Di Arte, Cinema, Noia, Malick e Von Trier

Di Arte, Cinema, Noia, Malick e Von Trier

Il film più brutto che ho visto quest’anno è The Tree of Life di Terrence Malick. Un autore con un’idea di cinema pretenziosa, infarcita di simbolismi più o meno criptici, di intellettualismi privi di consistenza, di filosofeggiamenti new-age sui massimi sistemi e sul senso dell’esistenza. Un Cinema che è inutile esercizio di pedanteria, e che stabilisce un rapporto diretto e proporzionale fra la [presunta] profondità delle tematiche affrontate e la pesantezza della pellicola che le sostiene. Un Cinema – e questo è l’aspetto peggiore – che non solo separa il regime narrativo da quello propriamente visivo, ma che si spinge a negare il primo a favore del secondo, finendo quindi col rigettare l’essenza stessa del Cinema, che è quella del racconto per immagini. L’Arte è comunicazione, ed il Cinema – che è l’Arte popolare per eccellenza – è intrattenimento. La sfida è intrattenere comunicando in modo intelligente e colto. Ma se invece si sceglie deliberatamente di fare a meno del ponte che deve sussistere fra autore e fruitore, o di realizzarlo in modo che questo arrivi ad un numero esiguo di persone, si compie un’operazione che è sleale e fasulla.

Il danese Lars Von Trier ha affermato che lui non fa cinema per gli altri, ma solo per se stesso. Ed è proprio questa sorta di assoluto onanismo autoriale ad ascrivere Melancholia allo stesso tipo di esercizio artificoso e velleitario descritto per Malick. I loro due lavori, entrambi inopinatamente premiati all’ultimo Festival di Cannes [miglior film Malick, migliore attrice Von Trier], presentano diversi aspetti comuni, oltre quello di avermi profondamente annoiato. Sia l’uno che l’altro mettono in parallelo il particolare della vita delle persone con l’universale dei grandi eventi astrali. E mentre Malick realizza uno sfinente videoclip a base di musica classica, Von Trier si impegna ad essere più narrativo, ma con risultati altrettanto deludenti. La sceneggiatura abbozzata e farraginosa non approfondisce mai nessuno snodo di una vicenda di per sè già oltremodo banale. Situazioni e dialoghi imbarazzanti sono nella migliore delle ipotesi frutto della dichiarata depressione del regista, se non dell’assunzione di sostanze forse lecite e forse no. Probabilmente le stesse che durante la conferenza stampa di presentazione del film lo hanno portato a sostenere di simpatizzare per Hitler.

41 pensieri riguardo “Di Arte, Cinema, Noia, Malick e Von Trier

  1. Mai stato in così grande disaccordo con te ;-)
    Due opere diverse e intense, che hanno il merito non tanto di separare il piano narrativo da quello visivo, quanto quello di esprimere per immagini ciò che non può essere narrato (solo) con parole e linearità dialettica.
    Certo, bisogna avere le giuste aspettative e un (sano, per quanto posso dirne io!) desiderio di spostarsi su un piano più sottile…Ma, ecco, di sicuro tutto questo con la supposta spinta "New Age" di Malick (o di Von Trier) ha molto poco a che fare, semmai ce l'ha con una pennellata pregiudiziale, un po' eufemistica voglio sperare, di chi guarda e non si trovo in sintonia con lo sguardo "biblico" di questi due film…

