Magna Grecia

Magna Grecia

Sono settimane di sfide queste ultime per l’Europa: questioni drammatiche e diverse che si chiamano terrorismo islamico, immigrazione e Grecia. Sono tutte sfide, però, che questa Europa a trazione tedesca ed in mano a burocrati e banchieri, non riesce a risolvere e – specie per le ultime due – dà l’impressione di affrontare in modo egoista, senza un’ identità riconosciuta e una reale visione politica. Per quanto riguarda la questione ellenica in particolare, Alessandro Gilioli sul suo blog pone una questione centrale: «’La non approvazione delle misure compensative non era mai accaduta prima. Né in Irlanda né in Portogallo, in nessun posto’, ha twittato ieri il premier greco Alexis Tsipras facendo un po’ il riassunto di quello che sta succedendo, secondo lui, a Bruxelles. Se provate a inerpicarvi nei contenuti della trattativa tra Atene e i suoi creditori (sostanzialmente, l’Europa e il Fmi) rischiate oggi di perdervi in una quantità di dettagli tecnici che rischiano di far perdere di vista il problema di fondo. Quello cioè posto da Tsipras nel suo tweet: alla fine, il saldo contabile per lo stato greco a cui arriva il piano del governo di Atene è uguale a quello richiesto dai creditori; solo che i creditori vogliono che la Grecia ci arrivi in un altro modo. I creditori non si accontentano che la Grecia raggiunga quegli obiettivi di bilancio che lo stesso governo Tsipras si impegna a raggiungere: vogliono stabilire loro come questi obiettivi devono essere raggiunti, indicando nei dettagli dove si tassa e dove no, dove si taglia e dove no. Ma al di là di questo, quello che ogni giorno emerge di più dalla trattativa è una domanda gigantesca che ci coinvolge tutti: fino a che punto può essere tirata l’asticella della cessione dei poteri democratici?». Ecco perchè la mossa di Tsipras di restituire ai cittadini greci una decisione così fondamentale per il proprio futuro è comunque dirompente e di per sè vincente, al di là del risultato finale. Una mossa che ci fa capire che esiste un’alternativa all’aristocrazia finanziaria della Troika ed è quella che prevede la libera espressione dei popoli. E’ inammissibile che tecnocrati destrorsi e reazionari, non eletti da nessuno, impongano ad una nazione sovrana di abbattere lo stato sociale e di far gravare l’austerità sulle fasce più deboli e povere della collettività. Occorrerebbe una mobilitazione di solidarietà che muovesse da tutti i Paesi europei, alcuni dei quali potrebbero trovarsi domani nelle condizioni in cui oggi è la Grecia. Ma si sa, la solidarietà non è più un termine a la page nel nostro Continente.

Sia ben chiaro: non esiste futuro senza l’Europa e ciò con buona pace di tutti i movimenti euroscettici che naturalmente stanno rafforzandosi un pò ovunque. Ma questa Europa disgregata ed inutile che non si pone come obiettivo l’uguaglianza e l’integrazione tra le persone, le culture e gli Stati, ma solo l’imposizione di misure economiche dirette a favorire certe nazioni a scapito di altre, incapace di dare una risposta ferma e lungimirante alla minaccia dell’ISIS, ostaggio dei nazionalismi più beceri rispetto all’emergenza immigrati ed indifferente alle sofferenze del popolo ellenico, va profondamente rifondata. Prima che sia troppo tardi.

55 pensieri riguardo “Magna Grecia

  1. Rear, ma dove sono finiti tutti? Mi aspettavo di leggere pareri e preoccupazioni, invece niente.
    Allora ti mando io il mio primo commento e ti condivido la mia preoccupazione.

    Mi pare disorientante parlare di « Europa » nelle tue conclusioni. A quale Europa ti riferisci?
    A quella di Maastricht? All’Eurozona? A quella di Schengen? Non sono sovrapponibili, né sono sinonimi di Europa.
    La questione greca attiene alla partecipazione all’Eurozona, che non è una nazione, né una federazione, ma una accordo di convergenza per l’utilizzo della stessa valuta.
    Non è neanche riformabile: la partecipazione all’Euro – che non è la moneta della Grecia, come non lo è dell’Italia né degli altri Stati che la usano, ma è una moneta soprannazionale gestita da un organismo indipendente – impone l’austerità. L’austerità delle politiche di bilancio è la garanzia della convergenza, senza la quale non c’è accesso alla moneta comune. Quale riforma può cambiare questa ovvietà? Politiche di bilancio divergenti renderebbero impossibile una moneta condivisa da economie differenti, non durerebbe un minuto.
    L’Euro è austerità, come hanno spiegato Merkel, Schaeuble, perfino il povero Renzi quando dicono che il referendum non è o no ad una proposta – peraltro già superata da almeno altre due o tre nel frattempo – ma un o no all’Euro.

    Il problema di Syriza – come già ti scrissi qui in tempi passati – è che il suo programma non è coerente: non esiste la fine dell’austerità e l’Euro al tempo stesso.
    Lo dimostrano i fatti di questi mesi e di queste ore che precedono il referendum, che addirittura forse non si farà. Anche qualora di facesse, cosa risolverebbe?
    Vince OXI? (fossi greco, voterei OXI) La BCE smette di finanziare le banche. Mica per cattiveria: per statuto non può farlo se non ci sono collaterali a garanzia e le banche greche falliscono nel secondo in cui si interrompono i fondi di emergenza della BCE. Non hai più l’Euro. Non hai ancora la dracma. Devi nazionalizzare la Banca di Grecia e le altre banche, emettere mini assegni o IOU e poi eventualmente la nuova valuta, nel frattempo inizia il processo di scissione dai trattati che non è neanche definito con chiarezza. Nel frattempo devi applicare austerità cmq, perché da qualche parte devi finanziarti e sei già insolvente con mezzo mondo.
    Vince NAI? Rimani nell’Euro, ma necessiti di continuare il programma di austerità, come vedi dalle proposte greche. Che tendono ad ottenere ormai non più un write-off del debito, ma uno swap via ESM. Peraltro dopo che hai perso il referendum, capisci che gli spazi di negoziazione si restringono.

    Non è vero che fuori dall’Europa non c’è futuro, come dimostrano tutti gli stati che non sono né geograficamente in Europa, né quelli che sono effettivamente in Europa ma non aderiscono a uno o più di quei trattati. Come dimostra la logica tout court, direi.
    È vero invece che dentro l’Eurozona non c’è democrazia, perché l’Euro impone una sola politica possibile.

    Sono preoccupato da quello che sta succedendo: il fallimento di Syriza rischia di compromettere molti progetti di via alternativa in Europa, per rafforzare partiti reazionari per altri anni ancora.

  2. Fare un referendum al volo è un segno di debolezza: è stato eletto dal popolo per risolvere i problemi, non è che ogni volta che ce n’è uno che il Governo non sa risolvere, si chiede al popolo.
    Cosa vuoi che votino i greci? qualunque cosa decidano è una tragedia..e lo sanno.
    Rimango dell’idea che alla fine si troverà una soluzione, non conviene a nessuno che la Grecia esca dall’euro…come nelle normali contrattazioni, si chiede 100 per ottenere 50.
    e così sarà…

  3. Ti riporto quanto ha scritto mia figlia sulla sua pagina fb…:))

    Per come la vedo io, è il resto del mondo ad essere in debito con i greci per il patrimonio culturale e per essere stati la culla della civiltà occidentale.
    Se siete seduti ad un tavolo a Bruxelles a discutere di democrazia, cari capi di Stato, indovinate un po’ a chi lo dovete?
    Senza di loro sareste solo delle scimmie antropomorfe il cui dibattito più ardito sarebbe sul nome da dare alle pecore.

