Con grandi “se” e grandi “ma”
I risultati di queste recenti elezioni stanno convincendomi che Bersani sta all’acume politico, quanto l’orso Yoghi al Nobel per la Fisica Nucleare. Come è possibile, infatti, etichettare quanto uscito dalle urne come «una vittoria senza se e senza ma»? Non mi riferisco naturalmente soltanto alla discutibilissima ed urticante scelta lessicale di utilizzare una formula come “senza se e senza ma”, che è talmente logora da far apparire la prostata di Silvio come ancora incellophanata. Qui oltre la forma [che comunque in politica è anche sostanza] c’è molto peggio. Cè infatti l’incapacità di leggere gli umori della gente comune, che dappertutto vanno tranne nella direzione di premiare il PD.
Volendo essere cattivi, si può tranquillamente sostenere che il PD non ha vinto un bel nulla: sono gli altri ad aver perso. Cedendo ad una lettura più condiscendente verso il partito di Bersani, si può arrivare ad affermare che la vittoria dei democratici ha dei “se” e dei “ma” grossi come case. Ma oltre questo non si può certo andare! L’inossidabile dirigenza dovrebbe in questo senso ascoltare le opinioni dei propri rappresentanti più giovani. La Serracchiani ad esempio dichiara «Parma offusca ogni altra vittoria». Beppe Civati ricorda che se il PD non ha ancora fatto le primarie è solo perchè Bersani ha paura di perderle. Matteo Renzi incalza «Il Pd ha vinto la sfida dei numeri ma non ha convinto nella sfida politica. Se Bersani e i suoi colleghi segretari di partito si rendono conto che la somma di astenuti, grillini e outsider rende i partiti, tutti insieme, minoranza nel Paese, allora abbiano il coraggio di alcuni cambiamenti subito». Il centrodestra si riorganizzerà. La discesa in campo di Montezemolo è sempre più sicura. Il Movimento 5 Stelle è il secondo partito del Paese. Se il PD vuole vincere le prossime elezioni deve dare chiarissimi segnali di discontinuità rispetto al poco o nulla fatto sinora.
40 pensieri riguardo “Con grandi “se” e grandi “ma””
Sono d’accordo con quanto dici. Nonostante ci sia una richiesta di chiarezza di linea da parte degli elettori del PD, non si riesce a capire quale sia il programma. Inoltre non riescono proprio a dire qualcosa di sinistra, a cominciare dai diritti civili. Continuando così, con la vecchia logica e le stesse persone, non si va da nessuna parte.
concordo su tutto! il PD deve dare dei segni e anche molto rapidamente..
io continuo a sperare in un risveglio a sinistra del PD.. se so qualcosa ti informo..
(p.s. ma hai ancora tempo per scrivere i post?..
si vede che di notte riesci a dormire..auguroni ;-))
… si potrebbe dire del PD ” … se ci sei, batti un colpo …”, ovvero esiste un comandante sul ponte di comando?
@pyperita
Gli elettori del PD vengono raramente ascoltati dalla dirigenza, la quale evidentemente ritiene che sia uno spreco di tempo…
@giovanotta
In realtà i miei post sono già un pò diminuiti. Prima viaggiavo ad una media di 2/3 la settimana. Ora mi attesto su uno… e perdipiù, purtroppo commento molto meno i miei blog-amici! Quanto al “dormire”, sarebbe bene che anche il PD tornasse ad essere ben sveglio e reattivo!! :)
@camoscio
Esiste una dirigenza, composta da vecchie cariatidi sempre più in dissonanza con le opinioni dei propri rappresentanti più giovani…
Se è stata vittoria, è vittoria di Pirro.
Il bersaglio grosso, le politiche del 2013, temo che sfuggiranno di mano.
La sconfitta di Parma e la vittoria tutt’altro che esaltante di Genova sono due campanelli d’allarme molto forti…
Come ha detto un ispiratissimo Crozza, è stata «una vittoria senza par e senza ma»!
