Un eroe dei nostri tempi

Un eroe dei nostri tempi

Mario Monicelli è la Commedia all’Italiana. Ne costituisce il suo inizio con quei due capolavori che sono I soliti ignoti e La Grande Guerra, rispettivamente del 1958 e del 1959 e ne segna la fine nel 1977 con l’immenso Un borghese piccolo piccolo. Prima, durante e dopo, tanti film indimenticabili, di straordinaria fattura, impreziositi da sceneggiature curatissime e da una precisa analisi della quotidianità dell’uomo medio. Un lunghissimo racconto caratterizzato da uno sguardo acuto e disincantato, che traspone sul grande schermo quell’amara ironia che è il vero filo rosso che attraversa ed unisce tutta l’opera del regista viareggino. Il tratto più rilevante della personalità di Monicelli sta proprio nel contrappunto che si pone tra una puntuale attenzione sociologica ed una vena comica travolgente. Irrispettoso di ogni conformismo e di ogni retorica, è sempre riuscito a cogliere con allegra ferocia o con umana comprensione vizi e vezzi del nostro Paese, regalando ai più grandi attori italiani i loro ruoli migliori.

Si è spento ieri a 95 anni, scegliendo di andare deliberatamente incontro alla morte, un pò come Sordi e Gassman nel film più bello della storia del Cinema Italiano, perchè l’idea di libertà è più grande della vita stessa.

34 pensieri riguardo “Un eroe dei nostri tempi

  1. Una scelta logica. Alla sua veneranda età perché aspettare che il cancro ti consumi e ti distrugga lentamente? Oltretutto a 94/95 anni è anche possibile che ne avesse avuto le tasche piene di questo mondo.
    Un uomo che ha visto 2 guerre mondiali, che ha assistito (e denunciato) all'incessante disfacimento della nostra società, ha il diritto a maggior ragione di decidere di finirla qui. Grande uomo, essere insopportabile e geniale senza confronti.

  2. dobbiamo rispetto ad un grande che ha sbagliato l'ultima mossa, ha avuto fretta nella solitudine della malattia, al decadimento fisico naturale, e lascia sgomenti, incerti se sia stata una scelta o lucida follia.

  3. @tiptop
    Onestamente, pur riconoscendo che è uno dei suoi film più importanti, non è mai stato fra i suoi che preferisco…

    @PattyBruce
    Sono d'accordo con te…

    @acquacotta
    Io non credo che noi si sia nella posizione di dire che è stata una scelta sbagliata. Conoscendo un pò l'uomo, penso piuttosto – come dice PattyBruce – che sia stata la scelta più logica. Monicelli è sempre stato un uomo animato da una grande passione civile, che ha fatto della libertà dal conformismo il suo tratto distintivo. Un uomo libero anche nella morte.

  4. "Speriamo che si femmina" non sara' il suo film piu' riuscito , ma forse semplicemente perche' ha fatto tanti e tali capolavori, che questo, piu' debolino, viene lasciato da parte, ma a me piace, e' un film, appunto, di donne, con spunti di riflessioni importanti, pezzi ironici e personaggi deliziosi, come lo zio Ugo. E gran cast!!!
    e, per esempio, ci sono suoi film che nessuno cita mai, giustamente, perche' di fronte a I SOLITI IGNOTI, UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO o LA GRANDE GUERRA, se ne stanno da una parte, in punta di piedi, pero'…a me piace per esempio PADRI E FIGLI, una commedia semplice, leggera ma che anch'essa rispecchiava molto l'Italia di quell'epoca.
    Grazie come sempre Paolo per ricordare i grandi che se ne vanno con un bel post.

  5. @Adam's Rib
    Grazie per questa splendida citazione che si attaglia perfettamente allo spirito di Monicelli.

    @Aleike
    Monicelli ha realizzato più di 60 film, fra questi alcuni capolavori immensi e tanti film straordinari. Davvero difficile citarne solo alcuni. Io sono molto affezionato anche a quelli che girò con Totò, a cui regalò alcuni fra i suoi ruoli più belli… mi riferisco in particolare a Risate di Gioia che lo vede per l'unica volta insieme alla Magnani, ma anche a Guardie e Ladri e Totò e Carolina.

