Anno nuovo governo vecchio
Intanto Maroni, l’unico Ministro dell’Interno al mondo ad essere stato condannato per aver morso la caviglia di un agente di polizia, ci dimostra che siamo tutti troppo buoni. La vicenda di Rosarno – dice – è figlia dell’eccessiva tolleranza nei confronti degli extracomunitari. Visto che quest’ultimi, come ricordato dal leader del suo partito, Umberto Bossi, ammazzano i cristiani, noi siamo del tutto legittimati non solo a fare a meno di legalità e solidarietà, ma anche ad essere un pò più burberi ed incazzosi. Magari – se scappa – pure un filo piduisti e razzisti. Ma si. Che vuoi che sia. Siamo o non siamo il Partito dell’Amore?
Vie, corsi e ricorsi
Intervistato al riguardo, Giorgio Bocca ha recentemente affermato: «Craxi era uno che faceva politica come un bandito. Per questo piace tanto a Berlusconi. […] Mani pulite è stata un tentativo di purificare la politica italiana. Siccome la politica italiana è piena di corrotti, tutti d’accordo hanno cercato di seppellire Mani pulite. Si spiega così l’odio della destra per Antonio Di Pietro: viene considerato il demonio solo perché chiede alla politica di essere una politica di persone per bene e non di ladri».
Vorrei un paese normale
Quindi ecco che, augurandovi un formidabile 2010, mi viene da pensare che un augurio non dovrebbe essere soltanto un gesto scaramantico, ma un’assunzione di responsabilità affinchè ognuno di noi si impegni a cambiare ciò che di sbagliato vede nel proprio personale quotidiano. Se si sarà capaci e fortunati, tanti piccoli cambiamenti provocheranno forse una grande svolta.
Il Natale e il diritto alla preghiera
Peraltro questa decisione rappresenta l’atto finale di un’escalation di affondi, iniziata con una misura restrittiva che imponeva l’obbligo tassativo che ogni raduno di circoli e associazioni si svolgesse esclusivamente in lingua italiana. Tutte ordinanze – sostiene il sindaco – rese necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini! Ancora una volta il partito di Bossi dimostra di cavalcare la xenofobia come strumento di propaganda, configurando un sistema asfittico, in cui vengono fomentati individualismi e chiusure identitarie, e dove si spinge all’intolleranza e al rifiuto di chi è diverso. Del resto perchè sorprendersi? Non è forse questa la democrazia dell’amore?
Un post più bello che intelligente
Purtroppo poi esistono anche tanti italiani che non la pensano esattamente così, considerati i messaggi augurali che berlusconi, in convalescenza all’ospedale di San Raffaele, sta seguitando a ricevere. In questo senso concordo con Curzio Maltese, quando sostiene: «Il nostro paese vive da quindici anni in una bolla politica e mediatica, il berlusconismo. Dal 1994 l’Italia è divisa in due: chi vive felicemente dentro questa bolla di sapone, si sente protetto e si identifica con il carattere, i presunti vizi e le virtù del Capo del Partito delle Libertà e chi invece ostinatamente non si rassegna al fatto che metà paese si sia lasciato irretire, portare fuori strada dal Cavaliere il quale da 15 anni domina la scena politico-mediatica nazionale facendosi per forza di cose notare anche all’estero. Siamo diventati quindi un Paese spaccato, radicalizzato, che di conseguenza non trova sbocchi, che non sa più sperare, guardare in avanti, la cui crisi economica ha dato il colpo di grazia dove il berlusconismo ha svuotato la democrazia, in maniera sistematica e diffusa, nei palazzi delle istituzioni, come nelle teste dei cittadini. Ha snervato il parlamento, la magistratura, la libera informazione, la scuola».
Chi semina vento
E’ fondamentale che il sistema politico prenda una posizione esplicita a difesa delle istituzioni, contro l’assalto di berlusconi al cuore della democrazia. Quest’uomo malato che non può essere giudicato da nessuno, che si è autoconvinto di essere “unto” del Signore, di essere uno statista migliore di De Gasperi, di essere il miglior politico che l’Italia abbia avuto negli ultimi 150 anni, di essere vittima innocente di mille complotti bolscevichi deve essere al più presto allontanato dal ruolo che ricopre senza averne nè la statura, nè la pulizia morale. Una larga fetta di italiani è profondamente stanca di essere rappresentata da questo corruttore mafioso, che tiene bloccato il Parlamento per fare leggi che servono soltanto a lui, e che ha condotto il paese sull’orlo dello scontro di piazza. Il successo della manifestazione del 5 dicembre, le contestazioni sempre più frequenti e pressanti che accolgono il premier ad ogni sua pubblica uscita, fino all’aggressione subita ieri a Milano, sono segni inequivocabili di una situazione che ha ormai superato il livello di guardia. In particolare l’attentato di Massimo Tartaglia, per quanto isolato e frutto di follia, non giunge affatto a sorpresa. Chi semina vento, prima o poi è facile che possa ritrovarsi una statuetta del Duomo fra i denti.