Contrariamente a Bruno, credo che il prossimo governo nascerà sotto il vessillo del PD, salvo che Bersani e i suoi non continuino a darsele sui gioielli di famiglia, il ché poi accade ogniqualvolta rilasciano qualche dichiarazione…
Certo è che fa riflettere -e personalmente mi preoccupa- il rifiuto di ieri, da parte di Bersani, di presenziare alla trasmissione televisiva In Onda assieme a Vendola e Di Pietro. Evidente segno che il PD è ancora in imbarazzo e non ha capito/scelto con chi schierarsi.
E’ vero che un’alleanza a sinistra riporta alla memoria la fallimentare impresa dell’Unione, ma dovrebbero anche considerare due cose:
1-l’alleanza con il terzo polo oggi può dirsi più inutile che mai, visto che l’inutile movimento di Fini, Casini e Rutelli s’è dissolto come il PDL;
2-nei comuni in cui è stata riproposta la foto di Vasto, PD+IdV+Sel hanno vinto senza difficoltà…
@Bruno
Anche io sono piuttosto pessimista…
@Carlo
Non aver ancora compreso che l’elettorato del PD difficilmente seguirebbe il partito in una bizzarra alleanza con Fini, Casini e Rutelli, non depone per nulla a favore della dirigenza. Inoltre, fra un anno il centro sarà affollato come Riccione d’estate e dubito che il PD potrebbe risultare credibile in mezzo a Montezemolo ed il Terzo Polo. L’unica via, logica, autorevole ed insieme fruttuosa, è quella di porre le basi per una coalizione forte e coesa con Vendola e Di Pietro.
A me sembriamo quelli che siccome s’è rotto il treno continuano a correre sulle rotaie invece di prendere l’autobus – ricorda Rear che nella fuga devi spingere il passeggino –
Intanto la lista Montezemolo ha,per personaggi contattati, stile e obiettivi, struttura dichiaratamente alternativa alla sinistra,non credo che questi presupposti lascino spazi a possibili alleanze. A parte l’identità socialdemocratica che il PD va perseguendo e che già dovrebbe delineare un futuro di fantastiche e solide alleanze a sinistra.
Bersani,inoltre, ha sempre detto che aperture a Casini sarebbero state possibili su problemi specifici il che in lingua italiana non vuol dire alleanze strutturate ma, in soldoni, quel che succede un po’ dovunque nei governi locali quando si vogliono perseguire particolari obiettivi.
Non vedo per quale motivo, siccome Di Pietro c’ha le fregole – non Vendola che da questi penultimatum si è smarcato due ore dopo la fine della nota trasmissione seguita in tutto il mondo “In Onda”cui Bersani non ha partecipato determinando scompensi e stracci delle vesti – bisogna assecondarlo.
Qui si rivolta il mondo, non si sa con quali listoni nazionali, cartelli, patti di desistenza, coalizioni – vedi tu quante variegature strategiche e politiche può avere il termine alleanza – né si è capito con quale legge elettorale né come si organizzerà quel che resta della destra, e noi dobbiamo scoprire le carte solo per correre a In Onda a portare un ansiolitico a Di Pietro?
Che se lo faccia somministrare da mammà.
Il quadro è troppo fluido e mutevole, piuttosto che pensare al Risiko si dovrebbe vedere in che modo si può interpretare il disagio e il malcontento cercando di restituire un po’ di fiducia agli elettori, riportandoli a votare. Non come ci si distribuisce il consenso dei soliti. Ovvero come si può mettere a profitto la sconfitta dell’avversario.
Stendo un vel pietoso sulla contabilità delle vittorie e delle sconfitte e sulle responsabilità attribuite in via esclusiva a Bersani nel momento in cui dovunque o quasi si era in coalizione e dovunque si sono fatte le primarie.Poi ci si lamenta se Bersani invece di andare dai Letterman de noantri ha preferito mandare la sua foto grandezza naturale.
se non vince stavolta, non vincerà mai piu…credimi….
