To Rome with Love

To Rome with Love

Poter assistere ad un nuovo film di Woody Allen dopo solo 4 mesi dal precedente è un regalo. Un regalo che diventa addirittura unico, quando poi si considera che la pellicola è stata girata a Roma e segna il ritorno del regista newyorchese davanti alla macchina da presa dopo ben 6 anni e – per le cose di casa nostra – dopo la scomparsa di Oreste Lionello. Iniziamo allora col dire che Leo Gullotta, a cui è stata affidata la titanica impresa di sostituire la voce italiana di Allen da oltre 40 anni a questa parte, se la cava dignitosamente e riesce a non uscire stritolato dall’inevitabile confronto col timbro inconfondibile che Lionello aveva donato all’autore di Manhattan.

To Rome with Love non è fra le cose migliori del tour europeo di Allen [penso a Match Point e Midnight in Paris, ma anche a Scoop], però si tratta comunque di un lavoro godibile, abbellito da un cast ricchissimo. E’ una commedia simpatica e spensierata, virata verso una cifra surreale, forte di uno degli attori migliori nello specifico. Ma è proprio da Roberto Benigni che arriva un’inaspettata nota di scontento. L’attore toscano infatti appare troppo legato e privo della sua vena più graffiante. Il film gira attorno a 4 differenti storie a cui le bellezze incantevoli della città eterna fanno da sfondo. Roma non viene ritratta con una lente necessariamente aderente alla realtà [come del resto già successo con Londra, Barcellona, Parigi, e la stessa New York], ma così come si lascia ammirare dalla sensibilità speciale e dagli occhi sinceri di un regista americano. Allen tiene per sè il meglio ed il suo episodio è quello più divertente. In effetti basta vedere il suo volto, sospeso fra la goffaggine e lo sconforto, ed ammirare la sua straordinaria mimica facciale perchè un film non propriamente indimenticabile diventi un appuntamento imperdibile. 

29 pensieri riguardo “To Rome with Love

  1. Benigni è oramai una maschera con un’autonomia interpretativa ( e autoriale) impensabile in qualsiasi film, men che meno nel film di uno che sa esattamente ciò che vuole e lo trasmette agli altri impartendo brevi ma precise ed educatissime disposizioni.
    E quale attore mai direbbe a Woody Allen :
    ” E se invece facessimo così?”
    Il risultato è un Benigni poco riconoscibile ma secondo me molto in parte
    Per ragioni non solo personali e riconoscendone i limiti amo molto questo film.
    E siccome semo romani quindi storicamente abituati a pellegrini, poeti, pittori, viaggiatori e riminesi che dicono la loro su di noi, stiamo a vedere dove vogliono andare a parare con l’aplomb soddisfatto che ci contraddistingue.

  2. Sono d’accordo, non è uno dei suoi lavori migliori, ma piacevole e divertente. Del resto una pellicola minore di Allen è sempre un gradino più in alto rispetto a certe commedie che appaiono e scompaiono nei cinema ;-)
    E’un film corale, dove inevitabilmente storie e personaggi sono abbozzati, volutamente imprecisi, macchie di colore sulla tela. Ho trovato perfetta Judy Davis nei panni della moglie di Allen: un’ottima spalla!

  3. @sed
    Ma è proprio perchè Benigni è così in parte che ho avuto questo piccolo disappunto. In realtà Allen affidando quel ruolo al nostro attore ha dimostrato di sapere precisamente quale sia il genere di personaggio in cui Benigni eccelle (e che – diciamolo – è anche l’unico). Lui è insuperabile quando si tratta di fare l'”alieno”, quello che è diverso o vede le cose diversamente dagli altri, oppure quello che viene scambiato per un altro. Un ruolo, declinato in modi diversi, su cui ha fondato la sua carriera cinematografica. E’ come se Allen gli avesse cucito un abito su misura, ma poi lo avesse dissuaso dal farci le solite “capriole” che altrimenti lo avrebbe sporcato.
    Poi ovviamente sono d’accordo… chi è che direbbe al genio ”E se invece facessimo così?”… :)

    @Adam’s Rib
    Judy Davis è una delle attrici preferite da Woody… ha lavorato con lui almeno in altre 3/4 occasioni…

  4. Hai letto la recensione di Denise Pardo su “l’Espresso”? da quanto ho capito, ha aspramente criticato Allen per aver fatto una carrellata di vetusti stereotipi sull’Italia….

