J.Edgar

J.Edgar

Difficilissimo condensare in due ore la vita di una figura così complessa e controversa come quella di J. Edgar Hoover. Il direttore dell’FBI che ha attraversato da protagonista 50 anni della recente storia americana, sotto ben 8 diverse presidenze. Clint Eastwood sceglie di prediligire gli aspetti privati alla dimensione pubblica del personaggio, finendo così per non dargli sufficiente spessore o perlomeno per affrontare con superficialità alcuni snodi che forse avrebbero avuto bisogno di un’altra sottolineatura. La narrazione, non sempre equilibrata, è ulteriormente appesantita da continui ed inutili salti temporali che finiscono col far perdere di vista il quadro generale.

In questo contesto, il film risulta a tratti freddo ed irrisolto, esattamente come il personaggio descritto. Un uomo potentissimo, eppure privo di una vita personale, succube di una madre autoritaria e represso da un’omosessualità mai accettata. A fronte dell’eccessivo materiale di utilizzare – si va dalla lotta contro gli anarchici e i comunisti, passando per la cattura di Dillinger, il rapimento Lindbergh, la rivoluzione tecnologica dell’FBI, i vari intrighi di potere, via via sino al pessimo rapporto con Bob Kennedy, l’attentato di Dallas, l’ossessione contro Martin Luther King e la presa del potere da parte di Richard Nixon – Eastwood riesce comunque a farsi apprezzare per il rigore della ricostruzione scenica e per la scelta di un eccellente cast. In particolare, Leonardo Di Caprio – che si prenota per una probabile vittoria ai prossimi Oscar – spesso sepolto sotto chili di trucco per apparire un credibile settantenne, ne è un protagonista efficace e convincente.

22 pensieri riguardo “J.Edgar

  1. Anch’io non sono rimasta del tutto convinta dal film. Ho notato qualche aspetto frettoloso, ma come scrivi tu era davvero difficile rendere un personaggio così complesso, vissuto in un periodo storico così denso di avvenimenti…
    Cosa mi è piaciuto di più: Di Caprio, convincente anche quando aveva troppo cerone addosso!
    Cosa mi è piaciuto di meno: alcuni dialoghi fra Hoover e Tolson, a tratti stucchevoli…

  2. @Adam’s Rib
    Sono perfettamente d’accordo…

    @MDBS
    Penso che un film di Eastwood non del tutto riuscito, come questo, sia comunque superiore a tante cose che si vedono in giro… e comunque nel complesso, seppur con qualche difetto, è un lavoro interessante, specie se vuoi approfondire la conoscenza di uno dei personaggi chiave della storia americana dello scorso secolo. Inoltre, come ho scritto, Di Caprio fornisce una prova eccellente e secondo me ha serie chances di vincere il suo primo Oscar…

  3. E però quando chiede alla segretaria di eliminare l’archivio io mi sono emozionata, così come quando sta per confessare alla madre la sua omosessualità. Insomma ci sono dei momenti di impatto emotivo, anche se pochi e poco collegati col resto. Rimane comunque un ottimo film, anche se non ha un afflato da capolavoro, questo è chiaro.

  4. @ale55andra
    Certamente ci sono dei momenti emozionanti, ma per l’appunto sono pochi e dovuti perlopiù alla bravura di Di Caprio, che si porta sulle spalle il personaggio dall’inizio alla fine. Il giovane sceneggiatore (già Oscar per Milk) secondo me non riesce a districarsi fra la troppa carne al fuoco ed i personaggi finiscono col risultare bidimensionali. Comunque, resta nel complesso un lavoro interessante…

  5. “Difficilissimo condensare in due ore la vita di una figura così complessa e controversa come quella di J. Edgar Hoover.”
    Hai espresso perfettamente ciò che ho sempre pensato di questo film.
    Eastwood, secondo me, ha fatto grandissimi film (tra questi direi Gran Torino, è il mio preferito) e altri molto deludenti. Non vorrei che questo rientrasse in questa categoria.

  6. I Cahiers dedicano il numero di questo mese a Eastwood chiarendo un po’ di cose. Di sicuro al pubblico americano – ma questa è una mia congettura – sono risultati meno difficoltosi gli andirivieni temporali. E questo non solo per una migliore conoscenza della storia statunitense ma soprattutto perchè una pletora di lavori televisivi con narrazione del tipo ABC si sono riversati sul mercato dall’inizio 80 ad oggi.
    A seguire, c’è un punto secondo me chiave : rendere l’ ammirazione che Estwood ha per Edgar compatibile con i suoi misfatti . Di lì, più che dal racconto tortuoso costellato di episodi poco conosciuti, nasce una quel che si avverte come ” pesantezza “.A me per esempio ha dato fastidio l’eccesso di determinismo psicologico ma quella è una faccenda tutta americana più che “clintiana”
    Comunque, allegri ! Estwood sta per mettere mano ad un reality,poi ad un film su un rapporto amoroso tra padre e figlia – una roba solo psicologica,precisa lui – e infine il remake di “E’ nata una stella” con Beyoncè. Siccome gli mancava il musical…

  7. @maude
    In questo caso, almeno per quanto mi riguarda, direi che “molto deludente” è un giudizio eccessivamente negativo. E’ un film che sicuramente ha dei difetti, ma che comunque presenta anche delle qualità. In primis un cast davvero efficace ed in particolare una prova maiuscola di Di Caprio.

