Matteo, non stare sereno

Matteo, non stare sereno

Il 9 dicembre 2013, dopo le primarie del PD, scrivevo in un mio post: “Renzi ha vinto nettamente. A lui il difficilissimo compito di rinnovare il partito, nel rispetto però delle diverse identità e culture che lo attraversano. Si collabori, vincitori e vinti, ci si confronti senza imporre le proprie posizioni in modo pregiudizievole.” Lo scorso 21 gennaio, all’indomani del Patto del Nazareno, ribadivo in un altro post: “Il PD ha diverse sensibilità che vanno armonizzate nel rispetto delle opinioni altrui. In questo ambito deve muoversi il segretario che non può ricercare la profonda sintonia con berlusconi, senza prima impegnarsi per costruirla al proprio interno.” E’ passato quasi un anno da allora e oggi appare evidente come l’obiettivo di costruire un grande partito che basi la sua forza sul pluralismo e sul rispetto delle posizioni divergenti è miseramente fallito… ammesso e non concesso che tale obiettivo sia mai esistito! Il nuovo segretario infatti ha fin da subito portato avanti una politica particolarmente aggressiva nei riguardi di chi, all’interno del PD, assumeva posizioni critiche e dissonanti, dimostrando chiaramente l’intenzione di modellare il partito secondo i suoi desiderata, portando all’incasso il grande consenso personale.
 
Non stupisce allora che l’ex sindaco di Firenze nel suo intervento di domenica abbia riservato le note polemiche più sferzanti e denigratorie non già a berlusconi o Grillo, ma alla minoranza del suo partito che ha sfilato a Roma insieme alla CGIL. Dal palco della Leopolda, in compagnia di imprenditori e finanzieri à la page, il Presidente del Consiglio ha preferito usare toni sarcastici e canzonatori nei confronti dei tantissimi giovani, operai, pensionati e disoccupati che hanno manifestato contro il Jobs Act, ricordando a molti alcune analoghe dichiarazioni di berlusconi. C’è chi ritiene –  e forse non a torto – che la reale volontà del segretario sia fare piazza pulita del dissenso interno, percepito come il vero nemico da abbattere [vista peraltro la crisi che attraversa sia la destra che il M5S], al fine di ottenere un partito compatto intorno al  pensiero unico del leader. Un dato è indiscutibile. Anche ammesso che non sia sollecitata, la scissione non è affatto temuta da Renzi, il quale è convinto che ciò gli possa assicurare un più largo consenso presso l’elettorato di centrodestra – vera direzione verso cui la politica del Governo [e del PdR] sta andando –  rispetto a quello che che perderebbe con una rottura a sinistra. «Io non ho paura che nasca a sinistra qualcosa di diverso», ha affermato domenica. Considerata l’enorme partecipazione alla manifestazione romana, fossi in lui non starei poi cosi tanto sereno.

100 pensieri riguardo “Matteo, non stare sereno

  1. Insomma la mia scelta dovrebbe giocarsi tra un banchiere e la Camusso?
    Oppovera me.
    Speriamo di avere terze e quarte vie,poiché dell’elaborazione non si può fare a meno come pure della piazza protestante.
    Nell’attesa mi prendo il lusso di criticare l’uno e l’altra,non per accomodarmi su una posizione di facile equidistanza ma perché penso fermamente che il banchiere che parla (per sé) di diritti di sciopero sia egualmente molesto di una Camusso che delira di poteri forti o di una Picierno che nella foga s’inventa le tessere false.
    Vediamo chi rappresenta chi.Facciamo la tara tra la propaganda e i fatti.Diciamo la verità di una piazza che insulta pesantemente il premier e canta Contessa – è un suo diritto – ma che poi non può indignarsi se il premier replica per le rime tacciando taluni partecipanti di passione antiquaria.
    Prendiamo la falce e impugniamo il martello?Suvvia…
    170 (diconsi centosettanta) tavoli di trattativa sui problemi del lavoro gestiti da Palazzo Chigi al momento magari smentiscono un atteggiamento arrogante da una parte e lamentoso dall’altra.
    Del resto bisogna comunicare efficacemente no?
    E becchiamoci le gioie della comunicazione.

  2. Dimenticavo…pochi giovani in piazza, come spesso capita,scuole e università funzionanti quel giorno a Roma.Nessuno sciopero degli studenti.

  3. @Sed
    Io sono stato “equidistante” fino a gennaio. In un post di quel periodo infatti, pur criticando l’arroganza con cui Renzi trattava la minoranza, e nella fattispecie Cuperlo, scrivevo parole di stima per come in pochissimo tempo il neo segretario fosse riuscito a sbloccare l’annoso problema della legge elettorale. Evidentemente fino a quel momento Renzi era riuscito a buggerare anche me, considerato che – a 9 mesi di distanza – la legge elettorale che in quei giorni era data per cosa praticamente fatta è ancora molto al di là da venire. Detto questo, il post non parla in modo particolare della diatriba con la Cgil, che comunque è uno dei tanti brutti segnali dell’intolleranza con cui Renzi tratta chiunque esprima delle critiche alle sue scelte (intolleranza che ogni volta viene giustificata spiegando che chi non è d’accordo col premier, in realtà è contro il cambiamento), ma del modo in cui il segretario abbia gestito la sua leadership all’interno del partito, certamente molto, molto distante dalle mie speranze di diversi mesi fa.

    1. Nessuno mi toglie dalla testa che gran parte del consenso di cui è circondato Renzi sia dovuto all’incapacità dei suoi oppositori interni.
      Più il livello dello scontro s’innalza,più volano parole grosse,più cresce nel paese la sensazione che a Renzi non ci sia alternativa.
      Da oppositrice certificata non posso che dolermi dell’assenza di proposte,di una visione che non sia improntata a modelli vetusti e perdenti e ahimè, gratta gratta,al lasciare le cose come stanno.
      Non posso apprezzare l’assist che la cosiddetta sinistra sta fornendo al segretario premier ma nessun atteggiamento arrogante del medesimo potrà convincermi alla difesa strenua di chi questo paese ha contribuito ad ingessare.Chiunque esso sia.
      Tutto qui,invidiando molto le vostre certezze e la conseguente capacità di capire in tempi record dove sta il bene e dove il male .

  4. Concordo pienamente. Su Renzi mi sono dovuta ricredere, all’inizio gli avevo dato fiducia ma adesso devo riconoscere che sta facendo una politica di destra più e meglio di Monti o Berlusconi. Delle tante riforme promesse non è stato realizzato niente, si continua a colpire e a impoverire il ceto medio, i lavoratori dipendenti, si smonta lo statuto dei lavoratori come se fosse un retaggio del passato. Renzi ha la memoria corta. Anche la Costituzione non è nata ieri, vogliamo smantellare anche quella, magari sostituendola con dei tweet?

  5. @Sed
    Ebbene si… io sono sicuro di quanto scrivo. Mi picco, certo presuntuosamente, di saper giudicare gli uomini. Poi è vero quanto dici: mancano le proposte alternative. Tuttavia questo, a mio parere, non sposta di un millimetro la critica a Renzi e al suo operato in seno al partito e al Governo. Del resto, sicuramente ricorderai, che erano esattamente le stesse cose che si dicevano a proposito di berlusconi (e che io non ho mai condiviso): berlusconi è al potere perchè non ci sono alternative valide. Diffido e diffiderò sempre di coloro che si pongono come uomini soli al comando e impongono a chiunque la veda diversamente il loro pensiero, utilizzando il proprio consenso personale come clava.

    @pyperita
    Certe iniziative se fossero state portate avanti da berlusconi avrebbero condotto milioni di persone in piazza coi forconi. Anche la sua destra ad esempio cercò di imporre l’eliminazione dell’art. 18 e fortunatamente non ci riuscì, grazie anche all’opposizione del centrosinistra. Quello che sta succedendo in queste settimane dimostra quanto le cose siano cambiate… ed in peggio naturalmente.

    1. Personalmente la vedo così : la compagine chiamiamola Margherita ovvero la parte (speriamo) migliore dell’ex DC,incarnata da Renzi ha scalato il PD e se l’è preso.
      Per fare questo ha semplicemente vinto le primarie tanto per cominciare e il resto tanto per continuare (rischio questo, messo in conto dai fondatori,del resto) indovinando la formula.
      Ora l’opposizione interna non può pensare di cavarsela solo con gli strepiti,le lagne o peggio agitando una scissione che vedrebbe in Italia quel che s’è già visto in Germania con la LInke.
      Via la sinistra (e manco tutta) Renzi spazzola voti moderati più che mai.
      E infatti nessuno ha intenzione di andare via ma….serve una proposta altrimenti Matteo campa cent’anni e ricomincia.
      Base indispensabile della proposta però è raccontarsi la verità : il sogno di Landini dell’acciaio di Stato, tanto per dirne una,…non va (altra proposta per Terni non ho udito)
      Come pure sono sacre e sante le critiche al sindacato.
      Allora a che serve continuare a menarsela col cesarismo e con l’uomo solo al comando – che poi scopri essere la squadra peggiore di lui quanto ad arroganza –
      L’alternativa c’è ma va costruita dentro il PD non nell’enclave da due milioni di voti che te li fai fritti vista la legge elettorale a venire (maggioritaria,doppio turno etc).

  6. @Sed
    Sono d’accordo in linea di massima, ma con qualche distinguo. In Italia (ma non solo qui, ad onor del vero) i partiti sono oramai espressione diretta di una persona sola. FI è da sempre legata a filo doppio al consenso personale di berlusconi, il M5S a quello di Grillo e il PD ha preso più del 40% soltanto perchè è ormai identificato come il partito di Renzi. Hai voglia a costruire alternative (fuori o dentro il PD poco importa, anche se io credo che in prospettiva ci siano più chances a costruirla fuori, perchè l’area di sinistra che non è più rappresentata è sempre più in crescita) se poi non c’è l’uomo che per doti comunicative, carisma, appeal mediatico e facciadaculaggine riesce a venderle alla gente. Hai voglia a raccontarsi la verità, se poi chi sta al potere, grazie alle qualità di cui sopra, può anche permettersi di raccontare frottole a tutti, senza (per adesso) intaccare più di tanto il proprio consenso.

    1. Ma questo è quello che oramai capita ovunque con l’aggravante qui da noi che anni e anni di sconfitte elettorali hanno fatto sì che in alcuni la voglia di vincere prevalesse sul resto.
      Niente di male.
      Ma se…leaderismo e svuotamento dei corpi intermedi- semplifico i molti interventi letti qui e altrove – sono problemi di attualità stringente,come si pensa di venirne fuori?
      Frazionandoci? Bah.
      Sono anni che la sinistra più o meno radicale racconta la favola bella secondo la quale ove mai si riuscisse a mettere in piedi un progetto serio la gente che sta a casa sfiduciata correrebbe a votare.
      I risultati puntualmente smentiscono,proprio per quella tendenza a dividersi e a diversificarsi che mina l’esistenza stessa dell’eventuale progetto.
      Senza considerare che, come giustamente anche Landini annotava ieri,per cambiare le cose i partitini seppur stimati con molto ottimismo al 10%, non servono.
      Allora? Allora bisogna non stancarsi di spiegare alla gente possibilmente senza agitare allarmismi,golpismi e inesistenti tatcherismi che bisogna lavorare in direzione di riforme che quei corpi intermedi rendano efficaci modernizzando e attualizzando gli strumenti che abbiamo.
      Cominci Landini a lavorare per l’unita sindacale tanto per dirne una.Poi si vede quale altro appeal può avere una forza autenticamente rappresentativa.Perchè non lo fa?.

  7. @Sed
    Personalmente sono convinto che non esiste una soluzione immediata al leaderismo. Il problema è prima di ogni cosa culturale. La politica di questi ultimi 30 anni ha promosso un clima di imbarbarimento culturale che è il brodo di coltura dentro cui fenomeni come il leaderismo si sviluppano. Ecco perchè dispiace non poco il recentissimo attacco agli intellettuali (definiti spregiativamente dei pensionati che guardano i lavori di un cantiere augurandosi che non si riesca a portarli a termine) fatto dal premier, che mi ha ricordato attacchi analoghi ad opera di brunetta o di berlusconi. Sono invece d’accordo sull’incapacità della sinistra di farsi forza coesa ed unitaria. Ma anche qui torniamo al discorso di cui sopra. Sono arcisicuro che se anche a sinistra si imponesse un personaggio di grande presa popolare, in grado di catalizzare l’interesse dei media, improvvisamente si ritroverebbe pure l’unità perduta, perchè la tendenza a salire sul carro del vincitore avrebbe la meglio sul frazionamento.