  6. La mia poca cultura cinematografica non mi permette di scendere nell'arena della discussione, ma la mia Torretta (Laurea proprio sul Cinema) mi ha detto a sufficienza su Monicelli per confermarmi la grandezza di un genio nel suo lavoro.
    Anche a me "Speriamo che sia femmina è un film che è piaciuto moltissimo ma non conosco "I soliti ignoti" e la "Grande Guerra" per poter esprimere giudizi sensati.

    Piuttosto mi colpisce molto il suicidio di una persona di 95 anni anche se dentro di me riesco a capirlo e ad accettarlo molto più di quello di un ventenne o di un quarantenne.

    P.S.: a proposito di ignoranza cinematografica, l'altra sera mi sono visto per la prima volta "La finestra sul cortile", davvero bellissimo!!!

  7. Comunque sono rimasto basito quando ho letto la notizia sul televideo. Davvero basito.

    Probabilmente a 95 anni si è "stufato", poi con una malattia in corso non avrà voluto continuare oltre la corsa, non era nemmeno religioso, per cui… scelta in qualche modo comprensibile.
    La grande guerra, che film !

  8. Anche io ho sentito la notizia data da Fazio durante la trasmissione Vieni via con me. Sono rimasta a fissare lo scherzo con lo sguardo attonito.
    Rispetto massimo per un uomo che ha scelto di essere libero fino alla fine.

  9. @paluca
    Ti suggerirei di recuperare in qualche modo "La Grande Guerra"… è un capolavoro assoluto. Personalmente lo reputo il più grande ed importante film italiano di sempre.

    P.S. Quanto a La finestra sul cortile, contento che ti sia piaciuto… un grandissimo thriller che in realtà è un film sul cinema stesso, dove il personaggio di James Stewart rappresenta uno spettatore al cinema: come lui – infatti – è immobile nella propria sedia ad osservare le storie che si sviluppano davanti a lui…

    @ipitagorici
    Io e mia moglie lo abbiamo sentito in diretta da un Fazio commosso che ha interrotto il normale fluire della puntata per dare la notizia. E' stato molto toccante.

    @Khrishel
    Anche io come te sono rimasto attonito e per diversi minuti non sono riuscito a dire nulla. Avevo sperato, vedendolo fino a pochissimo tempo fa in forma eccezionale per un uomo della sua età, che fosse immortale.

  10. Sono daccordo con acquacotta nel ritenere che abbia,per motivi suoi,sbagliato l'ultima mossa.esistenzialmente parlando,togliersi la vita a 95 anni nn l reputo un gesto eroico,piuttosto malsano invece direi.per chi si interessa di evoluzione nella vita eterna,per molte religioni maggiori e minori,togliersi la vita è una grandissima offesa alla vita stessa,che potrebbe portare a dover rivivere le stesse prove nell'esistenza futura.io ho pianto nn perchè se ne è andato,ma per come se ne è andato.veramente,ho pianto.era un caposaldo italiano..

  11. @utente anonimo
    A parte che non ti sei firmato, io invece continuo a ritenere che ognuno sia padrone della propria vita fino alla fine e che possa responsabilmente decidere, a fronte di una malattia gravissima, che a 95 anni lo costringerebbe a letto fino alla fine dei propri giorni, di scegliere un'altra strada.
    Per certi versi è una situazione che si può accumunare a molte altre, famose o no, di persone destinate a morire fra dolori in un letto d'ospedale, che preferiscono – da sole o aiutate dai propri cari – di andarsene in un altro modo.
    Monicelli è sempre stato un uomo libero e ha scelto coerentemente di esserlo fino in fondo. Per questo ha il mio rispetto e la mia ammirazione.

  12. Paolo, mi hai preceduta di un attimo, e hai già detto tutto quello che volevo dire io. Rivendico per ogni essere vivente e senziente il diritto di decidere come e quando porre termine alla PROPRIA vita.