  5. Come sempre, non perderò il film di Allen, anche se devo dire che fatico a immaginarlo con una voce diversa!
    Una curiosità:è vero che tra gli attori italiani c’è anche Riccardo Scamarcio? perchè nell’elenco degli attori non trovo traccia del suo nome ma così avevo sentito…

  6. A parte la perfomance di Allen, a cui si vuol bene sinceramente, ho trovato interessante alcune cose dell’episodio di Benigni, soprattutto nella prima parte.
    Delusione totale per i due episodi-rifacimento: “Anything Else” aggiornato a Roma e il canovaccio de “Lo Sceicco Bianco”… sto ancora chiedendomi il perché.

    In ogni caso hai ragione, anche un film non sufficiente come questo resta ben sopra quello che comunemente si vede al cinema oggigiorno.

  7. @redpoz
    Devo dire che molti critici si concentrano sul fatto dei clichè e delle cartoline, dimostrando in questo modo di conoscere poco il cinema di Allen. Le città che fanno da cornice ai suoi film non sono mai viste in modo realistico, ma trasfigurate secondo la sua sensibilità. Nel modo in cui regista vede Londra, Barcellona, Parigi, Roma ma anche New York stessa, è evidente un amore che le colloca in una dimensione altra da quella quotidiana.

    @Tiziana
    In effetti nei primi minuti in cui Allen è in scena si prova un senso di straniamento nel sentirlo parlare con un’altra voce. Gullotta però ha fatto uno ottimo lavoro e ha saputo cogliere il timbro originale del regista, con le sue tipiche incertezze e balbettii. Scamarcio fa una piccola parte di pochi minuti, ma è bravo e strappa pure qualche risata.

    @damiani
    Sicuramente la critica alla superficialità dei mezzi di comunicazione e alla facilità con cui si diventa famosi in una società come la nostra è intrigante e degna di nota. Gli episodi che citi sono i meno interessanti (specie quello con Eisenberg e Baldwin), però credo che l’omaggio a Fellini sia sicuramente sincero.

    @Maude
    E’ una straordinaria occasione… anche se poi in realtà i due non recitano insieme. Le 4 storie infatti si muovono parallele e non si incrociano mai…

  8. Ciao!
    Lo vedrò credo mercoledì…….
    poi ti dirò la mia sensazione!
    Vedo in rete che la critica è un pò divisa riguardo a questo film, mentre per Midnight in Paris (che non ho visto) o Match Point la critica era nettamente più compatta.
    Buona serata!

  9. @ Sed: la tua argomentazione, che sviluppi anche nel tuo blog, è certo fondata. Ti rispondo da te.

    @ Rear: sicuramente la Pardo non è una critica di cinema, né un’esperta di Allen. Ma per quanto capisca la tua interpretazione di “trasfigurazione” secondo l’ottica del regista, continuo a concordare con la giornalista: andiamoci piano con gli stereotipi…. tanto più che non sono affatto modelli surreali, bensì vecchi ed abusati cliches sull’Italia vista dall’estero 70 anni fa. Mancava solo il mandolino….