    1. Vedi bene però che anche tu giustamente invochi il leader.E dico giustamente perché comunque nessuna idea viaggia sola,con una bella dose di modus in rebus, il front men ci vuole.Certo qui siamo al cospetto di leader nervosetti,ieri ha perso le staffe pure il solitamente ironicoObama che ha arringato malamente un elettore dissidente,dev’essere l’aria che tira.
      L’argine comunque va costruito con la competenza più che con l’ideologia : se non ci piace la decretazione d’urgenza,il ricorso alla fiducia e tutto il resto del corredo non dobbiamo stracciarci le vesti con l’attacco alla democrazia ma mettere mano ai regolamenti parlamentari, poiché dietro ogni tentazione di colpo di mano c’è un problema serio di efficienza. La concretezza è un collante nelle città dove governiamo,dovrebbe esserlo pure a livello centrale.
      Quanto alla buona creanza…non è obbligatoria per legge anche se dovrebbe.Ma qui le cose sono cambiate e in nome della comunicazione efficace certi ammazzerebbero pure le proprie mamme.Il bello è che funziona…guarda tu che giro sta facendo il gettone…

  8. @Sed
    E’ vero… anche io invoco il leader. Mio malgrado però… perchè so che le cose purtroppo stanno così… con buona pace della buona creanza come giustamente osservi tu. Evidentemente l’italiota subisce una grande fascinazione nei riguardi di personaggi dalla voce grossa e dal pugno sbattuto sul tavolo. Ieri sera ho visto Civati a Ballarò e sono sempre più convinto che in un Paese migliore di questo sarebbe un fantastico segretario del PD.

    1. Anch’io penso che Civati abbia la stoffa, esprimo però il solo dubbio che tale ruolo di non produca mutamenti su vasta scala, ovvero non li imponga.
      La cortesia,l’ironia,la preparazione sono doti che ancora fanno audience o piacciono solo a noialtri maturi?
      Non sono poi nemmeno convinta che la leadersheep forte sia un problema solo italiano, penso ai trascinatori europei e al grande impatto dei vari Blair,Zapatero e della stessa Merkel.
      Renzi è un politico abile circondato da un discreto staff e da un pregevole ufficio stampa. Connetti tutto ciò col momento di grossa crisi della politica e di tutto il resto e il gioco è fatto.

  9. Ciao Rear!

    Non sono così convinto che la scissione sia in prospettiva: credo, anzi, che tutti siano totalmente coscienti dei rischi ad essa connessi e soprattutto della reale prospettiva di condannarsi all’inutilità.
    Diciamocelo: Civati, Cuperlo o Fassina dov’altro avrebbero la stessa visibilità e lo stesso peso politico se non nell’opposizione interna a Renzi?
    Aggiungo: Civati ripete da sempre di non voler lasciare il e, sebbene titubante, io gli credo. Credo che questo mito delle scissioni sia piuttosto una vecchia tara che ci portiamo dietro da sempre (un pò come la Juve in Champions, se posso) ma che non rispecchia poi tanto la realtà.

    In fondo, il senso del PD era proprio questo: creare un contenitore abbastanza grande da non aver bisogno di scissioni.
    Certo, oltre al merito delle questioni (che non mi pare il post per affrontare), il timore che le aperture di Renzi conducano ad un “partito della Nazione”, una sorta di moloch-omnibus nel quale può stare di tutto, è vivo. Ma tirarsene fuori non è la risposta.
    Anzi: restare dentro diventa ancora più essenziale, perché solo conquistando quel partito si può pensare di portare la sinistra “pura” (…) al governo.

    Basta che non diventi una nuova DC, nel senso di occupare le istituzioni….

  10. @Sed
    Sono d’accordo con te. E’ vero anche che la leadership forte non è un problema solo italiano. Ho però come l’impressione che 20 anni di berlusconismo ci abbiano resi ancora meno reattivi che altrove ad un certo genere di comportamenti.

    @Redpoz
    Anche a te dico quanto condiviso prima con Sed. Ho la sensazione che la scissione non sia avvenuta soltanto perchè la sinistra italiana non ha ancora trovato un leader di grande presa popolare e fascino mediatico, in grado di coagulare intorno a sè le diverse spinte, tipiche di questa area di pensiero.
    Allo stato delle cose vedo assai improbabile la possibilità che si riesca a scalzare Renzi dall’interno. Del resto se l’italiano è stato capace di tenersi berlusconi per 20 anni, Renzi potrebbe benissimo durarne altri 30! :-(

    1. Penso che anche il più carismatico dei leader avrebbe problemi a mettere insieme istanze non tanto diverse ma in molti casi opposte .A sinistra del PD e anche di Sel c’è una galassia polverizzata fatta di Verdi,Trotkisti,marxisti leninisti, anarchici, comunisti,tutta gente indisponibile a rinunciare a prerogative ideologiche che spesso si traducono nel partito di sola opposizione o nel non partito (tipo Alice nel paese delle meraviglie) o nell’astensione sistematica.
      Se c’è una cosa che dimostra la vicenda Renzi è che il PD è contendibile, a patto di avere i numeri e di essere convincenti nei confronti dell’elettorato. Il leader serve ma se non produce consenso anche al di fuori è inutile.

      1. @Sed
        Non dico affatto che sia un’impresa semplice e sicuramente un nuovo leader di sinistra che voglia imporsi in quell’area avrebbe non poche difficoltà a rappresentare tutti e – anzi – non ci riuscirebbe. Ciònondimeno, sarei molto curioso di vederlo all’opera… e sono convinto che otterrebbe risultati rilevanti…

    2. Io, illusoriamente, forse vedo maggiore maturità nella sinistra rispetto al passato.
      L’idea che ci sia uno spazio per una “sinistra pura” in grado di conquistare la maggioranza nel paese non mi pare più realistica e credo anche i leader stiano comprendendo questo.
      E, allora, tornare a dividersi per poi fare accordi post-elettorali significa soltanto fare un salto nel passato.

      Una precisazione, poi: io non parlo di “scalzare Renzi”, bensì di accettare -come in tutti i partiti aperti e di massa- che una certa linea deve anche trovare il momento storico adatto per affermarsi. Forse questo non è il momento per la sinistra intesa in senso classico (socialdemocratico?) e, se il mio ragionamento è giusto, allora dopo il momento di Renzi potrebbe arrivare anche quello per questa sinistra. Così come a Blair è succeduto un marxista come Milliband e a Schroeder leader più marcatamente “di sinistra” come Muntenfering o Beck (fino a Gabriel)…
      Anzi, l’idea che si debba “scalzare Renzi” è un’idea che personalmente combatto fermamente: anche all’interno di un partito, un leader ha diritto ad avere il tempo per realizzare il programma rispetto al quale ha ottenuto il consenso. E mi pare difficilmente negabile che Renzi questo consenso su questo programma l’ha ottenuto: Renzi è stato abbastanza chiaro in quelle che sono le sue priorità (e, diciamocelo, grandi riforme economiche non ne aveva promesse…).

      1. @redpoz
        No Red per favore no… non mi cadere anche tu sulla solita solfa “facciamolo lavorare… diamogli tempo per giudicarlo”… non ne posso più di sentire queste motivazioni. Berlusconi ci è campato sopra per 20 anni. E poi: secondo te quale sarebbe il programma per cui ha ottenuto il consenso??? Te lo dico io: rottamare le solite facce che hanno fatto il loro tempo e quando avuto la loro occasione non l’hanno saputa sfruttare, e fare le riforme. In sola frase cambiare le cose. Questo gli italiani hanno capito e per questo lo hanno votato. Gli italiani vogliono l’uomo che sappia come cambiare le cose, che così non si può andare avanti. Prima hanno dato fiducia a Grillo per lo stesso motivo e ora puntano su Renzi. Questo è quanto. E poi lasciamo anche perdere quello che aveva o non aveva promesso, che qui il discorso è semplicissimo: di quanto promesso (a parte gli 80 euro – che come modestamente ho detto diverse volte qui e che finalmente ho sentito dire anche da Civati – dovevavno essere dati considerando la situazione del nucleo familiare e non il singolo reddito personale) non ha mantenuto nulla.

        1. Ma appunto questo dico anche io: Renzi ha ottenuto il consenso sul cambiamento, sulla “rottamazione”.
          Rottamazione e cambiamento che non son mai stati nel senso che auspicherebbe certa parte della sinistra e del PD (Renzi non ha mai avuto un programma neanche “vetero” socialdemocratico, dai!).
          Secondo me, Renzi sta mantenendo esattamente quel che aveva promesso. Solo che ci siamo illusi: ci siamo illusi che il “cambiamento” che prometteva fosse in senso economico, quando lui è sempre stato chiaro nel riferirsi a riforme istituzionali…

          Quanto alla prima parte del commento, forse con la spiegazione mi son chiarito ancor meno che col primo commento: non è questione di “dargli tempo”, quanto di riconoscere -come vogliamo chiamarlo?- un trend, un mood politico, un momentum imperante: mood che evidentemente non è in senso “socialdemocratico” o comunque di quel tipo di sinistra, ma piuttosto liberale-liberalisma. Un “mood” blairiano o clintoniano, piuttosto che à la Mitterand o Brandt.
          Dunque, dico io, chi crede in questa idea di sinistra (che continuo a chiamare “socialdemocratica” per dargli almeno un’etichetta), può e deve lavorare per costruire un consenso, ma deve anche essere cosciente che quel consenso non maturerà a breve e “scalzare” Renzi ora servirebbe solo a scalzare una persona, non a cambiare l’orientamento politico generale….
          Parere mio, eh.
          Spero di aver chiarito almeno un pò quel che intendo.

          1. @Sed
            Tu hai chiarito, ma io resto comunque con un sacco di dubbi. Non so se il mood che Renzi incarna sia di tipo blairiano piuttosto che clintoniano e onestamente non è che mi importi poi molto. Mi informo, vedo ciò che sta facendo il segretario del PD e mi preoccupo non poco. Sintetizzando, e riprendendo le parole di Sed, io penso che “la compagine chiamiamola Margherita ovvero la parte (speriamo) migliore dell’ex DC, incarnata da Renzi ha scalato il PD e se l’è preso”. Ci sta bene, perchè così il PD è diventato più “rassicurante” per una larga fetta di elettorato ed è riuscito a conquistare il 40% dei voti, ponendo fine all’era berlusconiana e ridimensionando le mire di potere di Grillo? Non ci sta bene, perchè il segretario esprime scarsa tolleranza rispetto a chi la pensa diversamente da lui e pone poca attenzione alle istanze che arrivano dall’area di Sinistra dell’elettorato, la quale ha perso molto peso specifico all’interno del partito e non trova neppure fuori degli interlocutori che sappiano rappresentarla come meriterebbe? Il discorso – secondo me – sta in gran parte qui…

            1. Sed….

              Intendi il partito socialista unitario della DDR, vero? ;-)

              Secondo me, il fatto che la sinistra possa trovare dei rappresentati istituzionali migliori è solo una parte del discorso.
              O vogliamo omettere che la sinistra praticamente in questo paese non ha mai governato? No, perché se vogliamo tornare a fare opposizione a vita basta dirlo…

            2. A noi piacerebbe ottenere un consenso che ci consenta di fare le cose a modo nostro senza dover dare i resti ai sostenitori degli sbarramenti, a quelli delle preferenze, a quegli altri dei collegi e a chi la vuole cotta e a chi la vuole cruda. E questo non per volere ammazzare il dialogo ma perchè così come lo stiamo conoscendo noi, qualunque provvedimento somiglia più a Frankenstein che alla sintesi di sensibilità o interessi differenti.
              Insomma cinque anni di centro sinistra senza alleanze faticose,spurie e imbarazzanti.Cinque anni alla fine dei quali gli elettori possano giudicare e mandare.
              Insomma questo tipo di intese non fun- zio- na.
              Credo che Renzi abbia in mente questo. E credo anche che questo costante parlare agli elettori e non ai Suoi com’è nostra tradizione, spiazzi un po’ tutti.
              Per il resto, se ti concentri sulle figure Blair e Clinton non puoi fare a meno di trovare vistose differenze con Renzi.Ma il fenomeno è indiscutibilmente quello attivato da entrambi i leader.
              Grandi sfracelli nel Labour con l’avvento di Blair,ma poi nessuno si è mosso,non ci sono state fughe,tanto meno scissioni.
              Oggi con “Ed” Miliband mi pare si torni a ragionare.

