Mille giorni di te e di me

Mille giorni di te e di me

Raramente si è vista in questo Paese una campagna referendaria così aspra e lunga. Una decisione, quella di addivenire al referendum, presa da un Governo privo di legittimazione popolare, e discussa da un Senato dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Il rispetto del proprio ruolo avrebbe suggerito ben altro comportamento, ma Matteo Renzi ha dimostrato chiaramente di attribuire molta più importanza alle sue ambizioni personali che all’ Istituzione che rappresenta. Il Presidente dimissionario così non si è fatto alcun scrupolo –  pur di legittimarsi ed imporsi come uomo del cambiamento diverso da tutti gli altri – di trascinare il Paese, già diviso di suo, su un terreno di logorante scontro frontale, facendo della legge più alta e più nobile un mero terreno di consolidamento politico. E’ stato altamente demagogico e ricattatorio che fra le regioni del SI si sia prepotentemente puntato sulla paura. La Costituzione certo non dovrebbe essere svilita da strumentalizzazioni politiche, specie da parte del premier. Ad un certo punto è sembrato che la vittoria del NO avrebbe portato a un’invasione delle cavallette, alla moria del bestiame e alla scomparsa dei primogeniti maschi! Sarebbe stato preferibile che ad agitare paure si fosse lasciato il solo Salvini, da sempre alle prese con l’orrifico pericolo degli immigrati. Che lo abbia fatto anche il Presidente del Consiglio dovrebbe far riflettere su come Renzi abbia dimostrato ancora una volta di non costituire affatto l’argine al populismo, ma che invece sia stato anche lui, a tutti gli effetti, protagonista di un arrogante populismo di destra che si alimenta di qualunquismo, antiparlamentarismo, rifiuto della politica come mediazione, decisionismo vuoto fatto di facili slogan e spregiudicate panzane.

Renzi era arrivato al potere con un giochino di palazzo, 1000 giorni fa, allo scopo di rottamare quanto di vecchio ed inefficace era stato fatto dal proprio partito fino a quel momento, e – a seguire – svuotare il consenso dei 5 Stelle. Se ne va con un PD dilaniato da una stagione di contrasti e divisioni senza precedenti, provocata dalla sua volontà di annientare qualsiasi resistenza della Sinistra interna, giustamente alternativa al suo progetto di “Partito della Nazione“, e perdipiù senza essere minimamente riuscito ad egemonizzare l’opposizione di Grillo e delle destre. Un fallimento evidente per l’uomo che diceva di battersi contro la casta, ma che in poco tempo è diventato casta egli stesso.

63 pensieri riguardo “Mille giorni di te e di me

  1. Intanto una notazione lessicale : non esiste populismo di destra e populismo di sinistra.Il populismo è uno e per la precisione si contraddistingue per non riconoscere la diversità alla base del Contratto Sociale.
    Non mi pare che ciò possa appartenere alle seppur flebili istanze di sinistra.
    Non mi pare che Renzi rientri in questa categoria.
    Poi se per populismo ti riferisci ai toni e agli aggettivi …beh la lista dei condomini cui citofonare è lunga. A partire da Obama.
    E’ lo zeitgeist ragazzo,non ci possiamo fare nulla,né io né te ( a parte continuare a promuovere discussioni costumate).
    Quanto al resto entrambi i fronti hanno agitato paure, chi della deportazione nello stadio a cura di dittatori sudamericani chi del salto nel buio etc . Gli elettori hanno scelto quale paura rimuovere.
    Renzi si è correttamente dimesso.
    Andiamo avanti? O continuiamo con le filastrocche?
    Adesso dimmi tu. Che scenari prefigura, in cosa spera a cosa aspira uno che ha votato NO.Non il fronte del NO – che il padreterno ci assista –
    Ma tu proprio tu.
    (ah …ti presento un vecchio amico mio…Dalema)

  2. mi sono astenuto, prima volta, per le strumentalizzazioni politiche delle due parti e perchè avevo ragioni per il no come per il sì.

    il governo renzi è (stato) un governo progressista moderato, ha dato via a una serie di cose buone (diritti civili, impegno coi migranti), ne ha fatte alcune male (lavoro, rapporti con il parlamento), altre apprezzabili ma discutibili (i regalini ai bebè, 80 euro, soldi agli insegnanti).

    chi sa cosa succederà ora?

  3. @Sed
    Hai ragione: il populismo è uno solo, anche se ne esistono varie sfumature e gradazioni. Certo, i toni e gli aggettivi, che peraltro in politica sono sostanza, ma anche ben altro.
    Io comunque posso dirti a cosa ho aspirato sino a ieri: evitare che una riforma che non mi piacesse venisse agitata come mezzo estremo per evitare che arrivassero gli Unni, permettendo così – fra “piccole” parentesi – che il premier potesse legittimarsi politicamente. Un’azione che ho trovato ricattatoria e altamente demagogica. L’oggi mi interessa meno sinceramente, anche perchè non ho la sfera di cristallo: non sappiamo chi sarà il prossimo presidente del consiglio, non sappiamo ancora quando ci saranno le elezioni, con quale legge elettorale, quali schieramenti, quali eventuali alleanze, se Renzi sarà ancora il segretario del PD. Vedremo. Certo, nel mondo dei miei sogni mi piacerebbe che il PD facesse un Congresso che indicasse un nuovo segretario… ma questa è una pia illusione. Si faranno nuovamente le primarie, le vincerà ancora Renzi, cercando così di rifarsi una verginità perduta. Accontentiamoci dell’oggi, che – una volta tanto – è buono!

    @Emmegì
    Infatti: chi sa cosa succederà ora? Però noi eravamo chiamati a rispondere su alcune questioni tecniche, non a votare per paura che dopo ci saremmo trovati in casa Salvini. Peraltro chi ha per primo personalizzato questo referendum è stato Renzi stesso, prima di accorgersi di aver fatto un altro grossolano sbaglio… un pò come l’Italicum voluto a colpi di maggioranza, salvo poi accorgersi che avrebbe consegnato il Paese in mano ai 5 Stelle. Il mio giudizio sul Governo dimissionario è più negativo del tuo. Oggi sono lieto che non vi sia più, anche se – lo ripeto – non ho votato per mandare a casa Renzi.

    1. Rear
      il Pd farà il congresso (con primarie alla fine) ma dopo tutto questo circo Barnum devo confermarti che la minoranza resta al 30% e la maggioranza saldamente al 70%.
      E ove mai si dovessero rovesciare le carte sul tavolo della storia, quale leader immagineresti? Speranza? Gotor? Stumpo? Cuperlo? Per carità tutta gente per bene, pulita, preparata, guarda se non ci fossero ,li inventerei soprattutto Gotor e Cuperlo…ma non hanno la stoffa del leader.
      Comunque questo è affare che vedremo a tempo debito.
      Per il resto sono di antica scuola forse, ma se mi dicono di votare sul senato penso se mi piacerebbe o no eliminarlo, non se mi piace o meno chi si appunterà la medaglia della vittoria. Per me erano importanti le questioni sul piatto.
      Quanto alla legittimazione conta un po’ i voti del SI e considera che se personalizzazione c’è stata quei voti sono tutti i suoi. Magari sarà difficile capitazzarli tutti nel PD ma i suoi restano e sono tanti e li ha presi lui contro tutti. Più legittimazione di così…credi che questo non peserà nel PD in futuro?
      Futuro in parte segnato : chiunque sia, il nuovo premier si troverà per le mani lo stesso problema di governabilità al senato e questo anche in caso di nuova legge elettorale.
      Era il sistema a non legittimare il capo non le circostanze particolari in cui si è trovato Renzi.
      E quel sistema abbiamo deciso di tenercelo. Figurati adesso che si parla di proporzionale puro cioè il Re degli Inguacchi formato tripolare.
      E’ andata ma non la vedo bene.E se non la vedo bene io che di solito…

      Emmegì

      hai dimenticato la politica estera,e le politiche sui migranti che poi sono la cosa che me lo ha fatto sopportare fin qui.
      Perché quando ha detto ” chissene frega dei voti,voglio salvare la gente in mare” che stava salvando uomini donne bambini e un’idea smarrita di solidarietà che considero irrinunziabile e che non trovo da nessuna parte se non nelle nostre sgangherate comunità.