@sed
“…si dovrebbe vedere in che modo si può interpretare il disagio e il malcontento cercando di restituire un po’ di fiducia agli elettori…”, non pensi che un modo per fare ciò che scrivi sia proprio adottare una linea politica chiara, questa sì “senza se e senza ma”, e portarla avanti sino in fondo? Non pensi che possa aiutare anche fare ciò ch,e sia la base, sia diversi giovani esponenti del PD chiedono da tempo a gran voce? Mi riferisco naturalmente alle primarie?
@luigi
Lo temo anche io…
Secondo me ci si pone una marea di falsi problemi confondendo allegramente base del partito con elettorato,minoranze con maggioranze interne in un blob che certo non aiuta la chiarezza.
Civati Serracchiani e Renzi non hanno votato Bersani al congresso – come me, del resto – e anche se, in quanto minoranza, non sono stati relegati nelle cantine ma ricoprono ruoli dirigenti, è ovvio che siano in disaccordo col Segretario che non hanno contribuito ad eleggere e che tuttavia continua ad esprimere la maggioranza ( se sono gggiovani loro sono altrettanto ggiovani anche Fassina, Boccia,Zingaretti, Giacchetti…tutta gente che magari si mette meno in evidenza ma ha egualmente stoffa di classe dirigente)
Le primarie non mi sembra siano in questione – lo saprei,che dici?- quanto alla linea chiara in genere la si evince dai comportamenti piuttosto che dall’enumerazione dei punti programmatici. A me sembra che siamo in alto mare più sui temi detti malamente sensibili che sul grosso delle questioni economiche e della crescita.Del resto l’elettorato che sta a casa non va certo catturato con il diktat del politburo e visto che ha connotazione variabile, avrebbe forse bisogno di vedere luce sotto il profilo dell’etica, del rinnovamento della classe dirigente e della governabilità.Ma dico subito che se gl’intellettuali di riferimento sfuturi ono quelli indicati come gggiovani, rottamatori o meno che siano,faccio tanti auguri al Partito e mi iscrivo al club dell’uncinetto.Almeno imparo una cosa nuova.
@sed
Pardon: avevo in mente elettorato ed invece ho scritto base. Non metto in dubbio che il tuo osservatorio sia attendibile, però il fatto che ai vertici ancora non sia stata detta una parola di chiarezza sulle primarie, certo non aiuta, secondo me. Quanto al resto, staremo a vedere. Registro solo che dall’altra parte si percepisce un certo fermento, mentre qui invece tutto pare immobile. Poi magari non è per nulla così nei fatti, ma se alla gente così arriva, un qualche problema ci sarà pure…
Bersani ha già dichiarato in sede ufficiale di essere disposto a rinunciare alle prerogative statutarie che vogliono il segretario del partito “candidato naturale” a premier e non ha mai mai mai e poi mai messo in forse le primarie.Chi ne ha notizia, produca…magari mi sono distratta.
Riassumendo : nell’eventualità di partecipazione alle elezioni del solo PD e ci fossero candidature alternative,le primarie si farebbero.In caso di coalizione, idem.
Ad ogni buon conto, oggi c’è Direzione Nazionale, i ggggiovani sono tutti e tre membri effettivi, le correnti e gli spifferi sono tutti rappresentati, staremo a sentire cosa ci diranno.
Mi pare che le fermentazioni altrui si riducano più ad annaspare con lanci di proposte – una al giorno -che altro.
Qui si cerca di procedere democraticamente : i cambi,i listoni, le variegature non dipendono dai ghiribizzi del capo ma vanno certificati da una maggioranza democraticamente eletta.
