Il Cinema come funambolo

Il Cinema come funambolo

Il dibattito apertosi a seguito dell’uscita di Avatar ha portato ad interessanti riflessioni di carattere più generale, due delle quali provo qui a sintetizzare.

E’ sufficiente farsi portatori di nuove tecnologie per realizzare un film che abbia un valore artistico intrinseco? Secondo me, no. Basti pensare a pellicole come Il Cantante di Jazz del 1927 o La Tunica del 1953, rispettivamente il primo film sonoro e il primo film in Cinemascope della storia, che oggi sono ricordati soltanto per il dato statistico di essere arrivati per primi. Eppure furono pellicole accolte da enorme clamore e da un notevolissimo successo di pubblico. La prima salvò da sola la Warner Brothers dal fallimento. Tuttavia oggi non trovano neppure una collocazione nella classifica dei 100 film americani più importanti di sempre, stilata dall’American Film Institute, la più prestigiosa organizzazione statunitense ad occuparsi di Storia del Cinema. Il film cosiddetto commerciale o mainstream, destinato al più vasto pubblico possibile, deve poggiare necessariamente su sceneggiature banali e personaggi stereotipati? Ancora una volta la risposta è no. Anche in questo caso vi è più di un esempio da portare a sostegno. Pellicole infatti come Blade Runner, Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, Matrix, la saga de Il Signore degli Anelli, sposano commercialità ad approfondimento, quand’anche non autorialità. Sono lavori in cui la trama non si limita ad essere semplice corollario alle immagini, ma determina in modo non convenzionale lo sviluppo della vicenda.

Allora se è vero, come dice Ennio Flaiano, che «il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile», mi piacerebbe che tale movimento fosse come quello di un funambolo. In equilibrio fra contenuto e forma, e fra parole ed immagine.

18 pensieri riguardo “Il Cinema come funambolo

  1. Ehm non vorrei innescare una polemica inutile ma Blade Runner al cinema non ha fatto molto successo, non quando è uscito la prima volta nell’82.
    Io invece comincio a pensare che certe critiche cinematografiche siano come certe recensioni musicali in cui c’è il grande nome di turno che vende e che fa un bel disco. Tipo No line on the horizon degli U2. Molti non hanno detto che è un bel disco non perchè non lo pensano ma perchè semplicemente è una band commerciale e non sta bene dirlo. Nel bene o nel male Avatar lascerà il segno alle generazioni che lo stanno vedendo e che cresceranno in avanti. C’è solo da sperare che il messaggio di fondo che c’era venga recepito e non rimanga solo come sfondo per un grosso fil di intrattenimento. Pur con i difetti che ha. Perchè ne ha, non è perfetto.

  2. Nulla da eccepire!
    Il mio parere resta quello di sempre, molto semplice: non c’è proprio nulla di male se si sceglie un film più commerciale per puro divertimento (e ci mancherebbe! Uno forse dovrebbe leggere solo Dostoevskij??!!), basta non illudersi di aver assistito ad un capolavoro 

  3. @khrishel
    Quanto dici su Blade Runner è vero. Ebbe una carburazione lenta ai botteghini, ma si rifece ampiamente nel tempo con le diverse riedizioni del film e con il mercato dell’Home Video. Hai ragione anche sul discorso successivo. Quanto però al messaggio di fondo ho qualche perplessità, essendo Avatar completamente sbilanciato a prediligere la forma piuttosto che il contenuto.

    @Adam’s Rib
    Verissimo. Però ci sono film commerciali che sanno sposare un discorso di approfondimento autoriale ed altri che invece che banalizzano e semplificano i temi trattati, all’interno di una rappresentazione convenzionale e assolutamente prevedibile.

  4. Concordo, anche se, parere mio, Il signore degli Anelli non può nemmeno pulire le scarpe a Blade Runner.
    La scena "ho visto cose che voi umani" è una delle migliori in assoluto di tutta la storia…

  5. Flaiano era un intellettuale e tu fai un discorso élitario e di cinefilo  rispetto alle aspettative prima di tutto economiche della ‘macchina’ cinema e i suoi fruitori abituali.
    La formula piu’ comune è che si vada al cinema per ‘evadere’ in ogni senso.
    E’ di questi giorni la diatriba su di un bellss film che non avrà distribuzione in Italia in quanto ritenuto ‘troppo triste’ e nel contempo l’elargita  sovvenzione statale  al film ‘panettone’ di Pieraccioni.
    Parlo della versione cinematografica di un romanzo molto belle di Corman McCarthy "La strada". Anzi se non lo conosci ti invito a leggerlo!!!

    sherahchechebellosarebbecantaresottolapioggiaconGene Kelly

  6. @ipitagorici
    Ho fatto solo alcuni esempi di film blockbuster che avessero, al tempo stesso, una signora sceneggiatura. Senza metterli necessariamente sullo stesso piano. Intendevo solo dimostrare che è possibilissimo fare film spettacolari ed insieme non convenzionali.