  4. Oh Rear, ma davvero pensi quello che scrivi? Ho sempre più spesso la sensazione che non ci credi nemmeno tu, che lo scrivi apposta per creare un po’ di dialogo e di confronto.
    Accontentiamoci dell’oggi, che – una volta tanto – è buono! L’hai scritto apposta per vedere se ci cascavamo…
    L’oggi mi interessa meno sinceramente con una figlia piccola vorresti farci credere che di cosa succederà non ti importa nulla’ Che sei tutto concentrato sul passato e sulle malefatte di quel cattivaccio di Matteo?
    Dai, ti ho smascherato! Ammettilo! Sei un gran burlone che ci sta prendendo in giro tutti, altrimenti ci sarebbe seriamente di che preoccuparsi!
    Naturalmente, parlando un po’ più seriamente, non posso che condividere in toto quanto scritto da Sed

  5. @Sed
    Io la vedo diversamente. Renzi non si sentiva legittimato perchè ha preso il potere non attraverso le elezioni ma grazie a manovre di palazzo. Anche su quel 40% di SI ci sarebbe da discutere in modo approfondito, se – come sembra – il 25% degli elettori del PD ha deciso di non seguire Renzi. Non è una percentuale bassa, specie se si considera l’occupazione ossessiva delle televisioni da parte del Presidente, che ad ogni ora del giorno e su qualsiasi canale andava a spiegare le ragioni del SI. Il 70% dei giovani sotto i 35 anni ieri ha votato NO. Ovvero sia quella fetta di elettorato che Renzi, a suon di tweet e giubbotto alla Fonzie, avrebbe dovuto conquistare, strappandoli al M5S. Il 70% è un dato terrificante, sul quale il PD dovrebbe interrogarsi se-ria-men-te. C’è evidentemente un disagio sociale (specie giovanile) che questo partito non ha saputo valutare e di cui non ha saputo prendersi cura… ed allontanarsi dalla base sociale di riferimento che il PD ha sempre avuto, certo non aiuta a leggere quello che succede in giro.
    Secondariamente: a Renzi non glielo ha ordinato il medico di fare il referendum. E’ stato LUI ad imporlo ed è stato LUI a sostenere che se avesse perso si sarebbe dimesso. Ora che si è dimesso non si dia per favore la colpa a chi ha votato NO… abbiate pazienza!!! Almeno questo… mi pare il minimo sindacale….

    @Wild Horse
    Non mi piace chi prende la Costituzione e la usa per becero tornaconto personale. Non mi piace chi mi dice: o voti questa riforma, oppure io me ne vado e ti lascio con Salvini in salotto. E’ un ricatto che trovo sinceramente irricevibile. Sull’argomento mi piacciono invece le parole di Walter Tocci, senatore del PD (ce ne fossero…)
    “Che vinca il Si o il No, comunque è una revisione costituzionale senza futuro. Non può durare nel tempo perché è scritta solo dal governo attuale, non è frutto di un’intesa, anzi alimenta la discordia nazionale. Lo so bene che alcuni si sono sfilati per misere ragioni, ma dalla nostra parte non si è cercato sempre uno spirito costituzionale. Anzi, è prevalsa l’illusione che “spianare gli avversari” – come si dice oggi con lessico desolante – potesse rafforzare la leadership del PD. Provo un senso di pena per chiunque motivi la revisione della Carta con la lotta alla Casta del Parlamento. La riduzione dei costi degli eletti c’è già stata e si può fare di più con le leggi ordinarie. Se invece si scomoda la Costituzione è solo per impressionare l’opinione pubblica. Il populismo di governo è tanto sguaiato quanto inefficace”.

    1. Notazione di metodo : se non dividiamo i fatti dalle interpretazioni non ne veniamo fuori : le riforme si sono fatte intanto perché ce n’era un reale bisogno e quando dico bisogno alludo all’ammodernamento di uno stato oramai divenuto borbonico, il che ha ricadute sull’economia, sul funzionamento della macchina amministrativa centrale e sulla vita stessa dei cittadini.
      Poi perché Napolitano ha accettato il secondo mandato a patto che si mettesse mano alla seconda parte della Costituzione : non è un fatto secondario questo.
      A queste circostanze puoi aggiungere tutte le divagazioni psicologiche-politiche – sociologiche che desideri ma non puoi prescindere dalla considerazione che il perimetro all’interno del quale ci si è mossi questo è stato.
      Poi mettici l’elezione di Mattarella che ha posto fine al Nazareno con relativo clima invelenito (che manco ai tempi di Berlusconi) poi aggiungici un elemento interno al PD di normale e comprensibile disappunto da parte di alcuni ex per essere stati messi da parte (necessariamente, ma Renzi qui ha fatto l’elefante nel negozio di porcellane) con strepiti e mal di pancia che manco all’asilo Mariuccia, e tira le somme.
      Dopodiché il PD deve interrogarsi, battersi il petto e attaccarsi alle tende stile Francesca Bertini insieme a Tocci sconsolato ma questo casino non l’ha compiuto uno solo.
      Uno solo sta pagando, mentre qualcun’altro gongola e questo proprio non mi piace. Anche perché il problema delle classi deboli che non si sentono più rappresentate dalla si-nis- tra in generale non lo ha creato Renzi. E’ da un pezzo che va avanti e non solo qui da noi, chi oggi gongola ( non Tocci, non Veltroni ) dovrebbe interrogarsi su quanto di distruttivo c’è stato, c’è, ci sarà nel proprio atteggiamento.
      Vogliamo parlare di quanto abbiano contribuito all’erosione di voti i gongolanti? Milioni. Altro che Renzi.

  6. @Sed
    Non credo che Renzi sia andato avanti con la riforma perchè altrimenti Napolitano gli avrebbe tenuto il broncio. Se non ricordo male, anche nel 1997 Berlusconi si sfilò dalla Bicamerale all’ultimo minuto, ma i dirigenti dell’Ulivo decisero di non proseguire perchè una riforma costituzionale non può essere espressione di una sola parte politica: sono norme basiche di assennatezza politica… le regole che valgono per tutti, al di là dell’appartenenza politica, si scrivono insieme. Renzi si è assunto la responsabilità di diventare Presidente del Consiglio e poi di intraprendere un referendum costituzionale privo del mandato popolare e di un Parlamento eletto secondo una legge approvata dalla Consulta, certo non perchè aveva Napolitano con la colt alla tempia. Se fosse così peraltro la situazione sarebbe persino peggiore di quella che è.
    Certo: il PD che non rappresenta più la propria base sociale va avanti da prima di Renzi, ma non puoi non essere d’accordo che da quando Renzi è diventato segretario, questa situazione è esplosa in tutta la sua evidenza, incancrenendosi sempre più. Non si può negare che l’obiettivo del segretario sia stato quello di legittimarsi presso un elettorato “nuovo” e che da questa decisione ne sia conseguita anche certa politica e certe tensioni interne che sicuramente ci saranno state anche prima, ma che almeno allora si riusciva a tenere più sottotraccia per il bene di tutti. In questo senso non si può neppure negare che la volontà di Renzi sia proprio stata quella di mandare via qualcuno (ed in parte c’è riuscito) per avere un partito più monoliticamente vicino alle sue posizioni ed al nuovo corso che intendeva dare. E’ chiaro che 1000 giorni di contrasti e di scissioni paventate ogni settimana hanno finito per fare male prima di tutto al partito. Ora, per come la vedo io, al segretario vanno onori ed oneri: fra quest’ultimi c’è sicuramente anche la responsabilità politica di tenere insieme un partito pluralista come il PD… se non ci si riesce (o non ci si vuole riuscire) non si può sempre dare la colpa agli altri. Altrimenti che capo sei?

