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Mese: Maggio 2011

Una nuova stagione

Una nuova stagione

«Ci libereremo di Berlusconi come del vaiolo, con il vaccino. E l’unico vaccino è che provi a governare». Così disse Montanelli qualche tempo fa. Ci hanno impiegato 17 anni gli italiani a capire chi è berlusconi, soggiogati dal potere persuasivo dei suoi media. 17 anni per comprendere che esiste anche una politica delle persone oneste, un alternativa ferma che si oppone al potere arrogante, corrotto e corruttore, autoritario e mistificatore, populista ed eversivo, espresso nell’ultimo ventennio dal Cavaliere. Una vittoria, questa delle Amministrative, le cui dimensioni vanno oltre quelle di un semplice successo elettorale.

Berlusconi è sempre stato un perfetto interprete degli umori del popolo. Da magnifico piazzista ha saputo esaudire i desideri del pubblico televisivo prima, dei consumatori poi e degli elettori infine, dando sempre l’idea di relegare l’opposizione ad un semplice ruolo antiberlusconiano. Oggi invece questo meccanismo si è rotto e le posizioni sono più che ribaltate. E’ stato infatti il premier ad alimentare rozze e violente campagne denigratorie nei confronti dell’avversario politico di turno. Si veda Pisapia dipinto come leader degli zingari, degli estremisti islamici, degli omosessuali, oltre che ladro d’auto. Si veda i magistrati paragonati alle BR, portatori di una dittatura che intende sovvertire la volontà popolare [slogan recitato anche dinanzi ad Obama, in uno dei momenti più bassi di tutta la nostra storia repubblicana]. Il premier è ormai lontanissimo dai molti problemi concreti delle città e del Paese, arroccato in un palazzo dove si pensa esclusivamente a mantenere interessi, poteri e rendite. Ed è questo il motivo che ha portato non solo al tracollo del PdL, ma anche alla sconfitta della Lega, troppo compromessa dall’alleanza di Governo. Insomma, un terremoto che non potrà non avere serie ricadute politiche nell’immediato futuro e che oggi consegna il Paese alle possibilità di una nuova stagione.

Fare silenzio

Fare silenzio

In questi ultimi tempi la voglia di scrivere di politica è nulla. Anche perchè in Italia la politica non esiste. E’ forse politica sostenere che un proprio avversario “non si lava”, oppure che è un ladro, sapendo che non è vero? E’ politica quella che consente ad un plurimputato di insultare ogni giorno la magistratura che fa il proprio lavoro? E’ davvero politica quella che in televisione oscura le ragioni di chi porta avanti idee opposte a quelle del Governo? Ecco perchè mi taccio e faccio mia una riflessione di Concita De Gregorio.

«Ci sono giorni in cui si resta ammutoliti. Viene da ridere, poi da piangere, poi da non crederci. […] In fondo persino nel giorno in cui dice che vuole portare i sacchi di immondizia in procura, che vuole più poteri di Napolitano e che i leader della sinistra non si lavano – così, tutto insieme, in sequenza, la riforma costituzionale Bersani puzzolente i giudici che sono un cancro e la sapete l’ultima sui negri, mancano solo le corna le puzzette a ritmo di swing e una tarantella coi rutti – ecco persino in un giorno così, anzi soprattutto davanti all’evidenza patetica di una maschera grottesca, quello che davvero stringe il cuore e fa montare la rabbia non è lui, siamo noi. Sono gli italiani che ancora ci credono e quelli che non sono stati in grado di smascherarlo, di farsi alternativa, di ribellarsi al ridicolo dietro a cui cela i suoi interessi. […] Bisognerebbe fare silenzio, lasciare un momento che questo vergognoso frastuono risuonasse da solo. Sperare che la pornografia delle parole possa saturare e infine stancare anche gli insaziabili. Resta solo da stabilire quanto tempo ci vorrà ancora, perché non ne resta più molto. Per quante generazioni i figli dei figli saranno chiamati a ricostruire e a far dimenticare le macerie prodotte dall’inettitudine dei padri?»

Marinai, Profeti e Balene

Marinai, Profeti e Balene

Nel panorama musicale odierno un nuovo disco di Vinicio Capossela è un avvenimento, specie se a 24 ore della sua uscita lo si propone in concerto nella tua città. Marinai, Profeti e Balene è un disco ricchissimo, non solo per via della doppia durata, ma anche e soprattutto per il suo contenuto, denso di immagini, nostalgie, citazioni e riferimenti letterari al viaggio per mare e all’oceano come metafora del destino umano. Melville, Conrad, ma anche Omero e la Bibbia, solo per fare qualche esempio. «La letteratura di mare è quella che espone di più l’uomo al contatto col suo destino, un mare di carta in cui ritrovare indicazioni utili alla rotta della nostra vita». Una lunga opera musicale – curatissima anche a livello di arrangiamenti e  sonorità –  geniale e visionaria, colta e pop al tempo stesso, da parte dell’Artista italiano più creativo e coraggioso.

Appare chiaro che il tour che presenta questo capolavoro non poteva che partire dalla città di mare per eccellenza: Genova. Avevo già visto Capossela in concerto due anni fa, in quello che forse è lo spettacolo più bello e trascinante a cui abbia mai assistito. Ma anche questo nuovo show è di straordinaria fattura: la coreografia è essenziale ma molto suggestiva: la band – o si dovrebbe dire meglio, la ciurma – si trova infatti all’interno dello scheletro di una balena, dal quale si dipanano i tanti personaggi delle canzoni. Pirati, sirene, palombari, ciclopi, polpi innamorati, madonne delle conchiglie e foche barbute sono alcune fra le attrazioni di questo sorprendente musical teatrale che alla fine consegna il Teatro Carlo Felice tutto in piedi sotto il palco a ballare e a battere le mani.