    @sherazade
    Sarebbe bello se non fosse così elitario. Grazie per la tua segnalazione. Vado a documentarmi al riguardo…

  7. Credo che ci sia una bella differenza fra Avatar ed i film che hai menzionato nel post. Il film di Cameron ha una sceneggiatura prevedibilissima, piena di luoghi comuni e situazioni già viste. Peccato perchè per me rappresenta un’occasione sprecata!
    Matteo.

  8. ci sono film commerciali che sanno sposare un discorso di approfondimento

    Hai perfettamente ragione, e quando cio’ succede e’ bello perche’ c’e’ una sorta di elevazione del concetto di intrattenimento, pur mantenendo sostanziale la parte di gioco e divertimento. Pero’ a volte, anche senza che un film abbia una sua parte di spessore, riempie, emoziona. Magari emozioni superficiali, che scivolano via, ma, come dice Simona, a volte si ha bisogno anche di questo, senza che magari diventi l’unico stile di cinema amato. Per esempio, a me piacciono certi film di azione, con molti effetti speciali, montaggi serrati, sveltezza di riprese, regie d’effetto. Niente di che, ma mi fanno star bene. E non credo che ci si possa trovare nulla dentro. Esempi: i vari THE BORN SUPREMACY, IDENTITY, etc, o certi action thriller con Bruce Willis. Mi sento dentro la macchina da ripresa, quando si vede il protagonista che scappa, che rotola via da una macchina, che salta da un tetto all’altro. E mi piacciono come mi piacciono film magari "mattoncioni" ma intelligenti, profondi. C’e’ spazio per molte cose diverse al cinema.
    :o)

  9. Siccome mi sono occupato anche d’Ufologia, preferisco: -Incontri ravvicinati del terzo tipo-! Eppoi, Enrico Berlinguer, dopo che l’ebbe visto disse: "pura poesia!" Ed io concordai e tutt’ora condivido. Un saluto di simpatia.

  10. @Matteo
    Al riguardo ti consiglio questo interessantissimo post, molto ben argomentato e documentato!

    @aleike
    Assolutamente d’accordo. Le considerazioni del post nascono come risposta ad alcune recensioni di Avatar che considerano il film come un capolavoro. Mi pare un pò troppo! :)
    Gli action movie fracassoni però mi piacciono poco, specie quelli con Bruce Willis che non ho mai sopportato…

    @SaR
    Quello sì che è un vero capolavoro!!!
    Un caro saluto. Paolo.

  11. …ciao Paolo! Nel ribadire la mia scarsa predilezione per il genere, condivido quello che hai scritto: si può fare di un film ad altissimo budget, che avrà il merito di aver sdoganato il 3D (con maggiore fortuna del precedente tentativo) ANCHE un bel film, dove i temi vengano approfonditi e sviluppati, anziché solo accennati, risultando pertanto banali e scontati, una sorta di scadente collante per le trame che si vogliono intrecciare…buona giornata!

  12. In effetti è tutto lì… certo, il 3d al momento sembra molto adatto agli ‘effettacci’… d’altro canto uno come Kubrick ha inserito nei suoi film innovazioni tecnologiche messe al servizio di una storia, di un concetto… Allora, quando sarà esaurita la ‘sbornia’ della novità, probabilmente arriverà qualcuno che ci mostrerà come il 3d possa andare oltre la fantasmagoria dell’effetto speciale… non saprei nemmeno io dire come, ma questo qualcuno prima o poi arriverà….

  13. @iolosoxchecero
    Hai centrato il punto!!!
    Un salutone. Paolo.

    @crimson74
    Se, come sembra, il 3D è il nuovo terreno su cui si svilupperà l’industria cinematografica del prossimo futuro, per rispondere alla crisi degli ultimi anni, probabilmente accadrà proprio così…

    @LocandieraTDS
    Complimenti per la dotta citazione!!! :)

  14. E’ un argomento che offre molti spunti; l’intrattenimento e i film "di cassetta" portano avanti tutta la baracca a livello commerciale; capita (sempre più raramente) che alcuni film alla portata di tutto il pubblico offrano pure qualità (penso agli incassi di Gran Torino per esempio)…io credo che da sempre ci sia una netta divisione tra film d’autore e film commerciali; altro aspetto a me fastidioso è quando il cinema vuole andare incontro ai videogiochi con tecnologie sempre più sofisticate; è come se ti facessero un invito a condividere un nuovissimo e fichissimo videogioco in una sala enorme con il pubblico, effetti speciali e audio dolby…è tutto allettante (per i giovani) ma dura poco e presto si dimentica..come i giochi..
    Ciao

  15. @corradovecchi
    Fai un discorso assolutamente condivisibile. Ciò che io volevo sottolineare col mio post è che intrattenimento popolare non deve necessariamente andare di pari passo con banalità. Non sta scritto da nessuna parte che uno che voglia fare un blockbuster non possa provare a intrattenere con intelligenza (Hitchcock ad esempio lo faceva). E pure non sta scritto che bisogna per forza gridare al capolavoro, se il blockbuster in questione offre solo effetti da videogioco, per quanto strabilianti questi siano.

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