    1. Paolè, Napolitano non gli teneva il broncio semplicemente si sarebbe dimesso e poi c’era l’impegno preso davanti al Parlamento con tutti a spellarsi le mani su ‘ste riforme .E questo a proposito di mandato popolare.
      Poi venne la proposta di Amato presidente e si ruppero gli accordi. Avresti ceduto tu ad un ricatto simile fondato sull’eventuale grazia che Amato avrebbe dovuto concedere a Silvio?
      Quanto alla bicamerale non puoi fare il confronto, siamo nel 1997 ere geologiche fa, allora l’urgenza per esempio di rendersi credibili con l’Europa non c’era e fu comunque un brutto episodio adombrandosi il dubbio del baratto col conflitto d’interessi.
      Vogliamo portarlo come esempio?
      Quanto al PD merita un discorso a parte, ma non tanto per i conflitti cui siamo abituati da decenni, quanto per mancanza di idee chiare da parte della cosiddetta sinistra. In assenza di un vero contendere si finisce per litigare e basta. Ai tempi dei miglioristi (Napolitano capocordata imperante) si sapeva quale fosse il progetto. Le liti e i colpi bassi allora avevano un senso. E Napolitano era uno splendido avversario
      Ora, a parte prendersi il partito, cosa vogliono costoro? Non si sa.
      Il che per esempio ha fatto di me una specie di senzatetto, non essendo di osservanza né di cultura renziana.
      (ieri riunione dei capibastone con Renzi : unanimità su tutto,vediamo quanto dura)

  7. @Sed
    Non si sa con quale legge elettorale si dovrà andare a votare nè quando, tuttavia io di una cosa sono abbastanza convinto e lo sono da sempre, ma ancora di più adesso. Se il PD vuole continuare a guardare verso destra, stringendo patti con Alfano e Verdini e continuando con le politiche e le prese di posizione espresse in questi 1000 giorni, dubito fortemente che vincerà le prossime elezioni. Se Renzi sarà ancora segretario (come è verosimile), credo occorrerà riconsiderare le direzione che il PD vuole prendere, accantonare definitivamente l’idea del “Partito della Nazione” (o in qualsiasi altro modo si chiami il progetto), lavorare insieme per unificare il partito e – una volta fatto questo – aprire il dialogo a sinistra. Andare ad elezioni proseguendo questa stagione di fortissime tensioni interne sarebbe un autentico suicidio, con quello che ne conseguirebbe per il Paese…

    1. Il bicameralismo paritario e una legge elettorale (al Senato) di fatto proporzionale, insieme ad un sistema politico che è diventato almeno tripolare, non possono produrre nessun premier eletto. Gli unici governi possibili, in questo sistema politico-istituzionale, sono quelli generati in Parlamento da un qualche, fragile e precario accordo tra forze politiche.
      Gli accordi con Verdini e Alfano di questa stortura sono figli.
      Ecco perché era importante il superamento del Senato così com’è.
      Quanto ai costituzionalisti non c’è depositario di Verità e poiché i principi costituzionali non hanno un valore ex se ma ne assumono a seconda dei contesti, quando si parla in maniera astratta trovi tutte le interpretazioni possibili. Nel nostro caso, a mio sommesso parere, si è molto insistito su un calcolo delle ricadute che si attestava sull’uomo solo al comando, ipotesi peregrina visto che le prerogative del capo dello stato e quelle del premier non venivano toccate.

  8. @Sed
    Mah… non so. Onestamente a me ha spaventato proprio questa diversa interpretazione fra costituzionalisti, giuristi, studiosi di diritto e “addetti ai lavori” in genere. Se neppure loro sono riusciti a trovare una posizione ragionevolmente unitaria sul testo e ne hanno dato interpretazioni così contrastanti, evidentemente un vizio di fondo esiste sul serio (a meno che non siano tutti dei parrucconi, gufi e rosiconi, come Renzi, col suo solito stile così “simpatico” e rispettoso delle opinioni altrui, li ha apostrofati). Quanto agli accordi con Alfano e Verdini… beh magari la prossima volta invece che farli con loro si potrebbe provare a farli con la Sinistra, a meno che – naturalmente – non la si consideri molto meno vicina alle proprie posizioni che non Alfano e Verdini

    1. Parliamo di senato.Nemmeno con la sinistra c’erano i numeri. Altrimenti era fatta.E la sinistra si sfilò proprio perché al senato altro non si poteva fare se non l’accordo spurio.
      Non è che Letta abbia scelto la destra : non c’era altra scelta se non tornare al voto, allora col Porcellum.
      Il medesimo problema si replicherà in futuro proprio per quello che ti dicevo sopra sul combinato senato -. legge elettorale.
      Anche perché la sinistra non mi pare abbia acquistato forza nel frattempo.
      Insomma : ferme le critiche a Renzi vedi bene che il quadro in cui si è mosso è stato tale per cui è un miracolo che si sia potuti arrivare fin qui combinando qualcosa.
      Ma poi lo vedi…prima vattene, poi non te ne andare che ci sono scadenze,poi non te ne sei andato perché sei attaccato alla poltrona. Ma come si può?

  9. @Sed
    Io confido che, se non si voterà troppo presto (difficilmente sarà così perchè si dovrà perlomeno aspettare la decisione della Consulta sull’Italicum), la Sinistra possa mettere in campo qualcosa di nuovo. D’altro canto ritengo che se il PD dovesse presentarsi al voto ancora profondamente diviso al suo interno ed affiancato ad Alfano e Verdini, consegnerà sicuramente il Paese a Grillo…

    1. In queste giornate in cui si sta dicendo di tutto – e niente è vero, fidati – mi sento di escludere che Alfano e Verdini si presentino alle elezioni in una lista col PD.
      Atteso che Verdini a differenza di Alfano non è mai stato un alleato strutturale, le alleanze elettorali sono una cosa e quelle governative imposte dall’ingovernabilità un’altra.
      Adesso conditio sine qua non è fare una legge elettorale che non riproduca gli errori del passato ovvero due maggioranze distinte al senato e alla camera e soprattutto che non sia proporzionale. Non so quanto tempo ci vorrà ma tant’è. Il resto sono chiacchiere : stamane a leggere i giornali c’è da diventare scemi.Mo esco e mi vado a comperare Grand’Hotel.