  2. C'è anche chi sostiene che il proprio cinema non ha bisogno di pubblico ma è il pubblico che ha bisogno …etc etc.
    Il che farebbe venire voglia di uscire dalla sala immediatamente, se l'espressione non venisse da uno dei nostri migliori registi.
    I quali  sono spesso curiose creature ma a onor del vero Von Trier non ha detto di simpatizzare per Hitler – tutta la sua storia smentirebbe – anche se dietro le uscite infelici di quella mattina c'è la supponenza di chi crede di essere al bar tra amici e non ad una serissima – a Cannes lo sono ancora – conferenza stampa e di poter usare paradossi a piacimento.
    Cara gli è costata l'impudenza perchè da vincitore in pectore è passato ad essere cacciato di fatto dalla croisette che pure lo ama.( a riprova della serietà cannense)
    Ciò detto, poichè a me piace anche il cinema estetizzante,nel caso di Von Trier, e demiurgico roboante alla Malick, ho amato entrambi i film.
    Una necessità, che qui sarebbe lungo spiegare, mi obbliga alla concentrazione su tutto quel che vedo, di qui la scoperta di film poco masticabili ma interessanti.
    Il cinema è tante cose ma il fatto che le immagini arrivino a tutti non basta a farne un'arte specificatamente popolare. Poi sono d'accordo con te, si deve lavorare per il pubblico. Ma non può essere il pubblico l'unico filo conduttore di un'opera

  3. @mulosetaccioepiccone
    Sapevo che con questo post avrei ricevuto opinioni discordanti dalla mia, ma anche questo è il bello del Cinema… il potersi raffrontare con sensibilità differenti. Ti garantisco che conosco piuttosto bene entrambi i registi (meglio Malick per la verità) e quindi le mie aspettative erano piuttosto "adeguate". La mia idea di Cinema è quella che ho esposto. "The Tree of Life" è un insieme di suggestioni visive che fanno a meno di un racconto. Mentre nei due lavori precedenti Malick era riuscito a coordinarle e dar loro un senso all'interno di un regime narrativo, qui non ci si prova neppure. Il risultato? Uno straordinario videoclip. Quanto poi al film di Von Trier, l'ho trovato semplicemente noioso. Si procede per un accumulo di simbolismi dentro una sceneggiatura abbozzata, tirata via, con dialoghi e situazioni che sfiorano il ridicolo.

    @sedlex
    L'espressione "simpatizzare per Hitler" viene riportata su diversi siti fra cui quello della RAI. Altri siti scrivono che Von Trier avrebbe affermato "Hitler mi sta simpatico", altri ancora "capisco Hitler, mi fa simpatia". Diciamo che il senso è quello. Tu hai notizie diverse? Mi rendo conto che si tratti di una provocazione, ma io penso ancora che ci sia un limite a quello che un personaggio (peggio se pubblico e famoso) può dire.

    Non discuto su questioni di gusti. In questo caso i nostri non coincidono, ma come dicevo nel commento precedente, il bello è anche questo.
    Certamente il pubblico non può e non deve essere il solo motivo per cui si realizza un'opera più o meno artistica. Però penso che un autore, i cui lavori prevedano una distribuzione, una visione "altra" (e non mi spingo ad usare il termine "mercato" che detesto), debba essere in grado sia di dare una impronta personale, sia di considerare di mettersi in rapporto con il pubblico.

  4. Dopo ampia premessa sul sionismo e sulla tendenza di certi popoli a replicare su altri il male ricevuto, ha detto " soto questo aspetto,capisco Hitler".
    Attimo di panico, Kirsten e Charlotte stile scolarette che si guardano la punta delle scarpe e platea incalzante di domande.
    Von Trier, Invece di scusarsi spiegando l'evidente paradosso, s'è offeso per il fraintendimento ( come osate pensare che io sia nazista recitava il sottotesto) e non  si è più riusciti a venirne fuori.
    Quando poi ha concluso con qualcosa del tipo " si vabbè adesso sono nazista" per poco non è corsa la gendarmeria.
    Successivamente in varie interviste ha chiarito.
    Secondo me hanno fatto bene a sbatterlo fuori così impara a gigioneggiare ma ciò non significa che sia nazista, solo stronzetto (pardon) e i giornalisti….beh quelli li conosciamo.

  5. @sedlex
    Stronzetto e presentuoso… diciamo che è un paradosso che poteva risparmiarsi…

    P.S.
    Da un pò di tempo a questa parte ho molte difficoltà a visitare il tuo blog. Mi accoglie quasi sempre un messaggio di errore. Ne sai qualcosa?

