Chi semina vento
E’ fondamentale che il sistema politico prenda una posizione esplicita a difesa delle istituzioni, contro l’assalto di berlusconi al cuore della democrazia. Quest’uomo malato che non può essere giudicato da nessuno, che si è autoconvinto di essere “unto” del Signore, di essere uno statista migliore di De Gasperi, di essere il miglior politico che l’Italia abbia avuto negli ultimi 150 anni, di essere vittima innocente di mille complotti bolscevichi deve essere al più presto allontanato dal ruolo che ricopre senza averne nè la statura, nè la pulizia morale. Una larga fetta di italiani è profondamente stanca di essere rappresentata da questo corruttore mafioso, che tiene bloccato il Parlamento per fare leggi che servono soltanto a lui, e che ha condotto il paese sull’orlo dello scontro di piazza. Il successo della manifestazione del 5 dicembre, le contestazioni sempre più frequenti e pressanti che accolgono il premier ad ogni sua pubblica uscita, fino all’aggressione subita ieri a Milano, sono segni inequivocabili di una situazione che ha ormai superato il livello di guardia. In particolare l’attentato di Massimo Tartaglia, per quanto isolato e frutto di follia, non giunge affatto a sorpresa. Chi semina vento, prima o poi è facile che possa ritrovarsi una statuetta del Duomo fra i denti.