            3. @Redpoz
              Scusa… avevo in mente red ed invece ho scritto sed!!! :)
              Hai ragione: la sinistra in questo paese praticamente non ha mai governato. Quindi implicitamente mi stai dicendo che è meglio governare, anche se per farlo si sposta l’asse del partito verso il centro destra?

              @Sed
              Probabilmente è vero. Renzi vuole massimizzare il suo consenso, andando ad elezioni al più presto, così da poter governare da solo, forte di una maggioranza robustissima. Anche se io onestamente non sono così sicuro che una sorta di “partito della nazione” possa essere la risposta vincente. Un contenitore che tiene dentro tutti alla fine non può che scontentare tanti… e poi non credo neppure che il povero Alfano possa condizionare più di tanto l’azione di Renzi… il quale, ad onor del vero, non è mai stato fautore del dialogo o della sintesi con chicchesia

  11. Come state con ‘ste piogge?

    Fra 30 anni di imbarbarimento e 20 anni di Berlusconi uno si perde nella tempesta degli anni, nel diluvio dei decenni.

    Berlusconi ha governato per 9 anni e possiamo ragionevolmente aspettarci che il contatore si fermi lì.
    Fa politica attiva da 20 anni, ma questo vale per chiunque ormai, anzi qualcuno potrebbe dire un novellino rispetto a certi altri. Il nuovissimo Matteo Renzi fu eletto presidente della provincia di Firenze 10 anni fa. Che faccio, lascio?
    Ci siamo consegnati mani e piedi al leaderismo?

    In Germania Kohl ha governato per 16 anni (ininterrotti. 5 governi), Schroeder per 7, la Merkel sta quasi a 10 e still counting.
    In Francia pare giusto verificare la durata della presidenza, più che del premier ministre, che come vediamo cambia frequentemente (già quattro governi e due premiers ministres con Hollande): Mitterand è stato presidente per 14 anni, Chirac per 12, Sarkozy 5 ma promette/minaccia di tornare, e questo infelice intanto sta a 2.
    Più a nord la Thatcher si è fatta 11 anni a Downing Street prima di venire sostituita dal proprio partito con Major che ne fece 7. Blair 10, Brown 3, Cameron ne ha già fatti 4.
    I sudditi dei Borboni hanno avuto Gonzales per 14 anni, Aznar per 8, Zapatero per 7 e Rajoy già sta a 3.

    Pare i famosi 30 anni di immobilismo. Uno chiede “Quali?” Boh. Sarà che a scuola in passato (oggi non so) insegnavano i secoli bui del Medioevo e ci immaginavamo questi al freddo e senza luce per centinaia di anni…

  12. @Matteo
    Come ben sai, in Italia la televisione ha sempre giocato un ruolo tutt’altro che marginale nel diffondere e cambiare modi di pensare e di vivere. Veicolando mezzi espressivi di ogni genere, è diventato il principale strumento di formazione dell’opinione di massa e ha contribuito non poco alla crescita e alla decrescita culturale di questo Paese. Me ne sono occupato in questo vecchio post. Con l’avvento ed il successo di Fininvest negli Anni 80 (a cui la politica di allora non è certo estranea), la RAI – allo scopo di rintuzzare la concorrenza – appiattisce la propria proposta su quella commerciale, riducendo sempre più il tasso culturale dei propri programmi. Ecco perchè parlo di 30 anni di imbarbarimento culturale. Forse tu sei troppo giovane per avere memoria della grande distanza fra l’offerta televisiva fino agli Anni 70 e quella successiva, ma questo non è una giustificazione per condire i tuoi punti di vista con il solito sarcasmo fuori luogo.

    Detto questo, è vero che berlusconi non ha governato ininterrottamente dal 1994, ma quando si parla di berlusconismo non ci si limita a contare i giorni dei governi presieduti dal Cavaliere, ma si intende un sistema di valori che ha a che fare non solo con la politica, ma anche con il costume, con la società, con la comunicazione, con l’informazione, con la cultura. Nessuno come lui è riuscito ad intervenire in questi ambiti (grazie naturalmente al proprio impero mediatico) in Italia, ed ancor prima che fosse Presidente del Consiglio ed anche quando era all’opposizione.

  13. Non è questione di punti di vista o di sarcasmi fuori luogo, è che lamenti un imbarbarimento culturale usando le categorie dei barbari.
    Il berlusconismo è categoria giornalistica, non politica.
    Il leaderismo esiste se si ascolta chi lo racconta senza spirito critico non del supposto leader, ma di chi lo racconta e di cui sembriamo fidarci.
    La TV degli anni ’70 era migliore della TV di oggi? Fingiamo che sia vero: ha prodotto un popolo migliore, elettori più preparati? Dal 1946 al 1994 abbiamo avuto 20 governi, tutti a maggioranza DC e solo 4 con presidente del consiglio non DC. Altrove in Europa hai notizia di qualcosa di simile?
    Fininvest ha imbarbarito il popolo italiano? Hai mai guardato la TV all’estero? Renzi che va dalla Barbara d’Urso è diverso da Obama che va dalla Oprah Winfrey?
    E noi che ce ne lamentiamo, cosa opponiamo ai barbari, a Canale 5 o a Fox News?

    Non ti ha colpito che al referendum scozzese quasi il 45% degli elettori ha votato per il Sì sebbene praticamente il 100% dei media fosse per il No. I dati di vendita dei giornali sono noti, il numero di spettatori della TV generalista pure.
    TV è guardata sempre meno e gli spettatori sono sempre più anziani.
    Gli altri hanno smesso di informarsi perché non comprano giornali e non guardano TG e talk show?
    Oppure se ne sono andati perché insoddisfatti e cercano informazione altrove?
    È possibile che a forza di sentire berlusconismo o leaderismo, ad alcuni vengano i conati e vadano a vedere cosa effettivamente ci sta dentro quegli anni? È possibile che dire 30 anni di immobilismo o 20 anni di Berlusconi sia invece un sintomo di rifiuto della realtà e dell’impegno?
    La realtà è il risultato di politiche, non di talk show. Berlusconi ha governato per 9 anni. A lungo, ma meno di numerosi altri leaders europei. Agli esempi citati sopra potremmo aggiungerne a bizzeffe, prendi Jean-Claude Juncker: è stato primo ministro lussemburghese per 17 anni, presidente dell’Eurogruppo per 7 anni.

    La crisi italiana è causata da 9 anni di governo di Berlusconi? Quali sono le politiche di Berlusconi che l’avrebbero causata e quale sarebbe stata la proposta alternativa? Peraltro 9 anni non consecutivi, quindi gli aggiustamenti erano nell’ordine delle cose.
    A un certo punto bisognerà farsene una ragione che Berlusconi non governa più da 3 anni. Renzi è presidente del consiglio da meno di un anno.
    Nel frattempo i media ci hanno raccontato che siamo stati salvati dal default, che eravamo sull’orlo del baratro, che Napolitano con il suo spessore politico ci ha affidati a Monti etc. etc.
    Tutte cose che abbiamo letto anche qui sul blog, scritte da te o da altri commentatori. L’insediamento del governo Monti fu salutato dall’Unità con la famosa prima pagina con la bandiera italiana e il titolo “Liberazione”.
    Alcuni, io con loro, potrebbero sostenere che quel titolo era barbaro e festeggiano la liberazione dall’Unità.
    Siamo stati salvati? Siamo stati liberati?
    E allora come mai la situazione è peggiore del 2011? Colpa di Renzi che è arrogante e critica gli intellettuali?
    Leggo più su che stimavi positivamente Renzi per avere sbloccato l’annoso problema della legge elettorale. Significa che ti piaceva la proposta di Italicum uscita da un incontro riservato tra un ex-senatore decaduto e il segretario del partito di maggioranza? E perché ti piaceva quella proposta?
    La stessa nel frattempo è cambiata rispetto a gennaio: siccome peggio non era possibile fare, si sono apportati degli aggiustamenti in meglio, se vogliamo. Non ti piace più perché Renzi è maleducato?

    (neanche una battuta. Sono stato bravooooo :-)))?

  14. @Matteo
    Accidenti, quanta carne al fuoco. Andando per ordine: l’espressione “analfabetismo di ritorno” non l’ho coniata io. Se la imposti come chiave di ricerca su Google, troverai un sacco di occorrenze molto illuminanti al riguardo. Mi pare che la figura di berlusconi sia unica nella storia della Repubblica Italiana, imparagonabile ai vari Andreotti, Forlani, Cossiga etc… non credo quindi si possa mettere tutto nel medesimo calderone al fine di affermare che siamo sempre stati impreparati. Che poi è pure vero, anche se – come torno a ripetere – questa tendeza ha subito una drammatica accelerazione a partire dagli Anni 80. Cosa facciamo noi oltre a lamentarsi? Tu sicuramente ben poco, visto che dai credito e consenso ad un capopopolo che ha sempre fatto del bieco populismo e dell’imbarbarimento culturale un brodo di coltura dentro cui prosperare. Io non abito in Scozia e non so bene come vanno le cose da quelle parti. A proposito di referendum, però, ricordo ad esempio quello del 1995 che intendeva proibire la pubblicità all’interno dei film trasmessi in televisione. In prima battuta i sondaggi davano un indiscutibile successo del SI, fino a quando berlusconi e gli uomini mediaticamente di punta della sua azienda, non minacciarono il popolo bovino che se avesse vinto il SI le TV commerciali avrebbero trasmesso molti meno film e così il NO ebbe la meglio. Ho già spiegato cosa si intende per berlusconismo ed è inutile che lo ripeta anche ora. Quanto alle legge elettorale, vi scrissi un post a gennaio… sono sicuro che se vuoi leggerlo lo troverai con molta facilità…

  15. Mi colpisce che da una parte non ti piace il leaderismo, dall’altra attribuisci ruoli storici a singoli individui.
    Pazienza per Piketty.
    Secondo te se non ci fosse stato Berlusconi, non ci sarebbe stato qualcun altro a fare a TV commerciale? E perché avrebbe dovuta farla meglio? O più colta? Quali politiche differenti avremmo avuto con una TV diversa?
    Siamo un Paese analfabeta di ritorno perché abbiamo la TV commerciale di Berlusconi dagli anni ’80.
    Di conseguenza abbiamo avuto per 9 anni non consecutivi un presidente del consiglio prossimo alla mafia, ma di cui non lamenti tanto la prossimità pluridecennale alla criminalità organizzata, ma il fatto – sono d’accordo, più grave – che ha imbarbarito la nostra cultura.
    Lo dimostra il referendum del 1995, in cui il primo gruppo editoriale e televisivo privato del Paese ha fatto lobby per convincere gli elettori a votare NO all’abrogazione di una parte della legge Mammì sulla pubblicità televisiva (ti ricordi anche gli altri referendum del 1995? Tra sindacati e privatizzazioni, non saprei proprio se definirlo un pacchetto “di sinistra”).
    Al solito sono costretto a chiederti spiegazioni, ti ringrazio anticipatamente se vorrai darmene.