  6. (Per motivi a tutt'oggi oscuri,la settimana scorsa il provider ha sospeso il sito per due giorni. Quando è tornato on line, chi ha avuto il tuo stesso problema ha risolto aggiornando e cancellando la cache.Fammi sapere se siamo alle soluzioni empiriche o meno)

    Su Von Trier e Malick – che per fortuna è più riservato e meno fanfarone – posso solo dire che se il cinema non sperimentasse, si trasformerebbe nell' invenzione senza futuro dei Lumiere
    Ovvero, dopo cent'anni, sarebbe ridotto ad una susseguirsi di operazioni scontate: sapere in partenza cosa succede nell'inquadratura successiva a quella che stai guardando, non è un bene.
    ( comunque ieri qui a Roma, con la tripletta Scorsese, Wenders e Verdone ci siamo riconciliati col mondo dei "sani", si fa per dire, di mente)

  7. @sedlex
    Hai pienamente ragione circa la sperimentazione.

    Ma sai che c'è? Personalmente detesto tutte quelle operazioni che – sicuramente anche in buona fede – si fanno portatrici del messaggio per cui la cultura dev'essere necessariamente appannaggio di un numero ristretto di persone. Perchè più si esprimono idee e concetti profondi, più si devono utilizzare linguaggi che tanti trovano ostici? In tutto ciò mi pare che ci sia della slealtà. 

    Per farti un esempio, considero Inception un capolavoro, proprio perchè Nolan, utilizzando il linguaggio del blockbuster, ha raccontato una storia profonda e ricca di sfumature, offrendo al pubblico degli spunti, spingendo chi lo volesse a delle riflessioni. 

    P.S.
    Problema risolto, grazie…

  8. Sai che non mi ricordavo il tuo giudizio pessimo su Malick ? Ora andrò a rileggermi la recensione.

    Comunque questo post mi inquieta, visto che domani andrò a vedere proprio Von Trier :)

  9. @LucaScialo
    Con Sorrentino per adesso è andata sempre bene…

    @ipitagorici
    Non lo ricordavi perchè mi ero perso il tuo post… quanto a Von Trier, realizza un film sicuramente più narrativo, ma noioso quanto quello di Malick. Non è un film sulla depressione come molti dicono, ma è un film deprimente. Pretenzioso e in realtà povero di veri contenuti.

  10. Come dicevamo prima, forse è questione di aspettative in merito al ruolo che il cinema può (anche) ricoprire. Se riconosciamo a questo potente mezzo di espressione una funzione sociale e pure psicologica, in senso lato, importante (immaginario colletivo, condivisione di immagini simboliche, lavoro sui sogni, le proiezioni e l'inconscio…) e la possibilità di accompagnare lo spettatore in un percorso di scoperta e conoscenza, direi che i "viaggi" cabalistici e antinarrativi di Malick, piuttosto che quelli psicoanalitici di Trier (o di molti altri…e Cronenberg non a caso e con buoni risultati, per me, ha scelto di parlare di uno dei momenti findamentali per la storia del pensiero e dell'anima occiedentali nel suo ultimo film),  "psiconiristici" di Lynch, e via dicendo, possono, per qualcuno, rappresentare strepitosi trait d'union tra arte e "spirito".

  11. @emmegi
    Tutto giusto quello che dici. Resta però il fatto che temi come simbolismo, sogni, inconscio, proiezioni, etc., possono essere trattati anche in un modo – come dicevo qualche commento sopra – più "divulgativo" e meno spocchiosamente "aristocratico" (se mi si passa i due termini). Al riguardo, si riveda il lavoro di Hitchcock, per esempio… o, per tornare ai giorni nostri, quello di Christhoper Nolan.

