. E' una vittoria dell'Italia per bene che, stanca di subire, inizia a riappropriarsi in prima persona della politica.
@luigi
Non c'è nulla di incredibile. Mi pare che pyperita ti abbia già risposto benissimo. Io aggiungo solo che il fatto che parte dell'elettorato di centrodestra abbia disobbedito ai due leader della maggioranza, berlusconi e bossi, che invitavano a non votare, riflette la crisi del Governo. La Lega in particolare deve fare i conti con la base che non accetta più l'alleanza col PdL.
@pyperita
Perfettamente d'accordo!
@redcats
:)
@donburo
:))
@carlo
Sono d'accordo. Credo che tutto sommato avesse ragione Montanelli quando sosteneva che l'antidoto per berlusconi era quello di lasciarlo governare fino a quando gli italiani si accorgessero chi fosse. Dopo 17 anni finalmente la gente ha capito. berlusconi è, come ha intitolato l'Economist il mese scorso, l'uomo che ha fregato un Paese intero. Ora però è finita.
erano inutili i referendum, come ricorda redcats. tanto inutili che con tranquillità si suggerisce nei meteo, nei tg, di andare in gita che la giornata sarà di sole; il capo dice: io non vado a votare ed è legittimo!!! certo il quesito che innervosisce di più il capo era proprio il legittimo impedimento. ma come dice Travaglio anche gli italiani, come gli altri paesi, vogliono sapere se chi governa è un delinquente e non scoprilo a fine mandato!!!
quand è che han messo di credergli? mah! una bugia sull'altra han formato una montagna insostenibile anche per i più fiduciosi nelle sue potenzialità di far diventare ricchi tutti come lui!!!
Avrei preferito un'orgogliosa difesa delle ragioni del 'no' da parte di chi quelle leggi aveva approvato, piuttosto che il ricorso alla posizione ipocrita e un pò vigliacca dell'astensione: per la democrazia e la politica italiana è stato uno spettacolo avvilente, l'ennesima replica in 15 anni; alla fine, come era naturale succedesse, il fatto di 'prendere una posizione' ha avuto la megio sul 'non prenderne nessuna'. Su Santoro e Fazio, attenzione: non dimentichiamo mai che loro non fanno null'altro che vendere il proprio prodotto, e che l'azienda è liberissima di comprarlo o meno. Per conto mio, l'unica cosa che mi farebbe incavolare sarebbe se per compensare i mancati introiti pubblicitari aumentassero il canone, ma per il resto Santoro e Fazio non credo avrebbero alcun problema a trovare lavoro altrove. Se poi parliamo della RAI come servizio pubblico, beh, più che il liberarsi di Santoro, mi indigna di più il fatto che si insista su certi programma del pomeriggio…
@acquacotta
Concordo con te. Penso che si sia arrivati a saturazione per accumulo. Ora il tocco magico di berlusconi vale al contrario. E' sufficiente che lui dica di non andare a votare e molte persone fanno il contrario, solo per il diritto e per il piacere di opporsi a chi – come dice l'Economist, ha fregato per 20 anni un intero Paese.
@crimson
Prendo atto che per te il disegno di una televisione pubblica modello bulgaro, in cui si decantano le lodi di berlusconi e del Governo e si nascondono le notizie scomode a chi sta al potere, è problema di poco conto, fino a quando – naturalmente – ciò non va ad impattre sul tuo portafoglio, però io la penso molto diversamente. A mio avviso invece il pluralismo televisivo è questione centrale in qualsiasi democrazia che si rispetti. La RAI in quanto servizio è tenuto a garantire un'offerta informativa, oltre che di intrattenimento, di un certo tipo. Qualità e pluralità devono essere garantite, altrimenti si vive in un regime.
Sulla prima riflessione temo che, nonostante sia un segnale indiscutibile, non sarà sufficiente a frenare il cavaliere. Almeno finchè gli riusciranno i giochi di prestigio per rimanere a Palazzo Chigi, ci proverà in altri modi.