    Rimaniamo in Europa: mi indicheresti per piacere Paesi dove negli anni ’80, se non prima, non si è sviluppata la proposta privata di contenuti televisivi?
    Sapresti indicare Paesi che ci erano inferiori culturalmente, ma che grazie all’intervento di Berlusconi ci hanno superato per cultura e producono cittadini migliori? O viceversa.
    Oppure Paesi in cui ai referendum non c’è la campagna per SI’ e NO e quando i referendum toccano interessi privati non c’è attività di lobby (vedi in Svizzera quest’anno)?
    In Scozia, dove mica si parlava di pubblicità durante i film, i sondaggi hanno dato a lungo il No in vantaggio, poi tutti i media, tutti i dirigenti politici del Paese (di governo e di opposizione), persino attori, cantanti, modelle e VIP vari hanno fatto campagna per il SI’. Ha vinto il popolo bovino che si fa incantare da Kate Moss e da quella voce ipnotica che mormora “Scotland stay with us”? E perché non un risultato più ampio per il SI’, visto lo sforzo enorme?
    Nel 1995 gli italiani bovini (che erano il 55,70% dei votanti nel quesito specifico. Gli altri forse non bovini) si sono fatti abbindolare da Mike Bongiorno ed è rimasta la pubblicità durante i film. Tutti a tornare analfabeti.
    Se invece vinceva il Si’ saremmo stati meglio e il brodo di coltura dell’imbarbarimento era annacquato?
    Un Paese a noi vicino, con all’epoca un governo di centro destra, ha eliminato la pubblicità dalle reti pubbliche dalle 20 alle 6 del mattino da quasi 6 anni (la copertura spostata a tassazione generale). Avremmo potuto farlo anche in Italia durante i governi non Berlusconi. Ricorderai del resto che il referendum si tenne in un momento in cui Berlusconi era all’opposizione e non sarebbe tornato al governo che 6 (proprio sei) anni dopo. Almeno diluivamo un po’ ‘sto brodo di coltura dal lato pubblico.
    Ma torniamo ai nostri fortunati vicini. Quello stesso Paese che è intervenuto sulla pubblicità nei film (e negli altri programmi) per lo meno sulla TV pubblica avrà di certo un corpo elettorale più evoluto di quello italiano, meno bovino, visto che non ha mai avuto B. presidente e ha beneficiato di minor pubblicità durante i film. Sai qual è il primo partito in quel Paese?
    Tu forse sarai portato a pensare che, poiché la legge interviene solo sulla TV pubblica, la privata cattiva avrà fatto fuoco e fiamme per sostenere questo primo partito et voilà il popolo bue – pure là – trascinato per l’anello a votare una signora bionda. Pare proprio di no: la signora non gode di buona stampa né di sostegno dalle parti di M. Bouygues o dei grandi capitalisti del Paese (bisogna capirli, ne dice peste e corna e non fatela parlare di tassazione alle aziende del CAC40).

    Lasciamo stare la Scozia, ma rimaniamo in UK. BBC è pubblica e senza pubblicità. Come votano gli elettori britannici? La crescita di UKIP è stata sostenuta dalle TV, siano esse commerciali o pubbliche?
    La TV commerciale che ci imbarbarisce, del resto, non si capisce cosa c’entri (scherzo: so che per te lui c’entra sempre) con un certo capopopolo che ha sempre fatto del bieco populismo e dell’imbarbarimento culturale un brodo di coltura dentro cui prosperare, visto che quella stessa TV non sembra dargli alcuna visibilità, certamente nessun sostegno, il capopopolo barbaro non la frequenta, per educazione non ripetiamo quello che dice su Berlusconi da sempre. Sarà forse sostenuto dalla TV pubblica, parallelamente imbarbarita per inseguire la commerciale etc.? Neanche. Ma lui c’entra sempre, per cui lasciamolo un attimo da parte nella sua responsabilità.

    Torniamo alla TV commerciale e il popolo bue. Canale 5 nasce nel 1980 (nel senso che prima aveva un altro nome e non era network nazionale) seguono Italia 1 e Rete 4. Quindi dal 1984 gli Italiani sono irradiati da ben 3 reti Fininvest e iniziano il percorso di ritorno all’analfabetismo.
    In che modo il voto delle legislature dal 1984 al 1994 è differente dal voto di quelle tra il 1946 e il 1983 (o 1980 se partiamo da Canale 5), quando i nostri connazionali beneficiavano di una migliore TV? Peraltro alle Europee dell’84 il PCI prese più voti della DC. Peraltro la “sinistra” in Italia ha governato solo dopo.

  16. @Matteo
    Qui non si tratta semplicemente di fare la TV commerciale, si tratta di avere una situazione di accentramento dei mezzi di comunicazione di massa. Si tratta poi di scendere in politica attiva, avendo questa situazione inammissibile in qualsiasi altro paese civile, e diventare Presidente del Consiglio. Quanto alla contiguità con la mafia, non essere intellettualmente disonesto, leggiti quanti post ho dedicato alla questione e poi magari evita di dire cose senza curarti di verificare se sono vere o meno. Qui stiamo dibattendo della situazione culturale del nostro paese e su questo tema preciso e circostanziato ho risposto alle tue osservazioni. Detto questo, mi sono stancato di replicare a qualcuno che tiene solo ad imporre i propri punti di vista, non facendo attenzione se le cose che dice a sostegno delle sue tesi e (soprattutto) contro le tesi altrui, siano fondate oppure no.

  17. Ma io non ho avanzato nessuna ipotesi o non sono giunto a proporre nessuna tesi.
    Ti leggo, non capisco e allora ti chiedo per vedere se riesco a chiarire ciò che non mi è chiaro. Anche perché un po’ mi preoccupo: sarò culturalmente degenerato? Sarò bovino?

    Quindi grazie della risposta. Al solito sbaglierò, ma io capisco così:

    Dagli anni Ottanta il Paese degenera culturalmente soprattutto per responsabilità di Berlusconi, che ha creato il primo gruppo mediatico privato del Paese.
    Lo usato per prima cosa proprio per deteriorare la cultura italiana (grossomodo dal 1980 al 1994) e, quando ci è riuscito, ha convinto gli italiani a votarlo (dal 1994 in poi) continuando a fare a pezzi la cultura del Paese e per di più governandolo.
    Negli ultimi 30 anni ha governato 9 anni non consecutivi e non governa più da 3 anni (cioè ha governato per meno di un terzo di questo periodo, capisco io, ma mica per proporre tesi, proprio contando con le dita delle mani), ma il berlusconismo è male costante di questi tre decenni, quindi sia i quattordici anni precedenti il suo primo governo, sia gli undici successivi in cui non ha governato di riffa o di raffa ricadono sotto la sua responsabilità.
    A partire dal 1980 la cultura italiana è comparativamente deteriorata, sia rispetto al periodo precedente, sia rispetto alle altre nazioni civili. La maggioranza del popolo italiano è bovino, sia quando vota Berlusconi, sia quando non lo vota ma vota gente che non piace a te. In questo secondo caso, alcuni sono forse persino peggiori o più bovini dei primi, perché sostengono personaggi che sguazzano in questo contesto degenerato.
    Poi esiste una minoranza che non è bovina o lo è meno dell’altra, riconoscibile perché ha votato SEL nel 2013 e L’Altra Europa per Tsipras alle Europee del 2014, oppure perché simpatizza per quella che viene definita la minoranza PD.

    Uno chiede qualche notizia in più su ‘sto degrado comparativo, ma o l’hai già spiegato o bisogna cercare analfabetismo di ritorno in Google e trova tutto lì. Se non trova tutto lì, non chieda oltre.

    Si rimanda ad altri numerosi post per eventuali curiosità su:
    – Denuncia dell’ attiguità di Berlusconi alla criminalità organizzata sin dagli anni ’70.
    – La crisi economica e sociale del Paese sono il risultato delle politiche dei governi Berlusconi.

    Non ho altre domande. Grazie.

  18. @paolo
    le riforme si fanno…lo so che detta dopo 30 anni di immobilismo suona male, ma è così, a partire dalla legge elettorale ormai in dirittura d’arrivo. a me piace, è diversa dalle solite che si vedono in giro per il mondo, e permette a chi vince di governare…e non di dover raccattare a destra e a manca per poter sopravvivere.
    vinca chi vinca, ma se vince deve poter governare..e sulle preferenze, la minoranzza del PD dovrebbe essere contenta..

  19. @Luigi
    Bentornato Luigi!!! :)
    Come scrissi in un post dello scorso gennaio, pensando che la legge elettorale – come da proclami del premier – potesse essere licenziata in una manciata di giorni, è sicuramente da apprezzare il doppio turno… unico sistema che attualmente impedisca una nuova stagione di larghe intese.

    1. Non è che il doppio turno impedisca di per sé le larghe intese.Anzi : tra prima e seconda tornata sono previsti endorsement e accordi ufficiali.
      La differenza,non da poco, semmai starebbe nel fatto che eventuali intese verrebbero sottoposte al giudizio degli elettori.E lì capisci bene che la musica cambia…

  20. @paolo
    si…direi che per quel che mi riguarda è una buona legge elettorale, che finalmente dovrebbe porre fine per sempre allo spauracchio delle larghe intese.
    si poteva fare ancora meglio, ad esempio sulle preferenze, ma non si può avere tutto, è già migliorata rispetto alla prima stesura..adesso è importante che si proceda spediti, senza ulteriori intoppi…
    Perchè qui a parole tutti vogliono le riforme, ma nel concreto poi…
    Capisco la sfiducia che aleggia, ma io vedo che finalmente qualcosa si sta muovendo..
    non dimenticarti comunque, che tolto di mezzo Renzi, c’è il nulla…

  21. p.s.
    quanto alla minoranza del PD, capitanata da Civati..liberissima di andare a sfilare con SEL o con la Camusso, ci mancherebbe…sarebbero piu onesti se ne andassero da un partito, il PD, nel quale ormai non si riconoscono più, e che mal sopportano…
    Renzi mi pare che nelle varie e ripetute consultazioni interneli abbia ascolatati..poi in democrazia la maggioranza vince.
    Ricordi quando Matteo era all’opposizione?
    se ne vadano..
    Ma non lo faranno…sanno benissimo che sarebbe la loro fine.
    mica scemi??

  22. @Sed
    Forse non ho le giuste informazioni. Se nessuno degli schieramenti raggiunge il 40% si va al ballottagio. Si torna al voto dopo 2 settimane e chi prende più voti vince. Certo, non si esclude che ad esempio il PD decida, nel caso non passasse al primo turno, di allearsi (o “stringere un amicizia”) al secondo turno con un’altra forza politica, ma anche no… potrebbe decidere cioè, di continuare benissimo da solo (i numeri non dovrebbero mancargli, non penso che il 3% di SeL o il 2,5 del NCD possano essere dirimenti nel caso di un ballottaggio con M5S o con berlusconi)

    @Luigi
    Non mi pare che Renzi abbia mai ascoltato la minoranza del partito. Anzi, mi pare invece che l’abbia sempre mal sopportata e abbia sempre avuto con chi ha dissentito all’interno del partito un atteggiamento intollerante. Al segretario va l’onore di guidare il PD, ma anche l’onere di far convivere le diverse anime. Se il segretario non ne è capace o non intende farlo si assumerà la responsabilità di un’eventuale scissione.

    1. Ovviamente la mia era un’astrazione in risposta alla certezza che di per sé il doppio turno elimini le larghe intese. (vedi elezioni presidenziali francesi 2002 ovvero grande ammucchiata di destra moderata,sinistra socialista e sinistra comunista al doppio turno, pur di non fare eleggere Le Pen .Vinse il gollista Chirac figurati che delizia votarlo…)

  23. @Paolo
    non più tardi di ieri, sono state apportate delle modifiche al jobs act, per venire incontro alle pretese della minoranza del PD…quindi mi pare che non sia proprio come dici tu..lui ascolta tutti, poi giustamente decide a maggioranza, in democrazia funziona così..ricordi le volte che Matteo era all’opposizione e in minoranza? si è sempre allineato alle decisioni del partito.
    sul discorso del doppio turno, credo anch’io che il PD andrà da solo..anche in caso di ballottaggio (che credo oggi di poter escludere…)

  24. @Sed
    Eh eh eh… quelle furuno delle larghissime intese. Personalmente a me il doppio turno è sempre piaciuto. Relativamente all’elezione dei sindaci ha funzionato e penso che anche traslato alle politiche possa consentire una governabilità più stabile rispetto all’attuale porcellum.