  12. In effetti sei il primo del quale leggo una sonora stroncatura di Malick: credo comunque molto più onesta delle tante lodi sperticate di chi si è riempito la bocca non avendoci capito nulla… quando ho visto il film, mi sono convinto che è impossibile giudicarlo, dargli un voto, affermare che sia un capolavoro o una boiata: questo perché sostanzialmente ciò che ha voluto 'dire' con quel film lo sa solo lui e, cosa che tu sottolinei, non gli interessa nulla di ciò che ci legge o vede il pubblico. Ovviamente, se il cinema è 'comunicazione', il film è da stroncare, perché qui di 'comunicativo' c'è poco, quel poco riservato a chi entra in sintonia con lui… Se vogliamo è come una di quelle opere d'arte astratte di fronte alle quali uno si pone e si interrroga se sia o meno 'arte'… Io devo dire che non ho ancora capito se mi sia piaciuto o meno, con certe sequenze sono stato molto in sintonia, con altre meno; in tutti i casi, sotto il profilo 'narrativo' è un film di approccio difficilissimo….

  13. @emmegi
    Evviva… naturalmente c'è posto per tutti…

    @crimson
    In effetti è proprio come dici tu. Io detesto poi chi loda un film solo perchè si vergogna di dire che non c'ha capito granchè o perchè così si sente più intelligente. C'è tutto uno stuolo di improvvisati critici, specie nel mondo dei blog, che stroncano o lodano un film a seconda di ciò che scrive la maggioranza.

  14. Anche i più seri e preparati critici convengono che, alla fine della fiera, un film è buono  se suscita ovvero se emoziona, colpisce etc.
    Dunque il gusto personale è imprescindibile nella valutazione di un'opera.
    A me per esempio non piace Alban Berg ma è un problema mio,mica di Alban Berg che è incomprensibile, dato che milioni di persone rispettabilissime lo capiscono.
    Quello che non va – parlo della critica, i bloggari sono quelli che ridono alle anteprime manco fossero alle gite scolastiche, dimenticando che lì c'è gente che vorrebbe lavorare –  sono i giudizi categorici soprattutto al cospetto di artisti di spessore.
    Ora, l'aggettivo che circola di più  in rete per Malick è sopravvalutato,tralascio Von Trier i cui disagi o idiosincrasie costituiscono elemento di giudizio cinematografico francamente ingeneroso.(Vogliamo parlare delle fobie di Hitchcock?Di quelle di Coppola ? e via dicendo)
    Al dunque stiamo parlando di due registi che, piaccia o meno, hanno un grosso mestiere alle spalle, una visione del cinema e qualcosa da dire.
    Stronchiamo pure – personalmente preferisco condividere quello che mi piace –   ma entrando nel merito.

  15. @sedlex
    Concordo assolutamente con le tue considerazioni circa il mestiere di Malick e Von Trier. Personalmente tendo a scrivere di film che mi sono piaciuti, qualche volta – come in questo caso – esprimo anche delle perplessità, motivandole sempre in funzione, come giustamente dici tu, della mia sensibilità personale e dalla mia idea di Cinema, che evidentemente non è rappresentata dagli ultimi lavori dei 2 registi in questione.

    Non credo però che l'opinione più diffusa in Rete per Malick sia negativa. Per farti un esempio, qui su Splinder c'è una sorta di associazione che si chiama Cinebloggers che recensisce i film in uscita. Malick (come del resto Von Trier), ha ricevuto un sacco di lodi sperticate (qui il link).

  16. Premesso che non ho visto Melancholia e che non vedo l'ora di farlo anche se non amo molto Von Trier.
    Però The Tree of Life mi è piaciuto molto.
    Sarei una bugiarda della peggiore specie se dicessi che l'ho capito, che è il mio film preferito o che non ho avuto un momento o due di noia, ma al 90% mi sono commossa, sono rimasta strabiliata a guardare le immagini che mi regalava Mallick, ho goduto del silenzio, così importante nel cinema e decisamente svalutato nell'era moderna, ho apprezzato la musica… insomma, ho percepito, per la prima volta in vita mia, quello che potrebbe essere Cinema, con la C maiuscola. Arte e personalità in primis, che non necessariamente possono essere condivise e capite… ma è anche bello poter dare la propria interpretazione di quello che ci viene mostrato, per una volta, senza che ci si veda propinare sempre la pappetta pronta di una storia con un inizio, una fine e una morale.

