Il delirio della destra
Mai prima d’ora nella nostra storia repubblicana si è giunti a minacciare simultanee dimissioni di massa dal Governo e dal Parlamento. Berlusconi chiede ai suoi di lasciare subito, aprendo una crisi istituzionale senza precedenti. Non potendolo fare sul tema a lui più caro, ossia quello dell’accanimento giudiziario sulla sua persona, si serve dell’aumento dell’IVA come specchietto per le allodole ad uso e consumo del proprio elettorato. Ancora una volta una becera manovra populista, ancora una volta una spregiudicata torsione della verità: la vera cifra della comunicazione berlusconiana. La realtà ovviamente è assai diversa, ed è quella di una destra che – senza un briciolo di decenza – non si fa scrupolo di piegare le regole democratiche e di utilizzare le istituzioni come uno strumento di ricatto pur di salvare un delinquente condannato in via definitiva. E’ il punto più basso di vent’anni di berlusconismo.
Tutto questo – è bene ricordarlo – con buona pace di Grillo, il quale, per tutta la durata del Governo Letta non ha fatto altro che blaterare di inciuci, di un PdL e di un PD che sarebbero la stessa cosa, di finte contrapposizioni fatte esclusivamente a beneficio dei media, di un esecutivo che non sarebbe mai caduto perchè non conveniva a nessuno dei due partiti, dei democratici che avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di salvare il Cavaliere. Anche in questo caso la verità viene mistificata per mere logiche di consenso. E non è un caso se il ducetto di Arcore ed il profeta del vaffanculo sono allineati sull’andare immediatamente ad elezioni, pur sapendo che se si votasse domani col Porcellum si consegnerebbe il Paese ad una nuova stagione di ingovernabilità dalle ricadute imprevedibili. Entrambi si muovono secondo personali interessi di bottega. Entrambi puntano allo sfascio dell’Italia. La Grecia si avvicina. Muoia Sansone con tutti i filistei.