  4. @matteo
    A me pare che le misure europee di austerità abbiano inequivocabilmente aumentato la diseguaglianza sociale e rallentato o addirittura impedito la crescita economica. Quindi evidentemente l’austerity che aggrava la crisi invece che risolverla va abbandonata e vanno pensati piani alternativi. Quando dico che senza l’Europa non c’è futuro non mi riferisco – ovviamente – ai Paesi che non ne fanno parte. Non credo che si possa veramente pensare ad un Vecchio Continente disgregato come 60 anni fa, fatto di nazionalismi contrapposti e vecchi conflitti, privo della necessaria autorevolezza, forza economica e politica per poter dire la sua sulla scena mondiale, insieme a realtà come USA e Cina. L’Europa non va cancellata ma riformata. Prima di parlare di fallimento di Syriza, attenderei di valutare i prossimi sviluppi, a cominciare da quello che succederà domenica…

    @Luigi
    Concordo in tutto e per tutto con tua figlia. Io credo invece che la mossa del referendum abbia una sua logica (oltre che una dirompente forza simbolica, come dico nel post), come spiega benissimo Krugman nell’articolo che linko al post…

    1. Rear però nel settore austerità devi distinguere tra la cura da cavallo e il riequilibrio delle pensioni o la lotta all’evasione fiscale.Ora io non credo alla favola bella della propaganda che vorrebbe i Greci attualmente in pensione a dodici anni però entrambe le misure attengono a comportamenti virtuosi e non vessatori.

      1. @Sed
        Io credo però che se un paese ha un debito 100 e promette di estinguerlo seguendo una certa strada, non gli si possa imporre di cambiare le modalità con cui pensa di ottenere quei 100…

  5. Da una parte spariglia col referendum, dall’altra si infila in un vicolo cieco. Ora io non so se Pericle avrebbe sottoposto a consultazione il piano dei creditori – di questo si tratta almeno per come la racconta Tsipras – ma non posso fare a meno di considerare il beau geste che piace tanto a Rear per quello che è : una strategia di cortissimo respiro.
    Vincono i si Syryza si dimette con tutto quel che ne consegue, vincono i no il caro Alexis deve continuare a gestire il caos, non so con quali vantaggi sulla trattativa.
    Sarò un’ingenua ma non ce li vedo Lagarde Merkel and co, fortemente impressionati e comunque grati per il dono della democrazia,cedere al cospetto di un risultato referendario in favore del no.
    Poi è vero che in politica servono i simboli e tutto il resto del corredo ma alle impellenti necessità del popolo greco, qualcuno pensa?
    E poi facciamola finita con la retorica : noi dobbiamo essere grati ai fenici ai cinesi,agli assiri,agli arabi e ovviamente ai romani non è che per questo… su da bravi.

  6. @Paolo
    potrà anche avere una sua logica, ma scaricare la responsabilità di un fallimento sul popolo non mi pare un atto di coraggio.
    Quando è stato eletto, ha fatto delle promesse ben precise al suo popolo, e le sta disattendendo, ora, chiedere ai greci di decidere loro per lui mi pare un atto di debolezza.
    Rimango fiducioso sul buon esito,sarebbe una sconfitta per tutti l’uscita dall’euro, in primis proprio per i greci.
    Chi cita gli esempi dei paesi del nord Europa o della Gran Bretagna, dimentica che hanno un’economia ben diversa da quella greca.
    Mia figlia a volte esagera, ma il concetto è chiaro e condivisibile, anche se naturalmente non da tutti ;))

    1. Non esagera Luigi,sarà una ragazza piena d’entusiasmo,semplicemente utilizza un argomento che può andar bene per centinaia di altri popoli in migliaia di altre circostanze, sono in molti ad aver contribuito alla costruzione della nostra civiltà.
      I tedeschi, tanto per dire non sono ultimi nemmeno in questo settore.
      La grande forza di Tsipras è nella pazienza e nella tenacia della trattativa e anche nel fatto che uccidere un creditore sarebbe veramente da fessi.Vedrai, non ci faremo del male.

      1. Ma infatti, esagera nel senso buono, cioè attribuisce solo alla Grecia la paternità della civiltà..
        E’ giovane e vive negli USA, dove questo problema è vissuto in modo molto soft…
        e poi è amante della letteratura greca, e questo la frega..:))

  7. @Sed
    Però dobbiamo intenderci su cosa si vuole da un leader. Se si vuole il profilo basso e l’accondiscendenza supina ai diktat europei noi italiani siamo tranquilli. Oggi Vendola parla di grande dignità riferendosi a Tsipras e definisce Renzi come un pulcino di fronte alla chioccia Merkel: non potrebbe avere più ragione di così. Io aggiungerei, oltre alla dignità, anche il coraggio (questa sì caratteristica ineludibile di un vero leader). Il premier greco si gioca tutto con grande coraggio. Se vincerà il NO avrà il suo popolo insieme a lui e non sarà cosa da poco. Non è un caso infatti che la Merkel ha voluto stoppare qualsiasi ulteriore abboccamento con la premiership greca per aspettare il risultato del referendum. Sa benissimo infatti che il “potere contrattuale” di Tsipras è destinato ad aumentare o diminuire sulla scorta di ciò che voteranno i suoi concittadini.

    @Luigi
    Tsipras non scarica un bel niente. Decide, vista la cieca intransingenza con cui la Grecia è stata trattata dalla Troika (sottolineata in qualche misura persino da Papa Francesco), di condividere col suo popolo la decisione su quale strada prendere. Qualcuno la chiama democrazia. Capisco che a chi è abituato ad imporre politiche vessatorie nei confronti delle fasce più povere della popolazione, il concetto di democrazia lasci indifferente, ma io credo che la volontà popolare debba tornare a recitare un ruolo centrale in questa Europa, troppo condizionata da tecnocrati non eletti da nessuno. Un anno fa lo diceva anche Renzi, ma si sa che il Nostro ha imparato alla perfezione la lezione berlusconiana di sostenere oggi una cosa e il suo esatto contrario domani…

    1. Non ho messo in questione il leader – quindi risparmia le forze – ma le sue scelte. E vorrei continuare su questo registro senza paragoni impropri.
      Tsipras non aveva bisogno di disturbare il popolo che l’ha votato pochi mesi fa su di un programma netto e deciso e con una maggioranza di tutto rispetto.Che è ? Il piano dei creditori non era previsto nelle intenzioni elettorali? Il mandato non era abbastanza pieno?
      Il coraggio sta nel continuare sulla strada intrapresa non nel rischiare di andare a sbattere tirandosi dietro le sorti e le speranze del popolo greco.L’osso del collo lo rischiano loro.
      Non so se è chiara la faccenda.
      Oddio Nichi,…i pulcini,le chiocce e l’uomo forte. che si ribella a mammà.Come invecchia male ‘sto ragazzo.

