Lo sciopero dei blogger

Lo sciopero dei blogger

«Il problema italiano non è Silvio Berlusconi. La storia da Catilina in avanti è stata ricca di uomini avventurosi, non privi di carisma, con scarso senso dello Stato ma senso altissimo dei propri interessi, che hanno desiderato instaurare un potere personale, scavalcando parlamenti, magistrature e costituzioni, distribuendo favori ai propri cortigiani e talora alle proprie cortigiane, identificando il proprio piacere con l’interesse della comunità. È che non sempre questi uomini hanno conquistato il potere a cui aspiravano, perché la società non glielo ha permesso. Quando la società glielo ha permesso, perché prendersela con questi uomini e non con la società che li ha lasciati fare? […] È la maggioranza degli italiani che ha accettato il conflitto di interessi, che accetta le ronde, che accetta il lodo Alfano, e che ora avrebbe accettato abbastanza tranquillamente – se il presidente della Repubblica non avesse alzato un sopracciglio – la mordacchia messa [per ora sperimentalmente] alla stampa».
 
Così Umberto Eco su berlusconi e sul Decreto Alfano, che mira a colpire la libertà d’informazione di tutti i media, Rete compresa. Il rapporto mondiale sulla libertà di stampa 2009 di Reporter Senza Frontiere mette l’Italia al 44^ posto su 173 stati al mondo, dopo paesi come il Cile, l’Africa del Sud, la Corea del Sud. Persino la Namibia sta più in alto di noi! In particolare, noi blogger saremo assoggettati ad un obbligo di rettifica sui contenuti pubblicati e ritenuti inesatti. L’omesso adempimento di quest’obbligo entro 48 ore [esattamente come accade già per la carta stampata] comporterà la condanna di una sanzione pecunaria fino a 12.000 euro! Senza che peraltro vi sia diffamazione provata! Appare evidente che l’istituto della rettifica – già anacronistico ed inefficace nel mondo dei media tradizionali – non è altro che un modo per disincentivare e di fatto imbavagliare l’informazione su Internet, ultima roccaforte di libertà rimasta in Italia. Per tale motivo per la prima volta nella storia, i blog osserveranno il 14 luglio una giornata di sciopero per protestare – insieme ai giornalisti dei quotidiani, delle televisioni e dei siti intenet – contro il decreto Alfano, che punta a censurare qualsiasi critica al governo e a preservare l’ignoranza della gentecome un dato indispensabile per la sopravvivenza di questo vergognoso regime.

20 pensieri riguardo “Lo sciopero dei blogger

  1. non so se sono d’accordo con questo sciopero. E’ giusto poter esprimere la propria opinione , ma è anche giusto non insultare la gente diffondendo fatti, magari inventati, nascondendoci dietro al fatto che la vera informazione libera passa per la rete. Non è sempre così. In realtà penso che per capire veramente qualcosa di politica l’informazione debba essere sempre verificabile. Spesso questo non accade (nè su internet, nè in tv, nè sui giornali) e le persone sono bombardate da informazioni-opinioni-satira senza che possano discernere facilmente la verità dalla fantasia. Ho letto per esempio un articolo di Filippo Facci http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=364467 che fa riflettere sull’altra faccia dei blogger che non sono sempre baluardi di verità e informazione. Dovremmo assumerci tutti la responsabilità di quello che scriviamo sui blog così come lo faremmo esprimendo un’opinione nella vita reale mostrando la nostra faccia.

  2. @alerina

    Ciò che sostieni è sacrosanto però non tiene in considerazione due aspetti:

    1. Il provvedimento riguarda l’obbligo di rettifica per tutti i siti web. In pratica A scrive una cosa che non piace a B. B chiede ad A di rettificare la dichiarazione. Se A non lo fa entro 48 ore, che sia un giornalista del CorSera o un blogger amatoriale rischia fino a 12.000 euro di sanzione. Senza che – e questa è la cosa più importante – la diffamazione sia stata provata!!! E se ciò non bastasse, ogni blogger potrebbe diventare responsabile anche di tutti i commenti che riceve.

    2. I blogger sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro. Assoggettarli anche a questo assurdo provvedimento non può che avere l’obiettivo di censurare la Rete, dopo il controllo che si sta operando su televisione e stampa.

    Avevo già letto l’articolo de “Il Giornale” che mi suggerisci e lo avevo trovato, come quasi tutto proviene da quella fonte, intellettualmente disonesto! Ti consiglio invece la lettura di quest’altro articolo che ben riassume il mio pensiero.

    Un saluto. Paolo.