In politica ci vogliono nervi saldi e certezza delle sedi.Altrimenti si rischia la frantumazione, cosa che spesso accade a causa di un dibattito che tiene conto più delle sensazioni e delle dietrologie che dei fatti.I problemi non mancano, non vedo perché dobbiamo andare a comperarcene altri con i soldi nostri.
@sed
Prendo atto di quanto dici, però leggo anche sui principali quotidiani (fra cui l’Unità, che riporta vari virgolettati) che l’affaire primarie è tutt’altro che risolto. E visto che le prossime elezioni si terranno in primavera, non mi pare così irragionevole pretendere che si fissi al più presto una data precisa.
L’affaire primarie può non essere risolto in termini di regolamentazione – e ce ne sarebbe di estremo bisogno, viste certe esperienze al sud – ma non è mai stato in questione se tenerle o meno.In definitiva sono uno dei capisaldi del PD -poi ci sarà magari qualcuno nelle retrovie che non le gradisce…e vabbé …ma la voglio proprio vedere una posizione ufficiale di netta contrarietà.
uffa.
sarebbe carino se, invece di giocare a chi la fa più lontano, i dirigenti ggiovani e meno ggiovani studiassero e si accordassero su una linea comune per lo sviluppo del paese.
a volte rimpiango il centralismo democratico …
Mi pare che la tendenza invece sia la frantumazione, se si realizzassero tutti i listoni e i listini,altro che primarie,ci vorrebbe un pool di vigili urbani.Oggi nuova proposta di Micromega ( speriamo che anche Rakam non si metta a proporre) primarie di singoli candidati controllate da un collegio di garanti.Entro giugno.Ma di quale anno? Questi mica si rendono conto..
Comunque la migliore è quella di Emiliano : listone con Grillo e Montezemolo.(le cozze le porta lui,De Magistris pensa alle donne, se trovano anche chi pensa ai dischi di Little Tony sono a posto).Secondo me gli elettori così si confondono.
@sed
Speriamo allora di avere presto una dichiarazione ufficiale su quando si intende realizzarle. Se saranno solo del PD o di coalizione e, in quest’ultimo caso, quale sarà la coalizione…
P.S.
Quanto al signor Tony Little, potrei magari fare qualcosa io… :)))
@gatta
Appunto…
Sul blog di Civati c’è una proposta di ordine del giorno per la Direzione che purtroppo non si può tenere causa terremoto. A parte che non spiega che la medesima è da sottoporre all’assemblea per essere votata – due volte,una per l’inserimento all’ordine del giorno e una nel merito – (brutti sciattoni, disordinati che non sono altro) ma si parla di ottobre 2012 per le primarie il che è una data ragionata e compatibile con le scadenze.Ottobre primarie, primavera votazioni.E’ consigliato l’abito di mezza stagione e la scarpina comoda ( per le file)
a me la tua critica sembra francamente eccessiva: gli altri hanno perso, d’accordo.
ma da qui non si può concludere che il PD “non ha vinto” solo perchè gli avversari non erano all’altezza. il PD ha vinto eccome e alcune sconfitte (Parma e Palermo, Genova non posso considerarla tale!) non possono offuscare i risultati.
solo perchè il PDL e la Lega vanno male dovremmo ritenere che le vittorie del PD non contano come tali????
sicuramente ci sono dati importanti da studiare e comprendere (come sai, io sul territorio l’ho fatto), sicuramente ci sono state carenze del partito e ci sono svariati “se” su questa vittoria. ma almeno non vendiamola come qualcos’altro!
condivido comunque alcune serie critiche come quelle che citi, e se non l’hai visto ti consiglio l’ottimo articolo di Concita DeGregorio su repubblica
http://www.repubblica.it/politica/2012/05/24/news/vincere_male_tormento_pd-35798943/index.html?ref=search
@sed
Se fosse ottobre, sarebbe perfetto, direi..