      1. Una chiosa sull’interpretazione dello stop alla trattativa. : Vuoi considerare il fatto che nella disgraziata ipotesi che Syriza perda, quanto deciso potrebbe non avere più valore? Che poi sarebbe il rovescio di quel che ipotizzi tu.
        Che fai? Tratti con uno che domani potrebbe essere sconfessato dal popol suo?
        Ma tu li hai visti bene gli interlocutori del caro Alexis?
        Guardali meglio e poi mi dici se sarebbero impensieriti da una vittoria del NO.
        Da un pessimo creditore pigli quel che puoi,questo e non altro sarà il criterio guida.Quello di mia nonna insomma.Sveglia eh.

  8. Oh… una prece per tutti quelli che per riaccreditarsi politicamente (oh Renato) stanno facendo il tifo per Syriza e un pensiero particolarmente affettuoso per il parterre di uomini, donne e badanti ( occhio ai colpi di calore, ragazze) che domenica saranno in piazza ad Atene a festeggiare non si è capito cosa.
    La presente mozione non riguarda ovviamente Grillo e il suo team ché un po’ di farsa a spezzare la tensione tragica, ci sta sempre bene.
    Cosa voterei io? Voterei per tenermi il caro Alexis.

  9. @Paolo

    da un leader si vuole che mantenga le promesse fatte in campagna elettorale, ora, siccome non è in grado di farlo, chiama il popolo a decidere.
    Democrazia è farsi eleggere dal popolo, non scaricare su quest’ultimo le responsabilità di un eventuale fallimento.
    Su Renzi, stavolta, sono d’accordo con te…ieri ha esagerato con la Merkel, parlando poi proprio lui che sta facendo una fatica indicibile a fare le riforme…
    Questo suo schierarsi di volta in volta non mi piace…poi direi che con tutti i problemi che abbiamo noi, siamo proprio gli ultimi a poter dire qualcosa sulla Grecia e su come si comporta.
    La Grecia va sostenuta, siamo tutti d’accordo, e come ho già scritto, per ottenere 50 devo chiedere 100.
    A fatica, ma si riuscirà ad accontentare tutti…

  10. Rear, te lo devo chiedere di nuovo perché non ho capito, scusa: cosa intendi per “Europa”?
    Appurato che non è il continente geografico, che non lo possiamo cancellare, di cosa stai parlando.
    Eurozona? Maastricht/Lisbona? Schengen? Non sono mica la stessa cosa.
    60 anni fa era il 1954.
    L’Europa non era disgregata e tutta la disgrazia che scrivi: era divisa in due blocchi, ovviamente. Noi si era di qua. Da tre anni si era aderito alla CECA, tre anni dopo si sarebbe firmato il Trattato di Roma. Il PIL cresceva a ritmi da economia asiatica degli anni Novanta, le esportazioni di oltre il 300%. Mi sembra che non aiuta creare paralleli storici, stiamo all’oggi.
    L’EU è effettivamente disgregata tra nazionalismi (oltre a Merkel e a Renzi, avrai certamente letto le prese di posizione dei primi ministri slovacco, lettone o bulgaro), non pesa sulla scena mondiale – ma neanche regionale, come vediamo tutti i giorni – non si capisce quale ruolo le riconosci rispetto a Cina ed USA (che 60 anni fa erano in guerra fra loro per interposta Corea).
    Ora, quale “Europa” vuoi riformare e perché? Perché l’austerità crea sofferenze e disuguaglianza sociale? E chi ti dice che sia un fallimento? Secondo Mario Monti la Grecia è il più grande successo dell’Euro.
    Non può esistere una valuta condivisa tra economie diverse senza austerità: l’Europa non è una nazione e la BCE non è la banca centrale di una nazione. Solo una valuta protetta da squilibri di bilancio può essere condivisa da economie così diverse, capisci che si tratta di una ovvietà?
    La EZ è figlia del suo tempo, gli anni Novanta. La compressione salariale, la riduzione del perimetro dell’intervento statale e la conseguente privatizzazione di attività pubbliche, la riduzione della discrezionalità del legislatore rispetto all’attore individuale, la mobilità del capitale (le famose “riforme strutturali”, l’espressione viene da structural reforms nei documenti IMF) sono tutti obiettivi dei trattati e della moneta unica.
    Tu vedi le sofferenze greche, ma non vedi il successo tedesco e la costruzione di un’economia tedesca che dovrà sostenere, nei decenni a venire, un tasso di invecchiamento demografico altissimo e costosissimo.
    Non ti piace? Devi per forza rimuovere le cause tecniche per cui l’unico risultato accettabile (per chi ha disegnato così i trattati) è quello.

    Credo che Tsipras si sia messo in un angolo: se vince il dovrà rassegnare le dimissioni.
    Se vince il no dovrà giocarsela molto bene e mettere da parte le omissioni e rassicurazioni contro-producenti, ne abbiamo abbastanza di governanti che trattano gli elettori come poveri dementi.

    Voterei no e spero vinca il no. Spero la Grecia esca dall’EZ, in cambio di un pacchetto di aiuti stabilizzatore.
    E poi si costruiscano il loro futuro.

    Tanto per capire come butta: nei giorni 29/06 e 30/06 lo spazio televisivo riservato al è stato 6 volte superiore (in minuti) a quello riservato al no.
    (I media principali, in Grecia, supportano i partiti oggi all’opposizione)

  11. @Sed
    Io credo che se vincerà il NO, come confido, forse la Merkel non si farà spaventare ma avrà sicuramente una strada sempre più stretta per imporre i suoi diktat e Tsipras un accreditamento non solo presso il suo popolo, ma presso l’opinione pubblica europea, più autorevole. Non dimentichiamoci che, proprio a causa delle politiche di estremo rigore imposte, i movimenti euroscettici hanno guadagnato consenso un pò ovunque nel Continente. Se la Grecia dovesse venir sbattuta fuori, dopo aver risposto con fierezza alla proposta referendaria, le conseguenze potrebbero essere imprevedibili…
    quanto ai paragoni, poi, a me non sembrano così impropri e deve pensarla così anche Civati (che ci posso fare se la penso sempre come lui?) che nel suo blog scrive: “Non si può dire che l’austerità non va bene e poi sostenerla sempre, schierandosi pesantemente (anche oggi sul Sole, con qualche ironia di troppo) da una parte e chiudendo di fatto il dibattito.”

