La cultura popò-lare in Italia
Una settimana fa è terminato un Festival di Sanremo all’insegna del trash, seguitissimo da un pubblico giovanile composto soprattutto da adolescenti, i quali hanno portato alla vittoria i loro beniamini. Lo stesso pubblico che al Cinema è accorso in massa per vedere un film come I Soliti Idioti.
L’iraniano Una Separazione ha trionfato nella notte degli Oscar come miglior film straniero. Un lavoro splendido [che consiglio a tutti], che riesce nell’impresa di riflettere sui mali e sulle contraddizioni della società iraniana, attraverso la lente di un piccolo giallo familiare. In Francia, dove – tanto per cominciare – a parità di abitanti si va al Cinema almeno il doppio che da noi, questo film è stato visto da più di 800 mila persone in undici settimane. In Italia, in dodici settimane di programmazione, si sono avuti circa 77 mila spettatori, ossia meno che un decimo dei francesi! Un dato avvilente che dimostra i danni fatti in un ventennio di becera videocrazia, in cui la politica ha sistematicamente mirato a mortificare e banalizzare il lavoro artistico ed intellettuale, ridotto a roba per gente che non ha voglia di faticare. Tanta strada va ancora fatta in questo Paese – drammaticamente indietro rispetto alle società più evolute – per educare alla cultura e all’arte, e per proporre dei modelli alti che possano costituire dei punti di riferimento per i giovani e non solo. La recente vittoria dei fratelli Taviani al prestigioso Festival del Cinema di Berlino, passata perlopiù tra il silenzio dei media [nonostante sia la prima affermazione italiana dopo ben 11 anni], è un altro eclatante esempio di come qui da noi la cultura non faccia alcuna notizia, diversamente dalla farfalla di Belen.
30 pensieri riguardo “La cultura popò-lare in Italia”
Dare la colpa al governo Berlusconi anche su argomenti che a mio avviso non c’entrano nulla come appunto la scarso pubblico accorso a vedere un film a tuo avviso interessante ( e se non lo fosse per tutti, chi non lo trova interessante e preferisce altro si deve per forza sentire in colpa?) non mi pare molto saggio.
Ci possono essere vari motivi per cui la gente va poco al cinema, primi tra tutti i prezzi troppo alti; non so in Francia e non mi inteeressa, dato che vivo in Italia, ma se i francesi ci vanno di più vuol anche dire che se lo possono permttere.
Io stessa, che vedrei tutto al cinema, non mi vergogno a confessare che con gli attuali preziz e la mia storia di precaria semidisoccupata non avrei potuto permettermi di andarci più di tanto se non fosse per i biglietti gratuti dell’Esselunga (l’unica invenzione davvero positiva e utile, per quanto mi riguarda, da molti anni a questa parte).
Detto questo nemmeno a me ispira molto il film iraniano, quindi mea culpa per la mia becera ignoranza e il mio disinteresse per un cinema ritenuto altamente culturale e quindi il più giusto in assoluto, ma in questo periodo preferisco altre cose (non I SOLITI IDIOTI….); ti ricordo comunque che anche in altre epoche- e quindi in altri governiu- la gente non è che andasse sempre in massa a vedere solo film altamente culturali; negli anni ’70 ad esempio non erano in pochi quelli che andavano a vedere il film di er monnezza o alvaro vitali, e nei ’60 non erano pochi quelli che andavano a vedere i musicarelli con gianni morandi e little tony(dai critici dell’epoca considerati con lo stesso disprezzo che tu riservi ai “soliti idioti” o ai cinepanettoni), o le cossideette “commedie giovanili”, o molti film comici che, pur avendo personaggi famosi nel cast, non è che fossero consderati capolavori come lo sono oggi….