  17. Concordo con sedlex. Per quanto riguarda i commenti positivi e quello che ha capito o non del film, in fondo, che importa? Molto più utile e bello è ciò che Babol ha detto con parole molto meno contorte delle mie.

  18. @Babol81
    Un'opinione molto diversa dalla mia, ma come ho già detto, il Cinema è bello proprio perchè suscita emozioni e riflessioni differenti.

    @emmegi
    Non posso che ribadare che per me il Cinema sta da un altra parte. Io ho percepito l'operazione di Malick come elitaria e spocchiosa e – cosa peggiore – pedante. Inoltre la sensazione fastidiosa è che il regista si limiti semplicemente a girare sempre lo stesso film, peggiorandolo ogni volta. Mentre ne La Sottile Linea Rossa e ne Il Nuovo Mondo esiste una sostanziale armonia fra l'impianto narrativo e quello visivo, qui invece la solita voce fuori campo, il medesimo tono elegiaco, la consueta lentezza, le abituali immagini della natura, il modo abusato di inquadrare la terra, l'aria, il cielo, l'erba, e le stesse riflessioni esistenziali di vent'anni fa annaspano dentro un contenitore fumoso e confuso che non riesce a dar loro un senso.

    @pyperita
    Se scorri il mio blog un pò più giù, la trovi, visto che al nuovo film di Sorrentino ho dedicato un post… ;)

  19. A me piace mandare la gente al cinema,in questi ultimi anni ho pensato che ogni persona strappata al divanetto di casa, guadagnasse dieci-quindici anni di vita.
    Per questo, con la sola eccezione de  Il sangue dei vinti e Barbarossa  ( al cuore non si comanda) non ho mai scritto stroncature.
    Bene.In questo momento stanno sporcando la Croisette,il Palais e la Montée  de Marche Vogliamo indignarci o no?
    ( tu non scrivi sui cinebloggers?)

    1. Mamma mia Martinelli è una cosa impossibile. Io ho visto Carnera, amando la boxe e il personaggio. Altro che stroncatura, l’unica parola che posso accostare a quel film non è pronunciabile. Voto: 1

  20. @sedlex
    Mi viene in mente quella battuta di Woody Allen… ho smesso di fumare, vivrò una settimana di più ed in quella settimana pioverà a dirotto!!!

    Io nei cinebloggers o affini? No per vari motivi. Il primo è che mi basta ed avanza l'impegno che mi dà il mio blog, senza affiliarmi a nessuna "rete di bloggers". Poi perchè il cinema non è l'argomento principale di cui parlo in queste pagine. Poi perchè detesterei andare al cinema col pensiero di dover necessariamente fare una recensione. E poi soprattutto perchè il mio cinema preferito non è, tranne poche eccezioni, quello dei film in uscita, ma quello classico che va dagli anni 40 ai 70.

  21. a me von trier mi annoia da quando fa cinema, l'ho sempre trovato un regista molto sopravvalutato e innamorato di sè stesso…non sono molto d'accordo su three of life, o meglio lo sono a metà: il film è sicuramente lento e può annoiare, però credo che se ci si lascia prendere dalla bellezza delle imagini e delle riprese, questa noia si riesca a non sentirla. Non lo considero certo un capolavoro nè il film migliore di malick, ma è sicuramente un'opera che visivamente mi ha strabiliato. In ogni caso, è uno di quei film che ci può stare che annoi e non "prenda" letteralmente lo spettatore, forse questo è uno die pochi limiti del cinema di malick.

  22. non ne ho ancora visto nessuno, ma di Von Trier alcuni lavori mi sono molto piaciuti… anche se è da tempo che ormai scade in questo "onanismo" artistico, come nel precedente "Antichrist".
    quello che mi sembra strano nel tuo paragone, sono le diversissime reazioni del pubblico a questi due film: esaltato Malick, ostracizzato von Trier….