  13. ho capito che qui si guarda solo con gli occhi della società e nn dei grandi maestri e pensatori.nn ho detto che nn lo stimo o che nn gli riconosco valore,anche a me piace il suo cinema.ma se volete vedere tutto sempre con gli stessi occhi,nn scriverò più commenti.creare uno status quo nn mi è mai piaciuto,tantomeno parteciparvi.nn era forse Monicelli a far brillare ogni attore nella e della sua unicità?
    il punto di vista che volevo esprimere è alquanto scomodo perchè nessuno o pochi vogliono parlare della morte e nn ditemi che nn è vero…
    per strade diverse ma tutti prima di tutto dovremmo imparare cos'è realmente la morte e perchè quindi dire che possiamo decidere quando morire o meno?di solito si muore quando meno si aspetta.nn sei tu che decidi quando morire o meno.accade.basta.volergli andare incontro è da scarface.per questo ho pianto per Monicelli.che prospettiva poteva avere a 95 anni?.sarebbe scesa su di lui la nera signora e selo sarebbe portato via.ma a lui questo nn andava bene.e allora ho pianto per lui…….perchè togliersi la vita in certe scuole di pensiero,di filosofia,pone un peso greve sulle successive incarnazioni.
    e questo mio pensiero nn toglie nulla alla simpatia che ho sempre provato nel guardare i suoi film.

    Danyela ex splinder.ex sgt.pepper's lonely hearts club band su splinder

  14. Curiosando in google ho trovato questi  particolari della sua biografia, credo siano significativi… credo:
    da Il quotidiano Italiano:
    Il creatore della commedia all’italiana trova il coraggio di lasciare la vita poco prima che questa finisca. Il regista ha ingaggiato una lotta silenziosa e privata con la morte, battendola sul tempo, riservando per se, non ai suoi attori, l’ultima scena del film della vita. Mario Monicelli segue le orme di suo padre Tommaso, morto suicida nel 1946.

    Della sua morte volontaria aveva detto:

    “Ho capito il suo gesto. Era stato tagliato fuori ingiustamente dal suo lavoro, anche a guerra finita, e sentiva di non avere più niente da fare qua. La vita non è sempre degna di essere vissuta. Se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena. Il cadavere di mio padre l’ho trovato io. Verso le sei del mattino ho sentito un colpo di rivoltella, mi sono alzato e ho forzato la porta del bagno. Tra l’altro un bagno molto modesto”.

    da Wikipedia:

    Nel 2007, infatti, ha dichiarato di vivere da solo, di non sentire la lontananza di figli e nipoti (pur avendoli), di essere un elettore di  Rifondazione Comunista e di avere pianto l'ultima volta alla morte del padre; mentre in un'intervista  svela in particolare il motivo per cui a 92 anni vive da solo:

     

    « Per rimanere vivo il più a lungo possibile. L'amore delle donne, parenti, figlie, mogli, amanti, è molto pericoloso. La donna è infermiera nell'animo, e, se ha vicino un vecchio, è sempre pronta ad interpretare ogni suo desiderio, a correre a portargli quello di cui ha bisogno. Così piano piano questo vecchio non fa più niente, rimane in poltrona, non si muove più e diventa un vecchio rincoglionito. Se invece il vecchio è costretto a farsi le cose da solo, rifarsi il letto, uscire, accendere dei fornelli, qualche volta bruciarsi, va avanti dieci anni di più. »

     

  15. @PattyBruce
    Sono lieto che la pensiamo allo stesso modo…

    @donburo
    Chapeau

    @Danyela
    Ciao Danyela. Ti assicuro che qui si guarda solo con gli occhi di ciò che ritengo sia giusto. Quanto ti ho scritto prima non vale tanto per Monicelli, quanto piuttosto per ogni persona senziente che, come dice anche PattyBruce al commento no. 16, deve avere il diritto di decidere come e quando porre termine alla propria vita.