Ci sono effettivamente dei problemi nella gestione e distribuzione di film in Italia, che però non vanno risolti imponendo un modello rispetto a un’altro, semmai dando più spazio a tutti.
per l’appunto: ora al tg hanno detto che abbiamo gli stpendi più bassi d’Europa; e se metti insieme:
8,50 euro di biglietto (per me esagerati per qualunque film)+ precariaot+crisi+disoccupazione+famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, il risultato mi pare chiaro.
Del resto se ben ricordi negli anni ’50 il piccolo Totàò poteva andare al cinema solo perchè Alfredo lo lasciava entrare gratis…ed era tutt’un’altra epoca…
Weh!
Nel mio blog ne ho parlato del film iraniano in una lunga lista di film ….
Si hai ragione (e questo discorso vale forse ancora di più per la musica). Io onestamente non me la prenderei tanto con “I soliti idioti” (poi vabbè uno come me che guarda di tutto e poi giudica dove lo trovi?), quanto con l’italiano medio che negli ultimi anni si è diciamo così americanizzato troppo.
Ossia: ma i multisala a cosa servono se poi vengono solo proposti film americani?
E perchè gli italiani non vanno a vedere i film europei anche quando vengono fatti vedere?
Io i cinepanettoni non vado a vederli perchè la vedo come un modo mafioso di fare cinema. Vuoi far vedere i cinepanettoni? Ok va bene ma fammi vedere anche altri film e poi io devo avere il libero arbitrio di scegliere quello che voglio vedere.
Ecco qua in Italia questa libertà non c’è da non so quanti anni (non lo so perchè soprattutto perchè sono nato in una zona d’Italia tanto fortunata)…..
Buona serata!
@Tiziana
Sempre nel solito (dis)ordine:
1. Adoro stare fra persone “poco saggie”… e siccome a sostenere che l’Italia degli ultimi vent’anni ha conosciuto un appiattente sistema videocratico ed una particolare ed interessata attenzione nei tagli operati al settore cultura, vi sono parecchi osservatori e giornalisti tutti infinitamente più autorevoli di me (o ancor meno saggi, chissà…), mi ritengo fortunato ad essere in tale piacevole compagnia :)
2. Ovviamente il prezzo del biglietto non c’entra nulla. Il biglietto per vedere I Soliti Idioti (che ha incassato qualcosa come 4 milioni di euro solo nel primo weekend di programmazione) costa tanto quanto quello per i Taviani o per il film iraniano. E non mi risulta che neppure in Francia si navighi nell’oro.
3. Io non ho il “disprezzo” così facile… tantomeno disprezzo chi va a vedere un film piuttosto che un altro, o chi indossa un vestito verde invece che blu. Mi piacerebbe poter dire la stessa cosa di te, ma il livore ingiustificato del tuo commento mi fa pensare il contrario.
4. Il senso del post comunque ha poco a che fare con la tua risposta e si avvicina piuttosto a quello di chi amarebbe che questo Paese risolvesse i propri mille problemi, e siccome ritengo che alla base del nostro affanno vi siano certo questioni sociali e politiche, ma che queste siano strettamente intrecciate ad un evidente disagio culturale, mi pare giusto sottolinearlo… visto che peraltro il dato relativo al Cinema non è certo l’unico, come puoi leggere (se vorrai) in questo mio post di un paio di anni fa…
@Giampaolo
Infatti, hai ragione. Poi, io non me la prendo con I Soliti Idioti… l’ho usato solo come termine di paragone. Il problema è – come dici tu – quello del libero arbitrio. Attenzione però… la scelta che ognuno di noi dovrebbe operare in libertà può invece essere indirizzata verso un senso piuttosto che un altro. Il punto è proprio questo. Perchè – usando le tue parole – gli italiani non vanno a vedere i film europei anche quando vengono fatti vedere? Ed io aggiungerei: a differenza dei francesi per esempio, o degli inglesi? E questo è un discorso che ovviamente non vale solo per il cinema…
Verissimo Rear.
Del resto qui c’era qualcuno che diceva che “con la cultura non si mangia”.