@redpoz
Wow… non ho mai avuto un commentatore dalla Tanzania! Arguisco che hai risolto i problemi con Internet! Fantastico!!! :)
Quanto al merito, beh… io ho scritto: a voler essere cattivi si può dire che il PD non ha vinto. Se invece non si fa i cattivi, emerge comunque un giudizio di vittoria condizionata che è quello espresso da Renzi e company. Giudizio che mi trova d’accordo e che mi pare condiviso anche dall’ottima De Gregorio! Ciò che io critico è il tentativo di rappresentare quanto uscito dalle urne come una vittoria “senza se e senza ma”. La gente non è tutta stupida e a guardar bene i “se” e i “ma” li trova eccome!!!
Sei più sereno? Mi fa piacere.
Allora spiegami come se io avessi ottant’anni perchè dovremmo votare un ordine del giorno che impegna il partito a fare le primarie con qualsiasi sistema elettorale quando questo è quello che già facciamo, visto che ai comuni abbiamo un tipo di sistema ,alle regioni un altro, alle politiche un altro ancora e nelle regioni a statuto speciale un altro ancora.E sempre primarie abbiamo fatto.
Vediamo di che pasta sono fatte le critiche.
( se non si fosse capito : l’insofferenza è data dal fatto che se queste sono le obiezioni – Conchita compresa coi suoi scenari di allegra dialettica interna – la sottoscritta,D’Alema Bersani e Turco, se li tiene a vita)
mah, diciamo che i problemi li sto affrontando uno alla volta…. per ora internet va e viene all’ostello, appena “accasato” prenderò una chiavetta, ma per ora l’alloggio viene prima di tutto!
ma, tornando al PD: sconta i problemi che scontava anche prima, profittando ovviamente del fatto che ora alcuni problemi sono evidenti (erano presenti già prima) anche per gli avversari.
di conseguenza, questa vittoria condizionata non aggiunge né toglie nulla allo stato del partito… anzi, secondo me ci permette di essere ottimisti: mostra che una discreta parte dell’elettorato ancora risponde alle sollecitazioni del PD.
il che ancora non significa che queste stesse siano sufficienti…. come mesi fa, restano vari punti sui quali il PD deve lavorare (comunicazione, programma, reclutare nuove forze). insomma, noi tutti confidiamo vi riesca.
@sed
No… tutta la vita, noooooooooooo!!!! ;)
@redpoz
Sono d’accordo con la prima parte del tuo intervento. Quanto all’ottimismo, mah… io invece sono piuttosto preoccupato, perchè temo che quel lavoro a cui tu alludi, il PD pensi che non sia necessario farlo, perchè tanto si è vinto “senza se e senza ma”…
In bocca al lupo per la ricerca di un alloggio!
Ricevo una convocazione per discutere particolari organizzativi delle primarie, qui da noi – Roma immobile e ladrona : zona centro storico – siccome non abbiamo bisogno ne’ di mamma ne’ di papà, abbiamo già deciso di selezionare i candidati tramite consultazione a tutto campo. Sono invitati un paio di papaveri della direzione forse tre .Voglio vedè chi osa eccepire ( e senza tanti piagnistei per piacere né blog né twitter né interviste ai principali quotidiani)
@sed
Ottimo!!!