E non è certo una novità…
Il merito della vittoria va dato tutto ai movimenti e alla mobilitazione su social network, non c'è dubbio. Per questo ho personalmente trovato un po' irritante qualche dichiarazione del PD che tentava di attribuirsene una parte…
ormai sto governo, cosi com'è, è alla frutta, occorre una svolta, e spero che da domenica qualcosa accada….un ribaltone all'interno rmetterebbe tutto a posto…ti dirò di piu, tornerebbero pure i finiani..vedremo…la base leghista è infuriata, vediamo se serve a qualcosa…
RW, hai ragione, io il problema me lo pongo poco, perché come fonte di informazione principale uso Internet… mi rendo però conto che per molti, specie le persone anziane, che in Italia sono la maggior parte, non è così… Però, per quanto riguarda l'informazione credo sia necessario fare un discorso 'complessivo' che prescinda dalle persone. Ribadisco: se anche la RAI si tenesse TUTTI (Santoro, Fazio, Gabanelli, etc…), resterebbe il problema di un 'servizio pubblico', che la mattina e il pomeriggio continua a propinare programmi invedibili, in particolare quelli del pomeriggio, a base di 'casi umani' e cronaca nera voyeuristica. Se vogliamo parlare di RAI come servizio pubblico, di certo non possiamo dire che con Santoro e Fazio è 'libera' e senza è 'bulgara': questo non lo accetto, perché non si possono eleggere semplici persone a 'simboli della libertà'. Non è che il monopolio della 'pluralità' ce l'hanno loro, con tutto il rispetto: e nemmeno hanno il diritto a stare in tv vita natural durante: il loro atteggiamento è discretamente arrogante. Ribadisco: guardiamo all'offerta complessiva, alla qualità, a ciò che può essere servizio pubblico e ciò che non lo è (vivaddio mi pare che nella prossima stagione l'Isola dei Famosi salti), e prescindiamo dalle persone…
@NightTripper
Io sono più fiducioso e forse ci scriverò sù un post per spiegare perchè
@luigi
La base leghista è giustamente infuriata… difficile spiegare perchè si continua a sostenere berlusconi
@crimson
D'accordissimo con te sul problema di un servizio pubblico privo di qualità e di proposte culturali. Sicuramente nessuno ha il monopolio della pluralità, ma a ben vedere chi è che in RAI osa realizzare programmi non in linea con la linea editoriale imposta dal Governo? Santoro, Fazio, Floris, Gabanelli e Dandini (spero di non essermi scordato nessuno). Se alcuni di questi se ne vanno è evidente che si pone un problema di pluralismo, nel momento in cui si lascia più spazio a personaggi come Minzolini, Vespa, Ferrara, Sgarbi etc e nel momento in cui ben si conoscono le pressioni di berlusconi dirette a far chiudere certi programmi. Che poi a me o a te come spettatori non cambi molto vedere Fazio sulla Rai o su La 7 c'entra poco. CIò che è importante a mio avviso è fare in modo che il servizio pubblico sia davvero tale, sia in termini di qualità che di pluralismo
da lunedì si parlerà delle strepitose avventure sul pratone di Pontida..
ma da martedì scorso non so perché ogni tanto mi rimbomba questo in testa
http://www.youtube.com/watch?v=8gfodUdsAzQ
ciaociao
Attendo di vedere cosa succederà… ribadisco, bisognerà vedere il complesso dell'offerta, per limitarci solo a quella informativa, bisognerà vedere gli spazi e i conduttori di telegiornali, Talk-Show (in prima o seconda serata), strisce quotidiane, programmi di approfondimento e varietà. Il dubbio che mi viene è che, a prescindere dai Tg, ci possa essere una Rai non tanto 'disequilibrata', quanto sostanzialmente disimpegnata sotto il profilo informativo, perché al venire meno di certi programmi, si è dimostrato non essere possibile sopperire con analoghe trasmissioni di segno politico opposto, non essendoci in giro conduttori capaci di attrarre il pubblico… Non è un caso se al posto di Santoro non è previsto, a quanto pare, analogo programma di 'destra', ma una più prosaica serie televisiva…
@giovanotta
Evvai di trenino!!! :)))
@crimson74
Secondo me diciamo due cose distinte che sono egualmente importanti. Anche il fatto di "disimpegnare" la RAI da programmi di spessore culturale fa parte di un piano preciso che mira ad impoverire lo spettatore. Del resto è una manovra che si lega a quella diretta contro la scuola e l'università e che si pone l'obiettivo di costruire una società in cui la cultura non sia più un valore da perseguire.