Ciò che mi amareggia molto è che il cinema italiano viene ancora oggi ricordato all’estero spesso solo grazie ai film di Fellini e al neorealismo e quella dei fratelli Taviani è per l’appunto un’eccezione.
In questa come in moltissime altre cose viviamo di rendita dagli anni 50 e 60.
Se si parla di videocrazia, gli anni del dominio salgono a 30. L’avvento delle televisioni ha modificato il movie habit,l’abitudine di andare al cinema – con la fidanzata,la famiglia, gli amici – buona parte del decadimento culturale s’è avviato da quel momento.
Non voglio dire che prima eravamo un popolo di “colti” ma il fatto stesso di scegliere uno spettacolo, muoversi da casa, compiere il tragitto e pagare il biglietto costituiva approccio ben diverso che subire passivamente quel che propinava il convento del piccolo schermo soprattutto in termini di “visione del mondo”.
Da ragazzina ho incontrato un drappello di commesse della Rinascente che s’era dato convegno davanti ad un elegante cinema della mia città per vedere “il Gattopardo”. Mai lo dimenticherò.
Le persone semplici che hanno avuto come riferimento culturale il cinema,sono differenti.
Perchè comunque un film ci parla di quel che accade,è accaduto o accadrà, ecco perchè da qualche anno a questa parte, la programmazione cinematografica è sparita anche dalla televisione (con qualche eccezione a orari impossibili).
Penso che la televisione sia uno strumento prezioso ma penso anche che, quantomeno il servizio pubblico, dovrebbe svolgere altra missione che quella di diseducare gli spettatori alla…visione
E non tanto per le farfalline o gli scosciamenti che in un ambito di pluralità di programmazione possono tranquillamente continuare ad andare in onda ma per quel che invece manca in termini di format originali, fiction ben fatte,intrattenimento intelligente e soprattutto informazione non edulcolorata ne’ manipolata.
In questo momento di crisi non soltanto economica, l’Arte potrebbe svolgere un importante ruolo – lo ha sempre fatto del resto – in ambito di ricostruzione e se la televisione si facesse carico di veicolarne il portato, faremmo prima e meglio e se ne avvantaggerebbe anche il nostro povero – ma solo di mezzi – cinema.
mi stupisco che ti stupisci…e che ti indigni:)))
non è che adesso che c’è Monti siamo improvvisamente diventato un altro popolo, no…siam sempre gli stessi che guardano S.Remo, i soliti idioti e i cinepanettoni…sempre quelli, nei secoli dei secoli
@Maude
Infatti il mio pensiero è andato proprio a quello che con la cultura non ci mangiava…
La stagione d’oro del Cinema Italiano è finita verso la fine degli Anni 70, poi – fatto salvo un manipolo sparuto di ottimi autori – è stato un sempre più stanco riproporsi di formule buone per un cinema commerciale…
@sed
Menomale che ho te Sed, che riesci a spiegare molto più efficacemente e chiaramente di quanto faccio io, il mio stesso pensiero :)))
Tutto giusto… vero in particolare che dobbiamo spostare a 30 anni fa l’inizio del sistema videocratico che ha contribuito non poco ad appiattire i gusti e a proporre discutibili modelli di riferimento
@luigi
In realtà non mi stupisco, però mi indigno un pò :))
Il povero Monti c’entra poco… anche perchè se vogliamo dare una svolta a tutto questo, avremo bisogno di molto, molto tempo… ben più che la durata di qualche legislatura…
Rammento quello che fece il regime talebano in Afghanistan. Proibire la TV.
Regime lungimirante???
e poi via, Monti è espressione del classismo, e al classismo va benissimo così: tu e pochi eletti a guardare i Taviani, e noialtri stronzi a guardarci Vacanze di Natale a Zoccole al Cremlino.
ma grazie per le segnalazioni: io ho poco tempo per interessarmi al grande schermo, e il tuo blog è una manna (non nel senso che son d’accordo con tutto quel che dici, ma nel senso che mi parli di cose che altrimenti volerebbero alte sopra la mia testa).
