Da bamboccioni a sfigati

Da bamboccioni a sfigati

Michel Martone, 38 anni, è il viceministro al Lavoro e – per inciso – anche un figlio di papà. Il papà in questione è il giudice Antonio Martone,  cresciuto nello studio legale di Cesare Previti [si, proprio lui!], ex presidente dell’Authority scioperi, con “mani in pasta” un pò ovunque tanto da essere sentito qualche mese fa come “persona informata dei fatti” sulla loggia P3. Martone junior è stato consigliato a Monti dall’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, e dall’ex responsabile della Funzione pubblica, Renato Brunetta [si, si, proprio loro!], con cui aveva collaborato nel precedente Governo.

Se ne evince che il viceministro è un uomo fortunato, talmente fortunato, da considerare con disprezzo i moltissimi che non condividono la sua stessa buona sorte. Eh si, perchè in questi giorni Martone è assurto [per così dire] agli onori della cronaca politica per aver affermato che «laurearsi dopo i 28 anni è da sfigati». Una dichiarazione che – se vogliamo – è ancora più colpevolmente superficiale e volgare di quella sui bamboccioni dell’ex ministro Padoa Schioppa, perchè pronunziata da una persona ancora giovane [ma evidentemente vecchia dentro], che si presume debba ben conoscere la realtà di tantissimi giovani che hanno avuto la sfiga [quella sì] di vivere in un Paese come l’Italia di inizio secolo. La frase di Martone è uno schiaffo in faccia alle migliaia di ragazzi che lavorano per pagarsi l’Università e che quindi si sottomettono ad un percorso di studi più lungo, e a tutti quelli che pur laureandosi sono costretti ad accettare lavori non all’altezza del titolo conseguito e delle proprie capacità [quando va bene], dato che il nostro sciagurato mercato del lavoro non fa sconti a nessuno. Che sia forse questa la vera “sfortuna” che un viceministro al Lavoro dovrebbe impegnarsi a risolvere?

32 pensieri riguardo “Da bamboccioni a sfigati

  1. Facile per uno che ha sempre avuto la pappa pronta parlare così. Non ha mai vissuto nel mondo, ma sempre nella bambagia. Lui sapeva già che ci sarebbe stato un lavoro pronto e ben remunerato ad attenderlo, e sicuramente non ha sborsato mai un euro per pagarsi da sé gli studi.
    Che immensa tristezza Rear. E che sfortuna, come hai scritto tu, per i nostri giovani nascere in questo paese..

  2. andrò controcorrente, ma personalmente la frase non mi indigna più di tanto.
    innanzitutto perchè è stata estrapolata da un discorso più ampio e sensato (quello sugli studi tecnici e professionali che proprio la riforma Moratti ha devastato, con grave danno per il paese); poi perchè con le debite eccezioni per gli studenti-lavoratori è vera: chi non ha scuse e si laurea così in ritardo non è solo “sfigato”, ma è proprio idiota perchè butta via la sua vita ed i soldi suoi od altrui.
    Ovvio che se il ritardo è dovuto a ragioni diverse (lavoro) è più che giustificato, anzi va encomiato chi riesce a portare avanti anche lo studio!
    Per loro, qui sono d’accordo, il ministro dovrebbe pensare a sistemi di finanziamento degli studi che consentano di procedere più agevolmente.

    qui un altro commento: http://giancarlorusso.altervista.org/se-ti-rode-sei-colpevole-altroche/

  3. @maude
    Infatti… è proprio così.

    @redpoz
    Conosco il contesto in cui è stata pronunziata questa frase. Ciò nonostante trovo che un’espressione del genere contenga una superficialità tale che merita tutte le critiche che gli son piovute addosso. Proprio perchè a pronunziarla è qualcuno che ricopre un ruolo che non gli consente di “dimenticare” (o di considerare poco importante) la realtà del mondo degli studi e del lavoro italiano. Sfigati è vivere in un Paese in cui i laureati sono costretti a fare gli operatori in un Call Center o ad essere dei disoccupati. Una frase del genere non sta proprio bene in bocca ad un viceministro del Lavoro che dovrebbe pensare a risolvere quei problemi endemici del Sistema Paese che non lo fanno stare al passo con gli altri Stati europei.