    @Luigi
    Una volta tanto, concordo con le tue considerazioni su Renzi…

    @Matteo
    Nel post, oltre alla vicenda greca, cito anche la questione del terrorismo islamico e dell’emergenza immigrati, che sono altri due aspetti rispetto a cui l’Europa (ovviamente intesa in modo generico come complesso delle sue Istituzioni) non riesce a dare una risposta adeguata. Mi pare evidente che quando si parla di rifondare, ci si riferisca ri-ovviamente all’ Unione Europea che è diventata troppo “germano-centrica” e troppo slegata da concetti come uguaglianza ed integrazione. Tu sostieni che l’austerity è legata a filo doppio all’utilizzo di una moneta comune e, se si levasse di mezzo l’euro, la crescita economica ne guadagnerebbe, ma è una tesi che non è condivisa da tutti. Anzi.
    Vendola sulla sua pagina FB: “Domenica andremo ad Atene, con una delegazione di SEL, per testimoniare la nostra solidarietà al popolo greco, ad Alexis e al suo governo, e la solidarietà nei confronti di quell’idea di Europa che è incompatibile con la macelleria sociale che viene ordinata da Bruxelles e sancita da Berlino. Se l’Europa immagina di poter sopravvivere senza la propria culla, senza la Grecia, credo che stia inseguendo un incubo. Se l’Europa pensa di considerare incompatibile la democrazia e i suoi strumenti, come ha fatto legittimamente e bene Tsipras, vuol dire che l’Europa si suicida. Se l’Europa pensa di poter vivere cancellando i diritti sociali e cancellando i diritti umani, allora l’Europa che è stato un grande sogno rischia di diventare un incubo abbastanza meschino.” Potresti commentare chiedendo anche a lui cosa intende quando parla di Europa…

    1. Che l’Euro e l’austerità di bilancio siano la stessa cosa non lo sostengo io, ma la logica e la storia della valuta comune: agli squilibri di bilancio non corrisponde un naturale aggiustamento del cambio – non c’è più-, ma l’aggiustamento si ripercuote totalmente sui bilanci pubblici e sui salari (via disoccupazione) per recuperare competitività.

      Tu auspichi la fine dell’austerità – impossibile non essere d’accordo- ma non capisco quale forma dovrebbe prendere questa fine dell’austerità.
      I Paesi in surplus di bilancio dovrebbero farsi carico dei deficit degli altri (inevitabilmente, se qualcuno è in surplus, qualcun altro deve essere in deficit)? In che modo? Con trasferimenti, come avviene negli Stati nazionali?
      Nel tuo post c’è la risposta: se non ci si accorda su questioni di impatto ben inferiore, come la gestione dei flussi migratori, credi sia possibile convincere il contribuente tedesco, olandese, francese o anche italiano che con le tasse nazionali si vanno a finanziare i bilanci di un altro Paese? Oppure non lo vuoi convincere, ma lo fai senza dirglielo (e la democrazia?)
      Come sai l’Italia vanta crediti nei confronti della Grecia per quasi EUR40 miliardi. Lo sai che la stessa esposizione era quasi nulla prima del 2012? Ti ricordi di essere stato informato che quei miliardi, nell’Italia del 2012 in piena cura Monti, andavano alla Grecia? Qualcuno sta proponendo ai contribuenti italiani di rinunciarvi (e rinunciare agli interessi che generano) in nome della solidarietà o altro valore? Sarebbe giusto proporlo loro, dopo che nessuno li ha consultati in prima battuta per usarli a quello scopo? Sarebbe giusto proporlo loro, dopo che le “riforme” hanno ridotto il Paese allo stato attuale e le spese le hanno sostenute loro?

      L’Europa non è germano-centrica: i contribuenti tedeschi non vengono trattati meglio di quelli italiani, né i loro governi hanno risparmiato loro l’austerità. L’austerità tedesca è servita, esattamente come altrove, a comprimere i salari, a ridurre il welfare, a guadagnare competitività nei confronti dei partner nella moneta unica. La disuguaglianza aumenta anche in Germania.

      Rinunciare alla valuta comune non significa che riparte l’economia: significa che rimuovi limiti di azione di un Paese per rispondere alle crisi. Significa riappropriarsi delle alternative, della scelta e, infine, della democrazia che ci va insieme.
      Poi un Paese può essere liberissimo di fare tutti i casini che vuole, ma con la valuta unica non c’è neanche la possibilità di fare meglio.
      Spero molto per la Grecia perché SYRIZA ha al suo interno competenze e qualità riconosciute. Ho fiducia che potrebbero fare bene. E potrebbero essere un esempio e un partner per molti altri Paesi.
      È per questo che li vogliono eliminare a tutti i costi.

      Il problema di Vendola (preferirei di no, ma su gentile invito…): ama leggersi sui media, ma non dice nulla e quel poco che dice non significa nulla. Cosa significa che l’Europa non può fare a meno della culla etc.? Se la Grecia esce dall’Euro non c’è più l’Europa? O la Grecia? Il nostro continente coincide con una valuta nata 20 anni fa? È irrispettoso della storia e dell’identità degli europei, oltre che dell’intelligenza dei lettori.
      Rispetto alla democrazia: se l’Europa (quale?) si sta comportando come dice lui con la Grecia, è perché può farlo. Se può farlo, significa che è costruita perché sia possibile farlo. Lui in che modo ha contribuito? In che modo si è opposto affinché non succedesse? In che modo cambierebbe?
      La stessa frase la puoi mettere in bocca a Grillo o a Salvini (credo che effettivamente abbiano detto qualcosa di simile, ma non ho seguito). Qui in RW preferiamo commentare senza dare risonanza ai populismo, no?

      1. Meno male che c’è qualcuno che ricorda al gentile pubblico i sacrifici del popolo tedesco offrendo la lettura magari alternativa di una Merkel che quei sacrifici avrebbe il dovere e il mandato di difendere.
        Eh questa realtà che proprio non riesce ad essere grigia ma bianca o nera a seconda del caso.
        Su una questone però non mi ritrovo e sarebbero le alternative greche in caso di uscita dall’eurozona. Sento,rispetto a questo, l’occhiuta presenza di Putin. Andrebbe meglio?
        E infine lasciamo che anziani e proiettivi leader si rechino in pellegrinaggio a Syntagma manco fosse Lourdes.Vasca centrale.Badanti in campana.
        Pure questa dovevo vedè(re)

        1. Mica per forza Grexit deve avvenire con EU e FMI che li rincorre per vie legali e BCE che si prende i collaterali (cioè depositi, case e asset vari)?
          La propaganda dipinge l’EURO non come una valuta, ma come un marchio di virtù morale: all’Euro si accede, si viene accettati (“non avremmo dovuto accettare i Greci nell’Euro”), si merita attraverso le riforme, l’uscita è equiparata alla catastrofe.
          Guardi che FMI EU e BCE sanno benissimo che il debito non è ripagabile. Sanno anche che l’austerità non porterà l’economia in salute per decenni. Lo scrivono nei documenti (è stata creata una commissione d’inchiesta al Parlamento di Atene per valutare se i documenti e gli errori – ammessi – alla base dei prestiti e dei memorandum possa permettere una causa internazionale per ripudio del debito odioso, nel senso di odious debt nel diritto internazionale).
          Tuttavia le stesse istituzioni non possono fare concessioni che non possono sostenere politicamente/elettoralemente – anche a causa della loro stessa propaganda – e che non potrebbero più tardi concedere ad altri, sennò l’Euro non sta più in piedi.
          Al tempo stesso non hanno alcun motivo né interesse per far precipitare l’economia greca. Con tutte le grane già in piedi, manca solo un periodo di forte instabilità in quella zona lì.
          Credo converrebbe a tutti far passare Grexit per una punizione – quindi mantenendo la disgustosa propaganda morale della moneta, ma ubi major – e contestualmente sostenere l’economia e la nuova moneta per un determinato periodo. Passerebbero pure per benefattori.
          Nonostante trovi tutta questa situazione ripugnante, mi pare la via preferibile.
          Sennò c’è Putin e molto altro ancora in giro per il mondo. Gli USA, previo cambio di regime, non abbozzerebbero? Metà Pireo è già cinese, c’è già un accordo con la Russia per un nuovo gasdotto. Obama starebbe a guardare, dopo il casino pazzesco fatto in Ucraina (finanziamo pure quella. Qualcuno ce l’ha chiesto?)?