Non ritengo che nel mio commento ci sia del livore o del siprezzo; mi pare invece di averlo notato nella maggior parte di altri commenti, mai detto esplicitamente ma sempre sottinteso (chi guarda Sanremo, le fiction o il cinepanettone o il film non altamente culturale viene sottilemnte bollato in un certo modo, non propriamente postivo. Ovvero: se guardi Sanremo o le fiction vuol dire che sei un ignorante che non sa nulla di nulla e non sai dove stia di casa la “vera cultura”. Magari mi sbaglio io ma non mi pare…). Io guardo le fiction italiane e non solo le guardo, ma – orrore!- mi piacciono pure e non ritengo siano tutte di così bassa qualità: però a differenza di tanta gente che conosco e che sparla sulle fiction, io conosco la storia del cinema dal muto a oggi. Cosa sono allora: ignorante o intelligente? Ai commentatori l’ardua sentenza.
Il prezzo del biglietto c’entra eccome: sai quante persone si lamentano che costa troppo caro e non possono permettersi di andarci?
E’ una realtà che andrebbe presa in considerazione (e comunque anche se la Francia non naviga nell’oro, gli stipendi sono mediamente più alti che da noi), senza dire “non c’entra nulla”.
Quando ero ragazzina potevo andare al cinema solo una volta al mese perchè la mia paghetta mi consentiva quello, anche se io avrei voluto andarci ogni settiman; è ovvio che in quegli anni mi sono persa (al cinema) un sacco di film che avrei voluto vedere, anche perchè andando con le amiche non sempre i gusti combaciavano. Quindi, se a me interessava HAMLET di Kenneth Branagh ma alle altre no e preferivano (dico a caso perchè non ricordo se i film uscirono nello stesso anno) WATERWORLD, ecco che mi sono trovata “costretta” ad andare a vedere il secondo. (ed ecco perchè alla fine ho deciso di andare al cinema anche da sola se potevo).Non so se si capisce il ragionamento.
Lo stesso accade ancora oggi per molte persone, anche se sono adulte: ho una tot. disponibilità economica che mi consente di andare al cinema tot. volte (magari anche solo uan al mese), indi per cui, anche se mi paicerebbe andarci tutte le sere, non me lo posso permettere e devo per forza selezionare i film.
tutto ciò non vuol dire che quel film sarà comunque visto da pochi, magari chi non l’ha visto la cinema lo vedrà a noleggio. Meglio che nulla, se lo scopo che interessa è quello che il film sia visto dalle persone. Se invece interessano solo gli incassi allora è un’altra questione.
E chi fa il paragone con gli anni ’60 dovrebbe pure tenere conto che all’epoca andare al cinema era l’unico modo per vedere un film, dato che non c’era il videonoleggio.
Aggiungiamoci anche il fatot che molto spesso ci sono film che vengono proprosti per un solo week end e poi cambiati subito, senza dare tempo alle persone non solo di interessarsi ma anche di andare a vederlo in caso già fossero interessati (a me è successo non so quante volte, un esempio: nel 2009 con LA PRIMA LINEA). Aggiungiamoci che spesso i film del tipo che citi tu non arrivano nemmeno in molte sale (ad esempio, qui da noi a Brescia non è arrivato, almeno per ora). Ecco, questo è il punto che andrebbe cambiato per primo a mio avviso, si dovrebbe dare spazio a tutti.
che poi ci sia anche del degrado culturale ci sta, ma io non penso che siamo messi così male. E non penso che uan persona sia migliore o peggiore per il film che va a vedere. cosa che invece (e non mi riferisco a te ma in generale) sia propria degli amanti (o presunti tali) di un certo tipo di cultura a senso unico.
Che pois inceramente vorrei sapere quante di queste persone guardano solo ed esclusivamente programmi e film strettamente culturali o leggono solo libri di altissimo livello.