  10. @Sed
    Il succo del mio discorso, che avrai sicuramente compreso, era comunque quello di auspicare che questa debacle renziana serva da monito per ripartire secondo una nuova direzione. Se non si riuscisse a trovare il modo per ricomporre le tensioni e le distanze all’interno del partito, e di conseguenza modificare le politiche, temo che il PD avrà seri problemi di credibilità e non solo…

    1. Come già più volte accennato i conflitti ci sono sempre stati e non credere che sia solo la cosiddetta sinistra interna a giocare la partita che è – ahimè – ben più articolata. Da una parte bisognerebbe interiorizzare il concetto che in democrazia comanda il 50% più uno.
      Dall’altra che chi comanda dovrebbe riconoscere la dignità e la legittimità dell’avversario.
      Fin qui abbiamo avuto segretari barcamenanti al punto da non lasciar trapelare quale fosse la linea del partito ovvero segretari con spiccate capacità personali da federatori (ma che non hanno retto lo stress e sono stati fatti fuori) e Renzi che comunque è e rimane, almeno al momento, l’unica figura credibile di leader. Forti antipatie fino ad arrivare all’odio e smodati consensi credo siano dovuti a questa sua peculiarità.
      Con questa sua capacità di attirare odio e amore dovrà fare i conti.
      (interessante uscita di Pisapia cui ovviamente nessuno ha dato peso)

  11. Non riesco a capire se la colpa delle divisioni nel PD sia tutta colpa di Renzi… Di solito per litigare bisogna essere in due e nel caso specifico direi che le colpe della sinistra PD siano decisamente maggiori rispetto a quelle di Renzi.
    Ma torniamo al solito discorso, finché ci sarà in giro gentaglia come D’Alema, la reincarnazione in peggio di Andreotti, penso che il PD non combinerà mai nulla di buono… E questo nonostante la buona volontà di Renzi e dei suoi

  12. @Sed
    Io credo che Renzi sia la figura di leader più mediaticamente interessante e questo, purtroppo, nella nostra società è fondamentale. Saper fare però è altra cosa. Mi farebbe piacere, visto che errori grossolani ormai si sommano uno all’altro, che di questo aspetto si cominciasse a discutere seriamente.
    Quanto a Pisapia, lui può non piacere (io non ci impazzisco), però credo che il progetto di riunire i tanti partitini di Sinistra in un unico soggetto sia ormai improcrastinabile. Se si arrivasse anche alle prox elezioni divisi e litigiosi, ci si condannerebbe all’ininfluenza e alla marginalità perenni. Mi dispiace molto che Possibile abbia criticato pesantemente l’iniziativa e che Sinistra Italiana abbia sostanzialmente fatto spallucce. Ho scritto qualche msg sulla pagina FB di Civati al riguardo, ma per adesso nessuna risposta…

    @Wild Horse
    Come ho già scritto, io sono dell’idea che al segretario vadano onori ed oneri: fra quest’ultimi c’è sicuramente anche la responsabilità politica di tenere insieme un partito pluralista come il PD… se non ci si riesce (o non ci si vuole riuscire) non si può sempre dare la colpa agli altri. Sono altresì convinto che per tutto questo tempo in realtà non ci si è voluto riuscire, perchè i progetti erano altri. Chissà che questa batosta non convinca del contrario…

    1. Non abito a Milano quindi non ho seguito il lavoro di Pisapia sindaco, anche se le volte che mi ci sono trovata , di recente, ho potuto vedere una città funzionante e pulita oltre la media delle città europee. Ho seguito invece il lavoro di Pisapia in Commissione Giustizia durante Prodi e l’ho trovato pregevole.
      Quindi in Pisapia avremmo il politico e l’amministratore. Del resto se questi giovani e queste periferie non trovano sponda nemmeno in Sinistra Italiana un problema c’è e qualche domanda dovrebbero porsela anche loro.
      Forse un movimento forte e coinvolgente alla Nanni Moretti – che poi si stancò e non se ne fece nulla – sarebbe utile alla causa. La verità è che la tendenza alla frammentazione, data spesso da questioni di lana caprina o da guerricciole per rendite di posizione, impedisce a queste forze di riunirsi in un progetto comune. Forse uno spazio terzo può aiutare. Tentar non nuoce.
      Che disastro! Vedi bene come in Francia, la sinistra organizza ben 2 primarie e schiera una ventina di candidati pur sapendo che il destino alla fine riserverà loro di votare Villon.

  13. @Sed
    Sono d’accordissimo con te. Credo che a Pisapia vada il merito di aver capito che la Sinistra si riunisce oppure non conta più nulla. Sono deluso dal fatto che apparentemente nessun altro nel “campo progressista” si sia posto il problema, nè Civati (che quando se ne andò dal PD fece grandi proclami per una nuova Sinistra di Governo, salvo poi silenziare qualsiasi progetto del genere) nè D’Attorre e gli altri di SI, per non parlare di Vendola e Fratoianni. Da Possibile si dice che non ci si può alleare col PD che di Sinistra non ha più niente. Che il partito di Renzi abbia dimostrato di portare avanti pochissime battaglie di Sinistra lo penso anch’io, ma allora? Che si fa? Si preferisce che ad influenzare il PD siano ancora Alfano e Verdini, oppure si prova a creare una forte sponda a Sinistra che sappia farsi portavoce di quelle istanze che oggi in Parlamento sono ridotte ai minimissimi termini? Io proprio non capisco questo atteggiamento. Come si fa a pensare di essere in qualche modo incisivi ognuno col suo bel 2 o 3% di consensi. Perchè non si vuole “riunire le forze”??? Da Sinistra si dice sempre che si vuole il bene del Paese, ma poi evidentemente le ripicche e i contrasti di bottega sono ancora più importanti… mah…
    Non so se tu hai contatti con qualcuno di questi signori, ma qualcuno dovrebbe spiegargli la questione una volta per tutte…

    1. La sinistra non vuole dialogare con il PD a guida Renzi ( ma anche con altre guide…) per le cose fatte durante la legislatura, non avendo capito che una forza di centrosinistra autonoma non sarebbe costretta a compromessi e farebbe senz’altro cose migliori. Mi sembra un gatto che si morde la coda. Alla fine in questa eterna diatriba non ci guadagna nessuno,uscire non ha contribuito certo a rendere più efficace l’azione dei vari Civati, D’Attorre e Fassina che più si va avanti più sembrano tristi e scoloriti mentre Sinistra Italiana ha un ruolo in queste consultazioni quasi nullo. Oggi Serra ripete su Repubblica il mio motivetto preferito : che Renzi è l’esito di qualcosa che dipende dalla frammentazione e dall’immobilismo. E poi comunque ognuno dimentica che governare è fare i conti con la realtà e che questo gruppazzo arrembante e protervo di giovani, perlopiù toscani, intorno a Renzi s’è preso la scena e il partito democraticamente inutile insultarli : a qualcuno sono piaciuti perché non ha visto altro.Il partito è contendibile, scappare non serve, servono proposte chiare. Spero che Pisapia riesca almeno con i delusi e i cani sciolti di buona volontà. Altrimenti il destino è segnato.

    2. @Sed
      Che dire… penso tu abbia ragione. Io però sono molto deluso, anche perchè Serra in questo caso ha ragione. Spiace constatare che questa cosa non la si capisca abbastanza…

      1. Lorenza Carlassare – una risata ci vuole – costituzionalista del No che sfiora l’ottantina, sostiene che quella di domenica è una grande vittoria della sinistra. Cito testualmente, (ma come non le avete viste) le bandiere rosse nelle piazze, nei teatri, nei tanti luoghi degli incontri festosi dei Comitati del No?.
        E vabbè.
        Le fa eco Micromega con la straordinaria proposta di un governo Zagrebelski – Rodotà ( perché non Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson?).
        Tu capisci bene che in entrambi i casi siamo al cospetto di un rapporto con la realtà francamente alterato.
        Chi potrebbe a questo punto raccogliere la proposta Pisapia?
        Pare che abbia aderito Cuperlo e so per certo che anche Barca ha in mente qualcosa non so se con Pisapia o meno.
        Nel frattempo è stato convocato il Congresso. Mi attiverò per una di queste buone cause.