  3. ho letto anche questo. A quanto si legge verso la fine dell’articolo però sembra che l’obbligo della rettifica varrà solo per le testate giornalistiche. I blog non lo sono. Non so cosa pensare…

  4. @alerina

    Diciamo che questo provvedimento gioca volutamente sull’ambiguità. Qualcuno presuppone che non possa valere anche per i blog ma solo per le versioni online dei giornali, anche se in realtà il Decreto Alfano si rivolge espressamente a tutti i siti internet (quindi compresi blog e social network come Facebook e Twitter). Intanto incassa il primo obiettivo di generare la confusione e di instillare la paura necessarie a condizionare la libertà d’espressione e la pluralità d’informazione…ed il resto si vedrà quando verrà introdotto! Ecco perchè è importante parlarne e far sapere al maggior numero di persone cosa sta succedendo…

  5. Beh… io lancio un idea… utilizziamo nomi falsi e luoghi falsi per indicare e raccontare cose vere… si potrebbe sempre aggirare il divieto… per esempio, se dico che nella Repubblica delle Banane ci sta un piccolo uomo a capo del governo, chi mi potrebbe querelare visto che la repubblica delle banane non esiste??? Magari semplifico, ma fatta la legge, trovato l’inganno no???

  6. Blog-addicted

    [..] Una piccola riflessione, visto che sono tornata alla normalità lavorativa e la mia testolina si sta pian piano riempiendo di contenuti meno vacanzieri. Come avete notato, sono rimasta per tutte le ferie. Il tempo a disposizione per collegarmi al [..]

  7. Il decreto, insieme ad altre “perle”, è passato in un periodo in cui si pensa che gli italiani stiano progettando le ferie: il momento di disimpegno per eccellenza. Nel frattempo, abbiamo visto passare lo show del G8 da una parte e, dall’altra, le interessantissime disquisizioni interne al PD (o meglio: seghe mentali). Poi se Di Pietro pubblica su alcuni giornali esteri un appello sulla democrazia, viene tacciato di tradimento!

  8. @donburo

    Sicuramente un metodo per aggirare l’ostacolo, se il ddl dovess passare lo si troverà… ma il punto è comunque quello che si deve protestare in tutti i modi leciti contro questo stato di cose, sempre più asfissiante ed illecito…

    @juliaset

    Grazie Julia per partecipare all’iniziativa

    @AdamsRib

    Purtroppo Di Pietro lo pubblica all’estero il suo appello perchè in Italia – poche lodevoli eccezioni a parte – la stampa è tutta al servizio di berlusconi…

  9. Non credo che passerà, ma faranno sicuramente qualcosa per controllare la rete, ma non cadiamo nella tentazione di giudicare questo di adesso come il peggiore periodo della storia repubblicana, l’altra sera un mio amico mi ha detto:

    “E’ un regime, erano meglio i politici di una volta”. Quali ? Cossiga e Andreotti ?? trent’anni fa era molto peggio; mandarono i carriarmati a Bologna, la polizia uccideva gli studenti, chiudeva le radio libere con la forza, sparava alle manifestazioni..quindi..

  10. bella l’idea di aggirare fa molto “carboneria”. Mi chiedo però se sia significativo lo sciopero come forma di protesta. I blog non vengono aggiornati da tutti giornalmente quindi è una protesta non quantificabile…bisognerebbe mandare mail ad Alfano

  11. Devo confessare che il silenzio di fonti faziose, anche solo per un giorno, non può che far bene all’informazione. Non è forse il caso di smetterla col cercare pubblicità con “grida” fasulle? Per quale motivo “deve essere possibile” (Rete o non Rete) raccontare fantasie o peggio menzogne senza specificarlo? Se proprio si vuol parlare di libertà si dia una bella occhiata all’espulsione dei giornalisti israeliani dalla Federazione Internazionale della Stampa… perchè non vrebbero pagato i contributi (sic)! E’ una notizia che la “libera stampa” italiana ha bellamente censurato con la sola esclusione del “Foglio” e, alcuni giorni dopo, del “Corriere della Sera”. Questo mi pare un dato di fatto concreto sul quale ragionare e non fantasia allo stato puro come il “pigolare” sul Lodo Alfano (A proposito perchè non pubblicarlo affinchè tutti possano vedere cosa prevede non solo per sentito dire?).

  12. ricordo quando studiavo psicologia sociale che su 10 carcerati per truffa et similia 7 di loro risultavano essere in modo eclatante affetti da isteria: e si constatava come costoro anche presi in flagrante erano capaci di negare riuscendo a essere convincenti perché innanzitutto convincono se stessi.

    E’ per questo che ogni persona ber-lusca (nome comune che nel dizionario manco a farlo aposta significa due volto losco) partono per quel tipo di tangente schizoidea, tale che non consente al mr hyde di vedere Jekyll, con tanto di seguito che si ‘mbocca tutto, e viceversa (ma qui il viceversa non si vede purtroppo mai! Nessuna speranza nè per tali berlusca, nè per chi berlusca non è.)