Bah…
ricordo i miei anni di formazione: la televisione era fonte di scoperte cinematografiche continue!
ho visto in tivù, prima serata, i film di Bergman e quelli di Dreyer, ho visto Buster Keaton per la prima volta ed ho iniziato a sviluppare il mio senso critico ed estetico.
devo molto alla televisione.
adesso la guardo distrattamente ed il canale che si apre accendendo il mio apparecchio è Rainews …
si, sono d’accordo con te: involgariti e presuntuosi … c’è stato e c’è ancora un grosso sforzo per costruire le nuove generazioni così.
@Tiziana
Le conclusioni che trai sono soltanto tue… per quanto mi riguarda ognuno è libero di divertirsi nel modo che ritiene opportuno, così come – questo me lo concederai – ognuno è libero di criticare un certo fenomeno di costume o affermare più semplicemente che un dato film può essere più interessante di altri, e soprattutto domandarsi (domandare) perchè quello stesso film in Francia è stato visto 10 volte più che in Italia. Ribadisco che a mio avviso il costo del biglietto non può essere la motivazione perchè dovrebbe valere per tutti (Checco Zalone e I Soliti Idioti hanno incassato una fortuna) e non solo per alcuni… poi tu sei sempre libera di pensarla diversamente, così come io son libero di non essere d’accordo.
Concludo dicendo che spero mi sia consentito sottolineare che, differentemente da altri Paesi europei, in Italia esista un grosso problema culturale (che va di pari passo a quello sociale e politico), senza che nessuno interpreti la cosa come un’offesa personale.
@gatta
La proposta televisiva ha conosciuto un lento declino a partire dai primi anni 80, con l’avvento di Fininvest. La RAI, invece di far valere la propria diversità, ha finito col tempo per appiattire i propri programmi sui livelli qualitativi della televisione commerciale. Negli anni 90, tale processo si è ulteriormente aggravato, nel momento in cui la connessione fra media e potere è diventata esplosiva.
Negare che il governo precedente abbia basato le sue intere campagne e i suoi anni di governo anche e soprattutto sul gambizzare la cultura e quindi la capacità critica, sarebbe una bestemmia, o semplicemente una non osservazione, se non proprio negazione, dei fatti. In ogni caso chi ancora non l’ha fatto si guardi Una Separazione, giacché Rear l’ha citato ;)
Premetto che non ho visto i dati, ma nutro istintivamente qualche dubbio che molti adolescenti abbiano visto il festival di San Remo… forse solo, appunto, per “i soliti idioti”.
Resta intatto il senso di quanto scrivi: la produzione culturale italiana, che nonostante tutto ancora riesce ad avere prodotti di qualità, è sistematicamente frustrata da un pubblico focalizzato solo su scandali e veline.
Per ritornare alla farfallina, pensiamo soltanto a quanta attenzione, interesse (“”) vi abbia dedicato Vespa nel suo programma.
Leggo che si tira in ballo Berlusconi e nel cercare di dare una risposta sarò ripetitivo: non credo che sia Berlusconi in sé la causa di tale degrado culturale. Sicuramente ha ben saputo accentuarlo, non da ultimo con le sue tv e la sua politica (da “drive-in” sino alla riforma Gelmini). Però le cause sono più profonde, e Berlusconi diventa alla fin fine solo un’espressione di queste cause, sono legate ad un impoverimento culturale che viene da molto più lontano, da un’incapacità della cultura di stimolare l’interesse del pubblico, da una noia ed da una ricerca della semplice distrazione dettata sin dagli anni di studio….
E’ un po’ difficile che chi possiede televisioni,giornali,case editrici, case di produzione e distribuzione cinematografiche,non contribuisca sensibilmente a determinare un clima o un altro.Non voglio dire che tutto sia l’esito di un preciso disegno ma di sicuro nei dieci anni che hanno preceduto la discesa in campo Berlusconi ha avuto tutto il modo di studiare i futuri elettori propinando loro tutto quello di cui avevano bisogno : credere ai miracoli.