  10. @pavelo
    La critica è divisa perchè il film non è incontestabilmente un gioiello come Match Point o Midnight in Paris, ma è comunque un lavoro che può o non può piacere sulla base della propria sensibilità e dei propri gusti…

    @redpoz
    Scusa la domanda un pò bizzarra, mi rendo conto… ma tu il film lo hai visto? ;)

    No perchè, prima di essere in accordo o in disaccordo con questa o quella critica, bisognerebbe vedere il film e formarsi un’idea propria. Altrimenti si finisce col recensire la recensione e perdere di vista un pò di cose. Io che il film l’ho visto, posso assicurarti due cose. La prima – piatta piatta – è che tutti gli stereotipi che la Pardi dice di ver visto nel film non ci sono. La seconda è che la scelta di rappresentare Roma in un certo modo è assolutamente in linea con ciò che Allen ha fatto precedentemente, non solo con Londra, Parigi e Barcellona, ma anche con la stessa New York. Qualcuno ricorda – ad esempio – l’incipit di Manhattan con la Rapsodia in Blu di Gershwin?

    Entrando poi nello specifico dell’articolo che citi, sforzandomi di usare qualche eufemismo, ci sono alcuni passaggi che evidenziano in modo lampante una stupidità abissale. Quello che la Pardi scrive sul modo in cui Allen ritrae i giornalisti romani dimostra che l’autrice non sa cosa sia la comicità surreale. La difesa d’ufficio della categoria in questo caso è sciocca e ridicola. Sorvolo sul resto. Il tutto è imbarazzante.

    1. Beh sulle conferenze stampa che dovrebbero essere qualcosa di utile al film e al lavoro di chi vi partecipa e invece vengono trasformate in happening non meglio identificati con domande che non stanno ne’ in cielo ne’ in terra, Allen ha ragione.Ed è una cosa che succede solo da noi.Altrove mettono alcuni cerberi a dirigere il traffico come per esempio Monsieur Behar a Cannes,pacatissimo, cortesissimo ma implacabile con i vari fuoritema

    2. No, io il film almeno per ora ancora non l’ho visto.
      E mi rendo conto che è una carenza per partecipare con coscienza di causa a questa discussione, ma prendiamola così: io qui parlo da profano, da uno che sente le varie impressioni e vuole farsi un giudizio prima di vedere il film….

      Prendo quindi i tuoi commenti senza dubbio più competenti e vedrò di farli fruttare….

  11. beh ho visto tutti i film di Allen, vuoi che mi perda questo?
    personalmente non amo Benigni, come attore eh?, lo preferisco quando decanta la Divina Commedia, ma i suoi film non mi piacciono (a parte Johhny Stecchino)…
    di Allen che dire? non finisce mai di stupire…sono curioso di sentire la voce di Gullotta, ma nel trailer mi pare un pò diversa da quella mitica del povero Lionello…

  12. @sed
    Chissà perchè non faccio fatica a crederci… :)

    @luigi
    Sicuramente Oreste Lionello aveva fatto un lavoro magnifico. Credo che Gullotta abbia comunque ben restituito il timbro originale di Woody Allen e spero che avrà tante occasioni in futuro per dimostrarlo, anche perchè vorrebbe dire che avremo ancora tanti film con Allen come attore…

    @redpoz
    Come ho scritto nel post, questo non è tra i film più belli di Woody Allen, ma non è neppure quella schifezza che si dice in giro. Poi il Cinema, come qualsiasi altra forma artistica, o semplicemente creativa, è bello perchè ognuno ci trova o non ci trova delle cose, in base alle sue conoscenze della materia, della sua sensibilità e dei suoi gusti…

  13. Ero indeciso se andarlo a vedere o meno; sinceramente tendevo più verso il no, ma forse quasi quasi mi hai convinto :)
    Come dicono le aziende per illuderci dopo un colloquio: “le faremo sapere” :D

  14. Come ben sai questa volta ci troviamo in totale disaccordo. Io l’ho trovato a tratti insostenibile, forse perché punto sempre moltissimo sul mio amatissimo Allen.

