bossi come berlusconi
Bossi sa perfettamente che il punto invece è un altro. Lo scorso luglio il TAR ha decretato l’illegittimità di due liste perchè non si è provveduto a raccogliere le firme necessarie per la presentazione delle liste stesse. Tuttavia, invece di dichiarare nulle tout court tutte le schede riconducibili alle liste in questione, il tribunale ha voluto salvaguardare proprio la volontà dell’elettore leghista, imponendo un riconteggio che stabilisca quanti hanno espresso una preferenza alla sola lista e quanti invece sia alla lista che al candidato presidente. Al fine, cioè, di distinguere fra chi ha crocettato il solo simbolo della lista [voti annullati] e chi ha anche crocettato il nome del candidato [voti validi per Roberto Cota]. Solo chi non ha rispetto per le Istituzioni – ed in questo senso bossi va a braccetto col suo fido alleato berlusconi – può sostenere che in Piemonte la democrazia è a rischio, quando invece il TAR sta muovendosi in modo cristallino ed irreprensibile: se una lista è invalida, non esiste più e i suoi voti sono persi. Fine. Se invece, oltre che la lista, si è indicato anche il candidato, quello è un voto valido. Un concetto semplicissimo persino per le sinapsi non propriamente brillanti dei leghisti, ma in Italia – si sa – paga di più la demagogia ed il becero populismo. Ma non è tutto, esiste anche una terza lista per cui il TAR deve ancora deliberare, per la quale si sostiene che molte firme siano false. Ma per carità, anche in questo caso trattasi di sporco complotto bolscevico!