    @Luigi
    E vorrei vedere! Così com’era il Jobs Act pareva un parto di berlusconi… si è dovuti arrivare ad un passo dalla frattura insanabile per introdurre alcune correzioni di buon senso (ammesso e non concesso che quanto concesso sia sufficiente, mi riferisco in particolare ai licenziamenti per motivi economici) che vanno nella direzione di tutelare il lavoratore.

    1. Due battute:
      molto della qualità del doppio turno dipende da come viene impostato: se come semplice “accozzaglia” di liste (un pò come accadde con il maggioritario appena in versione italiana), perde molto del suo senso.

      Sul jobs-act, c’è un problema di fondo: la legge è una legge delega, abbastanza generica nei suoi contenuti. Dà delle indicazioni di principio, ma non entra nei dettagli. Per i quali occorre vedere i decreti (che, a loro volta, potrebbero aver bisogno dei regolamenti attuativi…).
      I giudizi, quindi, rischiano di essere tutti prematuri.
      Al netto di ciò, non possiamo nascondere che l’impostazione del jobs-act è un “cambiamento di paradigma”, una concezione radicalmente diversa del mercato del lavoro. Quindi, credo sarebbe importante focalizzarsi sui punti più tutelanti…

  25. @paolo
    ma se fosse come pensi tu, nemmeno le avrebbe ascoltate le rimostranze della minoranza.
    è piu democratico di quello che sembra ai tuoi occhi.
    poi però bisogna agire, altrimenti sono altri 30 anni garantiti di immobilismo
    van bene gli scioperi della Camusso e di Landini…detto ciò, andiamo avanti

  26. @redpoz
    Sarà pure un cambiamento di paradigma come sostieni tu, ma a me pare un cambiamento che suscita non poche perplessità e critiche. Come ho già scritto: se qualcosa di questo genere l’avesse proposta berlusconi, ci sarebbero le persone in piazza coi forconi. Invece Renzi si può pemettere il lusso di portare avanti politiche di destra con il beneplacito dei più. Sull’articolo 18: davvero la drammatica situazione in cui versa il mercato del lavoro in Italia [disoccupazione giovanile al 44,2%] non meriterebbe misure ed iniziative più necessarie ed urgenti di questa? Davvero si pensa di risolvere annosi problemi, riducendo dei diritti piuttosto che estendendo quelli esistenti? Sul serio si ritiene che l’abolizione dell’articolo 18 porterà nuovi posti di lavoro? Forse si poteva pensare ad un approccio diverso. Invece si è scelto questo pur sapendo che la sinistra avrebbe alzato le barricate. Ecco perchè penso che la direzione intrapresa è precisa e studiata… e dapertutto va tranne che a tendere una mano a chi vuol sentirsi rappresentato a sinistra…

    @Luigi
    Ma figurati se il segretario del PD possa permettersi di non ascoltare affatto le rimostranze della minoranza. Lui le ascolta, poi fa come vuole lui. E questo vale un pò per tutti quelli che non la pensano come lui…

    1. Concordo con te sul fatto che, di per sé, la modifica dell’art. 18 “non creerà nuovi posti di lavoro”.
      Credo che nessuno dotato di buon senso pensi il contrario, a sinistra come a destra. Ma credo anche che sia una di quelle riforme che, serenamente e pacatamente, dobbiamo anche affrontare.
      Certo, assieme ad essa ve ne sono mille altre (giustizia, evasione fiscale, tassazione…), senza dubbio. Ma d’altronde il governo ha facoltà di scegliere da cosa partire e come procedere: i cittadini potranno poi non votarlo. Il “benaltrismo” non ci porta lontano e da qualcosa si dovrà cominciare.
      Eppure, potrai non credermi se ti dico che molti conoscenti fra quelli che dalla modifica dell’art. 18 avrebbero più da temere sono fra i più convinti sostenitori della riforma.

      Tanto più che, scusa se insisto, Renzi il suo programma alle primarie del PD l’ha presentato abbastanza chiaramente…

      1. Per creare posti di lavoro lo Stato dovrebbe farsi imprenditore.
        Meglio di no.
        Ergo: nessuna misura di per sé crea. Nemmeno le agevolazioni INPS e IRAP, seppur importanti, di questa benedetta legge sul lavoro.
        Ma..considerata la solita coperta corta,riteniamoci moderatamente soddisfatti.
        Invece è reale, per quella che è la mia esperienza, che all’estero la percezione che l’impresa italiana sia ostaggio dei sindacati è dominante.
        Non sarà la verità (e messa così di sicuro non lo è) ma vallo a raccontare a quelli che leggono sui giornali di trattative estenuanti – Alitalia Air France tanto per dirne una – o di altre annose discussioni di lana caprina che sotto l’ombrello della concertazione si sono impantanate per mesi senza concludere nulla. Vedremo se i provvedimenti in atto sortiranno l’effetto.
        Infine qualunque misura va sperimentata, controllata ed eventualmente corretta.Questo spirito mi pare manchi nel nostro sistema che tende a fare le leggi e a lasciarle lì senza nessun tipo di verifica di tipo istituzionale.

        1. Punto interessante, l’ultimo che sollevi: in realtà esisterebbero due istituti: AIR e VIR.
          Analis Impatto Regolamentazione e Valutazione Impatto Regolamentazione- la prima dovrebbe analizzare in anticipo che impatto dovrebbero avere le norme, la seconda “ex post” valutarne il reale impatto.
          Non mi risulta però che abbia mai divulgato alcunché (sono, a dire il vero, istituti recenti).

          1. Qualcosa sulla legge 194 – tutela della maternità responsabile – che nessuno ovviamente si è filato altrimenti il fenomeno degli obiettori non si sarebbe sviluppato in materia tale da impedire in alcuni casi la corretta applicazione della legge.
            Mi sarei aspettata un osservatorio sulla Biagi, affiancando magari ai controllori istituzionali anche gl’ispettori del lavoro.Niente invece.

  27. @paolo
    no..lui ascolta, si discute, poi come si usa fare in democrazia, decide la maggioranza e la minoranza si adegua..
    valeva per lui, vale per tutti…

  28. @Sed e @Red
    Se si considera l’azione del Governo nel suo insieme, ne esce un quadro piuttosto preoccupante. Mi pare che le istanze che vengono da sinistra restino spesso inascoltate e – le poche volte in cui si arriva a qualche straccio di mediazione – è sempre dopo estenuanti trattative vissute come un fastidio non necessario. Si cerca un’intesa a destra con ripetuti incontri e abboccamenti con individui di dubbia rettitudine come berlusconi e verdini, ma persone come quelle che esprime la minoranza del partito di maggioranza (scusate il gioco di parole), o ancor di più il leader di SeL, vengono sempre percepite come degli antagonisti. Alfano dall’alto del suo 2,5% è al Governo e da quella posizione può dire la sua, mentre chi sta a sinistra e gode di consensi maggiori del partito del Ministro dell’Interno è oggetto di frasi canzonatorie o sarcasmi fuori luogo. E’ questo il punto. Come ho già scritto diverse volte: si corteggia l’elettorato di destra perchè è da quelle parti che si vuole sfondare, profittando del vuoto di potere che il declino berlusconiano ha lasciato.

    @Luigi
    Ho scritto nel post e in diversi commenti (anche ai post precedenti) cosa penso del modo in cui Renzi tratta con la minoranza del suo partito. Sei libero di pensarla altrimenti, non cercare però di convincere me con questi esili argomenti.

    1. Si corteggia l’elettorato moderato ,quello di destra lo corteggiano con successo altri personaggi. I distinguo in questo caso sono dirimenti.
      Se in tutto ciò poi si dovesse profittare della crisi della destra, non si farebbe altro che fare il proprio mestiere di forza politica che vuol governare il paese e a cui servono i numeri necessari.
      La sinistra carissimo Rear non è un sentimento ( anche, ma poco) ma movimento reale delle cose, come diceva quello.
      Per il resto con i percepiti antagonisti ci stiamo presentando in tutte le regionali a scadere.Vedi tu.

      I

  29. @paolo
    ma non si tratta di convincere nessuno, ci mancherebbe…ognuno resta delle proprie opinioni…il tuo ipotizzato spostamento verso destra, ammesso che ci sia, è solo il tentativo di raccogliere il maggior numero di consensi, cosa che in altri paese del mondo si fa ed è legittima..se vuoi allargare il tuo elettorato, devi cercarlo non dove c’è già, cioè a casa tua, ma a casa degli avversari…
    con il tuo ragionamento, il PD sarebbe ancorato al massimo al famoso 25%…
    quanto alla minoranza riottosa, mi pare che comunque venga ascoltata..certo, vedere che il tuo avversario piu acerrimo non è a destra ma nel tuo stesso partito, non è una gran cosa no?
    voglia di sinistra? se ne vadano…spazi ce ne sono finche si vuole…se ritengono che le riforme no sono di sinistra, prego si accomodino..
    ma non lo faranno mai…son mica scemi?

  30. @Sed
    L’elettorato moderato è già bello che conquistato… altrimenti non si capirebbe bene chi ci sta dentro quel 40% e passa che ha votato per il PD alle recenti europee. Ora Renzi punta all’elettorato ancora fedele a FI, profittando del declino berlusconiano. Il problema è che per farlo, sposta il proprio asse politico (e culturale) sempre più verso destra. Tu dici che Renzi fa il proprio mestiere. A me pare invece che un partito che si proclama di centrosinistra, dovrebbe prima di tutto consolidare e rafforzare il proprio appeal in quell’area politica lì (e di lavoro al riguardo – se si volesse/potesse – ce ne sarebbe da fare), non andare a titillare chi fino a ieri giustificava le “cene eleganti” sostenenendo che un Presidente del Consiglio in casa sua può fare ciò che vuole. Fortunatamente a livello locale qualche accordo con SeL resta in essere, non dico di no, ma la direzione intrapresa dalla nuova dirigenza va ormai da un’altra parte. Si preferisce il salotto domenicale di Barbara d’Urso, la compagnia di finanzieri che soffrono di orticaria solo se qualcuno pronunzia la parola “sciopero” e gli abboccamenti con Verdini, mentre si lascia a Civati incontrare Vendola e Landini, non senza prima però commentare con sarcasmo la cosa, facendo molta attenzione a marcare una propria ferma ed assoluta distanza. Altro che sentimento…

    @Luigi
    Sull’ “espansione” a destra e su cosa questo sta comportando ho risposto sopra a Sed. Naturalmente queste mie riflessioni valgono anche per le tue obiezioni…

    1. Quindi un partito di centrosinistra fatto il pieno nella propria area dovrebbe fermarsi lì.Ovvero votarsi all’Opposizione.
      Sento le spoglie del povero Berlinguer che tanto piace alla sinistra pura e dura rotolarsi nel sacello vorticosamente giacché lo avrà ripetuto in cento lingue e migliaia di occasioni che da soli non ce l’avremmo mai fatta.Che ci sarebbe voluto più di un compromesso.A quei tempi,figurati adesso che le fila si sono assottigliate.
      Quanto a Berlusconi e Verdini oramai pure Travaglio ammette che finché qualcuno li vota gl’interlocutori quelli sono.Ne vedi altri? La politica del resto è questo : mettersi d’accordo e quasi mai puoi sceglierti gl’interlocutori.
      Tu parli come se la D’Urso e Landini fossero in alternativa. Non è così. Fanno due mestieri diversi e forse che Obama in pellegrinaggio dalla Winfrey è meno populista di Renzi? Suvvia che di cene col diavolo è lastricata la democrazia.