  15. @Luca Scialò
    Eh eh eh… nel caso vieni a scrivere due righe qui, se andrai a vederlo…

    @Alessandra
    Anche io punto molto su di lui, però bisogna anche pensare che nessuno può sempre realizzare dei gioielli. Anche Hitchcock, Billy Wilder ed Orson Welles ogni tanto facevano delle cose meno riuscite rispetto ai loro lavori più quotati… l’importante è non scendere al di sotto della sufficienza e qui ci siamo rimasti sopra, almeno a mio avviso, naturalmente…

  16. Devo andarlo a vedere… la cosa che mi incuriosiva era vedere come era risolto il rapporto Allen Benigni, non immaginandomi un Benigni diverso da quello che è di solito, e un po’ stridente per i film di Allen, che dirige solitamente attori u po’ più malleabili.

  17. Visto!
    Il film mi è piaciuto……
    Benigni non mi è dispiaciuto…..
    ne farò una recensione…..
    potrebbe esserci già domani cioè oggi…….o comunque venerdì.
    Buonanotte!

  18. @tiptop
    Il personaggio che Allen ha riservato per Benigni è perfetto per il suo tipo di comicità. Forse però avrebbe dovuto lasciarli un spazio di manovra un pò più ampio…

    @pavelo
    Bene… lieto che ti sia piaciuto… verrò a leggere cosa ne pensi…

  19. Sono uscito dal cinema un po’ deluso, dopo un grandissimo film come Midnight in Paris mi aspettavo qualcosa di più… Peccato ! Il cast un po’ sprecato anche se non tutti gli attori sono stati all’altezza della loro fama…

  20. @ipitagorici
    E’ assolutamente impossibile realizzare sempre film straordinari, specie per un regista come Allen che fa un film all’anno. Un ritmo incredibile anche per chi avesse 40 anni, figurati per uno che ne ha quasi il doppio! A parte Benigni che personalmente mi ha un pò deluso, gli altri mi son piaciuti: specie Albanese impegnato a rifare Sordi ne Lo Sceicco Bianco. Molti degli attori italiani hanno colto l’occasione della vita e l’hanno interpretata nel giusto modo. Dopo Allen probabilmente torneranno ad un’altra insulsa fiction sulla RAI…

  21. La volontà di fare solo capolavori, a conti fatti, finisce col non giovare al cinema.Il talento va esercitato variamente altrimenti diventa esercizio di stile.
    Allen ha la fortuna di avere produttori e distributori che gli consentono di fare film di continuo vuoi perché si chiama Allen vuoi perché le sue lavorazioni sono molto attente al denaro. Un esempio molto moderno di genio e regolatezza che non perde mai di vista l’aspetto industriale dell’arte cinematografica.
    Se tutto ciò vada o meno a intaccare la creatività, stabiliremo dopo l’ultimo film ( speriamo tra cent’anni). Al momento, un prodotto di discreta qualità,accurato, ben scritto, con bravi attori, gira per le sale in seicento copie.E può essere visto ( e compreso) da molti spettatori.Quanti altri autori possono vantare un simile primato?

  22. @sed
    Sono assolutamente d’accordo. Tantopiù che anche il film meno riuscito di Allen è di solito superiore a quanto mediamente si vede al cinema di questi tempi. Woody Allen fa un film all’anno e, pur girando sempre intorno ai suoi temi più cari, realizza cose diverse.
    To Rome with Love è molto diverso da Midnight in Paris che era molto diverso da Incontrerai l’Uomo dei tuoi Sogni che a sua volta era differente dai lavori che lo avevano preceduto. E questo cos’è se non un bell’esempio di ricchezza autoriale?

  23. @gatta
    Mah… mi pare che la signora autrice dell’articolo, invece di recarsi al cinema per vedere il film, ci sia andata per annotarsi minuziosamente tutti i prodotti che vedeva, attenta a non perdersene neppure uno. Chissà quante situazioni del genere troverebbe se applicasse lo stesso scrupolo alle altre pellicole in programmazione. E comunque, io che al cinema ci sono andato per gustarmi il film e concentrarmi sulla storia, non mi sono accorto di neppure uno di quei marchi… strano, eh? ;)

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