Intanto leggo su “Il Tempo”: «Da ieri non è più solo il “rottamatore” Matteo Renzi a chiedere che si svolgano le primarie a ottobre. Un gruppo trasversale ha infatti annunciato la presentazione, nella direzione di lunedì, di un ordine del giorno fondato su tre punti: una consultazione popolare “aperta” per decidere la premiership da celebrare a ottobre; primarie per scegliere i parlamentari qualunque sia il sistema di voto; limite di tre mandati per tutti (attualmente lo Statuto del Pd prevede la non ricandidabilità di chi ha sulle spalle tre legislature salvo deroghe). A firmarlo i “quarantenni” Giuseppe Civati, Paola Concia, Sandro Gozi, Ivan Scalfarotto, ma anche alcuni deputati molto vicini a Romano Prodi come Sandra Zampa e Giulio Santagata. Non solo, ma Arturo Parisi, altro prodiano doc e fimartario assieme a Giorgio Airaudo, Paolo Flores d’Arcais, Margherita Hack e Gad Lerner di un appello che chiede “Primarie di coalizione subito!”, applaude: “L’ordine del giorno mi trova totalmente d’accordo. Rinviare oltre il prossimo mese la indizione delle elezioni primarie, quelle per la premiership e quelle per i parlamentari, rende impossibile il loro svolgimento in ottobre e mette le premesse perché le elezioni primarie non vengano più fatte o peggio fatte per finta”. Insomma il pressing su Bersani comincia ad avere una certa consistenza».
Infatti a scanso di equivoci il mio segretario, che è un gentiluomo, ha ribattuto con ulteriore comunicato :
NB . Non si discute se ma come. (sottinteso fare le primarie)
Considera che parliamo di un circolo bersaniano al 90 %.
Nessuno dei gruppi descritti dal Tempo chiede cose impreviste e imprevedibili e potrei citarti altri movimenti interni/esterni che propongono chi questo e chi quell’altro ( la mia casella è piuttosto intasata in questi giorni).
Il che però mantiene aperta ancora di più la questione del come
Ora se t’interessa il mio parere, chiedere le primarie – che tutti sanno non essere in questione – solo per accelerare una decisione sulle alleanze, non servirà a far decidere la segreteria a sciogliere il nodo,in tempi brevi.
Intanto perché se uno vuole qualcosa lo chiede direttamente meglio ancora se è esponente di una direzione politica ai massimi livelli in cui atteggiamenti rivendicativi dovrebbero essere banditi e poi perché ognuna di queste istanze sottace un atteggiamento di sfiducia che, pur da oppositrice dell’attuale dirigenza,non posso apprezzare.
Non ci piace il segretario e la segreteria eletta (a furor di popolo) appena tre anni fa?Lo si sfiduci e se ne metta un altro.Diversamente si combatta con lealtà. Non si insinui che la data delle nozze non viene pubblicata perché lo sposo vuole un ‘altra.
Lo scenario è abbastanza penoso almeno per me che di queste diatribe con gioco di carambola comincio ad averne l’archivio pieno ( e nessuna porta mai lontano,credi)
Il Pd non vincerebbe nemmeno se fosse lista unica…
@sed
Io non trovo affatto irragionevole che si chieda una parola di chiarezza anche sulle alleanze. C’è infatti una differenza non da poco nel correre con Fini, Casini e Rutelli, piuttosto che con Vendola e Di Pietro. C’è un’enorme distanza “ideologica” (se mi si passa il termine) che, secondo me, porterebbe il PD ad essere “da grande” una cosa piuttosto che l’altra. Dato che – per fortuna – il rischio di un pericoloso attacco alla democrazia da parte di berlusconi ed i suoi, si è fortemente ridotto, non vedo alcuna ragione per apparentarsi col Terzo Polo. Personalmente – e come me tanti (la maggioranza?) – non sarei mai disposto a votare il partito se questo si trovasse coinvolto con personaggi di cui condivido ben poco. Capisco il punto di vista di chi – come te – sostiene che la situazione è talmente fluida che decidere oggi sarebbe prematuro, ma la mia posizione è più… come dire… ideologica (se mi si ripassa il termine).
@donburo
Ahinoi… :)
oggesù non mi spiego bene : siamo noi che dovremmo chiedere una parola di chiarezza agli estensori dell’ordine del giorno in quanto parte di un organismo dirigente con ruoli mica tanto defilati rispetto ad una Livia Turco (esempio qualsiasi).
