Panem et circenses
Di diverso ci sarebbe soltanto la reazione della massa sempre più bovina, che si indigna di fronte all’uscita della squadra di Marcello Lippi dalla Coppa del Mondo, ma resta al palo dinanzi alle uscite del Governo. Basti pensare alla recente vicenda del ministro per il federalismo, Aldo Brancher, nominato solo da pochi giorni [senza che ne siano certe nè l’utilità nè l’onestà] e già invocante il legittimo impedimento, al fine di sottrarsi ad un processo che lo vede imputato insieme alla moglie. E poco importa se Napolitano abbia per la prima volta dato un segnale di coraggio e di senso dello Stato mettendosi di traverso, perchè la protervia di berlusconi resta in tutta la sua enorme gravità. E se è vero che panem et circenses sono strumenti straordinari per anestetizzare i malumori popolari, adesso che i circenses se ne sono andati via anzitempo e che il panem è stato drasticamente ridotto da una manovra finanziaria sbagliata ed iniqua, l’opinione pubblica sarà finalmente pronta a reagire all’inedia e a ritrovare la sua rabbia?
Un ministro (indagato) in più
Paraculo è chi il paraculo fa
E’ ormai evidente l’escalation degli attacchi sferrati dal partito di Bossi contro qualsiasi cosa rappresenti e simboleggi l’idea di Stato in senso unitario, sia questa una bandiera, un inno od una squadra di calcio, in nome di un’idea separatista e di affermazione di un’altra entità politica diversa dallo Stato italiano, come del resto conferma Borghezio in una sua recentissima intervista: «Confermo con grande orgoglio e soddisfazione che il nostro obiettivo strategico è e resta quello dell’indipendenza della Padania, al fianco dei coraggiosi patrioti padani che hanno seguito e seguono il cammino di Umberto Bossi. E non saranno certo i professionisti della politica romana a interromperlo».
Il triangolo no!
Ora, a parte i brividi che si sentono salire immaginandosi quale angosciante vuoto cosmico debba albergare nella testa dell’attaccante dell’Inter, visto che soccombere in un confronto di intelligenza con la “trota” è un pò come essere inferiori a Vladimir Luxuria in quanto a virilità, resta da domandarsi quanti lustri saranno necessari perchè il popolo italiano, orribile e bovino, torni a vivere in una società in cui la cultura costituisca un valore fondante, e dove non si debba valutare tutto dal punto di vista del successo economico, della bellezza, del denaro, della popolarità, del potere.