          1. Mattè questi acronimi mi fanno venire il mal di testa, atteso che il caldo africano non ha nulla a che vedere con questo appiccicume,le pare che Grexit rappresenti un modo di parlare?Pare un detersivo per pavimenti.
            Insomma voglio dire : questo scegliersi il proprio destino non porta dritto dritto sotto altre influenze che comunque non sarebbero disposte a finanziare le isole dell’egeo,gli armatori,le pensioni e tutta la paccottiglia propagandistica di questi giorni? I cinesi,gli americani,i russi, sarebbero più generosi di noi?

            1. È vero, anche a stare attenti escono delle frasi orribili! L’altro giorno ho partecipato ad una riunione in azienda. Mi hanno detto che dovevamo fare un war game, Dio ci perdoni.

              Mi fa domande difficili che meriterebbero tempo, spazio e scambi più immediati. Provo a sintetizzare sotto, così è più largo, ma verrà lungo lo stesso. Mi scuso anticipatamente con tutti.

  12. @Paolo

    ma non è che chi vota Renzi approvi a scatola chiusa tutto ciò che dice o che fa…quando sbaglia, e sbaglia, è doveroso rimarcarlo.
    Dove invece siamo in disaccordo è sul referendum, che tu giudichi strumento di democrazia, io pure, ma in questo specifico caso, è un segno di debolezza…
    Quando i greci andarono a votare, mica tanto tempo fa, presero per buone le parole di Tzipras, e a lui hanno dato mandato di eseguirle..se poi le cose son cambiate, e non vanno nel verso sperato, non è mica corretto passare la palla avvelenata al popolo..
    Che poi, qualunque cosa decidano, non decidono un bel nulla..tanto valeva che Tzipras e il suo Governo continuassero la trattativa con l’Europa, come promesso in campagna elettorale.
    Non falliranno…

  13. @Matteo
    Io sarei disposto a rinunciare alla mia quota di credito nei confronti del popolo Greco. Se tutti si facesse altrettant,o forse non ci sarebbe bisogno di infliggere questa umiliazione. Leggo sul Sole che 25 anni fa la Germania riunificata godè di una cancellazione quasi totale dei propri debiti. Qualcuno sicuramente si esibirà in dotti distinguo e analitiche precisazioni atte a dimostrare che parlaimo di due questioni distantissime e che allora si potè e oggi no… ma tant’è…
    Non sono mai stato bravo a scuola in materie che hanno a che fare con l’economia, quindi non mi resta che informarmi e in questi anni ho letto moltissimi articoli in cui si afferma che un’eventuale uscita dall’Euro provocherebbe disastri. Tu la pensi diversamente, ne prendo atto. Ciò che ha detto Vendola significa che il trattamento subito dalla Grecia è inaccettabile ed irrispettoso e lo è tanto più – e questo lo aggiungo io – considerando che in un passato poi neppure troppo lontano chi oggi pretende di stabilire in che modo uno Stato sovrano debba pagare un debito, è stato trattato con ben altra considerazione. Vendola sostiene poi che la democrazia non può essere piegata dal capitalismo, quindi bene si è fatto a ricorrere al più alto passaggio democratico, quello cioè di restituire al popolo la sua sovranità.

    @Luigi
    Io non credo sia uno segnale di debolezza, perchè se il popolo non dovesse seguire le indicazioni di voto di Tsipras le dimissioni sono praticamente sicure. Al contrario quindi: si tratta di un atto di estremo coraggio. Evidentemente esiste ancora qualche leader in Europa, e questo è assolutamente confortante, che piuttosto che tenersi la propria quota di prestigio e di potere, è disposto a giocarsi tutto in nome di un’idea (giusta o sbagliata che sia!)… avercene di politici così in Italia!

    1. Rear tanto per chiarire : ai creditori non servirebbe la tua rinuncia.Dovresti versare semmai la tua quota. …se proprio vuoi soccorrere il popolo greco con un gesto che abbia una qualche dignità contabile.
      E infatti tieniti pronto perchè gira che ti rigira quella potrebbe essere la fine.

  14. Pietà non bombardarmi con Vendola! Non ti basta la tortura del caldo africano? Non ce l’hai un cuore?

    Vendola sostiene che la democrazia non può essere piegata al capitalismo?
    Un suo omonimo, nel novembre del 2011 sostenne – da extra parlamentare, SEL non aveva deputati e senatori, si limitò a dichiarare – la scelta di Napolitano di nominare un governo non eletto di tecnici alla caduta del governo Berlusconi. Avrà avuto tempo di pensarci.
    La sua preoccupazione per l’umiliazione del popolo greco deve nascere da un sentimento con sfumature sottili, che permettono di trascurare l’umiliazione del popolo italiano, spagnolo, portoghese e via elencando.
    Sarà preoccupato, Nichi nostro, per le umiliazioni dei popoli dei Paesi in via di sviluppo che aderiscono a FMI e i cui finanziamenti sono stati utilizzati per finanziare i memorandum greci, apparentemente con volumi superiori a quanto normalmente permesso dal regolamento dello stesso FMI? Se FMI non viene pagato, i crediti di quei popoli (alcuni molto più poveri della Grecia) li restituisce lui?
    Non ricordiamo Vendola nel 2012 preoccuparsi per i miliardi pubblici – pagati dai contribuenti italiani e di altri Paesi – usati per appianare i debiti delle banche tedesche, francesi, svizzere etc. che li avevano fatti prestando alle banche greche.

    Tu saresti disposto a rinunciare alla tua quota di credito greco? È certamente un gesto generoso.
    La tua generosità è condivisa dal resto dei contribuenti italiani che in questi anni hanno subito l’austerità anche per finanziarlo? Perché non proporre un referendum? Vendola potrebbe battersi per lanciarlo: domenica 12 luglio farà caldo, ma noi ci si mette in coda, che sarà mai?
    Siamo meno democratici dei greci? Non meritiamo che la parola ci venga data, visto che alla fine siamo in democrazia e sono soldi pagati da tutti? E negli altri stati della EU non possiamo fare lo stesso referendum per consultare i popoli? In Germania per lo meno si passa per il Bundestag e tutti i finanziamenti europei passano il vaglio della corte costituzionale.
    Qui facciamo prima così. Sarà l’efficienza. Vendola non sembra interrogarsi a proposito della nostra democrazia, si applica a quella greca. Forse perché sta sui giornali?

    Il problema non è la Grecia – un Paese a cui sono molto legato, come sai – è proprio Vendola.
    È pericoloso indicare come nemici la Germania, la Merkel o chissà chi altro. Anche perché, se il cattivo è la Germania a cui hanno cancellato i debiti di guerra ma ora lei no, inevitabilmente qualcuno è il buono, e di conseguenza si scavano quelle divisioni su base nazionalistica cui si imputa la crisi.
    Per dirla con un tuo cavallo di battaglia, Vendola cavalca il malcontento con becero populismo a biechi fini elettorali.
    Spieghi Vendola piuttosto ai suoi elettori perché si è arrivati a questo punto, lui dove stava e cosa diceva, cosa propone per davvero. Noi lo si ascolta sempre, se ha qualcosa da dire.