  4. i bimbetti figli di papà hanno sempre il vizio di parlare per dar aria ai polmoni.Rammento che a metà anni 60,mio padre in veste di operaio prese il petulante e insopportabile figlio decenne del padroncino e lo attaccò a un macchinario di lavorazione-un gancio- facendogli perdere la boria.
    Oh,non è che in giro vi sia un gancio donde attaccare questo che dalla faccia non mi pare sia tanto fuori dal girone sfigatone?

    ps:altra cosa però è il discorso su chi bivacca da perenne fuoricorso all’università.Che poi a ben vedere son anche loro figli di papà

  5. Sarò molto impopolare.
    Non mi interessa chi ha pronunciato quell’odiosissima frase e in quale contesto. Un uomo politico forse e cmq dovrebbe tacere più spesso ma questo non è un pregio dei ‘nostri’.
    Non voglio entrare nelle disfunzioni che impediscono l’accesso agli studi superiori che vanno dalla mancata erogazione di borse di studio a ‘campus’ universitari, ai corsi sovraffollati, al costo altissimo delle tasse universitarie, alla mancanza di accedere a un ‘prestito d’onore’.
    Prendo la frase e l’appiccico a moltissimi (e non solo figli di papa’) che dilatano (e ce ne sono!) gli studi universitari all’infinito,
    Sopratutto oggi chi ha la possibilità di iniziare gli studi universitari deve prendere questo impegno come prioritario laureandosi, aggiungo, col massimo dei voti. Diversamente ritengo sia inutile: ti ritrovi non a fare quello per cui “hai sudato” ma a guidare un autobus (sfigato/frustrato in questo senso ci sta tutto).
    Per quel che mi riguarda mi sono laureata in lettere e filosofia al city college di New York e benchè fosse una situazione oggettivamente più faticosa i miei non mi hanno mai incensata ritenendo che “studiare fosse il mio lavoro” a tempo pieno.
    Mio figlio non ha fatto l’università (quale genitore sarebbe contento?) ma sfigato non è perchè lavora, rientra nella categoria di coloro che leggono un quotidiano al giorno, quasi un libro al mese.
    Ho due nipoti laureati “come un treno” alla Normale di Pisa e al Sant’Anna sempre di Pisa. Vi si accede per concorso sulla base delle votazioni dei 3 anni di superiori, e a numero chiuso dopo di chè se mantieni la media del29/30 resti senno vai. Vengono assunti ancor prima di dare la tesi. Entrambi già lavorano con sommo gaudio.
    Poi c’è chi, nell’ambito di progetti successivi, lavorando, decide che la laurea potrebbe agevolarli nel loro lavoro o per cambiarlo e allora riprendono in mano i libri e con fatica si laureano ben oltre i 28 anni. Chapeau!
    Concludo con amarezza notando che via via che avanza il governo della sobrietà comicnia a perdere i pezzi.

    sheralogorroica?mendolgoassai

  6. @davide
    Massimo rispetto per il papà!
    Certamente esiste il problema di coloro i quali si parcheggiano all’Università perchè hanno di meglio da fare che preparare gli esami (hai ragione, per la gran parte figli di papà a loro volta), però per l’appunto non è questo il punto della questione…

    @shera
    Certamente il discorso è complesso e sfaccettato. Ma proprio per questo motivo, un viceministro al lavoro (in questo caso è molto importante sapere chi ha fatto questa dichiarazione) non può essere così superficiale da non considerare le tante tipologie di persone che non si laureano a 28 anni per situazioni reali e concrete che esulano dalla loro volontà, e comunque non può non considerare che la vera sfiga in Italia non è tanto laurearsi a 30 anni, quanto piuttosto ottenere la laurea e fare il disoccupato, o essere costretto ad emigrare per ottenere un lavoro all’altezza del titolo conseguito.

    1. Le implicazioni ci sono e il personaggio è quello che è, purtroppo.
      Potrei articolare meglio il mio pensiero ma resta : senza aggiungere alcun aggettivo, laurearsi ‘fuori corso’ di x sè costituisce un serio handicap oggi in Italia e in Europa perchè il mercato del lavoro è un imbuto sempre più selettivo.
      Laurearsi al max in Italia, oggi, spesso costringe a andarsene per mettere a frutto le proprie capacità.
      Sono anche per una valutazione ‘a tavolino’ al momento di iscriversi all’università per capire le reali possibilità lavorative che apre la scelta di una facoltà piuttosto che un’altra, ferma restando la propensione alle materie umanistiche o scientifiche.
      Scusami se ho ampliato il discorso che esula dall’uscita di un illustre nessuno.

      sherazadericordandoeraccontandosempreilgiornodellamemoria

  7. beh faccio sicuramente parte degli sfigati e visto che se non si è sfigati si è Martone… beh meglio essere sfigati con la coscienza pulita!