Ovvio poi che una sintonia di fondo col capo c’era e sempre ci sarà, perché una parte di questo paese è conservatrice,arretrata e mezzo fascista, se mi si passa il termine, ma non è detto che con una diversa offerta culturale anche quella parte non avrebbe vissuto il proprio essere comunque di destrain modo più dignitoso (dal punto di vista politico).
Questo dire che la cultura è spocchiosa,il tale film è solo per intellettuali ( che poi in una separazione io tutta questa complessità difficile da aggredire, nemmeno ce l’ho vista) altro non è se non il retaggio di approcci qualunquistici ad ogni sorta di questione e di una pigrizia intellettuale che è tipica della cultura di destra nel mondo.
(Sanremo l’hanno visto i ragazzini per la presenza in concorso dei vincitori dei talent show ,per facebook e per i Soliti Idioti,un film molto amato ma che non varva i patri confini manco a cannonate,per dire)
varca e non varva (oppovera me)
@Elio
Mi unisco anche io al consiglio di andarsi a vedere Una Separazione, per riconciliarsi almeno col Cinema…
@redpoz
Su Sanremo e gli adolescenti ti rimando a questo articolo de Il Fatto.
Ma infatti nel mio post non parlo espressamente di berlusconi, inteso come uomo politico… nei commenti c’è stata poi una semplificazione. E’ vero… le cause arrivano da più lontano… e al riguardo ho provato a dare una mia spiegazione in questo vecchio post…
“Questo dire che la cultura è spocchiosa,il tale film è solo per intellettuali ( che poi in una separazione io tutta questa complessità difficile da aggredire, nemmeno ce l’ho vista) altro non è se non il retaggio di approcci qualunquistici ad ogni sorta di questione e di una pigrizia intellettuale che è tipica della cultura di destra nel mondo”.
a parte che nessuno ha detto che la cultura è spocchiosa, semmai ho detto che lo è chi fa certe affermazioni, ( e il voler bollare per froza come di destra qualcuno solo in base ai film che va a vedere o ai suoi gusti cinematografici ne è una prova), c’è uan terza opzione oltre agli “approcci qualunquistci” o “pigrizia intellettuale”: si chiama, semplicemente, diversità di gusti e di opinioni.
per cui una persona ha diritto di esprimere liberamente la propria opinione anche se il film iraniano o di altro tipo non gli interessa, senza che altri si permettano di metteri in cattedra. così come ha lo stesso diritto chi critica I SOLITI IDIOTI (o simile).
notare come nel commento sopra si tende a dividere tutto in destra o sinistra, come nella canzone di Gaber: “se fai il bagno sei di destra, se fai la doccia sei di sinistra”.
E come ovviamente si finisce per dare una connotazione negativa all’essere (eventualmente) di destra.
come se la sinsitra fosse per forza migliore (per me si equivalgono, non ho mai visto cose positive fatte nè da una parte nè dall’altra). E non tiriamo fuori esempi storici come al solito perchè si possono citare anche molte cose non propriamente positive a sinistra….
quello che dà fastidio a me è il voler bollare per forza la gente a seconda di quello che guarda o meno al cinema, in tv o per quello che legge. Ormai dovrei essere abituata a questo tipo di atteggiamento ( addirittura altrove sono stata tacciata di essere un’ingorante perchè ho detto che mi paice Riccardo Scamarcio…da una persona che poi non sapeva chi era Buster Keaton, eh! ma prevedo lapidazioni anche qui…) ma penso che in realtà non mi ci abituerò mai, non lo sopporto.
io odio Checco Zalone ma non mi permetterei mai di catalogare male quelli che vanno a vederlo.