  13. @CorradoVecchi

    Sicuramente gli Anni 70 sono stati anni molto difficili in cui la nostra democrazia è stata messa a durissima prova. Ciò che più amareggia è evidentemente la presa d’atto di come la Storia non ci abbia insegnato nulla, considerata la situazione in cui ci troviamo oggi. Probabilmente alcuni politici erano beceri come quelli attuali, una cosa però è certa: il popolo italiano è cambiato molto e in peggio, il tessuto civile e sociale si è logorato, dando sempre più spazio a fenomeni di intolleranza, razzismo e violenza. Molti discorsi che oggi si sentono negli uffici, nei bar, sulle spiagge, da tutti e su tutto, si tratti di immigrazione o di giustizia, di diritti civili come di religione, di Europa o di sindacati, nell’Italia di 30 anni fa sarebbero stati inimmaginabili.

    @alerina

    Io ho esposto il banner che pubblicizza l’iniziativa. Ciò che conta è dare un segnale per dimostrare che non siamo ancora tutti narcotizzati, e che in Italia resiste una larga fetta di persone tuttora in grado di pensare con la propria testa e non indottrinate dai media di proprietà del premier!

    @PieroPa

    Ritengo che il tuo commento sia un esempio lampante di come berlusconi sia riuscito, attraverso anni di martellamento mediatico, a trasformare il dibattito politico da qualcosa per cui occorre esercitare raziocinio e capacità critica in un fatto meramento sportivo. Ormai si sostiene una parte politica nè più nè meno come si fa il tifo per una squadra di calcio.

    Affermare che la stampa in Italia non sia libera perchè in una occasione non è stata data una notizia riguardante dei giornalisti israeliani, piuttosto che invece non considerare ciò che tutti i giorni NON VIENE MAI scritto sul premier italiano, mi pare francamente un esercizio di altissima acrobazia. Del resto come si potrebbe lucidamente giustificare un Presidente del Consiglio che controlla 5 dei 6 principali TG nazionali, oltre che il primo gruppo editoriale del Paese???

    Riguardo poi il lodo Alfano, è proprio perchè conosco il suo contenuto che lo reputo semplicemente agghiacciante. Non si tratta di “sentito dire”, ma di fatti concreti che dimostrano al di là di ogni dubbio come, grazie a questa legge, il corruttore non possa essere condannato, mentre invece per l’avvocato Mills – il corrotto – è stata prevista una pena di 4 anni e 6 mesi. Ancora come giustificare tutto questo, se non affidandosi alla cieca e brutale fede sportiva???

    @Filejah

    Poco tempo fa ho scritto un post che ho intitolato “Siamo tanti berlusconi”. Sono d’accordo con la tua analisi. Probabilmente l’originale ritiene di essere pure un grande statista ed il miglior Presidente del Consiglio che l’Italia abbai mai avuto… a noi non ci è dato altro che aspettarlo “nel letto grande” ;)

  14. quello che fa tristezza davvero è che si insorge se un allenatore di calcio dice una cosa piuttosto che un’altra o si vende Tizio piuttosto che Caio

    allora lì tutti in piazza a “protestare”

    sono stanca di vivere con le pecore che le al gregge non so adattarmi

    e sono stanca di indignarmi apparentemente da sola

    abbiamo un’informazione che fa schifo, lo dico senza remore, che se solo pensiamo come sono impostati i Tg c’è solo da piangere

    basta vedere un tg di un altro paese qualsiasi (ah…la parabola) per rendersi conto di come trattano le notizia in Francia o in UK

    dicono che ogni popolo ha quello che si merita

    ma io – forse immodestamente – non mi merito questo

  15. @Notforever

    Hai pienamente ragione… non ci resta che continuare ad opporci a tutto quello di illiberale succede in questo nostro Paese, con la speranza che anche chi adesso non la pensa come noi, possa cambiare idea!

    @donburo

    Mmm… ho qualche dubbio al riguardo…

    @redcats

    Io non sono d’accordo. Lo sciopero è un modo per denunciare qualcosa. L’alternativa è solo il silenzio!

    @anonimo

    Oh, finalmente una parola di chiarezza sulla questione! Grazie! ;)

  16. A me dà tanto fastidio prendersela con una persona inetta e con sogni di onnipotenza. Dietro ogni “ducetto” c’è sempre una massa di pecoroni ai quali piace “non pensare” e lasciar scegliere agli altri… non lo sopporto, proprio il non occuparsi di certe cose è il mezzo migliore per farle degenerare in maniera irreversibile: le dittature bianche sono le peggiori. Un caro saluto, irene

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