  8. ti lascio uno scoop di twitter dove il nostro eroe e’ iscritto da qualche anno senza mai aver racimolato un follower ne’ postato un tweet fino al giorno in cui ha dovuto spiegare la sua butade, un 38enne che al giorno d’oggi non sa usare un social network e’ sfigato o no? ;)

  9. per non parlare di come allegramente si ignori del tutto le tipologie di contratti di lavoro,i danni della precarietà .Il lavoro che dovrebbe essere alla base della vita produttiva dei singoli e del paese è stato disorganizzato per impedire che i lavoratori si sentano attori principali,per proletarizzare il ceto medio basso.Un argomento complesso,tuttavia non affrontato dai liberali ammmmeregggani de noantri del pd e dalle sinistre.Figurati la destra!
    Quindi in questi tempi l’atteggiamento :son cazzi loro se non hanno lavoro,risulta un po’ fastidioso e insomma da pirla.Io ho un lavoro fisso-son giornalaio-però rammento benissimo 10 anni da precario.E se qualche sottosegretario venisse a dire:non aver lavoro prima dei 30 è da sfigati,lo abbasso di 20 cm a furia di cazzotti sulla testa in stile bud spencer.Perchè il linguaggio sprezzante da bar di fighetti lo usi con i pistola della tua casta,ma da politico e personaggio pubblico devi avere una visione ampia e proporre leggi per il bene comune.Semmai colpire i fuori corso fannulloni o quelli che hanno una idea distorta di stato assistenziale.Però con maggiore serietà,cosa che questo bamboccio non ha dimostrato.Anzi alla veneranda età di 38 anni esprimersi come un ragazzino perchè fa gggiovane mostra dei gravi problemi di crescita e intelletto,ecco magari uno sfigato così andrebbe curato .Giovanilismo acuto.

  10. Sfigati è vivere in un Paese in cui i laureati sono costretti a fare gli operatori in un Call Center o ad essere dei disoccupati.– se avesse detto questo saremo qui a battergli le mani!
    Comunque, dati tutti i distinguo, resta l’inopportunità dell’espressione e la necessità di rivedere il sistema universitario.
    A parer mio, coglieva più nel segno Padoa-Schioppa coi “bamboccioni”

  11. @davide
    Sono perfettamente d’accordo. Una frase del genere è inacettabile sotto diversi punti di vista, che hanno a che fare sia coi contenuti che col tono. Da un politico non mi aspetto certo una ratifica rassegnata del fatto che il mercato del lavoro faccia schifo. Mi aspetto invece che si impegni per migliorarlo.

    @redpoz
    Il punto infatti è che non l’ha detta quella frase lì… magari seguita pure da una promessa di impegno per migliorarla quella condizione.

    Comunque sull’argomento consiglio questo post.

  12. son cambiate le facce, ma non gli atteggiamenti…
    è una frase degna di Brunetta…cambia solo il personaggio, ma l’imbecillità è la stessa…
    tutti uguali…tutti…
    governo tecnico pieno di raccomandati, personaggi loschi, e gente in palese conflitto d’interessi…
    dov’è la novità rispetto a prima??

  13. @luigi
    Luigi, adesso non generalizziamo. Le novità sono notevoli. Per prima cosa abbiamo riacquistato una credibilità internazionale che col Governo berlusconi si era del tutto persa. Il premier non obbliga più il parlamento a deliberare sull’effettivo grado di parentela fra Ruby e Mubarack e non telefona più ai direttori RAI cercando di far chiudere trasmissioni sgradite. Monti non sbraita contro la Magistratura e la Consulta, lamentandosi di un golpe ordito ai suoi danni e non promulga più leggi incostituzionali per salvarsi da processi scomodi. Quanto ai personaggi loschi, quando si cerca di consegnarli alla Magistratura la Lega si oppone, quindi forse è un argomento che dovresti maneggiare con le pinze :)

  14. ti segnalato sul mio blog come esempio di blog cinematografico e non solo,si ci sarebbe una cosa tipo il versatile blog awards,ma al di là di questo,ci tenevo a metter il tuo nome perchè è un bel posto il tuo la finestra sul cortile

  15. secondo questo signore io sono doppiamente sfigata:primo perchè a 32 anni non sono laureat (non sono mai andata all’università, preciso) e secondo perchè ho un diploma di istituto magistrale (ha detto anche che chi sceglie l’istituto tecnico è bravo). io personalmnte mi ritengo sfigata per motivi ben differenti,ovvero che a 32 anni , dopo undici di precarito, sono costretta a vivere ancora in casa dei miie genitori con l’assoluta impossibilità di costruirmi una vita degna di questo nome, e non solo; sono proprio nell’impossibilità persino di potermi mantenere da sola, in caso di morte dei mkei non so cosa farei.
    se proprio vogliamo, sono ancora più sfigata perchè vivo in un’epoca e in un Paese dove iul lavoro non conta nulla e dove si fa di tutto per mettere i bastoni fra le ruore a chi chiede un semplice lavoro degno di questo nome, che dovrebbe essere uno dei diritti minimi per chiunque…