Vero. Il nostro è sempre stato un Paese nel complesso superficiale e menefreghista nel midollo
siccome sono quello che ha parlato di cinepanettoni…replico
io ho solo detto che i film che spopolano nel nostro paese sono l’espressione della nostra cultura, che sta sottozero…ma insomma, G.F. vorrete mica dirmi che è un programma culturale?? i vari programmi che si occupano di schettini, misseri e parolisi, mica saranno per intellettuali??
siamo un paese povero in tutti i sensi, certo che il film iraniano lo vedranno in pochi, ne sono convintissimo, e manco io andrò a vederlo, ma manco andrò mai a dare un euro ai soliti idioti e ai cinepanettoni…
degrado culturale, e che c’è di male a dirlo??? se il livello dei film da cassetta è quello, vuol dire che all’italiano medio piaccioni i film con le parolacce per ridere, e non è un fatto di adesso (Berlusconi c’entra poco o nulla, come diceva la fanciulla sopra), ma da sempre e sempre sarà, Monti o non Monti: siamo fatto cosi, ci sono i tipi come Paolo che seguono cinema di un certo livello, ci sono tipi come la fanciulla che guarda i cinepanettoni (la maggiornanza), e ci sono quelli come me che stanno in mezzo…non andranno mai a vedere un cinepanettone, e non riusciranno mai ad andare a vedere il film iraniano…
ma nessuno si deve sentire offeso, ci mancherebbe, però parlare di cultura cinefila per certi film, ce ne va…
ma poi alla fine, non dimenticatevi mai che siamo italiani come schettino misseri e parolisi…e la d’urso:)))
un salutone
@Tiziana
Secondo me dovresti iniziare a contemplare l’idea che non sono le tue idee diverse ad infastidire la gente, quanto piuttosto il modo in cui le esprimi. Qui da me tutte le idee hanno cittadinanza… pensa che il mio commentatore più assiduo, il buon Luigi, è un leghista della prima ora, ossia quanto di più distante da me. Eppure i suoi commenti sono molto più che ben accetti, perchè sempre improntati al rispetto reciproco. Definire “poco saggio” (che equivale a stupido) chi scrive il post che commenti non va esattamente in questa direzione. Così come non aiuta continuare a ripetere – senza tener conto delle mie repliche – che qui nessuno vuol salire in cattedra, nè considerare con disprezzo chi la pensa altrimenti.
Quando si è ospiti in casa di qualcuno ci si dovrebbe allineare alle regole della buona creanza… in questo caso della buona creanza blogosferica, visto che parliamo di una particolare casa virtuale. Quindi passi che in più di un’occasione hai preferito discutere di argomenti a te più cari, piuttosto che del tema proposto dal post (per carità, può succedere), passi pure che i tuoi contributi non rispettano l’esigenza di sintesi che in un blog tutti dovrebbero tenere per non costringere a lunghe letture chi intende risponderti (mi rendo conto che quando uno tiene ad esprimere la propria opinione, non sempre riesce ad essere sintetico), ma l’astio con cui ti presenti e l’inutile sfoggio di sarcasmo e giudizi poco lusinghieri, certo non fanno parte di quel che il padrone di casa intende incoraggiare.
@Luca
Diciamo che sono caratteristiche che in genere non ci mancano…
@Luigi
Hai centrato il punto. Non ho mai scritto per offendere chi la pensa diversamente. Mi diverto in un altro modo… certo non a polemizzare con Tizio piuttosto che Caio. Si tiene un blog sostanzialmente per divertirsi e per confrontarsi in un buon modo.
lunedì al cinema ho visto ‘Quasi amici’ con diffuso sottofondo di odore di popcorn, rumore di carta, bibite ovunque e risate continue. in sala saremo state 30 persone, non so se tutti spettatori di sanremo. quello che ho capito che abbiam tutti un gran bisogno di ridere, di pensare il meno possibile, di non occuparci del prossimo. parleri unicamente di educazione, dei modi, dello spirito, della mente, che abbiamo tutti perso dopo decenni di solitaria ricerca d’evasione in visione dello schermo casalingo.
Il post che gentilmente mi indichi è veramente vecchi, tant’è che non lo avevo mai visto.