  14. @Sed
    Mi stai dando uno scoop… se Cuperlo aderisce alla proposta Pisapia, significa che lascia il PD!!!! Che sia Pisapia o che sia Topo Gigio a questo punto poco importa. L’importante è che di soggetti unici a sinistra del PD se ne faccia solo 1… altrimenti che soggetto unico sarebbe… sarebbe solo l’ennesimo partitino. Di quelli se ne hanno già abbastanza!!!

    1. No non lascia, dialoga. Il che è già tanto se pensi a boccucce e spallucce. Ma…sempre per rimanere in tema Cuperlo,mi spiace per la rinuncia all’Istruzione.
      C’erano cose da mettere a posto avrebbe potuto farlo.
      Tutti avrebbero detto che era una ricompensa per il SI ? E chissene frega : tanto se non dicono quello dicono un’altra cosa.Il bene degli insegnanti e degli studenti prima di tutto.

  15. Quando si parla di Milano il milanese risponde (e invita; sed se capiti batti un colpo che magari si fa un aperitivo -detto alla milanese; quando invece si va a bussare a Roma…aò, lassamo perde! ;-)).
    Non sapevo di questa uscita di Pisapia, mi fa piacere, sperèm.

    1. MG
      Cronache dalla Capanna di Una bomber. Ma dico io : era su tutti i giornali ! E senti a me Teresa Bellanova al Lavoro è una notizia fantastica.

      1. sì? bene! perchè? dimmi dimmi
        guarda, leggo poco, niente tv, poco internet, eppure quando parlo con la gggente spesso mi dicono che la vedo più lucida di loro. e non uso (quelle) droghe.
        cmq, io continuo a mandarti frecciatine e tu a non raccogliere. ma ti funziona sta mail?

        1. Beh certo se uno abita in una grotta del kazakistan avrà come vicini gente come lui che s’informa scrutando il volo degli uccelli o rimestando nelle viscere dell’abbacchio a scottadito.Ah scusa …della cicoria saltata ché l’abbacchio è veleno in quelle comunità benedette che non leggono-non ascoltano-non digitano. E quindi in quanto visionario non avendo tu competitor sei il prediletto.
          La casella funziona a ritmo di una cinquantina di mail al giorno,ultimamente però lo spam ha assunto vita propria e ha assunto decisioni indipendenti cominciando a dirottare le mail di Areadem (il correntone per intenderci) e di Civati.
          Le mail del segretario Renzi invece arrivano immacolate a destinazione mentre le convocazioni mi arrivano nella sezione offerte quindi insieme ai saldi degli stivali.Insomma un casino.
          Prova a re-inviare dal blog.

          1. esco dalla grotta

            “aho, ho fatto anche dal blog. me l’avevi già detto.
            è efficienza milanese versus nonlodico romana.!”

            rientro nella caverna

            1. Rear è il dominus del blog quindi per malfunzionamenti rivolgersi a lui.Io ho passato in rassegna tutte le email senza esito.

              (teresa bellanova non è diventata ministro,resterà vice sono dispiaciuta, in compenso né verdini né scelta civica voteranno la fiducia…no ministro no voto…il che significa che ogni votazione al senato sarà un terno al lotto,il Dio degli ex Gruppettari protegga Paolo)

  16. @Sed
    Invece io sono contento che Cuperlo abbia rifiutato l’Istruzione… era una mossa per coinvolgerlo in un progetto da cui lui farebbe molto meglio a restar fuori. Peraltro sono sicuro che questo è un esecutivo che Renzi, con la faccia di bronzo che si ritrova, inizierà fra un pò di tempo a bombardare (un pò come fece con Letta)… come se il suo partito ed i suoi uomini non fossero lì ampiamente rappresentati e lui fosse al tempo stesso di Governo e di lotta… con Letta gli andò bene, adesso non credo più…

    @MG
    Ma almeno qualche film e qualche serie TV li vedi dalla tua caverna??? ;-)

    1. Le occasioni vanno colte, Paolo Gentiloni non è tipo da “mosse” (e nemmeno il presidente della repubblica spero).
      Siamo di fronte ad un’altra razza. Altro politico,altra storia, altra educazione.
      Chi parla di avatar non ha capito niente.
      Quanto a Renzi oramai è fuori dei giochi parlamentari, continuare a parlarne significa alimentare il mito.Quando è finita è finita ,ora deve fare il segretario con un sacco di matasse da sbrogliare.parliamo magari di quelle.
      Per il resto Paolo Gentiloni ha fatto bene tutto quel che ha fatto : dal Giubileo, conclusosi con nessun avviso di garanzia e nessun infortunio nei cantieri,al ministro delle telecomunicazioni con Prodi agli esteri con Renzi quest’ultimo oramai sa che il suo ritorno è condizionato dalle nuove elezioni. Non credo che pensi di far altro.

  17. @Sed
    Gentiloni è sicuramente politico serio e persona per bene e non ho proprio nulla da dire al suo riguardo. Mi pare però che l’esecutivo non faccia ben sperare i tanti (me compreso) che intendevano cogliere nella sua composizione un qualche segnale di cambiamento di rotta, dopo la debacle del 4. In particolare, nonostante diverse volte avesse annunciato il suo allontanamento della politica, la madrina del referendum è invece l’ombra del nuovo Premier e questa decisione sinceramente mi pare piuttosto arrogante. Sia da parte di chi l’ha collocata in quel ruolo, sia da parte sua che quel ruolo ha accettato. Quanto a Renzi sono sicuro che sfrutterà tutto il tempo che avrà per rifarsi una verginità e non lascerà nulla al caso. Dubito però che abbia ben compreso le ragioni per cui così tanti gli abbiano voltato le spalle. Se continuerà ancora con la stagione delle lotte fratricide nel PD, dopo aver perso il referendum perderà anche le prossime elezioni…

    @MG
    Ottime le Silly Simphonies… io alla mia sto facendo vedere tutti i corti classici della Disney dagli anni 30 fino ai 50… :-)

    1. Su Boschi e Lotti avrei soprasseduto, non che li consideri incapaci ma l’odio verso la Boschi ha per me qualcosa d’incomprensibile e patologico e bisognava tenerne conto,non nel senso di penalizzarla – dopotutto è eletta – ma magari di spendere le sue competenze in ambiti differenti,per esempio nel PD dove a quanto sembra stiamo riscrivendo le regole per la miliardesima volta. con Bersani che vuole restringere le primarie del segretario agli iscritti e Barca che invece vuole restringere il numero degli esponenti la Direzione. (niente paura : su questi temi siamo oscillanti dai tempi della scissione di Livorno)
      Lotti poi è troppo vicino a Renzi e dietro allo Sport (?) mantiene deleghe importanti. Per il resto la Fedeli alla scuola è una buona notizia come pure Minniti agli interni e la Finocchiaro ai rapporti col parlamento. Questi tre possono dare (e spero daranno) segnali di discontinuità per capacità politiche e competenze tecniche. Era inoltre un peccato perdere Del Rio e Calenda che stavano lavorando bene. Sul lavoro… pareva proprio che Poletti mollasse lasciando spazio all’infaticabile Bellanova che spero resti viceministro.
      Taccio su Alfano e Lorenzin, sono invece compiaciuta del trattamento riservato a Verdini. Questo dice molto di Paolo Gentiloni : il governo va avanti finché ha la maggioranza. Così deve essere, senza rincorrere i voti, senza perdere la faccia, lavorando bene, senza troppa retorica o enfasi nevrotiche. Concludendo : senza tante storie.
      Non so cosa voglia fare Renzi,non credo che la sua ansia di elezioni subito si coniughi col tema con qualunque legge elettorale,questo lo sa pure lui.
      Prossimamente il tema sarà : come Renzi influenza il governo.Sono illazioni.Dovremmo lasciar perdere e concentrarci sull’azione di governo.Un capitolo si chiude.Chiudiamolo davvero.