Calpestare l’oblio
Alcuni cartelli visti ieri riportavano dei versi tratti da un’antologia online di poesie, realizzata da trenta poeti italiani per protestare contro la minaccia incostituzionale di berlusconi e per difendere il valore della resistenza e della memoria. “Calpestare l’oblio” è il nome della raccolta. Una piccola cosa diranno i più, eppure anche questo un segno di ribellione e di speranza. Il fatto poi che Il Giornale abbia ferocemente attaccato l’iniziativa non può che essere una spia positiva.
10 anni della nostra vita
E’ stato un decennio breve e febbrile. A fronte di una straordinaria accelerazione tecnologica in tutti settori – comunicazioni e web in testa – il mondo si è dibattuto con vecchi e nuovi spaventosi problemi. Ci si è affacciati al nuovo millennio pensando di concederci il lusso dell’ottimismo, ma questa speranza è andata seppellita insieme alle macerie di Ground Zero e alle devastazioni che ne sono seguite: le guerre in Afghanistan e in Iraq, il terrorismo, lo scontro di civiltà, la precarietà economica. Vittorio Lingiardi, professore alla Sapienza, lo ha definito «Il decennio dell’impotenza: grandi mezzi per conoscere e pochi per cambiare». L’Europa, pur adottando una moneta unica ed allargando i propri confini ai paesi provenienti dall’ex blocco sovietico, si è trovata a fronteggiare forti spinte localiste, tese ad allontanare le popolazioni più deboli. I tragici fatti del G8 di Genova hanno rappresentato l’espressione delle mutate condizioni socioeconomiche, in cui i ricchi sono sempre più ricchi e gli altri sempre più poveri. Così una nuova generazione di migranti è approdota nel Vecchio Continente con la speranza di evitare una morte per fame, malattia o guerra, in un contesto di globalizzazione che per adesso non è stato in grado di condurre ad un reale confronto e ad una effettiva condivisione di risorse e conoscenze. Anche lo Tsunami che ha colpito l’Oceano Indiano non ha fatto che rimarcare le responsabilità del mondo occidentale ipersviluppato nei confronti delle zone più povere del pianeta, dove un evento naturale finisce obbligatoriamente per assumere i contorni di un’immane tragedia e dove la solidarietà non si traduce mai in fratellanza od unione. Quanto alla politica, come ha precisato Carlo Bernardini, anch’egli docente alla Sapienza, «Il primo decennio del Duemila è nato dalle menzogne: tutti hanno mentito, Bush, Blair, i manager di Wall Street. La falsità sembra lo strumento politico principe». Una situazione che ha consentito agli stati più industrializzati di appiattirsi su logiche consumistiche ed imperialistiche, facendogli così perdere di vista l’estrema importanza e l’improrogabile urgenza di avviare politiche durature, allo scopo di garantire una redistribuzione del benessere sociale e delle risorse economiche su scala planetaria.
Filologia di Sandro Bondi
«Lei, caro Saviano, è onesto ed entusiasta. E penso che sia stato proprio questo sincero entusiasmo a spingerla a proporre una sorta di petizione sul quotidiano la Repubblica contro il decreto legge per il cosiddetto Processo breve. Credo assolutamente nella sua buona fede e nella sua volontà di fare qualcosa di buono per il Paese, e rispetto le sue idee anche se possono essere diverse dalle mie. Ma vorrei, proprio per questo, rivolgermi a lei chiedendole se non ritiene possibile trovare nuove vie di espressione rispetto alla propensione degli intellettuali italiani a farsi partito e farsi impadronire dal demone della politicizzazione e della partitizzazione della cultura. […] Non diventi anche Lei uno dei tanti scrittori che si identificano di fatto con una parte politica, anche se non è la sua intenzione. Uno dei tanti intellettuali che finiscono per presumere di dare voce all’Italia civile contro l’Italia corrotta e incolta». Ma come? Il ministro prima dice di rispettare le idee altrui, ancorchè diverse dalle proprie e poi, subito dopo, conclude affermando qualcosa di altamente irrispettoso nei riguardi dello scrittore napoletano. Lo accusa in sostanza di essere al soldo di un partito, di essere – cioè – intellettualmente disonesto. In sintesi in Italia si è onesti fino a quando non si critica berlusconi. Se invece si decide di varcare questo ideale Rubicone, ci si trova improvvisamente parte di quel culturame politico che il degno compagno di merende di Bondi, il ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta, sostiene stia organizzando un proditorio colpo di stato. Quella elite di merda [sempre per citare il poeta] che, proprio perchè politicizzata, va vilipesa, discreditata e – come in questo caso – più o meno sottilmente minacciata.