    (se mi rispondi con Vendola di nuovo, sei più crudele della Merkerl e di Schaeuble messi insieme, ocio)

    1. Peraltro, mentre qui da noi si insediava Monti, sempre in Grecia cadeva un governo eletto e si insediava un governo non eletto di tecnici.
      Nel 2012 si firmò, di notte, il secondo memorandum, tra le proteste e i pianti in piazza Syntagma, lancio di molotov, un incendio alla ex sede della banca Marfin, il cui scheletro sta ancora lì appena transennato a due passi dalla sede del parlamento greco. Morirono in tre, se non ricordo male.
      Vendola?

  15. @paolo

    estremo coraggio?? ma allora a cosa è servito il mandato? lo hanno messo lì perchè si sono fidati di lui, perchè convinti, da lui, che il problema era risolvibile, a modo suo
    Adesso, con le spalle al muro e il programma disatteso cosa fa? chiede aiuto al popolo, così se la Grecia fallisce, ha deciso il popolo….comodo eh???
    E’ l’unico in Europa che si comporta così..ci sarà un perchè…
    se vincono i SI si dimette…e vorrei vedere, dopo le promesse fatte….
    se vincono i NO, staremo a vedere che succede..

  16. (continua da sopra con Sed)
    Non siamo stati generosi, sarà difficile esserlo meno. Di tutti questi miliardi di cui si legge, circa 8% è andato all’economia greca nel suo complesso. Il resto è andato a coprire i debiti precedenti, a pagare gli interessi etc. la maggior parte dei quali privati (nel 2012 fu fatto un haircut ai debiti di alcuni privati, non si riusciva a pagarli tutti. Persero più del 70%. Il meccanismo si chiama PSI e come per Cipro, ha segnato un precedente: uno stato sovrano in Eurozona può essere insolvente). Siamo stati generosi con molte banche, alla Défense ringraziano sentitamente. Il meccanismo della condivisione del sostegno finanziario ha fatto sì che Paesi quasi del tutto privi di crediti (pubblici e privati) con la Grecia si siano trovati improvvisamente esposti. Persino la Spagna. Persino il Portogallo, che c’aveva già la troika di suo.

  17. Gli armatori fanno colore, ma se davvero le istituzioni/troika avessero voluto tassarli, lo avrebbero imposto nel primo o nel secondo memorandum. Anche nelle negoziazioni di queste settimane la proposta è stata cassata e sostituita.
    C’è un motivo: gli armatori (alcune decine di famiglie) non si nascondono mica, sono personaggi pubblici, alcuni delle celebrities da rotocalco tipo i nostri ragazzi Elkann (il figlio di uno si era fidanzato un’estate con Paris Hilton). Li intervistano e loro rispondono: ci tassate? Noi andiamo via. Mica occorre spostare le navi, basta spostare gli uffici della sede. Cattivi? Le due principali aziende alimentari (Fage e Coca Cola Hellas) si sono trasferite in Lussemburgo anni fa. E poi per combattere l’evasione servono risorse (sedi, personale, mezzi). Indovini? Non ci sono.

  18. Se tornano alla dracma (o altro nome), questa svaluterà. Si stima del 30%-35%. (sull’Euro). Il salario medio è già sceso dall’inizio della crisi del 25%. Se lo paghi in dracme costerà al datore di lavoro comparativamente di meno.
    Il grosso problema della Grecia è che ha un settore tradable minimo: esportano principalmente agro alimentare e turismo (che nella bilancia dei pagamenti figura come export). Ma sono settori a basso valore aggiunto. Bisogna creare un’economia più solida e sostenibile, anche attirando investimenti stranieri diretti.
    Tutti i capitali che sono usciti dalla Grecia dall’inizio della crisi sono in Euro. Il loro rientro post dracma, magari con tassazione mirata per il rientro (ci sono diverse idee dentro Syriza stessa), permetterebbe di rifinanziare l’economia e, per chi li fa rientrare ad uso personale, di accrescere il loro potere di acquisto locale.

    Le merci import (tipo le famose auto tedesche, le cui vendite sono aumentate nelle ultime settimane per questo motivo) costerebbero di più, inibendone il consumo e tenendo più in equilibrio la bilancia dei pagamenti.

    Tutta la questione dei debiti andrebbe per corti internazionali e negoziazioni. Pagheranno forse qualcosa un giorno, ma chissà. Intanto prendono fiato.

    Cadrebbero le sanzioni alla Russia: potrebbero tornare a esportare (agro alimentare) in mercati ora inibiti.
    Mi pare che già ci sia una negoziazione con la Russia per le forniture di gas e petrolio a prezzi agevolati. Non dimentichi che sono tutti ortodossi, che poi è la vera identità nazionale greca. Quella classica l’hanno rispolverata gli europei dopo l’indipendenza dall’Impero Ottomano. Prima stava quasi tutto abbandonato o sotterrato.
    Quando Atene divenne capitale, a metà dell’800, aveva 4000 abitanti. Serviva per avvicinarsi a Costantinopoli (da Naupflio, la prima capitale dopo l’Indipendenza), che speravano di riottenere. Poi i tedeschi hanno scavato etc.

    Voglio dire: hanno cmq davanti anni di aggiustamenti dolorosi. Probabilmente l’emigrazione continuerà (50K nel 2012, 30K all’anno nei due anni successivi), ma questo significa anche rimesse in valuta pesante.

    Se rimangono nell’Euro sono piegati a politiche che già hanno fallito ovunque.
    Almeno darsi un progetto, una prospettiva e vivaddio delle alternative, no?

    E poi stanno dove stanno: a sud dei Balcani, nel Mediterraneo orientale, a ovest della Turchia e a nord di Libia ed Egitto. EU e USA cosa fanno, lasciano fare al primo che passa?

    1. Stanno dove stanno ma a meno che la volontà del popolo greco di rimanere in Europa così come la raccontano e che comunque sembra essere dei SI come dei NO, non faccia parte del corredo degli armatori,delle isole dell’Egeo,delle pensioni baby e dei vari sciali di questi anni, le eventuali seduzioni russe cinesi e americane non dovrebbero trovare molto riscontro.
      Insomma dopo fiumi di racconti e pianti greci resta il fatto che per noi tutti le decisioni che contano vengono prese altrove e non ci sono governi nazionali che tengano.
      Il che dovrebbe sollecitare l’Opposizione,le Opposizioni i sognanti Ventotene a inventarsi qualcosina in più della presenza turistico-militante in Syntagma o delle elegie di Nichi. Chissà che impressione su quelli in fila ai bancomat.
      Alla luce di quanto detto, lo stesso referendum somiglia ad un gracidare lontano eppure guarda qui quanto chiasso. E se le reazioni diventano assai più interessanti da osservare dell’evento in sé, mi viene da pensare che siamo combinati come siamo anche per il nostro inguaribile bisogno di vedere quel che non c’è in ogni stronzatina.
      Sia detto ciò, fermo il rispetto che sempre si deve al suffragio universale.
      Dall’Ellade a Bisanzio se non l’ha letto già.Così le passa la voglia degli acronimi e alleggerisce con il vero racconto di una Grecia differente.Le piacerà.
      Dalla café society in tour a Nichi in Syntagma.