  16. @davide
    Ti ringrazio del complimento… qui si fa del nostro meglio per rendere questo posto piacevole… adesso, ad esempio, sto lavorando per avere delle belle tende alla finestra… il cortile appare più interessante se hai delle belle tende alla finestra! :)

    @Tiziana
    La vita in questa Italia non è facile. Viviamo in una società decadente sotto molto aspetti. La realtà del lavoro è più vicina al terzo mondo che a quella dei più evoluti stati europei. Ma è tutto il tessuto sociale ad essere logoro… non manca soltanto uno sviluppo economico, ma anche sociale e culturale, e se si considera questo, si capisce perchè è difficile trovare opportunità reali di migliorare la propria condizione.

  17. Carissimo,
    questa volta non sono del tutto d’accordo con te.
    Vuoi perché la frase è stata estrapolata da un contesto più ampio, come ha già fatto notare prima di me redpoz, vuoi perché suonava più come un attacco all’equazione tutta italiana “studi con impegno? sei uno sfigato; te ne sbatti allegramente=avrai successo nella vita”, vuoi perché, se potevo comunque disapprovare un pochino questa battuta cmq non troppo felice, mi è divenuta subito più simpatica quando ho letto i giornali il giorno dopo.
    Tutti a sparare a zero su Martone! Dall’indulgenza dimostrata con i politici della scorsa legislatura (che ce ne hanno raccontanto di peggio, e ne hanno fatte più di Bertoldo), ora facciamo le pulci ad uno dalla carriera esemplare. E’ vero, figlio d’arte, ma fuori le prove che ciò abbia influito!
    E’ dall’età di cinque anni e mezzo (cioé dalla prima elementare) che mi sento ripetere, da tutti “se vai bene a scuola è perché tua madre è professoressa” e certo commenti tanto ignoranti -e maligni- non alludevano certo al fatto che il DNA non sia acqua…
    Insomma, sono il primo a battersi perché il figlio del contadino possa diventare presidente universitario, ma andiamoci piano con le illazioni: il figlio di uno che conta non deve nemmeno essere spinto a cambiarsi cognome, a non studiare per prendere qualche brutto voto a scuola o a nascondere il fatto che si sia laureato a 23 anni…

  18. Non sparate su Martone.
    Il cielo sa cosa significhi essere figlio di certi padri. Altro che strade lastricate d’oro.(quelle dell’analista di sicuro)
    Comunque a parte la boutade ( non del tutto peregrina) e l’espressione infelice della quale comunque il giovanotto ha fatto ammenda, trovo serio il discorso sul divario che c’è tra formazione ed effettive possibilità d’impiego.Insomma la solita storia della domanda (di laureati in ingegneria,fisica, etcetc) e l’offerta (di laureati in scienza delle comunicazioni).
    Nessuno punta il dito su nessuno ma organizzare un serio orientamento sul tipo di facoltà da scegliere pensando ad un futuro di lavoro e non ,magari,alle ambizioni di mammà e papà,non sarebbe male.
    Ciò detto trovo spropositata la reazione, anche quella di chi è andato a rifare le bucce al curriculum del fanciullo attraverso la pubblicazione di verbali d’esame che in sostanza dicono che …Martone ha passato brillantemente l’esame.
    E brillante lo è,insopportabile ma capace,antipatico ma preparato….e siccome non ce lo dobbiamo sposare ma solo tenere come vice ministro pro tempore,vediamo se è possibile mettere a profitto la sua preparazione.
    Per esempio anche in un dipartimento come quello di Brunetta sono state fatte cose positive in ordine alla innovazione.Chiediamo iniziativa politica ché del pedigree non ce ne può importare di meno.
    C’era una volta l’invidia di classe che generava sani sconvolgimenti e non solo chiacchiera da salotto piccolo borghese.

  19. @Carlo
    Comprendo e rispetto il tuo punto di vista, anche se questa volta la pensiamo diversamente. Certo, veniamo da un Governo in cui frasette del genere non avrebbero suscitato alcuna reazione, tanto era il peggio a cui si era abituati, tuttavia continuo a ritenere che un uomo delle istituzioni debba necessariamente essere molto attento nelle sue esternazioni e, quella in oggetto, nasconde una faciloneria ed una volgarità che a me ha infastidito non poco.