    @sed
    Sicuramente il pubblico americano conosce molto meglio di noi la figura di Hoover. Se per “eccesso di determinismo psicologico” intendi un legame troppo semplicistico di causa effetto fra le azioni pubbliche ed i problemi personali di Hoover, sono d’accordo con te… direi anzi che fa parte di quella mancanza di reale approfondimento di alcuni snodi di cui parlo nel post…

    P.S.
    Arrivarci ad 80 anni così vitali come Clint!!! :)))

  8. Mi accodo al compiacimento per le prove degli attori, non solo Di Caprio ma anche la Watts e l’attore che interpreta Tolson, di cui mi sfugge il nome adesso (e che non conoscevo assolutamente prima)…

  9. io ho interpretato il film soprattutto come una biografia, nella quale i riferimenti alla storia nazionale erano necessari ma non volevano essere sviluppati. d’altronde solo la psicologia di Hoover rappresentava già materiale sufficiente!
    diciamo che anche così Clint è riuscito a tratteggiare alcuni punti critici dell’america anni’20 e del FBI, e soprattutto a suscitare un pò di curiosità.
    film irrisolto? mi pare una sintesi azzeccata. come il suo protagonista?

  10. @Bruno
    Chi recita nel ruolo di Tolson si chiama Armie Hammer e, se hai visto The Social Network, era l’attore che interpretava i gemelli che fanno causa a Zuckerberg per la proprietà di Facebook.

    @redpoz
    Hoover è un uomo non risolto, nel senso che non è mai riuscito ad accettare la sua omosessualità… la vive come qualcosa da negare anche a se stesso, anche a causa della propria sottomissione ad una madre dispotica ed autoritaria che non si fa scrupolo di dirgli che avrebbe preferito un figlio morto piuttosto che “una gerbera” come figlio…

  11. Clint Eastwood sforna un film all’anno. Ha proposto diversi film interessanti, alcuni capolavori sfiorati, storie commoventi o accattivanti. Ma anche film semi-patetici, autoreferenziali e stucchevoli. Mi sa che questo rientra tra queste seconde e meno lusinghiere categorie.

  12. …l’elenco sarebbe lungo, ma 2 sono i titoli che mi sono rimasti impressi: “A perfect world” e “i ponti di Madison county”.

    Impressionante il suo percorso artistico: partito sconosciuto con Sergio Leone, diventato famoso per “Dirty Harry” e le sue repliche da antologia (“siamo in tre: io, Smith e Wesson” e “a me piace sparare dove miro”) adesso brilla per la sua capacità di regista. Come se avesse imparato il mestiere da Sergio Leone.

    Non vedo l’ora di gustarmi la sua nuova pellicola … :-)

    O.

  13. @Luca Scialò
    Mah… io preferirei dire che nessun regista è in grado di produrre un capolavoro dietro l’altro. Autori come Eastwood hanno comunque un tale talento che persino i loro film meno riusciti, sono comunque al di sopra della media…

    @Camoscio
    Hai ragione. Il percorso di Eastwood è davvero particolarissimo. Sono sicuro che se andrai a vedere questo suo nuovo lavoro, magari troverai dei difetti (come è successo a me), ma avrai a che fare con un film comunque interessante…

  14. Srebbe interessante come stralcio di storia, ma non è troppo approfondito. Un pò noioso anche, ma in fondo migliore rispetto alla media dei film. Redcats

  15. E’ vero, non avevo notato la somiglianza… Un attore in rampa di lancio quindi… a proposito a breve esce il primo film della trilogia Millennium diretto da Fincher, spero in un bel risultato !

  16. @redcats
    Assolutamente…

    @Bruno
    Anche io, anche se le operazioni di rifacimento di film recentissimi, mi lasciano sempre un pò così. Vediamo se e cosa Fincher riuscirà a dire di diverso rispetto al film svedese

  17. L’ho visto proprio ieri, a me è piaciuto, anche se forse un pò meno di altri, veri e propri capolavori. Come qualcuno ha commentato, ci sono anche dei momenti di forte impatto emotivo, come la scena in cui spezza la catena (la collana) della madre.
    Per me un film da vedere.

  18. @pyperita
    Anche per me è comunque un film da vedere. In definitiva è un lavoro che presenta sicuramente dei difetti, ma che pur tuttavia resta sicuramente interessante…

  19. Anche la mia opinione rimane in bilico, ma forse è proprio questo il punto: J.Edgar, un uomo così potente (perchè la conoscenza è potere!) che teneva in pugno le amministrazioni presidenziali con tutti i suoi dossier, era completamente nelle mani di una madre autoritaria alla quale non ha mai potuto rivelare il suo vero io (e non erano sicuramente tempi x fare “outing” di qualsiasi genere).
    Non era un personaggio facile nè malleabile e lo dimostra anche nelle battute all’ultima cena con il suo compagno quando lo accusa di “tradimento della fiducia”… insomma potevi stare o con lui oppure erano cazzi amari!

  20. @Trinity
    Un personaggio molto complesso, che è stato ai vertici dell’FBI per un periodo di tempo eccezionalmente lungo. Ben 8 diversi presidenti si sono dovuti confrontare col suo enorme ed oscuro potere. E tendenzialmente era meglio andarci d’accordo con Hoover, altrimenti si finiva male!

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