I Classici del Cinema – Rosemary’s Baby

I Classici del Cinema – Rosemary’s Baby

La vicenda narrata è quella di una coppia [Mia Farrow e John Cassavetes] che si trasferisce in un appartamento di New York e scopre di essere vittima di una setta satanica che congiura contro il bimbo che la donna porta in grembo, aiutata in questo dal marito. Rosemary’s Baby [1968] di Roman Polanski è uno degli horror più riusciti della Storia del Cinema, in cui si ritrovano molti dei temi tipici del regista polacco: il tradimento, la corruzione, i confini della normalità, il disagio interiore. Ha avuto un successo tale da dare origine ad una serie di lungometraggi sull’occulto che è durata per tutto il decennio successivo.

Il suo aspetto più impressionante non è tanto la connotazione demoniaca, quanto piuttosto il fatto di essere calato in un’ambientazione quotidiana ed estremamente realistica, così da scatenare le paure più ataviche. Il tradimento del marito suggerisce l’idea che familiari ed amici possano trasformarsi nei nostri peggiori nemici. La protagonista scopre infatti di non conoscere le persone che la circondano e di non potersi fidare di nessuno, ritrovandosi senza alcuna protezione contro il male che ha invaso la sua vita. Manipolando le nostre paure esistenziali Polanski ha realizzato un capolavoro angosciante, con un cast magistrale, una colonna sonora indovinata, una sceneggiatura costruita con assoluta maestria ed una regia perfetta che fa intuire il male, senza però mai mostrarlo. Un lavoro indimenticabile in cui risulta impossibile non identificarsi con Rosemary e non pensare: «Potrebbe succedere anche a me». Negli anni il film ha assunto una fama particolarmente sinistra. Quasi sia stato profetico, è parso rimandare prima di tutto allo spietato assassinio della moglie di Polanski, Sharon Tate, incinta di 8 mesi, avvenuto nel 1969. Quindi all’omicidio di John Lennon del 1980, occorso proprio davanti al palazzo in cui la pellicola è ambientata.

12 pensieri riguardo “I Classici del Cinema – Rosemary’s Baby

  1. Mi mancavano le tue bellissime recensioni Rear.
    Questo film poi mi è sempre piaciuto moltissimo, è una storia mozzafiato che angoscia senza mai mostrare nulla di “splatter” e recitata benissimo (come dimenticare la “mia” Ruth Gordon?)

  2. @Ismaele
    Polanski è sicuramente riuscito a rendere estremamente inquietante un’ambientazione anonima e quotidiana come quella offerta dal Dakota. Anche se gli interni furono ricreati in studio….

    @maude
    E’ vero. Le interpretazioni dei protagonisti sono fra le cose più riuscite del film, ivi compresa quella della mitica Ruth Gordon che è assolutamente perfetta ad esprimere l’ambiguità del suo ruolo…

  3. Aggiungo che per noi donne, per forza di cose, l’immedesimazione con Rosemary è ancora più potente. Comunque inutile dire che ci troviamo di fronte ad un capolavoro horror, e non solo.

  4. e poi diciamo che ha aperto un filone…un film cult che rimarrà sempre nella storia del cinema…
    sempre scorrevoli e piacevoli le tue recensioni…
    un bacione alla piccola e un saluto alla consorte…:)

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