  31. @paolo
    parli di rafforzare prima l’area di centrosinistra…sai benissimo che non si va mai oltre il 25%, soglia massima raggiungibile..se vuoi vincere, devi giocoforza andare a pescare voti dall’altra parte.
    Le cene eleganti, servono a finanziare il partito, di cui fanno parte anche i riottosi..fa comodo anche a loro, tranquillo…In America funziona da sempre così, possibile che se lo facciamo noi, on va mai bene nulla? il finanziamento ai partiti, come sai, sta scemando fino a scomparire del tutto nel 2017..vuoi cercare altre fonti di finanziamento o no?
    Civati: vorrei capire una volta per tutte, che intenzioni ha..vuole fondare un suo partito “di sinistra”? lo faccia..ma tenere il piede in due scarpe, non è di sinistra, oltre che scorretto.
    Civati e soci, se non sono piu convinti che il PD sia un partito di centrosinistra, anzichè fare i franchi tiratori, se ne vadano..perlomeno coloro che li sostengono, potranno votarli..
    lo sciopero: legittimo ma inutile. non serve a nulla, bisogna fare le riforme, siamo già in mortale ritardo, vogliamo aspettare ancora? basta con le solite manfrine, sia in Parlamento che in piazza: il paese ha bisogno di riforme, specie quella sul lavoro..basta aspettare, avanti.

  32. p.s.
    lo vedi che alla fine, siamo sempre alle solite?
    a parole TUTTI vogliono le riforme, ma proprio tutti.
    ma quando si tratta poi di farle sul serio….

  33. @Sed
    Non ci siamo capiti: io ho scritto che prima di tutto occorrerebbe rafforzare il proprio appeal nell’area politica di appartenenza, ossia il centrosinistra… specificando che se si volesse/potesse di lavoro al riguardo ce ne sarebbe eccome. Infatti da quando Renzi è diventato segretario del PD, si è aperta un’area sempre più vasta a sinistra che non è più rappresentata (altro che pieno). Tant’è vero che – come ho scritto precedentemente – se esistesse l’uomo giusto, che fosse in grado di avere una forte presa popolare, sedurre i media e coagulare quell’area lì, il PD si sarebbe già spaccato. Ma Renzi non ha fatto nulla per conquistare quella “fetta di mercato”, preferendo invece l’elettorato di destra, perchè sa bene che in quell’area può prendere molti più voti. Certo che la D’Urso e Landini non sono alternativi e ci mancherebbe pure. Io parlo di di marketing politico (se mi passi l’orribile espressione), di rivolgersi ad un target piuttosto che ad un altro. Quando si afferma che Camusso e Salvini sono due facce della stessa medaglia (dichiarazione di oggi) si prende una direzione che certo non va a sinistra e certo non fa nulla per avvicinare la propria offerta politica ad un certo elettorato. Berlusconi e Verdini saranno pure interlocutori necessari per le riforme, ma quando sento Bersani affermare che Renzi tratta meglio loro che la minoranza del Partito… quando sento che dalla Leopolda si critica chi è sceso in piazza contro il Jobs Act come Civati, Vendola e Landini… beh, tutto mi viene in mente tranne che Renzi desideri ingraziarsi l’elettorato di sinistra. Il PD non è più DI FATTO un partito di centrosinistra, ma un partito di centro che ha l’obiettivo di sfondare a destra.

    @Luigi
    Per favore basta. Renzi non ha l’esclusiva delle riforme. Se qualcuno osa criticare le sue riforme non significa che è contro il cambiamento, ma più semplicemente che non è d’accordo con Renzi. Ci sono mille modi per cambiare le cose. Non è detto che il modo di Renzi sia quello giusto… e se qualcuno glielo fa notare non è perchè non vuole cambiare.

    1. Beh …uno sarà pur libero di criticare chi scende in piazza, atteso che la Leopolda non è la portavoce governativa e il sindacato non è la Bocca della Verità.
      Il discorso di Renzi è limpido,puoi essere d’accordo o meno : Salvini e Camusso sono le facce di una stessa medaglia chiamata protesta. Che je voi dì?
      Che Camusso è diversa da Salvini come testa è diversa da croce
      Ma questo lo pensa tranquillamente anche Renzi. Resta il fatto che entrambi i leader cercano di aggiudicarsi la gestione di due tipi differenti di protesta sociale.E bada bene che la scrivente pensa che entrambi vadano ascoltati, anche quando straparlano.
      E non mi sembra che con la monoranza interna degli eletti non si sia cercata,trovandola, una via d’uscita.Ma un conto sono gli eletti,un conto è il sindacato.Ancora due mestieri diversi quanto a funzioni e rappresentanza.
      I voti, a meno che non siano quelli gestiti dalla malavita o conquistati attraverso istanze xenofobiche o populiste del tipo uscita dall’Euro, non olent
      L’eventuale patto elettorale non lo si stringerebbe con le forze politiche delle cene eleganti o delle condanne fiscali ma con i cittadini che a quelle forze politiche si sono fin qui riferiti e che magari vogliono le stesse cose che vuoi tu o che voglio io.
      In questo blog due fulgidi esempi di commentatori conquistati alla causa.Saranno mica casi isolati di persone perbene che in passato hanno scelto in buona fede il centro-destra?
      Quanto alle riforme bisogna che i titubanti dicano con chiarezza come intendono modificarne l’impostazione. Altrimenti il tutto si riduce alla lamentazione sulla perdita di democrazia,la fine dei corpi intermedi,l’uomo solo al comando.
      Se ne deduce,vuoi o non vuoi, una volontà di lasciare le cose come stanno.Anche se così non è.
      Ti sei chiesto perché manca il sinistro leader d’impatto?
      Secondo me per mancanza di un progetto definito ed unitario.
      Quanto alle nuove modalità di raccattare consensi girovagando per programmi vari, ci dobbiamo rassegnare : sono cose distanti dalla nostra impostazione ma non è detto che non siano egualmente corrette ed efficaci.
      Quei telespettatori,come direbbe l’ Aaron Sorkin di West Wing, votano e speriamo di convincerli una volta per tutte a votare per noi.

    2. Rear, non so cosa ne pensa Sed, ma credo che il punto di maggiore disaccordo fra noi sia il fatto che “esite una grande area a sinistra” poco o nulla rappresentata da Renzi.
      Io non credo sia così.
      O meglio, credo sia un’affermazione molto discutibile, per tante ragioni: prima fra esse, capire cosa intendiamo per “sinistra”.
      A me pare che il PD, e tutta l’area di sinistra, viva una crisi “d’identità” ben rappresentata dall’art. 18: da una parte, coloro che vogliono difendere l’esistente a spada tratta (magari anche a ragione); dall’altra, coloro che vedono l’insufficienza di questo esistente e la necessità di evolvere.
      Io credo ci sia della “sinistra” in entrambi questi punti di vista, nella difesa dei diritti “acquisiti” e nel cercare di estendere questi diritti. E credo pure che ciascuno di questi punti, da solo non sia affatto “di sinistra”.

      Ecco perché non riesco a farmi persuadere da questa idea: perché rimane ferma, troppo ferma, sull’esistente, senza guardare oltre.
      E ho conferma di questo ogni giorno: come ti ho scritto nei miei primi commenti, sento un sacco di operai e cassaintegrati che spingono con decisione nella direzione di riforma proposta da Renzi col jobs-act. Ma, se è così, possibile che chi vorrebbe difendere questi diritti non si renda conto della loro insufficienza?

      Guarda, se non l’hai già visto, l’intervento di Fassino alla direzione del PD: http://www.youdem.tv/doc/272104

      1. Quando è stato licenziato lo Statuto dei lavoratori c’erano tre sole tipologie di contratto a termine. :
        Sostituzione per ferie,sostituzione per maternità e nel caso di commesse straordinarie.Stop.Oggi siamo al Far West.
        I Diritti certo non invecchiano e i Principi men che meno ma non adeguare i medesimi ai tempi che cambiano può significare creare Ingiustizia sulle Ingiustizie.
        Posso capire chi vede nell’art18 un simbolo ma costoro devono capire che la realtà sui luoghi di lavoro e soprattutto nelle Aule di Tribunale è decisamente un’altra.
        Aule laddove i cinque anni – mediamente – di una causa di lavoro possono determinare il soccombere della parte più debole anche nel caso che abbia ragione da vendere.
        Sono d’accordo sulla crisi d’identità anche se l’espressione mi evoca il Quarto Stato bisognoso di psicoanalisi (pensa la pletora di lettini tutti in fila),per quanto riguarda Rear,si sa che è un ansioso poco incline all’ottimismo ma non per questo animato da cattiva fede.Un giorno gli racconterò della marcia dei quarantamila,sono sicuro che era distratto dall’allora fidanzatina cui si dedicava con amore mentre noi eterni zitelloni,vivemmo l’incredibile esperienza di aver perso tutto.

  34. @paolo
    ma nessuno disconosce il diritto di critica, per carità…ma dopo averne discusso all’interno del partito, ci deve essere compattezza, e così invece mi pare che non funzioni…ci sta non essere d’accordo, se ne parla, se ne discute, ma poi si accetta ciò che decide la maggioranza..funziona così in un partito che si chiama democratico.
    Hai provato a ipotizzare quanto vale oggi la minoranza del PD che si sente di sinistra? diciamo esagerando un 4%? e se devi andare a prendere voti, tu dove andresti, a raccattare quel 4% di riottosi che si dichiarano a parole di sinistra, o a cercare di prenderli dove c’è la possibilità di andare oltre un 10%?
    Dire che Salvini e la Camusso sono la faccia della stessa medaglia, lo trovi così scandaloso? mi pare che entrambi abbiano come obiettivo quello di far cadere Renzi..non importa cosa succede dopo, ma lui deve cadere..e in questo, mi pare, la pensino allo stesso modo entrambi..
    non è ancora esecutivo il job act, e già la Camusso scende in piazza? ma se nessuno sa ancora i contenuti precisi, che scioperi a fare? contro cosa?
    guarda che l’art 18 rimane invariato per coloro che un lavoro già ce l’hanno, e siccome il sindacato tutela solo i lavoratori e non i disoccupati…di che si preoccupa?
    non ti arrabbiare con me…io ti dico solo come la penso, e non ho assolutamente la pretesa di convincere nessuno, tantomeno te, espongo solo il mio piccolo pensiero…:)

  35. Bravo Luigi che fa notare che

    Il JobsAct non c’è: c’è una delega che indica per paragrafetti l’ambito di intervento.
    Le modifiche all’art.18 dello statuto di cui si parla valgono per i neo assunti, ai quali si applicherebbe una delle tipologie di cui si discute piuttosto vagamente, cioè il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, un giorno sapremo quali.
    Poiché si tratta di delegare un gruppo di non eletti a fare la legge e decreti attuativi, alcuni degli eletti si chiedono: e perché? E se proprio proprio, cosa ci scrivi e come lo finanzi? Se questi eletti saranno minoranza, il governo riceverà dalla maggioranza degli eletti la delega a redigere la legge.
    A noi elettori sta di fidarci o non fidarci.
    Noi liberi di assegnare la fiducia sulla base delle interviste del premier a conduttrici della TV pomeridiana o magari guardando alla legge di stabilità. Ciascuno trarrà le sue conclusioni.

    Io al solito non capisco, scusate, chi mi aiuta per piacere?
    1) A cosa serve il JobsAct?
    2) Di cosa si occupano quelli che conoscete e che sostengono convintamene la cancellazione del reintegro per ingiusto licenziamento per i neo assunti?
    3) Avete mai provato a fare ricerca in Google, Bing o motori vari per vedere cosa esce da airlines strike, air traffic controller strike e compagnia volante?
    4) Mentre apprendiamo di stranieri che guardano con disappunto agli scioperi Alitalia (11^ compagnia europea per numero di passeggeri, appena sopra Thomas Cook Group e Norwegian Air Shuttle e preceduta dalla scandinava SAS. Daje) e che lo stato imprenditore non va bene – quindi mi adeguo e guardo con disappunto a roba tipo Volkswagen, PSA, Renault, Areva, EDF, ZF Friedrichshafen etc., ma anche Etihad, e quindi di nuovo Alitalia, sfiga!, e Qatar Holding (mai più in Valentino! mai più da Harrod’s! non compreremo neanche una bottiglietta d’acqua da Sainsbury’s e mai più una partita del PSG!), uno si domanda: ma allora, una volta fatto tornare il sorriso sul volto straniero con il JobsAct e le riforme, che succede?