I partiti si rinnovano se ascoltano gli elettori, la società, non le conventicole, le faide e le fronde interne.Quelle sono roba vecchia,fanno parte dell’affresco, ma da decenni mica si sono inventati niente
Allora qual’è il problema?Che Renzi – o chi per lui – vuole sfidare il segretario e proporsi come Premier? E che lo faccia. Ma quante fibrillazioni vuole alimentare per eseguire questa piccola semplice operazione?
Per me la situazione è fluida ma Casini non c’entra essendo chiaro pure ai sassi che un’alleanza strutturata non è in questione.
Rispetto alle primarie invece è necessario sapere per esempio se ci saranno o meno liste e listini,la frammentazione può avere esiti insperati se non governata.
Quanto allo scetticismo (tuo e del tuo commentatore) rispetto alla vittoria,resto in attesa di sapere se e quanto siete disposti a scommettere.
@sed
Io penso che la vittoria ci sarà quando si sarà in grado oltre che di capire gli umori e le tendenze del proprio elettorato, anche di seguirli. Se a nome del segretario del Partito mi arriva un mail intitolato “una vittoria senza se e senza ma”, io ne deduco che siamo lontani anni luce dalla condizione che ho indicato prima. Da qui ad un anno vorrei:
A) che si abbandonassero formule tipiche di una vecchissima politica di autoincensamento in cui un 6 e mezzo diventa puntualmente un 10 e lode
B) si evitasse in questo modo di prendere in giro chi sa che le cose non sono esattamente come si intende dipingerle
C) soprattutto si dimostrasse di avere rispetto per il malcontento che fasce più o meno ampie del proprio elettorato hanno nei confronti del partito
D) e di conseguenza si dessero alcune risposte che da tempo vengono invocate
A mio avviso, se questo percorso non verrà intrapreso al più presto, e se dalle parti del centrodestra saranno in grado di mettere in piedi uno scenario nuovo e credibile, si perderà ancora una volta.
Secondo me invece vince chi riesce a parlare al massimalista che dorme dentro ognuno di noi.C’è persino chi apprezza Di Pietro – obiettivamente di destra e che guarda a sinistra per opportunismo – piuttosto che mettersi con pazienza a cercare di capire che un sano riformismo non è il massimo dello smart ma pur faticosa è l’unica via possibile per non perdere tutto.
In realtà dopo l’espressione se e ma della nota mail seguiva una valutazione sui numeri con tanto di grafico.
A me non ha fatto né caldo né freddo ricevere la solita propaganda post elettorale, tu ti sei sentito preso in giro, a quanto capisco.
La verità è che qualunque cosa si faccia non va bene. Forse questo Partito non ti rappresenta abbastanza.Senza polemica : forse è il caso di guardare altrove.
Per conto mio non registro disponibilità a recepire le duemilatrecento argomentanzioni e quel po’ di sano realismo che si cerca sempre di introdurre quando il volo diventa un po’ troppo pindarico.
Piuttosto che questo perenne tiro al piccione meglio iscriversi alla mailing list di Vendola o chi per esso.
@sed
Questo partito non mi rappresenta più da un paio di anni, infatti ho già votato altrove senza neppure troppo dispiacere. Il punto è che se si vuole che in Italia la sinistra vada al potere, si deve necessariamente passare per il PD. E se il PD intende vincere, deve recuperare credibiltà e numeri (solo qualche anno fa si veleggiava sopra al 30%).
Il 33% prego,con il tanto vituperato Veltroni, che guardava con sospetto alle alleanze a sinistra. E che si è dimesso per non continuare ad essere impallinato ( anche da Bersani, tra gli altri),procurando non pochi scompensi.
Non voglio difendere nessuno né girare il coltello nella piaga ma c’è qualcosa di ambiguo nel tuo discorso.Vuoi lanciare un’ OPA sul PD?
Non è più semplice lavorare per far crescere il partito che più ti corrisponde?Guarda che è un errore pensare che chi sta a casa e non vota sia di sinistra e non aspetti altro che la svolta per tornare a credere.