    2. Oh voi due.. insieme all’antiquariato di pregio anche qualcosa di contemporaneo per questi ragazzi ché altrimenti mi vengono su pensando di essere negli anni 30.

  18. @Sed
    Credo che su Verdini si sia fatta non tanto la cosa giusta, quanto l’unica cosa da fare, perchè è ovvio che si sarebbe prestato il fianco a critiche difficilmente rintuzzabili, se ALA fosse entrata di diritto nel Governo.
    Quanto al resto… che dirti… vedremo… spero si sia capaci di fare finalmente una buona legge elettorale condivisa. E scrivendo questo mi è tornato alla mente come un flash quando dicevamo esattamente la stessa cosa all’insediamento di Renzi. Il fatto che si stia ancora a parlare di una nuova legge elettorale dopo 1000 giorni, 10000 proclami e 100000 slogan dovrebbe far pensare tutti a quanto Renzi sia stato sopravvalutato.

    1. Però per fare la cosa giusta ci vuole coraggio, mettere a rischio l’esecutivo per maggioranze risicate è da esaurimento nervoso.
      Oltretutto così come siamo messi il governo è esposto a ricatti. Servono nervi saldi. Gentiloni ha dimostrato di averne.
      Quanto alla legge elettorale era bene avere un piano B nel caso di sconfitta ovvero licenziare una legge anche per il senato. Gli errori si pagano. E non è che per Renzi sono stati gratis.

  19. @Sed
    Ho letto oggi che avere un esecutivo con una maggioranza precaria in reatà permetterà a Renzi di andare a nuove elezioni più facilmente nel momento in cui deciderà di staccare la spina, magari sfruttando l’onda della vittoria alle primarie del partito. Non escludo che succederà davvero così.
    Quanto alla Boschi, non mi piace il politico che dichiara ripetutamente qualcosa e poi non dà seguito coi fatti a ciò che ha detto. Il fatto che ormai lo facciano tutti non penso possa costituire una giustificazione. Del resto la Boschi ha anche affermato tante volte che “noi siamo diversi da coloro che ci hanno preceduto”… ecco l’ennesima dimostrazione che non è così!

    1. Vabbè allora non dovrebbe piacerti nessun politico,pure Veltroni doveva andare in Africa,non è che lo detestiamo perché non c’è andato o Civati che doveva cambiare il partito e non partito…
      Diciamo che il governo è ricattabile (invento) da Renzi come da Bersani. Ma con una legge proporzionale, come si profilerebbe,non vincerebbe né l’uno, né l’altro.E secondo me se non succede qualcosa non si vince manco a truccare le elezioni.
      Senza considerare che dirigere da fuori non è semplice, visto che il parlamento ha una composizione pre- congresso che investì Renzi. E che il grosso dei non renziani che ha appoggiato Renzi premier potrebbe non essere manovrabile. Giocano molti fattori,i giornali spesso scrivono stupidaggini.
      Non è facile (mai) come pure per me non è facile ammettere che Renzi al di là dei difetti già citati, ha anche pregi, qualità e stoffa da leader, come non ne vedo in giro. Almeno da noi.

  20. @Sed
    Bisogna capire cosa significa avere la stoffa del leader. Cerco di essere il più onesto possibile, ma faccio fatica a riconoscere in Renzi, dopo questi 1000 giorni, qualcosa che valga di più di una grande abilità di comunicatore mediatico e di essere un “personaggio”, qualità peraltro già intaccate da questa pesante sconfitta. Non dimentichiamoci infatti che Renzi ha presenziato qualsiasi programma televisivo nelle ultime settimane, eppure la gente gli ha voltato le spalle. I fatti: Renzi aveva 3 obiettivi: migliorare le condizioni economiche del Paese, soffocare il consenso dei 5 stelle e fare le riforme. Mi pare che oggettivamente rispetto a queste cose sia riuscito a fare ben poco.
    Per me un leader non è quello che cerca sempre l’azzardo o lo scontro diretto per imporsi. Per me invece il capo è colui che prima di tutto sa ascoltare, poi che sa capire, mediare, convincere. Renzi ha trascorso questi 1000 giorni a comandare e all’inizio gli ha detto bene, ma poi piano piano questa contrapposizione perenne ha finito per danneggiare la sua immagine, prima di tutto agli occhi degli elettori.

  21. Per te, per me…ma in noi conta il senso di appartenenza, non abbiamo bisogno del leader. Io voterei Cuperlo o Tocci o Gotor, per esempio, e credo anche tu , ma in quanti saremmo?
    Ovvero quanti di loro riuscirebbero a farsi capire anche laddove il senso di appartenenza non agisce?
    Dopo tre anni di governo in epoca di crisi, Renzi ha un consenso ancora alto e, allo stato, vedo difficile stappargli di mano il partito. E mi dispiace dirlo ma molti dei suoi difetti, compreso questo scalpitare perenne, sono dovuti all’età e all’idea, non del tutto balzana, che bisogna saper maneggiare i media vecchi e nuovi.
    La Riforma per lui era diventata un punto d’onore.E posso capire che riuscire laddove nessuno era riuscito avrebbe, altro che discontinuità, fatto la differenza. Ma allora perché non giocarsi i successi ottenuti con i diritti, il miliardo messo sulle povertà (che nessuno mai),il fatto di non aver tagliato laddove altri avevano attinto, i migranti e la politica estera.Niente. Ossessionato com’era, è andato persino a promettere quel che nessuno gli aveva chiesto : le dimissioni.
    E ancora mi spiace perché questo debordare pubblico cozza con un privato sobrio in cui riconosco il nostro modo di intendere lo stile di vita.
    Vorrei dire vedremo…ma qui non si vede un bel niente a parte una serie di competitor magari di spessore e capacità (Rossi, Emiliano) ma che fuori dall’ambito dicono poco.

  22. @Sed
    Concordo nella sostanza. Leggo oggi che l’11 gennaio la Consulta giudicherà la costituzionalità del referendum che riguarda il Jobs Act: cancellare i voucher e ripristinare l’art. 18. Me ne ero completamente dimenticato. Beh… se dovesse passare l’esame della Consulta, questo nuovo referendum potrebbe trasformarsi in una mina pericolosissima per il PD renziano, che difficilmente uscirebbe illeso da una nuova sconfitta. Anche l’ipotesi di andare alle politiche al più presto per farlo scivolare di un anno, sarebbe soltanto un procrastinare qualcosa che rischia di minare definitivamente la “narrazione” (come si dice oggi) dell’ex Primo Ministro.

    1. So che si sta valutando se impedire il referendum attraverso opportune iniziative legislative. Se vuoi sapere come la penso : per l’art.18 si può anche reintrodurre, (tanto si licenziava e si licenzierà a go-go lo stesso) per i voucher è sbagliato annullarli, basterebbe tracciarli per impedirne l’abuso.Così come erano stati pensati erano un forte deterrente al lavoro nero soprattutto per gli stagionali ovvero i lavori in agricoltura da tre – quattro giorni.
      Sul terzo cioè la corresponsabilità dell’appaltante in materia di trattamento economico e contributivo degli addetti sono sostanzialmente d’accordo.
      Ad ogni buon conto, rimettere mano a provvedimenti che comunque li si giudichi sono risultati odiosi,non è male indipendentemente da cosa dirà la Consulta.Non è che con questi referendum si ripristinerebbe chissà quale ordine in materia di lavoro ma,poiché non si è stati in grado di spiegare né di controllare è bene togliere di mezzo elementi ambigui di divisione.

