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Mese: Luglio 2015

Fumus Persecutionis

Fumus Persecutionis

«La condanna di Silvio Berlusconi a Napoli per una indimostrata compravendita di senatori ha dell’incredibile, è ingiusta e va a sindacare un principio sancito dalla Costituzione: ogni parlamentare è eletto senza vincolo di mandato. Ora ogni rappresentante del popolo dovrà stare attento a come vota in Parlamento». Quando si leggono dichiarazioni come queste da parte di uomini delle Istituzioni, viene da domandarsi se costoro ritengono di amministrare un popolo composto unicamente da poveri grulli. Si spieghi allora che cosa si intende quando si ricorda l’assenza del vincolo di mandato. Forse che il parlamentare – nella fattispecie l’ex senatore Sergio De Gregorio reo confesso – potesse sentirsi autorizzato ad accettare una mazzetta di 3 milioni di Euro per cambiare la propria casacca politica, e così contribuire a far cadere il Governo Prodi nel 2008? Evidentemente per Maurizio Lupi – Ministro delle Infrastrutture dimissionario per aver ricevuto favori e regali da parte di manager ed imprenditori e tuttora alleato di governo del PD – il rappresentante del popolo non deve rispondere alla legge – brutta, cattiva ed ingiusta – ma soltanto alla propria coscienza. E se poi tale coscienza dovesse somigliare a quella dell’ex ministro, si potrebbe star certi che consentirebbe di chiudere tutte e due gli occhi di fronte a sciocchezzuole come la corruzione e la compravendita di esponenti del Parlamento.

Berlusconi è stato condannato in primo grado a 3 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, in un processo che comunque è destinato alla prescrizione (grazie naturalmente ad una delle tante leggi ad personam). È la prima volta nella storia repubblicana che un leader politico viene riconosciuto colpevole di un reato del genere, che di fatto ha cambiato la nostra storia recente, eppure la notizia non ha trovato nei media un grandissimo risalto. Certo si dirà che il ventennio berlusconiano ha assuefatto la gente alle peggiori nefandezze e che la crescente disaffezione alla politica è dovuta proprio ai troppi episodi di malaffare che hanno funestato la vita pubblica del Paese. Eppure sarebbe uno sbaglio attribuire soltanto a berlusconi e alla classe politica nata e prosperata alla sua ombra tutte le responsabilità. Esiste davvero un fumus persecutionis, ed è quello che molti di noi hanno nei confronti dell’intelligenza, dello spirito critico, del senso civico, di un tessuto sociale all’insegna di principi come la cooperazione, la solidarietà, la tolleranza, l’impegno. Perchè – sia chiaro – la qualità della democrazia dipende direttamente dalla qualità morale dei cittadini.

OXI!

OXI!

E’ stata una straordinaria vittoria della democrazia. Ancora più bella ed importante perchè ottenuta nonostante il terrorismo mediatico e le ingerenze, squisitamente politiche, dell’establishment europeo che insieme avevano confezionato una narrativa apocalittica secondo cui, se avesse vinto il NO, Atene avrebbe dovuto necessariamente uscire dall’eurogruppo in un scenario intriso di sciagure, rovine, lacrime e sangue. Perchè – sia chiaro – la questione non era scegliere fra Euro e Dracma, come un improvvido tweet del nostro Presidente del Consiglio – sempre pronto a baciare l’anello della cancelliera tedesca – voleva far intendere, bensì opporsi in modo netto ed incontrovertibile al piano degli aguzzini…, oops dei creditori europei, consistente in un fatale mix di aumenti delle tasse e drastici tagli alla spesa pubblica, del tutto insostenibile per il popolo ellenico. Con il voto di ieri la Grecia ha dimostrato che esiste anche un altro modo di intendere l’Europa: quello per cui attraverso i mezzi democratici è possibile opporsi alle politiche di austerità e ai tagli ai diritti così fortemente voluti dalla Germania e dall’aristocrazia finanziaria, e battersi per un Continente inclusivo e solidale, portatore di pace ed eguaglianza.

Scrive oggi Lucia Annunziata: «È l’umiliazione della Merkel innanzitutto, che ha qui rivelato una straordinaria miopia e un eccesso di muscolarità (…). Sconfitti, insieme a lei i tanti funzionari europei mascherati da leader, di cui Juncker è oggi il perfetto stereotipo, anche loro tutti convinti che un ringhio di Bruxelles bastasse a rimettere a posto le cose. Sconfitti sono però anche i leader europei che avrebbero potuto avere, per tradizione e convinzioni, un ruolo di bilanciamento per evitare che si arrivasse a questo punto (…). L’Italia anche avrebbe potuto, voluto e dovuto fare da mediatore. Lo ha tentato all’inizio di questo scontro. Ma si è ritirata, e il perché ce lo spiegherà prima o poi Matteo Renzi. Certo è che il nostro paese che con il nuovo premier è entrato sulla scena europea solo pochi mesi fa con la ambizione di far “cambiar verso all’Europa” appare oggi fra gli spettatori più’ che fra i protagonisti». Ed è ovvio che quando si parla di protagonisti non si può non fare il nome di Alexis Tsipras, che in questo frangente così drammatico per lui ed il suo Paese ha dimostrato la giusta dose di fierezza ed un notevole coraggio personale, rischiando la propria leadership in un referendum dall’esito tutt’altro che scontato. Evidentemente esiste ancora qualche leader che piuttosto che mantenere la propria quota di prestigio e di potere, preferisce giocarsi il tutto per tutto in nome di un’idea di politica fatta di solidarietà, equità e giustizia sociale, a servizio delle fasce più deboli e povere della popolazione. E’ questa la vera Sinistra di cui ha così maledettamente bisogno l’Europa ma anche noi italiani! Che enorme differenza, che distanza siderale infatti con tanti politicanti nostrani, bravissimi a far proclami a favore dei media, ma ancor più bravi (e spregiudicati) poi nel disattenderli puntualmente con i fatti. Onore quindi a Tsipras che peraltro sa benissimo che la partita è ancora di là dall’essere terminata. Ieri si è vinto solo una battaglia, ma lo si è fatto nel miglior modo possibile.