  36. @Sed
    Il segretario del PD è libero di criticare chi vuole… però se le affermazioni più derisorie e sferzanti sono rivolte ai principali esponenti della minoranza di sinistra del suo partito, al maggior leader politico dell’area di sinistra e ai segretari sindacali della stessa area e non a berlusconi o a grillo qualcosa dovrà pur significare. Se Renzi identifica come nemici le figure più rappresentative di un certo settore politico e non più i “leader dello schieramento avverso” (tanto per citare il buon Veltroni) qualcosa dovrà pur significare. Se Renzi intraprende battaglie politiche che vanno nella direzione di ridurre i diritti dei lavoratori e non perde occasione per denigrare quei sindacati che glielo fanno notare, può essere legittimo pensare che sembri un leader della destra (copyright by Civati)? Sulla questione invece se sia nato prima l’uovo o la gallina, cioè il progetto unitario o il leader di impatto… beh, io non sono molto d’accordo… come peraltro ho già detto. In Italia lo sport più diffuso e il salto sul carro di quello più forte. Trovane uno forte ed il progetto unitario va da sè. Basti vedere cosa è successo con Migliore. Quanto infine “alle nuove modalità di raccattare consensi girovagando per programmi vari”, è sicuramente cosa vincente. Posso dire però che non mi piace, specie se la fa il segretario del PD e non un Salvini qualsiasi?

    @redpoz
    D’accordissimo sulla crisi di identità della sinistra, la quale crisi però da un anno a questa parte è esasperata dal leader del maggiore partito italiano che dovrebbe essere di centrosinistra ed invece pare quasi pentirsene…

    @luigi
    Ecco Luigi… hai colto il punto con grande precisione! A Renzi interessa il potere, interessa di conseguenza un partito che sia il più grande possibile. Quindi poco importa che se per conquistare ancora un 10% di elettori di destra (e non certo quei “pochi” che stanno a sinistra) stravolge l’asse politico (ed anche culturale) del PD. A proposito della Camusso, ieri ha dichiarato che Renzi dialoga solo con quelli che gli danno ragione. Ecco… mai immagine è stata più calzante di questa per spiegare chi è il nostro Premier…

    1. Quindi il leader forte elabora il progetto?O il progetto già c’è e basta trovare chi lo interpreta nel modo più brillante?
      A me pare che la tua visione sia un po’ distorta non solo dall’antipatia per Renzi ma da una discreta passione per le analogie oltre che per le meccaniche più o meno celesti.
      Non vedo progetti e non vedo leader,non vedo unità a sinistra.
      Vedo Renzi che non è la mia tazza di tè e non m’è nemmeno simpatico – non me lo devo sposare d’altronde, quindi simpatia o antipatia lasciano il tempo che trovano – ma che seppure andasse a presenziare spettacoli di burlesque mi sembrerebbe comunque diverso da Salvini per il semplice fatto che esprime cose diverse e rappresenta altro.Ognuno è se stesso ed è la storia che è.
      Ora se vogliamo trasferire la filosofia del bar di sotto all’analisi politica ogni suggestione o rifrittura rispetto a Renzi (democristiano,figlio di Berlusconi, cugino di Salvini,piduista e massone) va bene.Ma se poco poco ci punge vaghezza che Renzi – come del resto Grillo o Berlusconi o la Taverna der lotto XYZ ar Quarticciolo – non piove dal cielo,non è un fenomeno estemporaneo ma nasce da una precisa situazione anche di crisi – identitaria,culturale, economica o quel che vuoi tu – e da un lungo concatenarsi di eventi che partono da ben più lontano dei trent’anni che abbiamo alle spalle, allora forse potremmo cominciare a vedere le cose nel merito.Ovvero dov’è che questa tanto vituperata legge sul lavoro fa acqua e dove no o dove la sistemazione della coperta corta di stabilità va a segno o meno. Così tanto per essere liberi da pregiudizi,così tanto per stare anche a vedere dove vanno a parare realmente tutti questi provvedimenti nel loro complesso.
      Non devo essere rieletta e non salgo su carri, sto dove sono sempre stata,il più possibile vicino alla realtà e senza condizionamenti di nuovi idoli.Non parliamo poi di quelli vecchi.Dissacra Rear,dissacra. Lo dico per il tuo bene.

    2. Ma allora non riesco proprio a spiegarmi… Renzi, per me, è un antidoto (non certo l’antidoto) a questa “crisi d’identità”.
      Renzi interpreta, come già scritto, quella parte di sinistra che vede nell’innovazione della tutela dei diritti la sua mission.
      E forse oggi è quella che ci serve, visto che son decenni che passi avanti in questa direzione ne facciamo pochini.
      Anche a scapito di perdere qualcosa, perché in politica il win/win è cosa rara….

      Guarda, io la legge delega l’ho ben letta e studiata: si potrà accusarla di una certa vaghezza, ma sicuramente non di non essere orientata idealmente a principi “di sinistra”. Semmai, si tratta di declinare quei principi con regole adatte ai tempi mutati.
      O vogliamo forse nascondere la testa sotto la sabbia e dire che le regole attuali vanno benissimo?

  37. @paolo
    e lo trovi così scandaloso andare a caccia di voti per poter governare senza dover ricorrere ai vari SEL di turno? lasciamo che siano i cittadini a decidere, vediamo intanto come andranno le cose in Emilia e Calabria, non è un gran test, ma qualcosa ci dirà di sicuro.
    ma io dico, gli 80 euro, sono di destra o di sinistra?
    la social card anche agli immigrati, è di destra o di sinistra?
    la tassazione delle rendite, è di destra o di sinistra?
    il tetto agli stipendi dei manager, è di destra o di sinistra?
    se Berlusconi torna in campo vomitando contro Renzi, è di destra o di sinistra?
    e infine…cos’è la sinistra allora?
    il Peppone col fazzoletto rosso?? e dove ce ne sono ancora? ma manco alla FIAT esistono piu le tute blu..qualcuno lo dica a Landini e alla Camusso…
    qualcuno si è accorto che siamo nel terzo millennio, e le cose son cambiate?
    la Camusso deve ancora spiegare il perchè si scende in Piazza, naturalmente di venerdì, of course…
    se lo sciopero è contro un provvedimento che entrerà in vigore dal 1.1.2015…o vede lungo, o non sa piu cosa fare per mantenere i consensi…
    dov’era la Camusso all’epoca della riforma Fornero? in vacanza?
    quando mai si è preoccupata dei disoccupati?
    fare cose di sinistra, come dice Civati…e lui cos’è? uno che cerca visibilità andando a fare il prezzemolo ovunque si critichi il Governo? è un doppiogiochista, è capace di andarsene dal PD? è legittimo che certi personaggi non si ritrovino più col nuovo PD.02…
    e allora aria..come dici tu, c’è tanto spazio a sinistra, occupatelo no?
    e te lo dico offrendoti una PELFORTH, al Bar dello Sport :))

  38. @Sed
    Esattamente. Il leader forte elabora il progetto. Che poi, anche sul termine “elabora” ci sarebbe da discutere. L’italiano medio (quello che fa vincere le elezioni e di conseguenza quello su cui punta Renzi) non ama le elaborazioni troppo sofisticate. Pochi concetti, meglio se basici. Del resto, perchè Renzi ha vinto le primarie del PD? Sulla base di quale progetto? La rottamazione della precedente classe dirigente. Giovane versus Vecchio. Nuovo versus Antico. Che poi nel tempo è stanto venduto con sfumature differenti e sempre più arbitrarie, come Successo versus Fallimento o Cambiamento versus Immobilismo. Fine.
    E’ vero quello che dici: Renzi nasce da una situazione precisa e da un lungo concatenarsi di eventi. Non è un fenomeno estemporaneo ma è un prodotto dei tempi. Ossia, il suo successo, le sue vittorie sono tali perchè la sua proposta è modellata con grande precisione, in modo da adattarsi perfettamente alle caratteristiche della società italiana di questi anni. Per tanti questa cosa è un grande pregio. Io la considero un forte limite ed anche un pericolo.

    @Luigi
    Rispondo su cos’è la sinistra per me… e ripeto per me. Altri avranno altre idee, io ho queste: per me la sinistra è una somma di ideali e progetti che si muovono nella direzione di salvaguardare le fasce più deboli della popolazione. Con una grande attenzione e rispetto per quelli che sono i diritti delle minoranze (siano queste etniche, religiose, ma anche le minoranze omosessuali, ecc) garantendo loro libertà di espressione, di pensiero, di coscienza ecc. Una forza a cui stiano a cuore temi come la scuola, la cultura, il senso civico ma anche il lavoro e la sanità. Una forza che sappia che se si vuole davvero cambiare il Paese si deve prima di tutto affrontare il problema culturale… che combatta quindi il conformismo e l’appiattimento ed educhi al rispetto per il diverso e alla bellezza in senso lato.
    Quanto a Landini, la sua è sicuramente una frase infelice… ed infatti mi risulta che si sia già scusato, contrariamente a qualcun altro che delle sue frasi infelici non solo non si scusa, ma ne va fiero…

    1. Renzi ha vinto le primarie con la mozione” Cambiare Verso” una ventina di pagine contenenti dodici punti, la rottamazione riguardava il Partito. Poca roba.
      Gli altri punti attraversavano – Europa,Scuola Lavoro,Welfare etc – lo scibile politico. Non so quanti si siano presi il disturbo di leggere tutta quella roba,ma chi non lo ha fatto ora non può dire che Renzi ha vinto solo con lo slogan del rinnovamento.
      Ammettere che Renzi è l’esito di una fase e liquidare la portata del fenomeno con due battute o con definizioni frettolose porta dritto dritto a tenersi Renzi e quel che significa vita natural durante.
      Come fai a contrastare qualcosa o qualcuno se non tieni conto di quel che realmente è?Come fai a dominare la complessità semplificando e tagliando con l’accetta?
      Succederà con Renzi quel che è già successo con Berlusconi chiacchiere,battute,satira e tutti scatenatissimi : è durato vent’anni.
      Se non ci pensavano i giudici stava ancora lì.Anzi adesso che ci penso c’è ancora.
      E manco male che pure Landini ha imparato la canzone e ha cominciato a lanciare battute infelici.Poi certo che s’è scusato.E vedi un po’ prendersela con qualche milione di elettori – tra cui molti suoi iscritti – non è precisamente quel che si chiama la modalità civile richiamata da Mauro.

    1. Eh vabbè, il linguaggio di Renzi non va bene e non è il massimo. Lo riconosco pure io questo (e mi pare anche di averlo scritto).
      Ma vogliamo guardare il merito?
      Perché fino a che ci fermiamo alla bandierina e al risiko dell’art. 18, è inevitabile che anche il linguaggio ne risenta fortemente. Da una parte come dall’altra.
      (e non m’interessa affatto chi ha cominciato)

      Continuiamo a girare sempre intorno alla stessa questione… quando, forse, sarebbe utile cercare una visione un pò più ampia.

      Ripeto: se Renzi vince prendendo i voti di coloro che hanno votato PDL e Berlusconi in passato e poi approva una riforma del lavoro che estende tutele e diritti (o in altri campi), io non ci trovo nulla di male.
      E capisco l’obbiezione che con quei voti queste riforme diventano difficili, ma allora vorrei che mi dimostrassi dove sono riforme “di destra” piuttosto che di sinistra.
      (e non fermiamoci alle virgole del testo, ti prego, altrimenti tutto il ragionare di principi è bello che inutile)

  39. @Sed
    Sù… io ho parlato di italiano medio, che – ribadisco – è quello che fa vincere le elezioni. Quanti italiani medi, secondo te, sanno che esiste una mozione che si chiama “Cambiare Verso” e cosa contiene e quanti l’hanno letta??? Renzi ha conquistato più del 40% sulla scorta di quanto ti ho scritto prima. Oppure ritieni che la maggior parte degli italiani sia informata in modo preciso ed approfondito? I più votano sulla scorta di sensazioni che stanno appese a pochi concetti elementari, perlopiù reiterati in televisione.