  23. Sed, i licenziamenti disciplinari sono notevolmente aumentati. Bisogna ripensare le norma a tutela del lavoratore, della sua dignità. Bisognerebbe premiare la continuità oltre che sostenere l’avvio di nuovi contratti “zoppi” di diritti. Sul licenziamento, se si vuole mantenere la flessibilità, devono essere alzate le tutele. Deve essere trovato un modo diverso dall’odioso contratto a tutele crescenti.
    I voucher sono realmente la nuova forma di lavoro precario. Sono abusati, e la tracciabilità è facilmente aggirabile. Sono già tracciati. Sono stato pagato così due volte nell’ultimo anno, e la procedura mi sembra una cavolata. Inoltre per il meccanismo che è si paga poco (7,5 euro netti è quel che gira, senza malattia, ferie, diritti, nulla di nulla, solo una esigua cassa inail e inps) e il lavoratore finisce con l’essere escluso dal giro una volta raggiunto il tetto massimo.
    Diminuire il costo del lavoro, alleggerirlo, per i datori è (e anche in senso burocratico) ottimo, così come trovare uno strumento per il lavoro intermittente, ma devono essere dati più diritti e più soldi ai lavoratori.
    Bisogna semplificare la vita dei piccoli imprenditori e far emergere tutto quello stramaledetto nero da lì. In questo poco è stato fatto.
    Sul resto, basta vedere la nuova l. di stabilità, ci sono misure apprezzabili, anche per la famiglia, però ci vorrebbe un po’ più di organicità e non solo bonus di qui e di là (che cmq fanno bene eh, io ne ho usufruito!)

    1. Se fossero davvero tracciabili sarebbe facile riconoscere chi ne abusa e chi no. In quel senso dicevo.
      Togliere il lavoro nero non significa solo un vantaggio per i lavoratori ma eliminare il “nero” che fanno i datori per pagare in “nero” i lavoratori.
      E’ una filiera di tasse e contributi che viene sottratto al sistema. Lo dici anche tu in qualche modo qualche riga più sotto.Tuttavia a meno che tu non abbia raccolto pomodori, non è giusto che venga pagato col voucher e siccome siamo in uno Stato che ha tutta la possibilità e l’organizzazione per contrastare gli illeciti, che lo si faccia.
      Che dire : il lavoro manca con e senza jobs act,con e senza tutele crescenti o calanti con e senza articolo 18. Dare la colpa di tutto ciò agli ultimo governo è una sciocchezza e ti ricordo che fu Tiziano Treu governo Dini e Prodi a mettere mano a quello che allora si chiamava lavoro atipico e a dare il via alla sarabanda di provvedimenti licenziati secondo me in buona fede per favorire l’occupazione. provvedimenti a cui nessuno ha mai fatto un tagliando come sarebbe giusto, anche perché i governi si susseguono alternandos senza continuità.Ma questa è un’altra storia

  24. @Sed
    Ricordo che sul Jobs Act ci siamo già confrontati a suo tempo ed io sono sostanzialmente della stessa idea di allora. Al di là dei contenuti, sui quali peraltro si può discutere in lungo ed in largo, l’abolizione dell’art. 18 fu qualcosa sulla quale Renzi andò a testa bassa perche prima di ogni cosa aveva bisogno di un simbolo. Aveva bisogno cioè di far capire a tutti che il suo PD era diverso da quelli che lo avevano preceduto. Le battaglie che il centrosinistra aveva condotto fino ad allora, spesso contro i governi Berlusconi, non erano più un obiettivo del nuovo partito, che invece adesso mirava a solleticare quell’area di riferimento tipica del centrodestra. Comunque la si girerà la questione sarà una grossa grana per Renzi, anche se si volesse risolvere rimettendo mano alla legge ed evitando così il referendum, sarà una sconfessione fatta per la paura di perdere ancora, e credo che darà ulteriore fiato ai megafoni delle opposizioni. Insomma: credo che i nodi dati da due anni di gestione sconsiderata ed “innaturale” del partito, stiano finalmente per venire al pettine e non sarà semplice dare delle soluzioni convincenti…

    1. Non so come andrà, ma certo che se sarà modificato il testo e tutti diranno “uhhh hai sconfessato perché vuoi vincere, mi arrenderò alle categorie dialettiche dell’asilo Mariuccia.
      Uno le Opposizioni le ascolta se hanno qualcosa da dire.E qui si sono ascoltate anche troppo lasciandosi trascinare in storie di scontrini & dimissioni (con i risultati che sappiamo) da gente che ha scommesso sulla rovina di questo paese e intanto si allena a rovinare definitivamente la mia città.
      Le leggi hanno tutte bisogno d’ essere verificate.Se non funzionano si cambiano. Io non ho cambiato idea sulla necessità di riformare il mondo del lavoro ma se quello che è stato fatto non ha sortito i risultati sperati, si modifichino le storture.
      Il partito comunque gestito non c’entra. Siamo una comunità emotiva e melodrammatica che discute da sempre.E da sempre tende a crocifiggere il capo.L’innaturalezza non l’ha portata Renzi. C’era già.

  25. @Sed
    Certamente le opposizioni sono quelle che sono: impresentabili… tutte per diverse motivazioni, ma comunque tutte impresentabili. Però ciò che ha a che fare col Jobs Act rappresenta qualcosa di più di una legge che non ha funzionato. Ora spero che Renzi e i suoi si rendano conto che la loro strategia politica (di cui il Jobs Act è un esempio) è risultata fallimentare e si convincano che l’unità del partito è propedeutica a qualsiasi successo. Sentire oggi Giacchetti rivolgersi pubblicamente ad un suo compagno di partito in quel modo però non fa molto ben sperare al riguardo…

    1. Non so cosa bisogna fare per mantenere l’unità. E penso comunque che l’impegno debba essere comune.
      La sensazione è che le posizioni si siano radicalizzate, che nessuno abbia intenzione di uscire come del resto nessuno voglia cacciare nessuno.
      Quindi bisognerà trovare un modo per convivere.Ognuno è libero ma ad un certo punto la libertà deve fare i conti con il senso di appartenenza ad una comunità. Si può dissentire anche energicamente ma quando il dissenso arriva a dire valuteremo provvedimento per provvedimento significa che non ci si fida …e se non ci si fida devono trarsi le dovute conclusioni.
      Le parolacce non vanno bene ma Giachetti nella sua premessa ha detto il vero sia quando ha ripercorso le varie fasi della stesura delle legge elettorale, sia quando ha fotografato lo stato d’animo di una comunità che è stufa di litigi che sembrano sempre più pretestuosi e che,tra l’altro, stanno portando ulteriori consensi a Renzi.
      Poi penso anch’io che qualcuno abbia la faccia di bronzo quel che mi dispiace è che lo sfogo ha prodotto l’effetto di concentrare l’attenzione solo sulle parolacce. L’assemblea era partita meglio.