Come pure è un errore il convincimento che la medesima svolta si auspichi tra le file degli iscritti.Alla fine del ballo la democrazia è anche un problema di numeri.E in questo partito quando ci si conta non è mai come è sembrato, fidati.
@sed
Sicuramente abbiamo due osservatori differenti, e non c’è dubbio che il tuo sia più attendibile del mio. Tuttavia, sia nella mia cerchia “reale”, che fra le persone in cui mi imbatto o mi sono imbattuto in anni ed anni di presenza in Rete, la mia posizione o la posizione di chi ha semplicemente smesso di votare provenendo comunque dai DS o – a volte – prima ancora dal PC, non è così infrequente. Ho apprezzato Veltroni. Dopo le sue dimissioni, mi pare che il Partito abbia lentamente ma progressivamente perso terreno, credibilità e coesione.
Non so, a me Bersani e Alfano mi pare quasi siano fuori dal mondo. Casini, vabbè, quello suo un altro pianeta c’è nato, ma Bersani e Alfano sono incredibili. Alfano sembra un automa, un robot che parla, parla, dice sempre le stesse cose senza rendersi conto di quello che gli succede intorno; Bersani invece mi fa arrabbiare ancora di più, perchè con le sue frasi decise, drastiche (“abbia vinto senza se e senza ma”, “non gli passi per l’anticamera del cervello che faremo passare quel provvedimento”) finisce solo col rendersi ridicolo. Mi chiedo, ma ci sono o ci fanno? Ormai l’unico che mi riesce un pò più credibile è Di Pietro…
Diciamo che la disaffezione di sinistra è più rumorosa e visibile,l’importante è prendere atto che l’universo astensionista è composito e va dall’insopportabilmente qualunquista allo scettico al disilluso passando per chi ritiene che giocare a criticare tutti sia infinitamente più comodo che prendere posizione.In ognuno però ha giocato un ruolo chiave l’immobilismo di questi anni.Ci sono problemi irrisolti quasi in ogni famiglia.La fiducia non può tornare di colpo.
Non so se a questo punto basterà che i partiti facciano quel che promettono in ordine alla propria regolazione o finanziamento o quel che è.La situazione è molto compromessa e sfilacciata e il dibattito di questi giorni sulle alleanze o sulle strategie o sulle dinamiche interne,ne è la prova.
Quando mai un passaggio burocratico come la messa all’ordine del giorno di un argomento sarebbe stato interessante per quasi tutta la stampa.
Ora io spero che il segretario,come promesso, voglia riportare in assemblea nazionale la modifica statutaria del “candidato naturale” così la facciamo finita con i piagnistei.Le primarie non possono andare oltre ottobre- novembre per questione di tempi tecnici, a quel punto si vedrà come e se la classe dirigente può essere rinnovata o se ci dobbiamo tenere la solita zuppa ( democraticamente eletta, nessuno ci puntò la pistola,all’epoca).La scrivente resta in attesa di conoscere i singoli progetti.Che non vede.
@MonsieurVerdoux
Di Alfano fa un’ottima parodia Crozza. Lo immagina parlare solo grazie ad un auricolare che riporta le parole di berlusconi. Solo che, essendo l’ex premier così amante dell’universo femminile, le frasi di carattere politico si mescolano ad altre… come dire… più prosaiche! :))
@sed
Sono d’accordo. Una cosa pare certa: è che se i partiti intendono veramente superare questa fase di profonda disaffezione e sfiducia devono obbligatoriamente passare per decisioni e scelte di grande discontinuità. Si veda Hollande che ha iniziato il suo mandato con il taglio del 30% dello stipendio dei membri del Governo. Un (piccolo?) segnale, forse anche un pò demagogico, che però può dare idea dell’indirizzo che si vuole intraprendere. I nostri non riescono a fare neppure questo…