Lo condivido pienamente, soprattutto nella citazione di Pasolini che all’epoca fu veramente lungimirante e lucido nel leggere l’evoluzione. In definitiva, B con la tv commerciale degli anni ’80 ha sfruttato bene quello che Pasolini leggeva in atto nel nascente edonismo degli anni ’70. Amplificando fino al massimo grado.
Io ovviamente mi sono attenuto a questo post, citando il B solo perchè era stato chiamato in causa prima.
consuetudine dare voce e sostanza all’ignoranza da battaglia.Anzi a sti pirla si dona pure il patentino di personalità scomode,irriverenti e così via.Per questo demolendo la figura dell’intellettuale e della cultura come base per una nazione sana,è chiaro che si produca robbba pe’ gggente che tanto è ‘gnorante e falla ridè e falla divertì.
Però quanta ignoranza anche tra quelli Saputi,sputasentenze su altri paesi e culture,servetti delle rivoluzioni colorate e del colonialimso euroatlantista,con la scusa della civiltà da esportazione.Moltissimi manco sapevano cosa fosse il libro verde o la jahmyria e altre storie del genere.
Fino a quando non si ricostruisce una classe intellettuale non vittima del pressapochismo storico,politico,sociale,hai voglia te..Si faranno commediole smielate o drammi democretini.Che sono la faccia di una cultura popò-lare da anni dominante non solo da noi.
@acquacotta
Ci tengo a dire che un film comico o una commedia non sono sinonimi di mediocrità. Quasi Amici è un buon film…
@redpoz
Si… è un post vecchiotto, ma ancora valido, purtroppo… berlusconi ha saputo sfruttare un tessuto sociale – come dire – non tra i più virtuosi già ben prima del suo successo come tycoon del mondo dei media…
@davide
L’ignoranza non è appannaggio di una sola classe sociale, ovviamente. Si… bisogna ricostruire una classe intellettuale… tanto per fare un esempio: un tempo c’erano i Montanelli, i Biagi, i Bocca… ora chi abbiamo? Dove un tempo sedeva Montanelli, c’è Sallusti… devo continuare? :)
ma guarda che hai capito male: se io ritngo che qualcuno scrive cose stupide o è stupido non perdo certo il mio tempo a commentare. Per “poco saggio” in quel commento intendevo poco logico, e non è la stessa cosa che stupido, per fortuna. Se ti sei offeso mi scuso, però hai capito male tu.
per il resto, certo che purtroppo non siamo il Paese dei programmi culturali, ma per qul poco che conosco la tv estera non mi pare che gli altri siano messi meglio: il GD tanto demnizzato non è un’invenzione italiana, è un format ispirato a un programma che c’è anche in America, Spagna, Olanda e non s quanti altri Paesi. A me non piace, non lo guardo, però ritengo che non ci vogliano solo programmi culturali. La soluzione sarebbe dare spazio a tutti, poi se qualcuno pensa che ci debbano essere solo programmi culturali…beh ognuno la pensa come vuole.
eh a proposito: se “la fanciulla che guarda i cinepanettoni” sono io, chi ha scritto ha capito male di nuovo: non guardo SOLO quelli, ma ANCHE quelli, e francamente non me ne vergogno. Basterebbe venire sul mio blog per vedere che – senza falsa modestia- me ne intendo di cinema di tutti i tipi, dal muto a oggi. Semplicemnte vado a vedere i film che mi piacciono (come penso facciamo tutti), che siano cinepanettoni o il film che ha vinto l’Oscar o il film culturale.
@Tiziana
Bene… prendo atto dell’equivoco…
grazie della citazione amichevole….noi ci confrontiamo da molto tempo, ma sempre col massimo rispetto, come hai giustamente fatto notare tu….
guarda che qualcosa in comune abbiamo: abbiamo visitato entrmbi il Van Gogh Museum di Amsterdam..e ti pare poco???
un saluto anche alla fanciulla:)))
@luigi
E poi ci piace tanto la birra ad entrambi! :))) Un salutone al mio commentatore più assiduo!!! :)