Da molto tempo sostengo che berlusconi costituisce un grave pericolo per la democrazia. L’uomo è sempre stato disposto a tutto pur di preservare il suo potere e difendersi dai propri guai giudiziari. Persino a farsi spregio delle regole democratiche. Affermare che senza la fiducia a Montecitorio si dovrà andare ad elezioni, ma soltanto per rinnovare la Camera dei Deputati, si inserisce perfettamente in questo solco. A parte lo sgarbo istituzionale al
Presidente della Repubblica che è l’unico che può decidere sullo scioglimento delle Camere, la soluzione proposta non ha precedenti nella storia della Repubblica Italiana e procurerebbe, fra l’altro, uno sfasamento temporale fra i due rami del Parlamento. Inoltre, se il voto producesse una sconfitta elettorale di berlusconi, il Paese si troverebbe con due Camere con maggioranze opposte, condannate a un lungo periodo di stallo ed inevitabilmente a nuove elezioni. Per fare un esempio recente, anche
Prodinel gennaio 2008 ebbe la maggioranza alla Camera e venne sfiduciato al Senato, ma allora si sciolse comunque tutto il Parlamento.
In realtà il Caimano sa bene che difficilmente Napolitano lo seguirà in questa sua mossa, che quindi va letta nell’ottica propagandistica di chi – ancora una volta – utilizzerà il proprio impero mediatico per affrontare la campagna elettorale nei panni della vittima, solo contro tutti: i magistrati cancro della democrazia, i giudici della Corte Costituzionale di sinistra, la Costituzione bolscevica, il presidente della Repubblica che sappiamo da che parte sta, Fini l’infame traditore, i giornali che non vanno letti perchè dicono solo bugie, la RAI indecente, l’opposizione illiberale. In questo momento di preoccupante emergenza istituzionale non posso che concordare con quanti sostengono la necessità di un’alleanza di solidarietà nazionale che comprenda PD, UDC e FLI, a salvaguardia della Costituzione e della democrazia.