    Da persona laica ed agnostica quale io sono, ritengo che debba essere data alle persone la libertà di scegliere, sia che si chiamino Monicelli, sia che si chiamino Englaro, o Welby, o Rossi, o Bianchi. Come ha detto lo stesso regista (grazie a TipTop che al commento no. 19 ha riportato il suo pensiero): «La vita non è sempre degna di essere vissuta. Se smette di essere vera e dignitosa, non ne vale la pena»

    @tiptop
    Grazie mille per averci riportato il suo pensiero. In effetti sono riflessioni piuttosto significative della natura di Monicelli…

  16. C'è sicuramente dramma nel gesto di Mario Monicelli ma non disperazione.
    E' curioso che nel web si dedichi molto spazio alla valutazione di una libera scelta.E dopotutto, coerente. Basti pensare a come sono raccontate la vecchiaia e la morte nei suoi film.
    Ieri, lo striscione di testa del corteo degli studenti medi recitava :
    " Ciao Mario, la faremo 'sta rivoluzione"
    E se  alcuni ragazzi si sono ricordati di una particolare puntata di Anno Zero in cui la parola "rivoluzione" era stata pronunziata da Monicelli come soluzione ad un problema di libertà negata, allora forse vuol dire che Mario vive.
    E noi, questo pomeriggio alla Casa del Cinema, lo festeggiamo.

  17. regista della sua vita, fino all'ultimo istante…

    ricordo con piacere l'ultima intervista da Fazio di un anno fa circa
    polemico nel dire: -nn si sono fatti ne gli italiani ne l'Italia- e si che guardando i suoi film parebbe il contrario…

  18. @sedlex
    Hai pienamente ragione. Monicelli vive fra di noi, con i suoi film e le sue idee.
    Che bello… se fossi a Roma andrei anche io a portare il mio omaggio a questo grande uomo di Cinema.

    @pieroski
    Penso che tu abbia ragione.

    @smilepie
    Era un uomo che, nonostante la veneranda età, era più giovane di tanti ragazzi. Animato da una forte passione civile che lo portava a combattere per le idee in cui credeva. Una lezione per tutti.

  19. Eccoti ed eccomi caro Paolo, e proprio torno a leggere su un tema molto interessante e sentito, il cui eco da un paio di giorni ci fa riflettere un pò tutti. Sono rimasta molto male nellìapprendere la notizia, che paradossalmente da Fazio non avevo colto, mi sono persa proprio la frase in cui si annunciava la morte ed infatti ho chiesto: ma che è morto?… la coinferma sul web, ed il grande dispiacere.
    Monicelli era molto anziano, almeno anagraficamente e mi stava simpatico, al di là che fosse soprattutto un genio creatore di immagini fondamentali per delineare la personalità dell'Italia in tanti anni.
    Tra i suoi film, a me ad esempio ha sempre fatto impazzire La ragazza con la pistola, con una strepitosa Vitti e un Giuffrè-MaccalusoVIcienzo indimenticabili per infiniti motivi.
    era toscano, anzi viareggino, schietto e come tutti gli anziani di quello spessore, ormai pochissimi ed in estinzione, aveva le idee chiare da sempre. per questo la sua scelta va rispettata per qualsiasi motivo.
    mi è piaciuta tantissimo la citazione di Simona, rispecchia forse quel profilo appunto da grande vecchio, toscano, acuto e vivo qual'era, nonostante l'età e la malattia.
    natalia Aspesi oggi traccia un bel ritratto, che da un lato lo rende insopportabile, misogino e misantropo, ma era lui ed era grande perchè era così.

    ciao
    bananae

  20. Affascinante, come nella foto che pubblichi, anche a 90 anni. Controcorrente fino in fondo. Però un gesto del genere (non tanto la scelta, ma il modo) mi è sembrato veramente molto triste.

  21. @bananae
    Che bello rileggere un tuo commento… sono d'accordo con te e con il bell'articolo della Aspesi. E' vero quanto scrive: con l'arma dell'ironia e dell'umorismo mai banale, svelò il lato oscuro degli italiani…

    @SaR
    Ricambio con simpatia…

    @Redpoz
    Ebbene si…

    @pyperita
    Comprendo che possa apparire triste, e lo è proprio come la morte di Gassman e Sordi ne "La Grande Guerra", ma come in quel caso la tristezza deve lasciare lo spazio per l'ammirazione verso chi non è disposto a nessuna rinuncia per seguire il proprio ideale di libertà…

    @tiptop
    La Binetti… buona quella!!!

Rispondi a pierosky Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *