Oscar 2012 – parte seconda
Hugo Cabret di Martin Scorsese è un formidabile gioco di prestigio, un trucco portentoso, esattamente come quelli che l’illusionista Georges Méliès – a cui il film è dedicato – proponeva alla sua platea a teatro, prima di diventare il più grande regista dei primi del Novecento. Apparentemente infatti Hugo Cabret si presenta come una delle tante fiabe per ragazzi, ma man mano che l’intreccio si svela, però, ecco che il film si trasforma in un intenso omaggio alla magia del Cinema, attraverso la figura del regista francese, mago del montaggio e pioniere degli effetti speciali. La vicenda è quella di un dodicenne appassionato di congegni meccanici che, rimasto orfano a cavallo fra gli Anni 20 e 30, vive nascosto nella stazione di Parigi dove ripara orologi e cerca invano di far funzionare un misterioso automa. Ma la trama, che scorre via senza particolari scossoni o sorprese, non è il punto di forza della pellicola, che invece trova la sua vera ragione d’essere nel recupero della meraviglia e dell’incanto del Cinema degli albori. The Help di Tate Taylor: tratto dal best sellers di Kathryn Stockett, racconta della segregazione razziale nel profondo Sud degli Stati Uniti durante gli Anni 60, attraverso le storie delle padrone bianche e delle loro domestiche nere. Uno splendido cast tutto al femminile per un film coinvolgente, dall’impianto classico, estremamente curato in ogni suo aspetto, che riesce – nonostante il tema delicato – ad esprimersi su una sottile linea di equilibrio fra spunti ironici e momenti di commozione. The Help dimostra infatti la grande qualità di trattare con levità, senza mai scadere nel patetismo, il dramma sociale che più ha segnato la storia americana del secolo scorso.
Curiosamente, due fra le pellicole più accreditate alla vittoria finale degli Oscar – The Artist e Hugo Cabret [10 nomination il primo, 11 il secondo], riflettono entrambe sui valori fondanti della Settima Arte. Ma mentre il lavoro del francese Hazanavicius si mantiene in superficie, in un modo – se vogliamo – anche un pò “furbo” e ruffiano, il regista newyorchese si spinge a riflettere sui meccanismi stessi dell’immaginario collettivo. Il Cinema in questo senso è come uno di quei congegni che Hugo Cabret ama riparare, che ha bisogno di una chiave a forma di “cuore” per prender vita. Quello stesso cuore che – partendo dai fotogrammi dipinti a mano di Méliès – ci ha condotti oggi, 100 anni dopo, alle potenzialità espressive della tecnologia digitale del film di Scorsese.
25 pensieri riguardo “Oscar 2012 – parte seconda”
Ho visto Hugo Cabret la settimana scorsa: molto bello, direi un film, oltre che sul cinema, anche sull’amore per i libri.
Comunque è facile fraintendere e prenderlo per un film per bambini: in sala ne ho visti molti anche piccolissimi e giustamente annoiati.
Poi ho dovuto sorbirmelo in 3d che personalmente detesto.
Buona domenica Rear
Sono assolutamente d’accordo! Il film di Scorsese è delizioso e un amante del cinema non può non apprezzarlo, lasciandosi trasportare da un’atmosfera magica… E’ un omaggio all’arte partecipato e commovente, ben incarnato da Ben Kingsley. Il cinema di una volta ha il suo volto, i suoi capelli bianchi, ma anche quella luce negli occhi che esprime ancora passione.
“The help” è un altro piacevolissimo film. Viola Davis e Octavia Spencer, le due domestiche di colore, sono semplicemente splendide! Spero che si porti a casa almeno un premio ;-)
yum yum!
oggi alle 15,45 Hugo Cabret, rigorosamente in due di, sennò vomito!
è da un pacco di tempo che non seguo gli oscar.Mi ha fatto piacere la vittoria di quel bellissimo film che è Il discorso del re,però.
Direi che ci tengo a The Artist,ma solo per spocchieria da bar,eh?
Hugo Cabret mi ispira molto, ma più di tutti, tra i film candidati all’Oscar quest’anno, vorrei vedere THE ARTIST; purtroppo non sono riuscita a vederlo ma credo che fra le proposte sia la migliore.
Per quanto riguarda attori e registi, n0n avendo visto nessuno dei film candidati non saprei dire chi ha più possibilità di vincere. Staremo a vedere, come sempre.
@Maude
Non è sicuramente un film per bambini, come non è per bambini la graphic novel da cui ha preso spunto. Però ha dalla sua la capacità di avere più livelli interpretativi: uno più “in superficie”, ed uno più dedicato a chi ama la storia del cinema e, perchè no, a chi ha voglia comunque di immergersi nel mondo fantastico che alcuni libri – come Robin Hood – sanno regalare.
@Adam’s Rib
Ben Kingsley regala un’interpretazione difficilmente dimenticabile, da attore straordinariamente sensibile qual’è. Poi mi auguro anche io che qualcuna delle protegoniste di The Help si porti a casa la statuetta
@gatta
Sappimi dire, allora… io comunque l’ho visto nel vecchio e tradizionale 2D senza rischio di vomito alcuno… :)))
@davide
Io seguo l’Oscar solo per giocare un pò… ogni anno parteggio per un dato film o per una certa interpretazione e mi diverto (ancora oggi come facevo quando avevo 14 anni) a vedere se hanno ricevuto o meno la statuetta dello zio Oscar, cosa che peraltro non avviene quasi mai… :)
@Tiziana
Come scrivo nel post, Hugo Cabret e The Artist si ispirano entrambi alla magia del Cinema degli esordi, ma a parer mio la riflessione di Scorsese è sicuramente molto più approfondita e ricca – essa stessa – di magia.
un film magico, meraviglioso proprio in senso letterale: suscita meraviglia ed emozione!
non credevo che Scorsese fosse in grado di raccontare una fiaba, ma in effetti non è solo un racconto della realtà trasmutata in fantasia: è atto d’amore per il cinema, per la creatività e l’immaginazione.
è atto d’amore per la vita stessa.
sono uscita commossa.
@gattarandagia
Sono assolutamente d’accordo… direi che Hugo Cabret è il film che ho più apprezzato in questo inizio d’anno!
Mi avete convinto per Hugo ! redcats
Scorsese tutta la vita!!! Però non ho ancora visto “The help” e nemmeno “The artist”.
@redcats
Fammi sapere allora cosa ne penserai…
@Alessandra
Scorsese ha realizzato davvero un film incantevole, pieno di quella stessa magia e passione dei lavori di Melies. Quanto agli altri due film, corri a recuperarli… :))
anch’io la penso come te, “The artist” mi è piaciuto molto, ma in confronto a “Hugo Cabret” è solo un giochetto virtuosistico, mentre il film di Scorsese è roba seria.
premesso che Hugo Cabret non l’ho ancora visto per una serie di sfighe che non è il caso di raccontare, continua a sfuggirmi la furbizia di the artist, si vede che proprio non ci arrivo :)
@Ismaele
Esatto. Il primo è un esercizio di stile che strizza l’occhio ad atmosfere e stilemi del Cinema del passato, a mò di piacevole divertissement. Scorsese invece introduce una riflessione profonda sul mondo dell’immaginazione e della fantasia.
@ava
A proposito della furbizia di The Artist ti rimando a questa recensione, nel complesso ingenerosa, ma che ha dei passaggi che condivido, come ad esempio questo: «Che nell’era del 3D e degli effetti speciali si provi ad offrire al pubblico medio l’esperienza e l’emozione di un film muto, (…) sarebbe di per sé un’intenzione ammirevole e coraggiosa, salvo risultare in questo caso decisamente pretestuosa e palesemente più incline a sfruttare il nervo scoperto e remunerativo della nostalgia (…) piuttosto che condurre una qualsivoglia riflessione sulle potenzialità del cinema nello scenario contemporaneo».
Fra questi tre il mio preferito è The Artist. Furbo, snob, ma riuscito. In Hugo Cabret c’è più passione e sincerità, ma il risultato è fallimentare.
@perso
Come sai, al riguardo la pensiamo molto diversamente…
e avevate bisogno del 3d per scoprire la magia del cinema degli esordi?
[sto cercando la rissa perchè hugo cabret mi ha deluso tantissimo e mi devo sfogare ;)]
@ava
Eh eh eh… qui hanno cittadinanza tutte le opinioni, specie se distanti dalla mia… al massimo, posso infervorarmi un pò nello spiegare le mie ragioni, ma nessun occhio nero… :)
Io Hugo Cabret l’ho visto in 2D (perchè gli occhialini mi fanno venire il mal di testa), quindi – per rispondere alla tua domanda – no, non c’era bisogno del 3D. Quello di cui invece c’era bisogno, e che l’ultimo film di Scorsese (che io invece ho amato) ha sapientamente colto, era riuscire a tracciare un fil rouge fra la passione dei pionieri della Settima Arte e quella degli autori del nuovo millennio. Esiste un ponte ideale, un percorso di continuità fra gli esordi di Melies e le possibilità odierne, nel momento in cui si è capaci di emozionare il proprio pubblico, innovando con sincerità e “cuore”. Lo stesso cuore con cui il regista francese utilizzava quelli che allora erano strumenti modernissimi e lo stesso cuore che Scorsese ha messo nel realizzare Hugo Cabret.
ho visto dopo la mia butade che molti estimatori di Hugo Cabret hanno visto il film in 2D, vi invidio perche’ vi siete evitati il mal di testa canonico da occhialini, resta il fatto che un Autore come Scorsese abbia deciso di girare in 3D quindi la riflessione sul mezzo per me pesa molto anche perche’ stavolta il 3D è tornato per restare e saremo noi spettatori a doverci far passare il mal di testa :)
Pero’ quanto mi sarebbe piaciuto conoscere la tua reazione di fronte alla scena del viaggio della luna rigirata in 3D: saresti rimasto scandalizzato come la sottoscritta? chissà.. ;)
@ava
Ma guarda che il 3D non è mica il demonio, neh? :) Anche il sonoro venne inizialmente visto con grande sospetto, come molte innovazioni tecnologiche, ma poi finì per rivoluzionare il Cinema. Per adesso il 3D è ancora in fase embronale, ma scommetto che negli anni a venire avrà un’evoluzione interessante… a cominciare dagli occhialini che non saranno più necessari…
Concordo sulla delicatezza e levità di The Help… Sull’elevata accuratezza un po’ meno, ho avvertito qualche sbalzo nella narrazione… però il cast è fantastico.
@tiptop
Personalmente non ho ravvisato alcun sbalzo… mi è parso che tutto fluisse piuttosto bene…
Non so, il fidanzato che molla Skeeter quando esce il libro, doveva dirglielo prima etc… perchè? Non c’erano le premesse…erano così affiatati senza aver mai approfondito queste cose cui lei teneva? Non dico dovesse sapere del libro, ma delle sue perplessità sulla segregazione.
Gran bel film Hugo Cabret, soprattutto perchè è un film che riscopre la funzione didattica del cinema: secondo me tutti dovrebbero mandare i propri figli a vedere questo film, per insegnare loro (e ricordare a noi) come tutto è cominciato. Un inno alla magia del cinema (non è un caso che molti dei pionieri della settima arte, Melies in testa, nascessero come illusionisti) alla sua straordinaria forza e al suo potere. Peccato solo per alcune scelte in fase di stesura della sceneggiatura (personaggi inutili come quello della fioraia, sequenze evitabili come quella del poliziotto che nel finale rincorre Hugo col suo cane), ma questi piccoli difetti, in fondo, sono poca cosa, di fronte alla passione e all’amore per la settima arte che trasuda da questa pellicola.
@tiptop
Bisogna tener conto che in definitiva stiamo parlando di un romanzo per ragazzi (la sceneggiatura infatti è tratta fedelmente da una graphic novel uscita qualche anno fa), che – considerato il target – può permettersi qualche semplificazione…
@Monsieur
Mia moglie che ha letto il libro da cui Scorsese ha tratto il film, mi dice della grande fedeltà alla storia. Onestamente non ho trovato stonato alcun personaggio… per il resto, sono assolutamente d’accordo con te…