      1. La Grecia differente la leggo tutti i giorni sui giornali, siamo arrivati ad un livello di menzogna siderale.
        I cittadini greci che vogliono rimanere in Europa – presumibilmente vogliono rimanere nell’Eurozona perché spaventati dal cambio di valuta – sono afflitti da media persino peggiori dei nostri.
        I cinque grandi gruppi editoriali privati che gestiscono le TV e i principali giornali sono controllati da cinque famiglie di questi famosi armatori, che poi sono oligarchi con attività ormai disparatissime, i conti in Lussemburgo e l’abitudine a fare il bello e il cattivo tempo, tanto con i colonnelli che con la troika.
        Ho visto tabloid popolari (tipo lo Star) che sovrappongono i vecchi in lacrime dopo un recente terremoto in Turchia con i bancomat.
        In Italia stiamo più o meno a quel livello lì, vi mando un link se permettete

        http://www.minimaetmoralia.it/wp/perche-la-stampa-italiana-racconta-la-grecia-in-modo-apocalittico/

        Guardate che non mentono sulla Grecia e diventano rigorosi con l’Italia o chissà che altro: il sistema si tiene in piedi solo così.

        Il referendum greco è un’occasione particolare: il quesito in sé non importa, tanto il piano che si chiede di approvare o no già non esiste più.
        È un’occasione per tracciare un’alternativa, non possiamo accettare che le decisioni importanti vengano sempre prese altrove. In Italia siamo ancora alla lettera della BCE dell’estate 2011 e ai 39 punti della lettera di Olli Rehn dello stesso anno. Disperatamente ci raccontano di riforme e versi cambiati, ma sempre più gente non li può più stare a sentire.

        Arbasino letto, molto piaciuto. Allora lo consigliamo agli altri! Dopo Houellebecq Arbasino, la lista delle letture estive si allunga!
        Ma è bello Lobster di Lanthimos?

        1. sssi se le piace il genere paradossal metaforico, come credo.Tra la critica non ha spopolato ma chissene, nel nostro piccolo di piccoli mercanti del Tempio abbiamo fatto in modo che spopolasse altrove – Aho è greco – mi sono sentita molto Verdone rispondendo alla sussurrata domanda del ricco compratore “che dici?”.
          Voglio cambià mestiere e mettere su uno stand ufficiale di consigli.
          Comunque stamane a pagina 6 di Repubblica, caratteri di scatola color avion strillano Grexit.
          Basta mi arrendo e mi ritiro nella culla con Pericle o meglio nella caverna.Con Platone.

          1. Il punto di non ritorno sarà quando Le proporranno il war game. Lì cominci ad urlare.

            Grexit lo hanno preso dalla stampa inglese. Esiste anche Grexident (Grexit + accident) che significa un’uscita non per decisione di una delle parti, ma conseguenza degli eventi (fallimento delle banche, default con una delle istituzioni).
            Esistono vari –xit. Pare che l’altra settimana Marine Le Pen abbia detto che possono chiamarla Mme Frenxit, Lei capisce…

            Aspetterò volentieri Lobster, come la Palma d’Oro. Gli italiani (non ho visto Minervini, però) non mi sono piaciuti molto.

            1. Bene i francesi, da non perdere The Assassin e Carol un film ineccepibile, (anche troppo perfetto).
              Minervini realizza invece un film fortissimo ma non per tutti gli stomaci e per visioni distensive.Esige concentrazione.
              Un consiglio per qualsiasi film di Sorrentino : vedere almeno due volte.

  19. @Matteo
    Ora va bene tutto, ma che tu faccia la morale a me perchè sostengo un fiero espositore del populismo e della demagogia nazionale non si può proprio sentire… quanto all’austerity, in questo articolo dell’Huffington si dice che alcuni fra i più quotati economisti americani sostengono che sia una ricetta sbagliata. Non viene riportato però se costoro ritengono o meno che le politiche di rigore siano qualcosa di “fisiologico” dovuto all’utlizzo di una moneta unica… sarebbe interessante saperlo…

    @Luigi
    Tsipras è stato eletto sulla base di un programma che prevedeva uno stop alle politiche di austerity che hanno gravato sulla Grecia in questi ultimi anni. Tutte le soluzioni da lui portate sono state rigettate dalla Troika. Più facile sarebbe stato se avesse accettato una di queste proposte capestro e avesse riversato tutte le responsabilità sulle istituzioni Europee, invece ha fatto la cosa più giusta e coraggiosa. Bene ha fatto, anche nel caso in cui questo gesto dovesse costargli le dimissioni… e poi c’è anche l’aspetto “simbolico” non meno importante, perchè – come dice anche Matteo sopra – è ora che le decisioni importanti che riguardano la vita degli Europei non vengano prese da organismi guidati da tecnocrati certamente molto distanti dalla vita reale della gente…

    @Sed
    L’idea di Matteo di proporre un refendum perche ogni europeo si faccia carico del debito greco, benchè provocatoria e senza alcuna possibilità di vittoria anche nel caso in cui questo potesse essere messo in cantiere, ha comunque una bella dose di fascino. Però un sito di crowdfunding per salvare la Grecia c’è… :)))

    1. @Rear
      Krugman e Stiglitz lo ritengono pubblicamente.
      Puoi leggerli sui loro blog, sul NYT, sui loro libri.
      In effetti, mi pare non esistano economisti di fama mondiale che sostengono l’Euro – o in generale l’adozione di una valuta comune tra economie diverse. Per il semplice fatto che tutti i peg tra economie diverse, storicamente, hanno fallito perché non può essere altrimenti.
      Di contro, negli ultimi 100 anni ci sono state oltre 70 rotture di unioni monetarie. Te n’eri accorto? Però non sono informazioni che normalmente si trovano sull’Huffington Post (questa settimana una giornalista dell’edizione greca è stata sbugiardata pubblicamente per non mi ricordo più quale tra le tante follie che pubblicano).

      Rispetto alla campagna di crowdfunding, vi segnalo questo link/appello per una diversa destinazione

      http://www.thepressproject.gr/details_en.php?aid=78827

      1. Per altro, come saprete, a fine Ottocento (ufficialmente tra il 1865 e il 1924) l’Italia fu già in un’unione monetaria, si chiamava Unione Monetaria Latina.
        Non funzionò neanche quella, se ne dovettero disattendere i principi quasi subito, ognuno fece per sé, dopo la prima guerra mondiale la sciolsero ufficialmente

    2. Tu caro mio ti sei messo su una strada troppo romantica e che comincia a Syntagma e finisce in colletta.
      Poi i miliardi che servono sono molti di più di quelli che indica il sito.Sai qui le cifre ballano 50 miliardi,60…dieci più dieci meno e che sarà….

  20. @Paolo

    Tzipras è stato eletto a furor di popolo, perchè ha fatto delle promesse impossibili, ma quando sei alla disperazione, ti affidi a tutto…
    Era evidente che il programma proposto da Tzipras non avrebbe mai visto la luce, e adesso si ritrova in una situazione tale, per cui non è in grado di decidere da solo, e chiede il parere del popolo.
    L a Grecia va aiutata, non ci sono dubbi, ma pensare che sarebbero andati a Bruxelles a battere i pugni, a urlare e a fare ciò che gli pareva è pura follia.
    Tu dici che ha fatto una scelta coraggiosa, io sostengo il contrario, che non è in grado di assumersi le sue responsabilità, derivare da un ampio consenso popolare, alle recenti elezioni.
    Tutto questo succede quando si fanno promesse poco credibili, e mi spaventa l’ipotesi che pure da noi possa succedere: a sentire Salvini o Grillo, l’uscita dall’euro sarebbe la panacea dei nostri mali, ma sanno tutti che non è così…e una volta saliti al potere, si scontrerebbero con la dura realtà, come sta succedendo a Tzipras, che sicuramente a differenza dei nostri, ama il suo Paese.
    Naturalmente mia figlia ha versato il contributo al crowdfunding (8 dollari) con la promessa che se raggiungono la quota, le verranno inviati feta e olio d’oliva…:))
    in caso contrario, le rimborseranno la cifra versata.
    Onesti.