  23. @MonsierVerdoux
    Io credo che ci sia del compiacimento in entrambi i registi. Detto questo, secondo me il limite del film di Malick, oltre un'evidente ripetitività rispetto ai lavori precedenti (a mio avviso più riusciti), è come ho detto un'assenza totale dell'impianto narrativo, che si sente e condiziona il risultato finale.

    @redpoz
    I primi film di Von Trier erano interessanti… poi si è chiuso in un mondo personale che fa a meno del rapporto che deve comunque sussistere fra autore e fruitore. In realtà non ho mai parlato di differenti reazioni del pubblico ai due film. Diciamo che sono lavori sicuramente controversi, anche se The tree of Life è stato accolto dai più come un capolavoro, ed anche Melancholia, seppur in modo meno netto, ha ricevuto buone recensioni.

  24. @emmegi
    Grazie per la segnalazione… appena avrò un attimo, visto che è piuttosto lungo, lo leggerò…. anche se senz'altro non sposterà di un cm il mio giudizio negativo sul film. Io replico con un brano della recensione di Curzio Maltese su Repubblica: 

    «Delle due ore e un quarto interminabili di questo delirio, si possono salvare soltanto i dieci minuti di ouverture wagneriana. Il resto sarebbe passato inosservato se il regista danese, con abile mossa, non avesse animato la conferenza stampa di idiozie. Nel mondo dei media di oggi, la simpatia per il diavolo hitleriano consentirà invece a Melancholia e al suo regista uno spazio che il film di per sé non avrebbe meritato. È il mercato, bellezza».

  25.  parlando di Malick, sinceramente dopo La Sottile linea rossa e The New World, ho cercato di appuntarmi bene in evidenza il suo nome. Della serie "se lo conosci lo eviti", perchè non avrei sopportato (prezzo del biglietto a parte) un'altra TRITURATA DI COGLIONI immane del mitico "maestro".
    Non è questione Blockbusters VS Cinema d'Essai… no, sto banalmente parlando di pesantezza, lungaggine, di rimuginamenti mentali esposti dalla voce del protagonista perso nel suo mondo fluttuante.
    Non so se gli attori importanti pensino che Malick "faccia curriculum", ma a me proprio non va giù.
    Per chi piace… avanti tutta

    Ho invece amato molto This Must Be The Place ed è piaciuto molto anche a mio marito che quando gliel'ho proposto ha detto (testuali parole): "ma che merda di film mi vuoi portare a vedere?"
    Il prox sarà La Kriptonite nella borsa, forse anche gli italiani sanno fare film pazzi…………..

  26. @Skynet
    Beh… se già non ti erano piaciuti i due precedenti film di Malick, questo ti avrebbe letteralmente devastato. La sottile linea rossa e Il Nuovo Mondo, confronto al film uscito quest'anno sono estremamente narrativi e fitti fitti di azione!!!! :)
    This Must Be the Place è piaciuto anche a me, come scrivo qualche post più in giù. Quanto alla Kriptonite nella Borsa mi incuriosisce parecchio…

  27. Siamo d’accordo solo sul fatto che si tratta di due film molto simili, quasi complementari tra loro (Melancholia è una sorta di dark side di The Tree of Life). Sono due film che ho amato moltissimo, che mi hanno tirato fuori un’intensità di sensazioni ed emozioni che il cinema raramente riesce a regalare. (interpretazione ovviamente del tutto soggettiva). Soprattutto sono due modi di fare cinema al di fuori delle convenzioni e dei canoni ai quali siamo abituati da anni. Forse (azzardo!) nel 68 non ti sarebbe piaciuto neanche 2001 odissea nello spazio… Ma forse adesso l’ho detta grossa :)

    un abbraccio a grace kelly da parte mia..

