Sfogliato da
Categoria: berlusconi

Il prodotto 25 aprile

Il prodotto 25 aprile

Dopo anni di polemiche, che puntualmente si riproponevano all’avvicinarsi del 25 aprile, il premier parteciperà per la prima volta in veste ufficiale a una cerimonia per le celebrazioni della Liberazione dal nazifascismo. Non credo affatto che questa scelta sia casuale. La popolarità di berlusconi è oggi alle stelle, complice anche il suo sfacciato presenzialismo alla recente tragedia in Abruzzo, dove il Nostro, aggirandosi fra le macerie ancora fumanti, si è prodotto in funambolici esercizi di discorsi di circostanza, promesse da marinaio, offerte delle proprie case al mare. Per contro l’opposizione è ridotta ai minimi termini. Le prossime elezioni europee potrebbero persino sancire la fine del Partito Democratico, se il risultato dovesse essere ancora peggiore delle previsioni tuttaltro che rosee. In questo scenario berlusconi comprende, probabilmente a ragione, di poter far propri anche i simboli che da sempre hanno contraddistinto la sinistra italiana. Sente di aver piegato sia l’opposizione parlamentare che quella presente nel Paese.
 
In questi ultimi anni l’attuale presidente del Consiglio ha gestito la politica come se fosse un qualsiasi prodotto di mercato, secondo precise strategie di marketing mediatico, in cui si è progressivamente concesso sempre meno spazio a questioni legate a coerenze politiche o, peggio, a principi etici. Quegli stessi che determinarono, per illeciti persino meno gravi di quelli di cui si è reso protagonista berlusconi, la fine politica e l’esilio del suo mentore Bettino Craxi. Ora invece è tutto possibile, proprio perchè prima si è pensato a creare i presupposti grazie ai quali berlusconi potesse costruire un’Italia a sua immagine e somiglianza, di fatto stralciando ogni fondamento morale e quindi non dovendosi più preoccupare di ciò che è tollerabile per il Paese o legale per il Diritto.
L’impotenza

L’impotenza

«Ho la responsabilità di non avercela fatta a fare il partito che sognavo io e che sognavano milioni di persone». E così lo scorso martedi Walter Veltroni si è dimesso. Si è assunto il peso dei propri errori e se n’è andato. In quest’ultimo anno il PD  ha dovuto fare i conti con sconfitte elettorali e scandali brucianti, polemiche  correntizie e divisioni interne, sullo sfondo del perenne dilemma se fare una opposizione dura oppure responsabile.  Resta da valutare l’opportunità di queste dimissioni così a ridosso delle elezioni europee, in cui un partito democratico allo sbando subirà sicuramente una severissima batosta. Fatto sta che l’ex leader del PD ha compiuto sicuramente un atto in controtendenza, in un paese dove tutti restano aggrappati alla propria fetta di potere, a dispetto del buon gusto, del buon senso, quando non anche della legge.

E a proposito di legge, nello stesso giorno, l’avvocato Mills è stato condannato a 4 anni e 6 mesi per aver testimoniato il falso in due processi – tangenti alla Guardia di Finanza e All Iberian – che vedevano coimputato silvio berlusconi. La posizione del premier è stata stralciata in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimita’ del Lodo Alfano. Nessun capo del Governo sospettato di corruzione, per evitare la condanna in due processi, sarebbe ancora al suo posto. In un Paese occidentale se non si fosse liberamente dimesso, sarebbe stato cacciato. Invece martedi sera questa notizia di enorme rilevanza era fra i titoli del solo TG3. Il giorno dopo, il maggior quotidiano d’Italia, Il Corriere della Sera, relegava la stessa notizia in un minuscolo riquadro, mentre l’articolo di approfondimento era a pagina 21, dopo la cronaca!

Si prova una terribile impotenza nel constatare che se si vuole un’informazione che non sia controllata dal premier, occorre rivolgersi alla stampa straniera, che – contrariamente alla nostra – dà un ampio risalto alla condanna dell’ex legale di berlusconi. Per fare solo un esempio, Le figaro scrive: “Lo scorso ottobre, Silvio Berlusconi si è messo al riparo della giustizia facendo approvare una legge che gli garantisce l’immunità penale durante il suo mandato alla guida del governo italiano. Immunità che non copre però il suo ex avvocato, condannato per falsa testimonianza in favore del Cavaliere”, si legge sul giornale, che sottolinea come Mills non sia l’unico avvocato del premier ad essere condannato al carcere e cita Cesare Previti, riconosciuto “colpevole di corruzione di magistrati nell’affare Fininvest”. Si prova una feroce impotenza nel rendersi conto di quanto impermeabile alle peggiori nefandezze sia la grande maggioranza dei nostri connazionali. E’ ormai evidente, anzi, che più berlusconi riesce a manipolare il sistema a suo vantaggio, più gli italiani lo apprezzano, in un gioco di specchi che sta conducendo allo spegnimento della coscienza civicadi un’intera nazione. Al modello devastante che il premier ha offerto in quasi venti anni, il paese risponde similmente a quei ragazzi che nelle province del sud ammirano il camorrista o il mafioso locale.

Libertà e Giustizia

Libertà e Giustizia

Ciò che sta succedendo in queste ore è indegno di un paese civile. berlusconi si è macchiato della peggiore infamia della sua già miserabile carriera. L’utilizzo strumentale della triste vicenda Englaro, cavalcata al fine di sferrare un attacco senza precedenti alla Carta Costituzionale, a Napolitano, alla magistratura e alle sinistre, è oltremodo deprecabile.
 
La strategia appare evidente fin da subito: screditare la magistratura che ha consentito che si staccassero gli apparati che tengono artificalmente in vita la donna, addossare a Napolitano e alle sinistre la responsabilità della morte della povera Eluana  ed infine attaccare l’intero ordinamento repubblicano. Tutto questo allo scopo di modificare unilateralmente la Costituzione, a dire del Premier «una legge fatta molti anni fa sotto l’influsso di una fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come un modello», e quindi accreditarsi come prossimo Presidente della Repubblica. Tale tattica presenta inoltre il “vantaggio” di incassare solidarietà e consensi da parte del Vaticano e dei cattolici in genere, facendo ergere berlusconi come paladino della “vita”, lui che ha portato a morire i soldati in una guerra ingiusta e che ha appena firmato una legge che che priverà migliaia di immigrati delle cure mediche indispensabili.
 
Invece di tacere, di riflettere sulla tragedia umana che ha costretto una ragazza all’incoscienza su un letto d’ospedale per 17 anni, e di rispettare il dolore dei familiari, si è cercato con feroce cinismo di trarre vantaggi politici e di potere anche da una morte così triste. Ottenendo pure il risultato di  sviare l’attenzione della pubblica opinione dallo sfascio sociale, economico e culturale in cui versa il Paese e di cui quest’uomo è fra i maggiori responsabili.
 
Io ho firmato l’appello di Libertà e Giustizia, per contrapporsi ai “segni inequivocabili di disfacimento sociale: perdita di senso civico, corruzione pubblica e privata, disprezzo della legalità e dell’uguaglianza, impunità per i forti e costrizione per i deboli, libertà come privilegi e non come diritti.”
 
Per favore, fatelo anche voi!