  21. @Matteo
    Grazie per le segnalazioni… cercherò di verificare più approfonditamente cosa pensano i più quotati economisti dell’Euro… quanto al link, ma come? Neppure una piccola puntualizzazione su come Reporters Without Borders abbia effettuato i propri studi sulla libertà di stampa? E cmq se la Grecia risulta al 91esimo posto, l’Italia non è messa poi così meglio perchè è al 93esimo…

    @Sed
    E’ vero, ahimè… hai pienamente ragione! :)

    @Luigi
    Se Tsipras fosse stato un politico italiano, avrebbe fatto promesse impossibili (come dici tu) in campagna elettorale, salvo poi disattenderle il giorno dopo averle vinte. Noi ne abbiamo tanti così e almeno due sono anche stati anche Presidenti del Consiglio (anzi uno lo è tuttora). Invece che seguire anche lui questo esempio consolidato (sarebbe stata la cosa più semplice e nessuno lo avrebbe contestato, data la drammatica situazione) ha provato fino alla fine ad opporsi ai piani di rigore della Troika, che invece non si è fatta scrupolo di comportarsi come un bieco aguzzino . Ad un certo punto ha ritenuto che il popolo dovesse esprimersi su questo stato di cose. E’ giusto che sia così. Se vincerà il SI lo avrà voluto la gente…

    1. @Rear
      C’è un errore nel link? Non ho linkato la classifica di RWB, ma l’appello di The Press Project per chi fosse interessato a progetti di crowdfunding nel settore informativo.
      L’attività di Press Project la puoi valutare usando il sito che ti ho mandato.

      Se interessati alla metodologia del ranking RWB, qui il link.
      L’Italia non è 93ma, dove l’hai letto, è 71ma? Confermo che non è interessante la classifica.

      @Sed
      Brava, visto? Basta iniziare e poi è tutta discesa

  22. @Sed
    Informo i miei cortesi commentatori che la procedura di Rearexit costerà ad ognuno di loro 1 milione di euro. Col prossimo post fornirò il mio IBAN a cui potrete versare quanto dovuto in comode rate…

    @Matteo
    Per quanto riguarda quello che ho scritto al commento precedente c’è un refuso: l’Italia è 73sima e non 93esima. Io cmq ti prendevo in giro perchè mi sono sorpreso che questa volta non hai fatto le pulci spaccando loro il capello in 8 sui metodi utilizzati per stabilire la classifica… come mai? Oggi non hai assunto le solite noccioline che ti trasformano in Super Pippo? ;-)

    1. Ioo come il Centauro pelato e assai profumato : Voglio la ristrutturazione delle rate,il referendum, gli armatori e le isole dell’egeo con l’iva agevolata.E in pensione a 25 anni.

  23. No, solo perché intendevo segnalare l’appello.
    Quando critico di mio l’attività di informazione non tiro mai fuori classifiche, per le ragioni già spiegate.

    Approfitto per segnalare oggi la prima pagina di Handesblatt (fate conto il nostro Sole 24 Ore in Germania): Tsipras con la pistola alla tempia. Titolo: Fuori i soldi o sparo!
    All’interno intervista a Martin Schultz, ve ne mando un’estratto, il resto lo potete trovare sul sito

    Apparently the Greek prime minister believes the euro zone won’t abandon his country. He’s using that to get an even better deal.
    Mr. Tsipras always claims that the reforms demanded are tantamount to an unbearable austerity diktat. That’s not true. The euro zone’s offer to Greece is well intended. Many finance ministers think the compromises already go much too far. If this offer is rejected as a supposed humiliation for the Greek people, then it’s an illusion to think there will be a new, better one.
    Does that mean Greece’s fate is sealed?
    No, there’s still a chance. We hope that the Greeks will vote “Yes” in the referendum to the creditors’ demands. That would mean the people showing their government a red card. Mr. Tsipras would have to accept the consequences and, in my opinion, resign. He has signaled that in the past few days. His finance minister Yanis Varoufakis as well.
    What would happen next?
    New elections would be necessary, if the Greek population votes for the reform program and remaining in the euro zone and Mr. Tsipras duly resigns. But the time until the election would have to be bridged with a technocratic government, which we could keep negotiating with. If this temporary government can come to a reasonable agreement with the creditors, Syriza’s time would be over. Then Greece would have another chance.
    And what happens when the majority of Greeks vote “No”?
    The negotiating partners are so far apart that it would be a hard path for Greece. We could no longer negotiate in good conscience if the Greek people vote “No” and turn away from the euro and Europe. There might be an emergency program at that point, to keep the country going.

    1. Apparently the Greek prime minister believes the euro zone won’t abandon his country. He’s using that to get an even better deal.
      Mr. Tsipras always claims that the reforms demanded are tantamount to an unbearable austerity diktat. That’s not true. The euro zone’s offer to Greece is well intended. Many finance ministers think the compromises already go much too far. If this offer is rejected as a supposed humiliation for the Greek people, then it’s an illusion to think there will be a new, better one.
      Does that mean Greece’s fate is sealed?
      No, there’s still a chance. We hope that the Greeks will vote “Yes” in the referendum to the creditors’ demands. That would mean the people showing their government a red card. Mr. Tsipras would have to accept the consequences and, in my opinion, resign. He has signaled that in the past few days. His finance minister Yanis Varoufakis as well.
      What would happen next?
      New elections would be necessary, if the Greek population votes for the reform program and remaining in the euro zone and Mr. Tsipras duly resigns. But the time until the election would have to be bridged with a technocratic government, which we could keep negotiating with. If this temporary government can come to a reasonable agreement with the creditors, Syriza’s time would be over. Then Greece would have another chance.
      And what happens when the majority of Greeks vote “No”?
      The negotiating partners are so far apart that it would be a hard path for Greece. We could no longer negotiate in good conscience if the Greek people vote “No” and turn away from the euro and Europe. There might be an emergency program at that point, to keep the country going.

      Con le domande in grassetto forse è meglio…

  24. @paolo
    Tzipras non è un politico italiano, ma ha fatto promesse impossibili..e non sapendo come uscirne, dà la responsabilità al popolo greco, che decida cosa fare o non fare….
    Non sono nemmeno certo che in caso di vittoria dei SI si dimetta….diciamo che ha lanciato la palla avvelenata al popolo..

  25. Ha vinto Tzipras, viva Tzipras….
    e adesso?
    preoccupante vedere salire sul carro del vincitore (di cosa?), Grillo, Salvini, Vendola,Civati, Meloni, Brunetta e compagnia bella…
    Adesso che ha ricevuto il secondo mandato dai greci, si deciderà a risolvere il problema?
    o aspettiamo un altro referendum ?

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