  28. @lessio
    Prima di tutto lascia che ti dica che mi fa molto piacere ritrovarti dalle mie parti. Quanto al merito, so bene che il mio post avrebbe incontrato pareri discordi e sono comunque contento di essermi confrontato con chi la pensa diversamente. Eppoi… chissà, forse hai pure ragione su Odissea nello spazio ! :)

  29. Ciao!
    intanto buon anno!
    Non ho visto nessuno dei film ma ho appena letto su Wikipedia che “The Tree of life” ha una director’s cut e una versione originale più lunghe della versione data (credo) al cinema.
    Tu che versione hai visto?
    Per fare un esempio: io “C’era una volta in America” non riesco a immaginarmelo che dura due ore in meno che se non sbaglio era la versione andata nei Cinema……

  30. @Giampaolo
    Non mi dire che esiste pure una director’s cut più lunga!!! Io al cinema ho già fatto miracoli per riuscire a star sveglio per ben due ore e un quarto di un nulla cosmico!!! :)

    P.S.
    Buon 2012 a te! Che sia un anno pieno zeppo di bei film e buona musica!

  31. Ho visto The Tree of Life, la versione di 2 ore e un quarto.
    Bè anch’io non sono un amante di “2001 Odissea nello spazio” ma tra il film di Kubrick e di Malick c’è una bella differenza. Uno è un film particolare ma con un senso, quello di Malick ha una bella fotografia ma onestamente non basta per fare un film.
    Ma quando l’hai visto al cinema qualcuno si è addormentato o se ne è andato via?
    Ciao!

  32. @Giampaolo
    Il discorso di Lessio ha un senso perchè vuol sottolineare l’aspetto sperimentale del film di Kubrick e di quello di Malick, portatori entrambi – a detta sua – di un modo di intendere il Cinema diverso rispetto alle convenzioni del momento. Ora, secondo me, se questo è vero certamente per Odissea nello Spazio (che comunque io non ho mai amato granchè), che stabilisce un’autentica svolta nel modo di intendere il genere fantascientifico, lo stesso non si può dire per Malick. The Tree of Life infatti riprende lo stesso stile visivo dei suoi 2 film precedenti, con la medesima riflessione sulla natura e sul senso dell’esistenza, con la medesima voce fuori campo, con la stessa frammentazione temporale. Solo lo fa in senso peggiorativo, perchè decide di fare a meno del tutto del piano narrativo, che evidentemente intende superfluo al suo “messaggio”. Quindi, a differenza di Kubrick, non solo niente di nuovo all’orizzonte, ma uno stanco ripetersi di formule e clichè.

    Quando l’ho visto io, non mi pare che nessuno sia uscito prima dalla sala. Se però qualcuno si è addormentato durante la proiezione non lo so… io, onestamente, ho fatto fatica.

  33. Si ma non sempre basta l’aspetto sperimentale per fare di un film un must!
    Come anche in campo musicale…
    quando i King Crimson sperimentarono ottenero qualcosa, fecero insomma centro……
    molti oggi ascoltano i Radiohead (li osannano) quando manco conoscono i Can!
    Gli esperimenti li apprezzo, però vorrei che fossero seguiti da dei risultati.
    Ciao!

  34. @Giampaolo
    Sono d’accordo con te. Perdipiù, come ho detto prima, io quest’aspetto sperimentale a Malick non lo riconosco più. Quando uno utilizza la stessa tecnica per 15 anni, non mi pare che si possa parlare di sperimentazione.

  35. Ah una cosa: se non erro avevi parlato a suo tempo di Black SWan e in modo negativo, però non trovo la tua recensione.
    Comunque si: anch’io mi aspettavo di più.
    A quel film do la sufficienza. Credo (forse) il film più pompato della storia del cinema!
    Buonanotte!

  36. @Giampaolo
    Sono d’accordo con te. Comunque ne ho parlato brevemente qui. Ad ogni modo, per qualsiasi eventuale ricerca debba fare nel mio blog, puoi usare il campo di ricerca in alto nella colonna di destra. Non è come quello di Splinder. Questo funziona benissimo! :)))
    Buonanotte a te…

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