    @Red
    Ho trascorso gli ultimi 20 anni a cercare di spiegare che la forma in politica è anch’essa sostanza. Non esiste un linguaggio da disapprovare ed un merito che invece è efficace. Esiste un’azione politica che è espressione di molte cose, che tutte insieme vanno in una certa direzione. Se ad esempio si tratta con arroganza chiunque la pensi in modo diverso, non soltanto si usa un linguaggio criticabile, ma si fa cattiva politica e si definisce un modello (politico, ma anche culturale) sbagliato. Non è un discorso che vale solo per Renzi, sia chiaro. Vale per tutti, Renzi compreso.

    @Luigi
    Ad ognuno il suo :)

    1. Se non l’hanno letta problemi loro.Normalmente uno che va a votare s’informa,le tre mozioni erano a disposizione ovunque,poco mancava che le mandassimo a casa.Poi se vuol votare sulla scorta di sensazioni, pazienza.
      Resta inteso che dopo non può dire che nei programmi delle primarie non c’era questo e non c’era quello.O addirittura che non c’erano i programmi.C’era,come sempre, tutto.E si capiva benissimo dove Renzi voleva andare a parare.

  40. che scoppola per i gufi…
    l’astensionismo ha colpito tutti…ma vince sempre il PD…
    come sono cambiati i tempi eh???
    :)

  41. @Sed
    Beh… più che di problemi loro io parlerei di problemi nostri, visto che se una parte considerevole dell’elettorato vota sull’onda di sensazioni superficiali, non approfondendo informandosi a dovere su fonti diverse, il problema è di tutta la comunità. Certo oggi è Renzi (e poteva andare peggio, te lo concedo), ma un atteggiamento del genere non può che costituire un preoccupante brodo di coltura per fenomeni come il populismo (e si è visto nel nostro recente passato). Quando a Luigi davo una risposta su cos’è la mia idea di sinistra, parlavo di una forza che si ponesse come obiettivo principale quello di affrontare il problema culturale di questo Paese. Solo muovendosi in questa direzione potremo “costruire” delle nuove generazioni più preparate, mature, consapevoli e con maggior senso civico e certo anche meno in balia dell’incantatore di turno.

    @Luigi
    Il PD vince perchè aveva stravinto prima… e quindi può garantirsi una distanza da tutti gli altri partiti considerevole. L’astensionismo però colpisce anche lui e parecchio… fossi in Renzi mi preoccuperei.

    1. Problemi loro nel senso che ognuno è responsabile delle proprie azioni ma soprattutto che l’assillo dell’educazione delle masse me lo sono tolto da un pezzo,mi accontenterei ,come sinistra, di dare il buon esempio e, come vedi,non sempre accade.
      Ho molto a cuore l’Emilia e conoscendo piuttosto bene quella realtà, posso capire il disappunto di chi ha preferito stare a casa piuttosto che dare un voto senza convinzione.Ma se pensi che in questo entrino motivi del tipo le offese a Landini,sbagli,piacerebbe anche a me che fosse così, in realtà da cittadini evoluti quali sono,hanno mal vissuto gli episodi di presunta corruzione e la mancanza di sostegno nel momento di grave difficoltà. Faccende che anch’io considero gravi.
      In Emilia il PD lo hanno realizzato da almeno trent’anni.Come pure furono l’asse portante e l’ispirazione del dibattito che portò allo scioglimento del PCI. Sul resto Guareschi,molto amato da Serra che tu ami, aveva detto tutto.

    2. @paolo
      sicuramente Renzi si deve preoccupare, rimane il fatto che da quando c’è lui segretario del PD, sono solo vittorie..poi si deve riflettere sull’astensionismo, e ci mancherebbe…
      Il sindaco di New York è stato eletto con una partecipazione al voto del 28%…o qui siamo abituati male, o bisogna rivedere qualcosa..ci stiamo americanizzando pure noi.
      Alla fine, conta chi ha votato, ed è sulla base di questo che si determinano i risultati..chi sta a casa, non ha mai ragione..

  42. @Sed
    Sicuramente ciò che è successo in Emilia ha il suo bel peso sul crollo delle presenze alle urne. Del resto, l’ho premesso subito: trattasi di consultazioni locali e quindi non è così semplice trarne delle conclusioni di respiro nazionale. La controprova l’avremo solo alle prossime politiche che potrebbero anche essere più vicine della fine naturale della legislatura. Ciònondimeno almeno due dati sono di tale dimensioni (astensionismo e raddoppio della Lega su FI) che non credo possano avere esclusivamente una spiegazione locale.

    @Luigi
    Su questo siamo d’accordo. Ma siccome trattasi di politica e non di campionato di calcio, ritengo sia importante anche analizzare i dati e capire cosa è successo, e non limitarsi a leggere la classifica.

  43. @paolo
    ma sicuramente all’interno del partito verrà fatta un’analisi del voto, resta il fatto che nonostante Renzi, ha vinto il PD..e non di poco.
    Non dimentichiamoci mai il perchè si è andati votare in quelle due regioni..

  44. @Luigi
    Non mi pare affatto, dai primi commenti che ho sentito da Renzi, che si sia fatta una lucida analisi del voto. Definire l’assenteismo un aspetto secondario, come ha fatto lui, è gravissimo… specie perchè il Presidente del Consiglio dovrebbe muoversi proprio nella direzione di ridare fiducia nella politica e nelle istituzioni. No… non ci siamo proprio!

  45. @paolo
    Renzi ha fatto l’ennesima uscita infelice, tuttavia lunedi prossimo ci sarà una riunione del PD dove sicuramente si affronterà anche il tema dell’astensionismo.
    quanto alla fiducia, credo siano altri quelli che remano contro…non stanno dando di sicuro un bell’esempio di appartenenza al PD…
    ma non se ne andranno, sanno benissimo che sarebbe la loro fine politica…la gente capisce tutto, ma il traditore interno non lo sopporta nessuno.
    tanta voglia di sinistra (parola vuota detta così…ma fa tendenza), ma a parole…
    Solo Bersani e forse Cuperlo non se ne andranno mai…gli altri aspetto che si decidano..(ma non lo faranno mai…)

  46. @Luigi
    Mi pare che in questi mesi le uscite infelici di Renzi si stiano susseguendo con una frequenza che dovrebbe preoccupare… sul resto, ripeto fino allo sfinimento: se il partito sta andando verso la scissione, esiste un unico responsabile politico ed è il segretario, il quale ha nel suo mandato il dovere di ricercare una “sintesi” da tutti accettata. Il dovere del segretario infatti non è solo vincere le elezioni, ma anche tenere insieme il partito e – francamente – non so quale delle due cose sia più importante dell’altra…

  47. @paolo
    siamo su posizioni diametralmente opposte, non so se si nota :)
    per me i responsabili dello sfaldamento del partito, sono coloro che si comportano come cani sciolti, vanno per conto loro , se ne fregano di tutto e di tutti e della disciplina di partito, tanto sbandierata tempi addietro, se ne infischiano…se nemmeno il presidente Orfini li giustifica, io qualche domanda me la farei.
    Tu parli di tenere insieme il partito…mi pare che la pazienza abbia raggiuntio il limite di sopportazione, piu che ascoltarli, fare modifiche, che altro vogliono costoro ???sono stati accontentati sia sulla legge elettorale sia sul job act..e questo è il risultato?
    vorrei capire dove vogliono arrivare, sicuramente nessuno li manderà via dal PD,tranquillo, anche se.ormai non hanno più nulla a che spartire col PD…cosa aspettano a fondarsi il loro partitino??
    Un plauso a Bersani..gli altri si vergognino…voglio proprio vedere se al Senato hanno il coraggio di far cadere il Governo..alla faccia della disciplina di partito..

  48. @Luigi
    Il PD non è mai stato la Lega, nè M5S o FI (fortunatamente), nè qualsiasi altro partito patronale. Il PD è sempre stato un partito pluralista in cui si sono amalgamate idee ed esperienze diverse. Questa è sempre stata la sua caratteristica. Ora Renzi lo vorrebbe trasformare in un partito dove decide uno solo, dove chi dissente dal pensiero unico è visto come un fastidio… come un Fini per berlusconi o un Favia per Grillo. Renzi si sta muovendo per fare in modo che la minoranza di sinistra del partito se ne vada, per poter legittimarsi ancora di più presso l’elettorato di centrodestra e di conseguenza prendere i voti in quell’area lì. Visto che non li può cacciare direttamente, ha sin dal primo giorno instaurato un clima di arroganza ed intolleranza verso chi non apparteneva alla “corrente renziana”… ricorderai dopo pochissime settimane Cuperlo costretto alle dimissioni da Presidente, perchè troppo poco ortodosso rispetto alla linea della dirigenza. Se ci riuscirà, si farà ricordare come il segretario che ha posto fine al PD come lo abbiamo sempre conosciuto….

  49. @paolo
    questa è la tua visione del PD..io ne ho una completamente differente.
    a ogni riunione del PD (e ne sono state fatte parecchie), ognuno ha avuto la possibilità di dire la propria..è innegabile, ci sono i filmati degli streaming ..
    dopodichè, una volta che si passa alla votazione, ci si allinea tutti..è sempre funzionato così nel PD..
    se il malumore persiste, e se la minoranza non accetta la scelta della maggioranza, molto semplicemente se ne va altrove, ma non sta a sabotare dall’interno, ma non esiste proprio..
    quindi, se vogliamo dirla tutta, chi sta distruggendo il PD è quella minoranza di cani sciolti, che non accettando nulla di ciò che viene proposto, non ha il coraggio di andarsene..
    la verità è molto semplice: gente abituata a perdere sempre, maldigerisce ora che ci sia un soggetto che li ha portati alla vittoria: è una loro sconfitta.
    il PD è un partito pluralista, altrimenti certi soggetti sarebbero già stati sbattuti fuori, come capita nei partiti da te citati sopra.
    Renzi non decide da solo…ti risulta che in FI, Lega o Grillo, ci siano le riunioni di partito per discutere?

  50. p.s.
    ricordi quando ci fu il caso Cancellieri?
    Renzi si dichiarò contrario al salvataggio dell’ex ministro, ma era in minoranza, e i suoi, per disciplina di partito votarono compatti quello che decise la maggioranza …
    ora spiegami perchè la stessa regola non vale per gli altri…

  51. @Luigi
    Semplicemente perchè non esiste una maggioranza. Esiste ciò che decide il segretario. Segretario che non si è mai posto in termini collaborativi e legittimativi nei confronti di chi dissente, ma sin da subito ha inteso interpretare il suo ruolo in modo autoritario ed intransigente.

  52. @paolo
    ma non è colpa di nessuno se la maggioranza del PD è a favore di Renzi..
    se fosse come dici tu, bersaniani, civatiani e compagnia bella, sarebbero stati espulsi da un pezzo.
    ma non è così..
    quello che manca nel PD è la famosa disciplina di partito..

  53. @Luigi
    Espulsi? Parli secondo dinamiche che esistono (per adesso) solo in partiti come M5S o FI. Se Renzi avesse espulso Civati si sarebbe fatto un autogol clamoroso. Renzi, come Salvini, sta accentrando tutto nelle sue mani. Ripeto che non esiste una maggioranza, ma un uomo solo che detta la linea e che non prevede di legittimare chi la pensa diversamente da lui…

  54. @paolo
    mi sono spiegato male io e me ne scuso.
    intendevo dire che non succederà mai che Renzi mandi via qualcuno dal PD, non lo hanno fatto con Mineo, e ce n’erano di buone ragioni per farlo…
    il PD fortunatamente non è nè FI nè M5S (un apio di espulsioni in vista, per non perdere le buone abitudini…), ma qui siamo all’eccesso di democrazia..
    quanto all’uomo solo al comando, è una frase di bersaniana memoria, ed era riferita a Berlsconi e Grillo, non mi pare che si possa paragonare Renzi a questi personaggi, almeno su questo ne converrai con me, spero.
    Renzi è forte di una maggioranza ampia che lo sostiene, ma questo non vuol dire che decida lui da solo.
    cosa vuol dire legittimare chi non la pensa come lui? tutti hanno diritto di parola e tutti esprimono la loro opinione, ma vorrai pur che alla fine si prenda una decisione no?
    e in un contesto democratico, la minoranza deve allinearsi, come faceva Renzi a suo tempo.

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