  26. @Sed
    Sai come la penso al riguardo. Ritengo che fare il segretario equivalga ad assumersi delle responsabilità: non solo onori ma anche oneri. Se il segretario fa delle politiche contrarie alle istanze della Sinistra, quelli che sono rimasti di Sinistra all’interno del PD possono opporsi? Costringere (perchè di questo si è trattato) quelli di Sinistra ad andarsene, piuttosto che ricercare una mediazione è responsabilità del segretario. E’ come se Salvini di punto in bianco iniziasse a votare a favore di provvedimenti per un’ampia ed incondizionata accoglienza agli extracomunitari… tutti quelli che non sono yesmen nel suo partito potrebbero o no opporsi ad un indirizzo che è contrario alla natura e ai “valori fondanti” della Lega? E se Salvini andasse avanti a testa bassa sulle proprie idee non ponendosi più come obiettivo l’unità del suo partito, avrebbe o no la responsabilità di quanto sta succedendo?
    Quanto poi al linguaggio, era rimasta una sola cosa per cui la comunicazione del PD differiva ancora da quella delle altre forze politiche. Si faccia attenzione a non perdere anche questa, perchè altrimenti sarà sempre più difficile distinguere lo stile comunicativo renziano dagli altri…

    1. Bersani di sinistra? Te li ricordi i suoi provvedimenti? Liberalizzazioni e qualche legge gradita anche all’altra parte dello steccato. Non voglio dire che abbia fatto male, anzi, ma questa non è sinistra, questo è quel che si cerca di fare oggi in ogni partito riformista d’Europa.
      E poi dove sono state le grandi sollevazioni contro il Job’s Act? In Francia per qualcosa di analogo momenti ci scappa il morto e nonostante una settimana di scioperi (scioperi, non passeggiate di sabato) non l’hanno spuntata egualmente.
      Allora qui la questione non è geometrica, un po’più a sinistra o a destra di Renzi. E’ qualcosa d’altro in cui non riconosco la spinta ideale. E all’interno della quale non vedo seguito consistente. Come la pensano costoro? Come pensano di governare? E con chi? Con quale legge elettorale? E che partito pensano di mettere in piedi? Tutte domande a cui non danno risposta, fondamentalmente perché risposta non c’è.
      Compressi in un’alleanza spuria,non avrebbero saputo fare di meglio.Non hanno fatto di meglio con Letta che tutti questi processi ha avviato.
      Mi chiedi se possono opporsi… più di fare i comitati per il No, più che organizzare dibattiti e convegni con la loro componente, più che andare a destra e a manca a dire peste corna e vituperio di una classe dirigente democraticamente eletta che altro vorrebbero fare?
      Vogliono ascolto? Più di così,più che modificare 5 volte l’Italicum…
      Suvvia non esiste al mondo che la maggioranza chieda alla minoranza cosa deve fare. Ne va della tenuta democratica. E attenzione: la cosiddetta base vive molto male questi litigi.E questo non va certo a favore di Bersani e dei suoi.

  27. @Sed
    Su questo punto non la pensiamo allo stesso modo, ma non è un problema. E tutto sommato sapere se sia nato prima l’uovo o la gallina o individuare chi è stato il primo a provocare o ad essere provocato alla fine della fiera conta sì, ma non è la cosa più importante. Il punto è che, secondo me, un partito scosso perennemente da tensioni, fratture e reciproche delegittimazioni difficilmente potrà dire la sua alle prossime politiche. Il tempo, se davvero c’è la volontà, è sufficiente perchè si provi a ritrovare una visione d’insieme. Altrimenti Renzi, visto che è convinto di avere per sè il 40% dei consensi, provi a farsi un suo nuovo partito, così siamo sicuri che almeno lì tutti la penseranno allo stesso modo e potranno ridere insieme delle frasi cariche di volgare disprezzo alla trump de noartri verso chi ha differenti posizioni rispetto alle loro.

    1. Se le divisioni all’interno del PCI poi PDS poi DS erano già profonde figurati con il PD che nasce da una fusione tra i due ceppi più importanti del riformismo : laici e cattolici .Non è l’uovo o la gallina, oggi si aggiungono una lettura divenuta difficile della realtà, la crisi della democrazia,quella dei partiti più il disagio materiale e morale dell’essere umano medio e i mille ammennicoli della modernità che amplificano i problemi – Amendola e Ingrao mica finivano sui giornali con i loro scontri violenti e nemmeno Adriana Seroni quando veniva minacciata da mezzo comitato centrale per la faccenda del divorzio, rilasciava interviste per far sapere quant’era infelice né twittava al mondo la sua disperazione –
      Per la storia dei panni sporchi,del centralismo democratico e di un pudore che imponeva silenzio. Non era giusto manco così… ma tant’è.
      Barca ha delle idee che pur non puntando direttamente ad un vago unanimismo, produrrebbero unità. Certamente se avessimo del lavoro da svolgere al di là del governo, delle elezioni e dello smazzare sottosegretari, la storia cambierebbe. Abbiamo sentito buone analisi e critiche costruttive venire dall’assemblea e siamo interessati alla nuova fase zen. Leggi Barca, su
      (Nessuno andrà via tanto meno Renzi e poi perché uscire? la nostra ragione sociale è la convivenza se viene meno quella meglio iscriversi tutti al club del tombolo. Quindi cerchiamo di convivere)

  28. @Sed
    Barca ha elencato molti punti, tutti interessanti e sicuramente importanti. Speriamo si lavori al riguardo. Certo… divisioni ce ne sono sempre state, ma un tempo si aveva il buon gusto e – cosa ancor più importante – il buon senso di non farle trapelare alla pubblica opinione. Mai come con la segreteria Renzi l’incessante ed aspro scontro è balzato agli onori della cronaca politica con le ovvie conseguenze. Secondo me la cosiddetta “fase zen” avrà successo solo se la politica di sfondare a destra, ormai evidentemente fallimentare, avrà definitivamente termine e si cercherà di ritornare ad un dialogo a Sinistra. In questo senso, a mio avviso, giocherà un ruolo importantissimo l’operazione di Pisapia. Se, nonostante le critiche di Sel, SI e Possibile, si riuscirà a mettere in piedi un nuovo soggetto politico in grado di raccogliere (in quale modo e misura si vedrà) le diverse esperienze di quell’area politica, allora forse si troverà un nuovo assetto più condiviso anche per il PD.

    1. Una volta però c’era pure l’espulsione, Maria Antonietta Macciocchi, Massimo Cacciari.l’intero gruppo Manifesto, tutti sotto la segreteria Berlinguer, tutti espulsi, tutti per diversità di opinioni, la Macciocchi per un articolo sulla Cina, pensa te..
      Una volta il Partito parlava con una voce sola : quella del Comitato Centrale:L’unanimmità era garantita da mezzi pesanti.
      Intanto Sel si è sciolta la settimana scorsa e quel che resta assieme agli altri gruppi ( Possibile è inesistente e non ha molto in comune con SI come i vari gruppi comunisti ) non mi sembra goda del consenso delle periferie e dei giovani né vedo lavoro politico da parte loro. Quindi che soggetto si può creare?Parliamo a malapena di associazioni culturali.Qui tra i vari ripensamenti c’è da ricostruire la sinistra che così com’è è un ricordo del tempo che fu.Solo un grande partito lo può fare.

  29. @Sed
    Si è vero, però erano altri tempi e un altro partito. Il PD è nato pluralista dall’unione dei DS (maggioranza) e la Margherita (minoranza) e del pluralismo ha fatto una bandiera che bene o male ha resistito fino al leaderismo sborone di Renzi. Quanto a Sel, si è sciolta, ma pare confluirà in Sinistra Italiana. Civati non lo capisco più. Non capisco cosa voglia fare. Ha da solo numeri risibili. Per come la vedo io, che sia Pisapia o che sia il Mago Zurlì importa poco. L’unico progetto che conta, oggi più che mai visto che le elezioni si avvicinano, è che le varie forze nel campo della Sinistra si muovano nella direzione di un soggeto unitario. Questo naturalmente se si vuole contare almeno un pò. Poi, se invece si preferisce non contare proprio più nulla, si mantengano i personalismi, i distinguo e gli egoismi e si mandi al diavolo qualsiasi iniziativa inclusiva. Però poi la smettano di criticare il PD o la destra perchè così facendo consentiranno loro di muoversi con il più ampio agio possibile.

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