    P.S.
    Se tutti scrivessero alla “alla cavolo di cane” come te, sarebbe un paese di letterati!!! :)

    @sed
    Concordo sulla necessità di mettere a profitto la preparazione tecnica delle persone che ci governano. Chissà allora che questa valanga di critiche non serva comunque da stimolo a Martone per impegnarsi nel risolvere le tante “magagne” del mondo del lavoro…

  20. L’ho scritto pure altrove : non c’è contesto che giustifichi un’ espressione di per sé discriminante e indicativa di una logica anni 80 da dimenticare.
    Quel che mi preoccupa non è certo Martone ma chi avrebbe intenzione di opporsi a quella logica con armi spuntate in partenza.
    Davvero pensiamo che lo studio Previti dove il giovanotto è stato a bottega o la Luiss (due istituzioni per le quali a diverso titolo i soldi e il successo sono sacri e vanno perseguiti ) dove insegna, siano disposti a perdere tempo per i begli occhi di Martone senior?
    Scordiamocelo ed entriamo nel merito.
    Nessuno – nemmeno auterevoli commentatori televisivi e della carta stampata – ha chiesto al viceministro quale siano le iniziative del Governo per rendere la formazione funzionale al mondo del lavoro.
    E allora se tutto deve ridursi ad un problema di galateo, rivolgiamoci a Lina Sotis che almeno ci si diverte di più.

  21. @redpoz
    Siamo d’accordo, allora…

    @sed
    Esatto! Non è tanto (o comunque, non è solo) questione di galateo (anche se resta la colpevole leggerezza di una dichiarazione che avrebbe dovuto essere evitata), quanto piuttosto il fatto – come giustamente fai presente tu e come anche io ricordo nella chiusura del post, che da un viceministro al lavoro ci si aspetta che si adoperi per cercare di risolvere le vere sfortune del mercato del lavoro italiano.

  22. tra la’ltro sarebbe anche interessante sapere come questo singore intenderebb non solo spingere i giovani a laurearsi di più (se uno non ha voglia o non è portato che fa?!)- mi riferisco alle sue almentele secondo cui l’Italia sarebbe il Paese con in più basso numero di laureati- ma anche come potrebbe indirizzare i nuovi iscritti alle facoltà che ritiene spendibili nel mondo del lavoro: se uno è piùportato per le materie umanistiche come può convincerlo a scelgiere fisica o ingegneria?!

  23. @Tiziana
    Infatti, credo che Martone dovrebbe impegnarsi seriamente ad integrare più funzionalmente gli studi col mondo del lavoro, piuttosto che uscirsene con dichiarazioni che sembrano uscite dalla bocca di un brunetta qualsiasi…

  24. L’impressione mi pare quella di: concetto giusto, parole errate… richimando Padoa Schioppa, mi viene in mente la sua dichiarazione sul fatto che ‘pagare le tasse è bellissimo’… E’ giusto affermare che arrivare a 28 senza essersi laureati è da sfigati. Il problema sono i distinguo: c’è chi si trova in questa situazione perché ad esempio è uno studente lavoratore; c’è chi magari ha preso un indirizzo di studi sbagliato e si trova a laurearsi ‘per forza d’inerzia’… C’è chi, fuori sede, arriva nella grande città e si lascia (consciamente o meno) ‘travolgere’ dal Paese dei balocchi… c’è chi passa le giornate a bighellonare e a rimorchiare, dando un esame ogni morte di Papa. Le parole di Martone sono sbagliate, perché generiche; in aggiunta c’è la sensazione che lui proprio non possa parlare perché, al di là dei meriti, è chiaro che un figlio di ‘cotanto padre’ abbia avuto (anche non volendo) certe strade più ‘asfaltate’ di altri… E poi c’è la coerenza: perché lo vedi ospite dalla Gruber e prima dice che i giovani italiani devono riscoprire il lavoro tecnico, manuale e artigianale, e cinque minuti dopo se ne esce che i giovani italiani che si laureano sono troppo pochi… Martone dovrebbe decidere una volta per tutte, anche perché i ‘giovani italiani’ non sono poi così tanti, e tutte le statistiche ci dicono che nei prossimi dieci anni sono destinati a diminuire…

  25. @donburo
    Sant’uomo!!! :)))

    @Marcello
    Esattamente! Parole generiche e superficiali, quindi fuori luogo, espresse da una persona che è stata aiutata ad essere là dov’è ora…

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